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  1. #11
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    Originally posted by Felix
    speriamo che Dio si decida a inviare una devastante piaga biblica. 10.000 volte più micidiale di SARS, AIDS ed EBOLA. Questa umanità non merita di sopravvivere...
    aò, parla per te...(ci vorrebbe uno smile con le corna)

  2. #12
    cattolico refrattario
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    .
    per risorgere bisogna insorgere

  3. #13
    cattolico refrattario
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    SARS: United States of Sars - Bombe all'Iraq, virus alla Cina: il
    Piano americano


    di Rita Pennarola

    Un documento segreto elaborato dagli uomini di Bush rivela i progetti
    di ridimensionamento della Cina, da ottenere anche con armi non
    convenzionali, mentre altre ricerche provano che la clonazione virale è
    avvenuta in laboratorio. Magari, proprio in quello statunitense - la Avi
    Biopharma - collegato all'entourage petrolchimico del presidente Usa e già
    "pronto" a sfornare il vaccino. "La Voce" alza il sipario su quel documento,
    seguendo la pista aperta dal settimanale scozzese Herald Sunday, che a
    settembre dello scorso anno - in tempi non sospetti - ne aveva anticipato i
    principali contenuti. In anteprima per Nuovi Mondi Media l'inchiesta in
    uscita sul numero di maggio del mensile




    Che la terza guerra mondiale sarebbe cominciata "con uno starnuto" l'aveva
    già detto qualche anno fa un Bill Clinton in apparente vena di humour nero,
    ma in realtà con una lungimiranza che oggi fa ghiacciare il sangue. Perché
    la tremenda epidemia di Sars, la sindrome respiratoria acuta, definita anche
    polmonite atipica, potrebbe essere niente altro che un nuovo, premeditato e
    "preventivo" atto di quel conflitto planetario destinato a liberare il campo
    da ogni possibile antagonista o competitore dell'unica, invincibile
    superpotenza mondiale. Mentre infatti la stampa ufficiale, controllata dai
    forti interessi economici transnazionali, si affretta a caricare di
    drammatici significati la "maledizione biblica" che ha colpito il popolo
    cinese, sul web si rincorrono articoli gravidi di indizi sul colossale "atto
    di guerra contro la Cina e i Paesi asiatici" lanciato dagli Stati Uniti a
    inizio del 2003, quasi in contemporanea con gli ultimatum che hanno
    preceduto per settimane l'aggressione all'Iraq.
    Nonostante la fitta cortina di coperture giornalistiche, qualcosa comunque
    riesce a filtrare anche sulla stampa occidentale. Ha l'effetto dirompente di
    una bomba giornalistica, ad esempio, l'articolo che esce il 15 settembre
    dello scorso anno sul settimanale scozzese Sunday Herald a firma di Neil
    Mackay. Alla vigilia della grande offensiva lanciata contro Saddam Hussein,
    il giornalista porta per la prima volta alla luce su un mezzo di larga
    diffusione un documento che doveva rimanere segreto: il Progetto per un
    nuovo secolo americano (finalizzato al dominio globale statunitense), messo
    a punto dallo staff di George Bush ancor prima che il boss texano diventasse
    presidente degli Stati Uniti, con l'appoggio dei colossi petrolchimici
    americani. A redigere quel documento nel settembre 2000 (un anno esatto
    prima dell'attacco alle Torri Gemelle) furono, fra gli altri, l'attuale
    numero due di Bush Dick Cheney, il sottosegretario alla Difesa Donald
    Rumsfeld, il fratello del presidente, Jeb Bush e Lewis Libby, uomo ombra di
    Cheney. Sede del Progetto, definito in sigla PNAC, quella di un giornale di
    proprietà di Rupert Murdoch, l'uomo che di fatto concentra nelle sue mani il
    sistema dei media in America ed oltre, con propaggini spinte in Italia,
    grazie all'alleanza stretta con Silvio Berlusconi.
    Ignorato dalla stampa nel nostro Paese, nonostante la pubblicazione sul
    popolare settimanale scozzese, quel documento al calor bianco é stato
    diffuso in italiano sul web dall'editrice di Bologna Nuovi Mondi Media,
    collegata al sito militante Information Guerrilla, diretto da Roberto
    Vignoli. Un'azione coraggiosa, che ha consentito ad alcuni segmenti
    maggiormente impegnati della società italiana di conoscere e far circolare
    quelle notizie. E' il caso dello storico Franco Cardini, che proprio al
    delirante (ma purtroppo concreto) piano di Bush & C. per il controllo
    globale ha fatto un riferimento durante la puntata di Porta a Porta del 22
    marzo scorso.

