Il sindaco Gentilini sul palco in piazza dei Signori
Tina Anselmi
Ernesto Brunetta
Il sindaco: «Meglio fascisti che bolscevichi»
Gentilini spara contro la Liberazione
I partigiani ribattono: «Accuse deliranti»
m.s.
Infuria la polemica sul 25 aprile. Il sindaco Gentilini si congratula con i consiglieri leghisti che hanno abbandonato il palco e accusa l'oratore Pavan di «bolscevismo». Gli ex partigiani ribattono: la Resistenza ha costruito l'Italia libera.
La marcia del sindaco deciso a cancellare i minuti di impopolarità vissuti venerdì in piazza durante la celebrazione della giornata della Liberazione, è cominciata ieri, di prima mattina. Quando proprio nel salotto della città ha incontrato il professor Mario Collepardi che il giorno prima non aveva esitato dalla platea a definire «fascista» il discorso del sindaco. «Meglio fascista che bolscevico» gli ribadisce il sindaco, ripetendo poi il refrain anche nel cortile del municipio con il saluto alla romana. Venerdì l'onorevole Agostino Pavan, ottanduenne ex deputato democristiano, presidente dell'Associazione Volontari della Libertà, ha tuonato contro chi oggi vuole cambiare le leggi e la Costituzione. Il riferimento alle quattro vicecapitali di Bossi, ha fatto scattare l'abbandono del palco da parte dei leghisti. «Ce ne siamo andati perché c'è stata una caduta di stile - spiega il presidente uscente del consiglio comunale Luca Vettor- il 25 aprile è una festa per tutti, prima di scendere dal palco mi sono tolto la fascia». Ma il sindaco Gentilini non ne fa solo una questione di stile: «Una gazzarra diretta e sponsorizzata dalla sinistra -dice - quella più becera, squallida, deprimente, vigliacca, che dà ordini a quelli che hanno in mano straccetti arcobaleno. Chiamare bandiera quelli è offendere il tricolore. La manifestazione è stata trasformata in uno strumento politico dissacrante, utilizzato dalla sinistra per esprimere ilsuo livore. Io invece ho fatto un discorso che anche il presidente Ciampi ha copiato. Non ho nominato la Resistenza perché tutti i caduti per il tricolore, compresi quelli della Repubblica di Salò, hanno diritto allo stesso onore. I giudizi storici si possono fare tra 100 anni, non oggi». Mentre in municipio Gentilini viene accoltodai militati di Alleanza Nazionale («Vai piano se no ci porti via tutti i voti» gli dicono, poco affezionati al loro candidato espresso da Forza Italia), il candidato sindaco del centrosinistra Marialuisa Campagner rimanda al mittende qualsiasi piano sul 25 aprile. «Gentilini ci tira per i capelli - ribatte - Pavan è intervenuto sui valori della Resistenza e ha dato voce al il pensiero di molti presenti alla manifestazione. E' stato un discorso nato dal profondo, da chi ha rischiato sulla propria pelle». A incalzare dalla parte del sindaco anche il senatore leghista Piergiorgio Stiffoni, che venerdì andandosene ha gettato verso Pavan tre monetine da un centesimo. «Quello era il valore del suo discorso, espressione della «sporcizia mentale» della Sinistra - spiega sottolineando l'appropriatezza del gesto - appena Pavan ha cominciato a parlare ho capito dove sarebbe finito. Quell'anziano oratore ha tenuto un comizio prezzolato». A frenare le schermaglie politiche di una campagna elettorale fin troppo accesa, interviene l'ex deputato dc Tina Anselmi, staffetta partigiana, presente alle celebrazioni di Bologna. «Sarà meglio sbrigarci a scirvere tutto sulla Resistenza prima che ci dicano che non è mai esistita - esordisce al telefono - A Treviso la lotta partigiana c'è stata, conosciamo i nomi dei morti, dei torturati. Ci sono ragazzi che hanno creduto agli ideali della Repubblica di Salò, espressione del periodo più crudo del fascismo. E' necessario ammettere il loro errore, poi si può lavorare insieme. Se l'Italia oggi è libera lo si deve alla lotta che ha accomunato comunisti, cattolici, la gente dei nostri paesi». L'Istituto Storico per la Resistenza si tiene al di fuori della contesa: «Quello che Pavan ha detto è sacrosanto - dice Ernesto Brunetta - ma forse doveva tenere distinti il piano storico da quello politico». Esprimono solidarietà all'oratore l'Associazione Partigiani e i Mazziniani.