Di solito cerco di non riportare articoli di Repubblica, ma faccio un'eccezione

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CIGL VERSO IL SI AL REFERENDUM..!


ROMA - Non è ancora ufficiale. Ma, dopo l'orientamento espresso oggi da Guglielmo Epifani nella riunione di segreteria, è assai probabile: la Cgil chiederà ai suoi iscritti di votare sì al referendum sull'articolo 18. Quello che chiede l'estensione del diritto al reintegro in caso di licenziamento senza giusta causa a tutti i lavoratori, anche quelli di aziende con meno di 15 dipendenti.

Le maggiori categorie di settore si sono schierate per il "sì". E così la maggioranza dei membri della segreteria. Dopo la riunione di oggi lo stesso
leader della Cgil sarebbe pronto a proporre al direttivo di schierare il sindacato per il raggiungimento del quorum e per il voto positivo. Nonostante il referendum sia considerato "un errore" - questo sarebbe il ragionamento di Epifani - se passasse consentirebbe di sostenere al meglio le proposte di legge avanzate dalla stessa Cgil per i diritti dei lavoratori. Ma nell'orientamento che il leader sindacale starebbe maturando in questi giorni, e che avrebbe illustrato nell'incontro di oggi, conterebbe molto anche la volontà di tenere unita l'organizzazione. Insomma, per tutti questi motivi il quesito va sostenuto.

Il gruppo dirigente della Cgil sembra comunque diviso. Sette componenti della segreteria sono orientati per il voto favorevole, altri cinque preferirebbero lasciare libertà di voto. Una spaccatura che rispecchia l'atteggiamento della sinistra su un argomento tanto delicato. Perché il referendum sull'articolo 18, proposto da Rifondazione Comunista, ha già raccolto la convinta adesione di Verdi, Pdci e di una parte - minoritaria - dei Ds. Ma incontra lo scetticismo del segretario diessino e la decisa opposizione dell'ala riformista delle Quercia e di quasi tutta la Margherita.

Ora, se la Cgil sta davvero decidendo di pronunciarsi ufficialmente per il "sì" (magari seguita da Sergio Cofferati), ciò ridarebbe fiato all'ala "movimentista" dell'Ulivo, con il rischio di mettere in serio imbarazzo, più che Rutelli, proprio il leader dei Ds Fassino. Lo si intuisce per esempio dalla prima reazione del responsabile per il lavoro del partito, Cesare Damiano: "Vorrei aspettare di vedere come si sviluppa la vicenda, per ora preferisco non commentare un orientamento sul quale non mi sembra vi sia un'indicazione univoca di tutta la segreteria Cgil".

Non è un caso se lo stesso Epifani abbia aperto la riunione della segreteria ribadendo le preoccupazioni per un quesito che "divide". E che comunque tra i segretari prevalgano i no comment. Tutti affermano che, per la Cgil, la strada maestra per l'estensione dei diritti resta la legge, ma qualcuno ammette: "Il no è escluso. E' probabile che arriveremo a dire sì". Tra questi c'è ovviamente il segretario confederale Gian Paolo Patta, che è tra i promotori. "E' positiva - dice - la decisione di Epifani di sottoporre al direttivo di maggio una proposta di schieramento della Cgil a favore del sì".

Di certo, un "sì" di Corso Italia, pure se con qualche mal di pancia, segnerebbe ancora prima del voto un successo di Fausto Bertinotti. Se non altro perché il segretario di Rc, che ha fortemente voluto questa battaglia, potrà dire di essere riuscito a portarsi deitro una parte molto più larga di sinistra di quella che lui rappresenta.