    MORTE ALLA CINA
    Riletto oggi, a distanza di oltre sei mesi dalla prima pubblicazione sul
    Sunday Herald, quel Progetto mostra in maniera netta quanto il controllo
    della Cina fosse per gli Usa di Bush un obiettivo non più rinviabile,
    soprattutto dopo l'annessione delle risorse petrolifere del Golfo. E quali
    metodi già a settembre 2000 si stessero mettendo a punto per realizzarlo.
    "In quel documento - scrive Mackay - si legge che "anche se Saddam dovesse
    uscire di scena, le basi nell'Arabia Saudita e nel Kuwait dovranno restare
    in maniera permanente - nonostante l'opposizione locale tra i regimi dei
    paesi del Golfo alla presenza di soldati americani - perché anche l'Iran
    potrà dimostrarsi una minaccia pari all'Iraq agli interessi statunitensi"".
    Passando in Estremo Oriente, il Progetto "mette la Cina sotto i riflettori -
    continua il giornalista scozzese - per un "cambio di regime", aggiungendo
    che "è arrivata l'ora di aumentare la presenza delle forze armate americane
    nell'Asia sudorientale". Ciò potrebbe portare a una situazione in cui 'le
    forze americane e alleate forniscano la spinta al processo di
    democratizzazione in Cina"".
    Come realizzare questa "democratizzazione" della Cina, in crescita
    esponenziale sui mercati (+ 23 per cento l'anno) ed assai poco incline a
    lasciarsi colonizzare dai texani? E in che modo farlo senza aprire nuovi,
    palesi conflitti sotto gli occhi dell'opinione pubblica mondiale sconvolta
    dai massacri di civili inermi in Iraq? Lo spiega ancora il Sunday, citando
    alcuni brani successivi di quel documento: "Gli Usa - si legge
    nell'articolo - potrebbero prendere in considerazione, nei prossimi decenni,
    lo sviluppo di armi biologiche, che pure sono state messe al bando. Il testo
    dice: "nuovi metodi di attacco - elettronici, non letali, biologici -
    diventeranno sempre più possibili. Il combattimento si svolgerà in nuove
    dimensioni, nello spazio, nel ciberspazio, forse nel mondo dei microbi"".
    Più in dettaglio, sono previste "forme avanzate di guerra biologica in grado
    di prendere di mira genotipi specifici" e che "potranno trasformare la
    guerra biologica dal mondo del terrorismo in un'arma politicamente utile".
    Quell'arma letale oggi si chiama Sars. E proviene da un ceppo sconosciuto di
    coronavirus, frutto di un'abile clonazione tra l'agente patogeno del
    morbillo e quello della parotite epidemica. Un "mostro" d'ingegneria
    genetica, in grado di selezionare esattamente il tipo di Dna da colpire
    (quello della razza asiatico-cinese), creato in laboratorio da esperti ai
    massimi livelli scientifici. Un esercito, insomma, di soldati invisibili,
    capaci di provocare lutti e devastazioni, ma anche crolli dell'economia nei
    Paesi in cui sono mandati a colpire.
    Sergei Koleshnikov, dell'Accademia russa delle scienze mediche, nella prima
    settimana di aprile ha espresso analoghe convinzioni durante una conferenza
    tenuta ad Jrkutsk, in Siberia. "Un virus composto come quello responsabile
    della Sars - afferma l'accademico - non può formarsi spontaneamente in
    natura. Può essere creato solo in laboratorio". "E quando si creano armi
    batteriologiche - precisa inoltre - in genere allo stesso tempo si lavora
    sul vaccino". L'antidoto, dunque, sarebbe già bello e pronto. Ma verrà reso
    disponibile solo al momento "opportuno".

    CON AVI (BIOPHARMA) SI VOLA
    25 aprile 2003. Secondo il piano di comunicazione messo a punto dalle
    multinazionali farmaceutiche che sostengono il governo Bush, scatta l'ora X.
    La macchina dell'informazione a stelle e strisce detta alla stampa
    internazionale le prime notizie sulla "scoperta" di un farmaco decisivo per
    combattere la polmonite atipica. "Usa: farmaco contro la Sars entro pochi
    mesi", titola a tutta pagina il Corriere della Sera. Riportando notizie
    diffuse dal Times di Londra, il quotidiano di via Solferino fa sapere che "i
    primi esperimenti effettuati dall'Istituto nazionale di Sanità statunitense
    su un vaccino realizzato dalla società americana AVI BioPharma dell'Oregon
    avrebbero confermato la capacità del preparato nell'uccidere il virus
    responsabile della polmonite atipica, tanto da spingere a realizzarlo entro
    le prossime due settimane". Passaggi lampo, dunque, ben diversi da quelli
    cui é abituata l'opinione pubblica dopo una scoperta scientifica.
    Qualcuno, insomma quell'antidoto doveva averlo già pronto nel cassetto da
    tempo. Del resto, risulta proprio una "specialità" dell'AVI BioPharma quella
    di selezionare catene di acido nucleico complementari rispetto a quelle del
    virus e in grado, quindi, di bloccarne la riproduzione. Il sistema
    "antisense", come viene chiamata questa tecnica, é presente nel materiale
    illustrativo della potente multinazionale già da numerosi anni.
    Con sede a Portland, nell'Oregon, ed una produzione farmacologica basata
    sull'azione di contrasto a virus come quello dell'epatite C o la famiglia
    del mutante Sars, AVI già prima che l'epidemia da polmonite atipica fosse
    resa nota alla popolazione mondiale presentava per il 2003 un business plan
    da capogiro, con fatturati da oltre 1 miliardo di dollari per le sole
    attività connesse alla cura dei coronavirus. Grasso che cola, quindi,
    l'esplosione della malattia. Al punto che il 25 aprile scorso The Business
    Journal di Portland riporta notizie sulla straordinaria performance del
    titolo AVI BioPharma (+ 37 per cento), dovuto all'efficacia delle terapie
    anti-Sars prodotte, precisando che anche la compravendita delle azioni si
    sta impennando, facendo segnare un + 6,6 nell'arco di appena 24 ore.
    Amministrata da Denis R. Burger (capo dell'ufficio esecutivo) ed Alan P.
    Timmins, presidente, la corazzata opera in partnership con investitors del
    calibro di Exelisis, DepoMed, XTL Biopharmaceuticals, Medtronic e SuperGen,
    tutte preveggenti sigle che negli ultimi anni hanno immesso nelle casse
    della società miliardi di dollari in danaro fresco. Nel 2001, nonostante sia
    stato l'anno "terribilis" delle Torri gemelle - si legge nella lettera
    rivolta agli azionisti - la sola Medtronics ha effettuato investimenti in
    AVI pari a ben 10 milioni di dollari, con opzioni per arrivare fino a 100.

