Da Rinascita Nazionale
La Francia “pagherà le conseguenze” della sua opposizione agli Stati Uniti in sede Onu nella vicenda della guerra all’Iraq. La minaccia è stata avanzata direttamente dal segretario di Stato Usa, Colin Powell, la cosiddetta “colomba” dei “liberatori d’Iraq”.
Powell, un criminale di guerra, perché complice di un’aggressione ad uno Stato sovrano in spregio ad ogni convenzione internazionale, e dello stesso statuto dell’Onu, ha specificato che gli Stati Uniti dovranno “rivedere tutto lo stato delle proprie relazioni con la Francia”, come rappresaglia al minacciato veto francese al Consiglio di Sicurezza che impedì di legalizzare l’aggressione angloamericana all’Iraq.
“E’ finita la guerra e ora è tempo di dare un occhio alle nostre relazioni internazionali. Alla luce di quanto successo dovremo riesaminare in toto il nostro rapporto con la Francia” ha dichiarato Powell al programma televisivo statunitense “Charlie Rose Show”, martedì sera. Mercoledì, ieri, ha avuto al riguardo un colloquio telefonico con il suo omologo francese Villepin.
Alla domanda se vi saranno ritorsioni per aver stoppato gli Stati Uniti in Consiglio Onu, Powell ha risposto secco: “Sì”, ma non ha voluto spiegare oltre. Le “sanzioni” contro la Francia, quella “vecchia nazione d’Europa” già sprezzantemente evocata alla vigilia dell’aggressione dai responsabili Usa, erano state anticipate anche dal viceministro alla Difesa statunitense Paul Wolfowitz.
Quello che minacciano gli americani è sia di “periferizzare” la Francia nelle decisioni politiche dell’Alleanza Atlantica (Parigi si è tolta fin dai tempi di De Gaulle dal patto militare) che di non invitare i francesi ai forum ed ai vertici con altri Paesi europei. Nonché - come dicono gli anglosassoni: “last but not least” - e soprattutto di marginalizzare la Francia nei contratti petroliferi e di cosiddetta “ricostruzione” dell’Iraq occupato.
E la Francia risponde con un attrito in sede Onu.