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  1. #1
    Alessandra
    Ospite

    Predefinito Le prostitute non si scordano mai?

    Statisticamente gli uomini infedeli mi stanno più simpatici. Perché so che nei loro cuori, volendo, c’è posto per tutte. Anche per me. Quelli fedeli, invece, li trovo meno generosi e democratici, mi escludono già in partenza e non mi considerano affatto. Marco, che si era brillantemente laureato in fisica nucleare, che all’università aveva scopato poco, che aveva cambiato molti lavori e che, solo dopo Chernobyl, aveva iniziato ad occuparsi di ambiente ed ecologia, era un infedele ed era stato a letto anche con dieci prostitute. Avete mai stretto la mano oppure dato un bacio ad uno che vi ha confessato di essersi scopato dieci puttane, di quelle che ricevono in appartamento? Il giorno in cui me lo disse la cosa mi aveva fatto un po’ schifo e iniziai a pensare a tutte quelle volte che gli avevo stretto la mano, ai baci che gli avevo dato per gli auguri di compleanno, di Natale e agli abbracci al ritorno da ogni suo viaggio. Senza mostrarmi scandalizzata. Usando un tono falsamente comprensivo, gli chiesi perché uno come lui, che tra l’altro ci stava provando con una come me, aveva pagato dieci donne per infilare il suo sesso dentro i loro corpi. Lui rispose che lo aveva fatto per il suo bisogno di sentirsi accettato. Da loro come dalla madre che aveva dentro. Marco era in analisi e parlava un perfetto linguaggio freudiano e ci aveva provato anche con me. Qualche mese prima. Appena arrivata nel dipartimento per la Comunicazione sui problemi ambientali, aveva iniziato a farmi una corte serrata e divertente. Aveva impostato tutta la sua strategia su una tattica psicanalitica appresa attraverso anni ed anni di sedute con la sua psicologa di origine inglese. C’aveva messo poco a capire che tipo ero. Tutti ci mettono poco. Ed aveva deciso, nel mio caso, per il corteggiamento introspettivo. - Devi aver avuto un padre autoritario, - Qualcuno deve averti ferita se ora sei così chiusa - mi diceva ad ogni mio rifiuto ai suoi inviti. In realtà, io ero chiusa con lui perché non mi interessava molto e questa è poi l’unica ragione per cui siamo diventati amici. Lui non mi piaceva, io gli piacevo ma si accorse che ero una ragazza triste. Così lui smise di corteggiarmi ed io di farmi reggere. Ciò che non smise di fare, invece, è di raccontarmi le sue avventure. Per mesi ha continuato a parlarmi di tutto quello che riesce a fare con il suo sesso. Me ne parla come fosse un suo compagno di viaggio e non si dimentica mai citare le dieci scopate con le dieci puttane. - Perché me lo hai detto, adesso mi dà fastidio stringerti la mano. - Perché me lo hai detto, penso ogni volta che ci parlo. Si è vero non erano quelle di strada. Lui ci teneva tanto a fare questa distinzione. Lavoravano in appartamento, in case pulite e la biancheria intima col pizzo. Così mi aveva detto Marco, però mi dava fastidio lo stesso, anche stragli vicino. Ora non aveva più rapporti con prostitute d’appartamento. Andava ogni settimana nello studio della sua psicoterapeuta, nel quartiere Prati. In appartamento. Ci andava perché voleva smettere di tradire la moglie. E l’aveva tradita, oltre che con le dieci puttane, con la collega di scienze quando era stato professore di matematica e fisica, con la prima e la seconda segretaria che aveva avuto quando aveva fatto per un po’ il consulente in una ditta di ricerche per l’impatto ambientale, con la ragioniera dell’ufficio amministrativo, quando aveva lavorato in un’industria di cavi d’acciaio, con due operaie, con la maestra d’asilo della figlia più grande, con una ragazza di Frascati, con una stagista che per tre mesi aveva lavorato nell’ufficio stampa dell’ente di ricerca per cui lavorava, con la prima e la terza baby-sitter della figlia più piccola (la seconda non c’era stata), con una biologa bulgara conosciuta ad un convegno su problemi della radioattività. La moglie di Marco, donna dolcissima, dice lui, conosceva la radice quadrata dell’esatto numero dei suoi tradimenti. Ne soffriva, almeno così immaginavano tutti, ma una convinzione la consolava e le consentiva di restare accanto a Marco. La convinzione che fossero sempre loro, le altre, ad incominciare. E così lo perdona. Quando lo sa. Fa finta di niente quando non lo sa. Una cosa però è certa. Lei non ricambia i tradimenti di Marco perché altrimenti tutto andrebbe a rotoli. In una coppia, per essere una coppia che funzioni, almeno uno dei due deve essere fedele. Marco comunque è un po’ cambiato. Da quando è in analisi. Con le donne ci prova sempre. Ma non con tutte. Adesso lo fa solo quando è strettamente necessario. Io lo ascolto con un po’ di noia però mi piacerebbe avere un marito così se non fosse per l’episodio delle puttane. Marco si veste bene ha un aria elegante, è un uomo brillante e mi mette sempre di buon umore. Però non è riuscito a indurmi in tentazione. Forse è stata la presunzione a fermarmi. Si, è stato per presunzione che non ci sono stata. Non volevo far parte dell’elenco in cui c’erano anche dieci puttane. Eppure chissà in quell’elenco c’erano tutte le cose che Marco ha amato di più. Parla solo di loro e di ognuna di loro ricorda infiniti particolari: la targa dell’automobile, il modo di pronunciare il suo nome, la durata del loro orgasmo, la marca della loro pillola anticoncezionale. Di recente a quell’elenco si è aggiunta la moglie di un diplomatico sudafricano che, secondo lui, il terzo giorno che si incontrarono si era messa la gonna più corta in suo onore. Era cattolica e leggeva la bibbia, come sua moglie e come sua moglie aveva un marito che la tradiva. Con donne più giovani e carine. Se il tradimento è un peccato, deve valerne la pena. Marco in questo lo capiva. Secondo Marco il diplomatico era un uomo brillante e simpatico, parlava di lui come di se stesso. E così , quando restò solo, con la donna che si era messa la gonna più corta per lui, evitò di scoparsela. Era come se qualcuno come lui tentasse di scoparsi una moglie come la sua. Non è ancora sicuro che la bionda sudafricana ci sarebbe stata o no ma Marco mi ha ripetuto più volte, e me lo ripete con estrema soddisfazione, di averle detto che la sentiva indecisa. “Sento che lo faresti ma fondamentalmente ami lui”. E cioè il marito che era come lui. Era come farsi le corna da soli. E Marco ci teneva a certi valori.

    Di Carla Falconi


    Molto ben scritto, si legge in un attimo, ma soprattutto affronta il rapporto dell'uomo con le prostitute dal punto di vista della donna, l'altra, la quale, anche se può sembrare paradossale, arriva a provare una certa invidia.

  2. #2
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