    RATH IN CAMPO
    Componente di punta del Cartello petrolchimico statunitense, AVI fa la sua
    comparsa sulla stampa mondiale a fine aprile, come previsto dal "piano
    terroristico-mediatico" messo a punto dagli strateghi del governo americano
    con largo anticipo. A rivelarne i contorni é un medico tedesco, Matthias
    Rath, che pubblica un'intera pagina a pagamento riguardante i "Piani di
    guerra del Farmacartello" il 20 marzo scorso, sull'Herald Tribune e, due
    giorni dopo, sul Corriere della Sera.
    Attraverso il lungo comunicato, ma soprattutto scandagliando fra le pagine
    web della Dr. Rath Health Foundation, scopriamo che un libro uscito nel
    1979, Rockefeller Medicine Men: Medicine and Capitalism in America, del
    ricercatore Richard Brown, rivelava fin da allora le connection fra i trust
    farmaceutici (che dipendono dagli idrocarburi del petrolio, materia prima
    indispensabile per l'elaborazione dei medicinali) ed il Rockefeller Group,
    colosso delle mediazioni finanziarie transplanetarie.
    Intanto anche le notizie sui rapporti tra il Rockefeller Group e la famiglia
    Bush, oggi accuratamente coperte dai media, venivano apertamente riportate
    in un articolo di Sam Howe Verhovek apparso sul New York Times del 13 marzo
    1998, alla vigilia della campagna presidenziale, e ripubblicato sul sito del
    dottor Rath. Una lunga inchiesta, dalla quale emerge, fra l'altro, il ruolo
    chiave svolto dal gruppo intitolato al magnate americano nella Commissione
    Trilaterale, vale a dire la supercupola statunitense composta dai vertici di
    Forze armate, magistratura, membri del governo in carica ed esponenti della
    Cia.
    Per chiudere il cerchio, Rath indica che lo stesso Rockefeller Group non é
    solo la cassaforte finanziaria del monolite petrolchimico, ma anche il
    colosso che regge le sorti economiche dell'informazione, a cominciare dalla
    CNN. "E' così - conclude il medico berlinese - che senza scrupoli hanno
    imposto la logica del business with disease, disseminando il pianeta di
    guerre ed epidemie mortali".
    Tutto questo, d'altra parte, spiega anche perché la lungimirante Cia - come
    riportato anche dalla stampa internazionale - aveva previsto più di tre anni
    fa la drammatica diffusione di una malattia infettiva nel mondo, a causa
    dell'aumento del volume di viaggiatori aerei e del turismo in generale. "Nel
    National Intelligence Estimate del gennaio 2000 - si legge sull'edizione
    italiana del Corriere Canadese - la Cia aveva anche avvertito del rischio
    che i governi nazionali cercassero di nascondere una nascente epidemia per
    timore delle conseguenze economiche. La Cia aveva anche paventato il rischio
    che "malattie respiratorie altamente contagiose" potessero costituire una
    grave minaccia nei prossimi anni".

    MAI DIRE BLAIR
    Le logiche del sistema petrolchimico spiegano anche, tra l'altro, i motivi
    reali dell'alleanza di ferro tra Bush ed il premier britannico Tony Blair, a
    capo di un Paese che é, dopo gli Usa, il secondo produttore mondiale di
    farmaci & affini. La circostanza, peraltro, veniva già chiaramente indicata
    dall'infausto Progetto per un nuovo secolo americano. Nel documento top
    secret il Regno Unito veniva infatti descritto come "il mezzo più efficace
    per esercitare un'egemonia globale americana", mentre si precisava che le
    missioni militari per realizzare tale scopo "richiedono un'egemonia politica
    americana e non quella delle Nazioni Unite". Un colpo "preventivo", quindi,
    al cuore dell'ONU come organismo di pace. Nello stesso anno, il 1998, due
    fra i redattori del Progetto, Ramsfeld ed il teorico della destra spinta
    Paul Wolfowitz, scrissero a Bill Clinton esortandolo alla guerra contro
    l'Iraq e alla rimozione di Saddam Hussein, perché "rappresenta un pericolo
    per una significativa porzione dei rifornimenti mondiali di petrolio".
    Miguel Martinez, il giornalista che ha ripreso e diffuso il primo articolo
    del Sunday Herald, aggiunge che "già alla fine degli anni Cinquanta un
    vecchio conservatore, il presidente Eisenhower, metteva in guardia contro la
    struttura mostruosa che cominciava a dominare il suo Paese: una coalizione
    sempre più stretta fra immense imprese legate alle commesse militari, uno
    Stato che aveva come funzione principale la conduzione della guerra ed una
    sterminata catena di laboratori dove scienziati, sociologi, tecnici di ogni
    sorta lavoravano anno dopo anno per affinare gli strumenti del dominio".

