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  1. #61
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    propongo brevi considerazioni: innanzitutto la natura sia del baathismo laico (nato come movimento politico e culturale violentemente antibritannico alla fine degli anni '30 in Egitto, Siria e Iraq, grazie a Michel Afleq) che del fondamentalismo islamico è quello di due "rivoluzioni conservatrici" nel senso che della "visione del mondo" occidentale rifiutano nello specifico la democrazia e più in generale la "way of life", ma non la tecnologia (anzi!). Del resto due esponenti rispettivamente del baathismo e del fondamentalismo, Rashid Alì (protagonista del fallito golpe filotedesco in Iraq nel 1941) e il Gran Muftì di Gerusalemme Amin Haji al Husseini ebbero contatti non secondari di carattere ideologico-politico-culturale col nazionalsocialismo tedesco. Questo per dire perché non esiste oggi un'alternativa democratica all'autoritarismo laico che non sia quello religioso.
    Saluti!
    Mr. Smith
    Mr. Smith

  2. #62
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    Predefinito C'è un vizio nel pensare che...

    ...aiutare un popolo a costruirsi un futuro probabilmente migliore significhi "paternalismo colonialista".

    Mi spiace dover sottolineare che il concetto espresso da paul vale essenzialmente per i vecchi stati colonialisti cattolici.
    Potete toccare con mano che laddove arrivarono gli inglesi i popoli hanno imparato presto e bene, e la stragrande maggioranza di loro si governa oggi con metodi democratici.

    L'Iraq ha un tesoro sotto i piedi, fino ad ora sfruttato dallo Stato di Saddam. Per arricchire Saddam. Ora tutto sarà rimpiazzato da una società petrolifera nazionale. I proventi verranno utilizzati per la ricostruzione del Paese, sotto il controllo di un Comitato a maggioranza iracheno.

    Una nota d'agenzia informa che alla riunione dell'Opec, che ha ristabilito le quote di offerta sospese durante la guerra, mancava l'altro ieri il rappresentante iracheno, che sarà l'amministratore delegato della nuova compagnia, ancora da nominare. Ma il presidente Abdullah Al-Attiyah, al corrente delle decisioni prese dagli americani a Baghdad, ha detto che lo aspetta per "domani".

    Solo all'Onu non si vuole riconoscere che in Iraq vi è un nuovo governo del petrolio, con tutti i titoli per operare sul mercato, nell'interesse della rinascita nazionale.

    saluti

  3. #63
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    Sì, probabilmente un governo tecnico di stampo "economico" potrebbe essere la scelta migliore, anche perché la "costruzione" della democrazia non cosa "dall'oggi al domani". Perché, secondo me, non ha soltanto implicazioni costituzionali ed istituzionali, ma anche, soprattutto, riguarda l'esistenza d'una cultura politica democratica e d'una relativa classe dirigente. Perciò credo che l'ipotesi di cui sopra sia la migliore realisticamente possibile.
    Saluti!
    Mr. Smith
    Mr. Smith

  4. #64
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    Predefinito

    Originally posted by Mr. Smith
    Sì, probabilmente un governo tecnico di stampo "economico" potrebbe essere la scelta migliore, anche perché la "costruzione" della democrazia non cosa "dall'oggi al domani". Perché, secondo me, non ha soltanto implicazioni costituzionali ed istituzionali, ma anche, soprattutto, riguarda l'esistenza d'una cultura politica democratica e d'una relativa classe dirigente. Perciò credo che l'ipotesi di cui sopra sia la migliore realisticamente possibile.
    Saluti!
    Mr. Smith
    -----------------
    Oh...oh: una gradita sorpresa. Ogni tanto ecco che arriva qualcuno col quale è possibile dialogare, non essere d'accordo, e non litigare.

    Dove c'è democrazia generalmente si vede il benessere.
    O, forse, è il contario, è dove c'è il benessere che arriva la democrazia?

    saluti

 

 
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