    EMBARGO "TURISTICO"
    Dopo le rivelazioni del periodico scozzese, una serie di interrogativi a
    cascata hanno affollato la mente dei pochi che, attraverso il web, si sono
    messi a lavorare per scambiarsi informazioni o interpretazioni capaci di
    completare il mostruoso puzzle di cui, purtroppo, tutte le principali
    tessere stanno trovaando la loro "giusta" collocazione. Ci si chiede, ad
    esempio, se le propaggini canadesi dell'infezione rientrassero nel piano
    prestabilito, o se al contrario rappresentino un "incidente di percorso".
    Mancano, al momento, risposte attribuibili a fonti autorevoli. Ma le ipotesi
    lanciate sulla rete appaiono notevolmente verosimili. Ecco, ad esempio,
    alcune considerazioni pubblicate dal principale sito mondiale della galassia
    No Global, Indymedia: "Gli Usa e Israele - si legge in un circostanziato
    contributo diffuso lo scorso primo marzo - sono le uniche nazioni
    "occidentali" che non hanno attivato realmente quelle contromisure che sono
    state realizzate in tutto il mondo e persino in Italia a difesa di eventuali
    diffusioni del virus".
    A conferma di questa ipotesi si pone la notizia diffusa lo stesso giorno
    dalle agenzie internazionali e riportata in Italia da Repubblica: proprio
    nelle ore calde precedenti l'attacco in Iraq, e con la Sars alle porte,
    "l'amministrazione americana ha deciso di licenziare circa seimila addetti
    alla sicurezza negli aeroporti, pari all'11 per cento circa del totale,
    anche perché la minaccia terroristica sembra ora meno presente".
    Quanto al Canada, dove comunque esiste una vastissima comunità cinese, "é
    evidente - si legge ancora su Indymedia - che é stato punito per non aver
    partecipato ai crimini di guerra in Iraq, ma anche per essere una nazione
    che ha sempre dichiarato di fornire aiuti a Cuba". Oggi risulterebbe vittima
    di quel fenomeno che in tanti ormai chiamano "embargo turistico", con la
    cancellazione ufficiale, dopo le prescrizioni dell'Organizzazione Mondiale
    della Sanità, dalla lista dei Paesi in cui si può viaggiare senza rischi. E
    conseguente crollo dei fatturati connessi al gigantesco indotto turistico,
    così come sta accadendo alla Cina, a Taywan e alle Filippine.
    Caduto sul fronte del conflitto batteriologico, l'epidemiologo marchigiano
    Carlo Urbani sarebbe la prima vittima illustre della guerra invisibile
    dichiarata dagli Stati Uniti contro la Cina e i Paesi non allineati. Molti
    dubbi circondano ancora alcuni aspetti della sua infezione e morte, a
    cominciare dal fatto che difficilmente un ricercatore del suo calibro
    avrebbe omesso le precauzioni rivelatesi in grado, oggi, di preservare le
    migliaia di medici ed infermieri impegnati nella cura degli ammalati Sars.
    Senza contare il fatto che, pur essendo Urbani uno scienziato di riferimento
    dell'OMS, solo dopo la sua morte é scattato ufficialmente l'allarme sul
    nuovo flagello. Quasi che si attendesse quel "la" per generare l'ondata di
    panico nella popolazione mondiale. E' per questo, per tutto questo, che oggi
    il virus sta subendo una nuova "mutazione", questa volta solo di carattere
    terminologico. Da Severe Acute Respiratory Syndrome a Sistema Amerikano
    Ridimensionamento Supereconomie. Prima tappa: la Cina.

    http://www.lavocedellacampania.it/
    per risorgere bisogna insorgere

  4. #14
    cattolico refrattario
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    SARS, il virus paraculo
    di Davide Candeli

    Che cosa c’entra la Sars con lo sviluppo economico cinese? Tutto, proprio tutto. E’ necessario fare un breve, incompleto ma significativo excursus sul boom commerciale cinese. E’ ormai qualche anno che negli ambienti economici si guarda alla Cina come allo spauracchio del nuovo millennio, il gigante giallo che spezzerà gli equilibri-squilibri tra occidente e resto del mondo instauratisi dopo la fine della guerra fredda.
    A testimonianza di questo ci sono dati inconfutabili che mostrano come l’economia cinese sia la prima tra quelle in rapida crescita nel mondo, seconda ai soli Stati Uniti nel ricevere investimenti esteri diretti, senza contare l’obiettivo prefissato di unificazione pacifica con Taiwan dopo essersi già ripresa Hong Kong. Racconta Lin Ling (in un articolo di qualche anno fa che potete trovare qui), il quale è Professore di Economia presso l’Università di Nankai in Cina nonché Vice Presidente dell’Associazione cinese di Economia Industriale, della diffusa convinzione che la forza economica cinese raggiungerà quella degli Stati Uniti, diventando entro il 2020 la più grande nazione sotto il profilo economico e commerciale.

    Tale boom, iniziato verso la fine degli anni 70, vede proprio negli investimenti di capitali occidentali e soprattutto statunitensi, attratti dallo sterminato potenziale di questo mercato di circa 1,2 miliardi di persone, una delle spinte fondamentali verso quello che oggi s’è trasformato da El Dorado a Minaccia. Così capita sempre più spesso di sentir parlare di Contenimento dell’economia Cinese, opinioni che lo stesso Lin Ling definisce “pericolose e spiacevoli”. Perché in questa crescita smisurata, continua Ling, “per storia e cultura, la Cina non è mai stata una nazione aggressiva” e ancora “la Cina non ricerca mai l’egemonia ma si sforza di giocare un ruolo positivo negli affari internazionali”.
    Piccola parentesi: in Tibet oggi vivono 7 milioni di cinesi e 6 milioni di tibetani. Sono ormai 50 anni che prosegue questa colonizzazione del Tibet ad opera della Repubblica Popolare di Cina che sta gentilmente distruggendo un popolo ed una cultura millenaria sostenendo tranquillamente che il Tibet le appartiene da sempre, falso storico facilmente smascherabile. Evidentemente il giovane “capitalismo” cinese, o come lo si vuole chiamare, ha già imparato qualcosa dal maestro USA in termini di espansionismo economico, deve solo affinare la tecnica e chiamare queste operazioni “Liberazione” da governi nemici.
    Il problema per l’Occidente è nato nel momento in cui i figli di Mao hanno cominciato ad esportare all’estero elevati volumi di prodotti a prezzi ridotti, non attuabili dai concorrenti occidentali, sfruttando un costo della manodopera interna nettamente vantaggioso. Visto lo scarso potere d’acquisto posseduto dal cinese medio, la Cina è diventata presto una terra sì d’investimento di capitali esteri, ma non di volumi di vendita eccezionali per i nostri imprenditori. S’è creato così un forte squilibrio tra esportazioni ed importazioni nel paese, che ha posto le basi per quel boom economico che vediamo oggi. Il sogno dell’Occidente di dar vita ad un mercato sterminato a suo uso e consumo è presto evaporato lasciando in piedi una creatura che oggi fa paura.
    L’hai fatto ancora dottor Frankestein, l’hai fatto ancora.
    Arriviamo quindi alla Sars, che ad oggi ha ucciso 250 cinesi infettandone circa 1500. Ricordiamo che in Cina vivono 1,2 miliardi di persone, calcolatrice alla mano i morti per Sars sono lo 0.00002% della popolazione. Com’è che da un mese a questa parte la gente ha il terrore anche solo di sedere su un autobus accanto ad un cinese che viva in Italia? Questa situazione non è sicuramente circoscritta al nostro Paese, il bombardamento mediatico che ha preso il volo appena terminato quello un po’ meno mediatico sull’Iraq sta avendo i suoi effetti devastanti sull’economia cinese. E' soltanto l’inizio. Moltissime le aziende che hanno annullato i propri viaggi di lavoro da quelle parti, senza contare il turismo o la semplice importazione di prodotti made in Cina. Gli esperti prevedono una contrazione dell’economia cinese del 2% solo nella seconda metà del 2003 rispetto al primo semestre.
    E torniamo al nostro signor Ling, che ha anche illustrato l’adeguamento della Cina alle leggi economiche mondiali, la creazione di infrastrutture prima inesistenti per permettere ulteriori investimenti dall’estero. Con l’ingresso nell'Organizzazione Mondiale per il Commercio (WTO) del 2001, i connazionali del professor Ling si sono adoperati per la promulgazione e l'abrogazione di leggi ed ordinamenti, per la rettifica delle leggi e degli ordinamenti esistenti non conformi alle regole del WTO e per la preparazione delle istituzioni amministrative e giudiziarie per il WTO. Davvero encomiabili questi cinesi, diciamocelo, se lo sono meritati questo boom economico. Viene quasi voglia di chiudere un occhio sul Tibet e sulle armi di distruzione di massa che, si dice, abbiano venduto al signor Saddam Hussein. Ma nel suo articolo Lin Ling ha un cruccio: la funzione dell’industria dell’informazione nel quadro dell’integrazione dell’economia cinese con quella mondiale. Infatti in Cina nel 2000 esistevano 140 milioni di telefoni (circa 1 ogni 10 abitanti) in gran parte derivanti da investimenti Motorola, 80 milioni di tv via cavo e solo 3 milioni di computer, di cui 300-400 mila posseduti da privati. Internet in Cina è una parola praticamente sconosciuta, l’inglese pure. Credo che ognuno di noi sia in grado di confrontare questi dati con quello che rappresenta oggi lo strapotere mediatico americano (dalla CNN a Hollywood), e più in generale occidentale, rispetto al resto del mondo.
    L’economia cinese va troppo forte, un’epidemia poco conosciuta e ancora incurabile ha fatto 250 morti proprio in Cina: toh. Posso farlo sapere al mondo intero in un’ora, giusto il tempo di attendere il prossimo telegiornale locale. Se lo gonfio a dovere posso far nascere anche una psicosi collettiva, se poi la gente se la prende con la Cina, che in effetti ha atteso mesi prima di comunicare all’estero l’esistenza di questa epidemia anomala, francamente, ha ragione.
    E questo è davvero soltanto l’inizio.

    * Davide Candeli è un ricercatore economico che si occupa di Cina. Ci ha spedito questa analisi dopo che il carmillo Paolo Chiocchetti aveva pubblicato il pezzo di Yuri Castelfranchi, Un'epidemia da paura.

  5. #15
    cattolico refrattario
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    SARS: Separare i fatti dalla fictiion
    Scritto da Laura su Giovedì, 24 Aprile 2003 - 18:40



    di Michael Justice

    L’epidemia mondiale di SARS ha superato l’invasione USA dell’Iraq come notizia principale. La guerra è finita, l'impero diabolico è stato schiacciato e gli sforzi di ricostruzione sono in corso. L'ultima minaccia di SARS attira istintivamente la nostra attenzione, riguarda la nostra immediata sopravvivenza. Eppure il numero reale di morti da SARS mi è parso molto basso, confrontato ai tassi di mortalità di altre malattie di cui non sentiamo praticamente parlare. Così, ho deciso di confrontare l'epidemia di SARS con un'altra malattia molto comune e molto contagiosa: l’influenza.



    SARS: SEPARARE I FATTI DALLA FICTION:
    di Michael Justice
    L’epidemia mondiale di SARS ha superato l’invasione USA dell’Iraq come notizia principale. La guerra è finita, l'impero diabolico è stato schiacciato e gli sforzi di ricostruzione sono in corso. L'ultima minaccia di SARS attira istintivamente la nostra attenzione, riguarda la nostra immediata sopravvivenza - l'angelo della morte potrebbe colpire chiunque, dovunque. La copertura data dai Media è dominante ed opprimente e viene completata con l’ultimo conteggio giornaliero delle vittime di SARS, i casi probabili, le notizie di quarantene di massa, avvisi e allarmi per i viaggiatori e infiniti commenti e interviste con “esperti”e funzionari della sanità per ripetere quanto poco conosciamo di questa malattia.
    Dunque, che cosa realmente conosciamo sulla SARS? I media ci stanno raccontando l’intera storia? Dovremmo smettere di volare, prendere via i nostri figli dalle strutture, accumulare rifornimenti e nasconderci nelle nostre case? Ci troviamo realmente di fronte a un’epidemia? Ho deciso di indagare su questi ed altri quesiti ed ecco cos’ho scoperto.
    A partire dal 12 aprile 2003, l'Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO) ha segnalato 2960 casi di SARS nel mondo e 119 morti, per un tasso totale di mortalità del 4% degli ammalati.
    Di questi, il Canada ha segnalato 101 casi e 10 morti; un tasso di mortalità del 9,9%. Si noti che il 90% dei casi segnalati e il 100% delle morti si sono verificati in Ontario. Il dato contrasta con quello del nostro paese confinante, che ha riportato 166 casi ma nessun morto.
    Ho trovato tutto ciò piuttosto interessante. Come può un paese sviluppato, con uno dei migliori sistemi di sanità nel mondo, ad avere il più alto tasso di mortalità di SARS nel mondo (a parte la Malaysia che ha avuto soltanto 4 casi e 1 morto). Infatti, il tasso di mortalità di SARS del Canada è più del doppio di quello della Cina e di Hong Kong, la zona dove si ritiene che la SARS abbia avuto origine e dove i nostri addetti alla salute pubblica sconsigliano di andare.
    Un altro fatto che ho trovato interessante è che, malgrado tutto il baccano dei media, il numero reale di morti da SARS mi è parso molto basso, confrontato ai tassi di mortalità di altre malattie di cui non sentiamo praticamente parlare. Così, ho deciso di confrontare l'epidemia di SARS con un'altra malattia molto comune e molto contagiosa: l’influenza.
    LA MONDIALE INFLUENZA
    L’Influenza si diffonde velocemente in tutto mondo, con epidemie stagionali, e mettendo in forti difficoltà l’economia, costretta a spese d’ospedalizzazione e altri costi per cure e considerando l’abbassamento di produttività. Negli Stati Uniti d'America, per esempio, valutazioni recenti hanno stimato il costo delle epidemie di influenza in 71-167 miliardi all'anno.
    Nelle epidemie annuali di influenza il 5-15% della popolazione soffre di infezioni superiori delle vie respiratorie. L'ospedalizzazione e le morti pricipalmente si presentano nei gruppi ad alto rischio (anziani, malati cronici). Queste epidemie annuali si valuta facciamo ammalare seriamente fra tre e cinque milioni di persone con un numero di morti tra i 250 000 e 500 000 ogni anno nel mondo. La maggior parte delle morti per influenza nei paesi industrializzati si presentano fra gli anziani con più di 65 anni. [ Usando questi dati ufficiali il tasso di mortalità risultante è tra l’8,3% e il 10% di coloro che contraggono questa malattia contagiosa ]
    INFLUENZA E POLMONITE IN CANADA
    “In Canada, è stato valutato che ci siano fra le 70.000 - 75.000 ospedalizzazioni e 6.000 - 7.000 morti attribuibili alla polmonite ed all’influenza, di media, a stagione. [ Nel 1997, l’ultimo anno per il quale vi sono informazioni disponibili, 8032 persone sono morte per polmonite e influenza. Queste cifre potrebbero essere moltiplicate parecchie volte durante un intero anno epidemico. Quindi, l'effetto dell’influenza non dovrebbe essere sottovalutato sia in termini di morbosità che mortalità e di costi economici connessi alla malattia.
    Si noti che la SARS non è si avvicina nemmeno ad essere tra le principali cause di morte nel Canada. La quindicesima causa principale di morte in Canada, nel 1997, era l’AIDS, con 626 morti, 616 in più rispetto alla SARS. Curiosamente i lampi uccidono una media di 16 persone l’anno in Canada.
    Inoltre, coloro che (presumibilmente) sono morti di SARS nel Canada erano tutti nella categoria di elevato rischio (anziani), tranne un maschio di 43 anni ma con un’anamnesi che lo conduceva ad essere comunque nella fascia ad alto rischio. L'età media dei morti era di 70,2 anni. Questa malattia non sta uccidendo i giovani e i sani.
    CREARE LE EPIDEMIE
    Così, perchè c’è così tanta attenzione da parte dell’informazione e del governo per la SARS, in un paese in cui molte più persone muoiono per lampi e valanghe (per non parlare di coloro che cadono dagli sgabelli del bar)? Una spiegazione esauriente è stata data dal Dott. Leonard Horowitz in un suo articolo “SARS: Great Global Scam”. Lui è l'autore di tredici libri compreso il bestseller nazionale, “Virus emergenti: AIDS & Ebola, incidenti o intenzionali?” E “morte nell'aria: Globalizzazione, terrorismo e guerra tossica.”
    In questo articolo sostiene che questo attacco virale senza precedenti è, alternativamente, o un ingegnoso esperimento del bioterrorismo istituzionalizzato o per il controllo psicosociale diffuso.
    Quale modo migliore di vendere giornali che guerre e disastri? Quale modo migliore per aumentare i preventivi per gli ospedali ed il personale di un'altra "emergenza salute" che dimostri la deficienza degli attuali fondi? Quale modo migliore per aumentare le vendite per i fornitori di vaccini che definire nuove le malattie quali la SARS, riempiendo la gente di spavento e convincendole che queste malattie siano allarmanti e che la loro speranza migliore è un'inoculazione inoffensiva.
    Quale modo migliore per deviare l’attenzione di un paese, da importanti questioni estere e dai problemi domestici, che spaventandolo presentandogli un problema mondiale che lo colpisce però così da vicino. Dopo tutto, gli Stati Uniti non hannno altre minacce ai propri programmi di supremazia e ai propri piani per la dominazione globale, tranne i propri stessi cittadini più informati. George Bush ha aggiunto la SARS alla lista delle malattie per le quali è necessaria la quarantena con l’ordine esecutivo n.13295; dire che è insolito è il minimo perché non ci sono state morti segnalate degli Stati Uniti da SARS. Il governo dell’Ontario ha dichiarato l’ “emergenza sanitaria" che richiede la quarantena (se necessario con la forza) per chiunque sia ritenuto sospetto di poter diffondere la SARS o abbia avuto contatti con persone che potrebbero essere malate. Più di 1000 persone si sono messe in quarantena volontaria in Ontario e quasi altrettante sono in quarantena forzata. Le quarantene sono anche a Hong Kong e Singapore.
    Potrebbe essere la prima di molte malattie future che stanno aprendo la strada perché l’opinione pubblica accetti misure di quarantena di massa? Quale miglior modo per i fascisti repressivi (mascherati da politici) per controllare la popolazione mondiale che invocare restrizioni nei trasporti e quarantene di massa dovute all’ultima malattia nel caso in cui la loro agenda ecomomica e il loro potere si trovasse minacciato.
    Ricapitolando, la SARS dovrebbe essere presa in minima considerazione per i nati prima del 1933, o con i sistemi immunitari severamente compromessi che stiano pensando di visitare un ospedale in Ontario o di fare un viaggio in Cina. Per il resto di noi, la SARS offre l’opportunità di capire le tattiche della propaganda usate dalle elite economiche (e da quelle politiche sotto il loro controllo) per manipolare le masse e tenere alti i propri profitti.

  6. #16
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    E se la Sars fosse solo una strategia?


    Era l'epidemia mondiale che doveva segnare le nostre vite future. Ma ora è finita. Il sospetto: che sia una costruzione mediatica per indebolire potenze emergenti. Come la Cina, per esempio.
    di Gianluca Ferretti

    Dopo aver spalleggiato e poi superato i fasti mediatici della guerra in Iraq, ora riempie lo spazio di scarni trafiletti che ne annunciano la sparizione. Titoli sempre più piccoli e notizie sempre più scarse. Prima che tutto venga dimenticato è bene porsi qualche domanda. Storditi da previsioni catastrofiche e da cifre altalenanti di contagi e decessi, abbiamo perso di vista l'ampiezza di tutta la storia. C'è stata veramente un'epidemia? Il numero di morti era realmente così alto da far tremare le strutture sanitarie mondiali, le borse economiche e far vacillare intere compagnie aeree?

    A partire dal 1 novembre 2002 l'Organizzazione Mondiale della Sanità ha segnalato 8460 casi di Sars nel mondo, con 808 morti, con un tasso di mortalità del 8,5%. Il Canada ha avuto 250 casi con 37 morti. La Cina, in base al tasso di mortalità, era due volte più sicura del paese nordamericano. Ma tutti scongiuravano di non andare a Pechino o a Hong Kong. Colpisce poi che, uno dei sistemi di sanità migliori al mondo, sia stato così duramente colpito. Il punto è che la realtà non è questa. Basta visitare il sito del Ministero della Sanità canadese, Healt Canada, per scoprire che un rapporto del 2002 ha calcolato che solo l'influenza stagionale può causare dalle 500 alle 1500 vittime all'anno. Poi in realtà, solo nel 1997, ultimo dato certo disponibile, i decessi sono stati più di settemila. In Canada si devono temere molto di più le valanghe. Per non parlare della Cina, dove nel 1996 hanno causato 3000 morti e cinque milioni di senza tetto. Tutte queste informazioni sono assolutamente pubbliche, nonostante ciò George W. Bush ha aggiunto la Sars alla lista delle malattie per le quali è necessaria la quarantena con l'ordine esecutivo n.13295; è insolito per un paese che non ha contato nemmeno un decesso tra i suoi abitanti.

    Allarmismi del genere, in realtà, non sono nuovi. La mucca pazza ci ha fatto impazzire per mesi. Il virus dell'AIDS ha un andamento ciclico, sempre più diradato. Nasce il sospetto che qualcosa non quadri. Il dottor Leonard Horowitz, autore del libro, Virus emergenti: AIDS & Ebola, incidenti o intenzionali? e Morte nell'aria: Globalizzazione, terrorismo e guerra tossica , ritiene che questo attacco virale senza precedenti è, alternativamente, o un ingegnoso esperimento del bioterrorismo istituzionalizzato o una mossa per il controllo psicosociale diffuso. Al di là dei facili complottismi, crediamo piuttosto che il problema sia diverso. Non pensiamo che qualcuno abbia creato la Sars, per materializzare un demonio globale. Ma che la Sars possa funzionare, una volta in essere, come strategico meccanismo, è più plausibile. Essa è utile per rafforzare l'idea del male che perseguita il mondo (terrorismo, guerre, distruzione), è utile per indebolire delle potenze emergenti (la Cina, in primis), è utile per un controllo delle coscienze. Ma non vediamo nessun burattinaio che muove i fili, oramai i burattini si muovono da soli.

    Un ruolo fondamentale si deve riconoscere ai mass media. Il dibattito in proposito è vasto e le voci discordi. Partiamo dagli ortodossi. Il filosofo e sociologo Jean Baudrillard sostenne durante il primo conflitto del Golfo che la guerra non c'era mai stata. I fatti erano stati distrutti dalla non realtà della televisione. Si sente l'eco delle "teorie critiche di scuola francofortese" sulla qualità mistificatoria e ingannatrice dei mass media che, secondo il sociologo dei media Alberto Abruzzese, "hanno funzionato da straordinario dispositivo di controllo politico e istituzionale sui mutamenti sociali, assicurando ai linguaggi tradizionali la possibilità di esercitare la propria autorità sui linguaggi innovativi, il diritto di interpretarne il significato, il destino, il valore". I grandi protagonisti della questione sono la realtà e l'apparenza, il vero e la sua mistificazione. Ma nei termini degli studiosi la grande opera ingannatrice pare essere "il velare la verità", il falsificare i fatti. Pare invece che la questione, nel nostro caso, sia quella di creare il fatto.

    La falsificazione della realtà, non è una novità dei giorni nostri. Questo processo basato sul potere della tecnologia della comunicazione è diventato necessario con i processi di massificazione e di socializzazione della civiltà industriale e metropolitana: telefono, fotografia, radio e televisione. Quando il cinema documentarista inglese, nei primi anni trenta del '900, volle restituire la realtà, così com'era, dovette inventarsi un linguaggio per farlo e agì sulla realtà, perché non bastava puntare la macchina da presa e girare. Le forme di rappresentazione e comunicazione del linguaggio, sia questo parlato, scritto, figurativo o audiovisivo, "sono falsificazioni socialmente significative, cioè frutto di conflitti e negoziazioni tra diversi soggetti e poteri". Si tratta di comprendere la natura che certe strategie espressive hanno assunto nei loro contesti sociali ricorrendo a innovazioni tecnologiche adeguate ai loro scopi. Dopo la mondializzazione operata dal Cristianesimo, dopo la mondializzazione operata dalle Merci, siamo totalmente dentro la mondializzazione operata dai Media.

    È così che la società di massa si è servita e ancora si serve - questo è il ruolo della tv generalista - di simulacri collettivi, elaborati per far vivere grandi narrazioni comuni, per creare legami e memorie, mercati e relazioni. Queste sono le "finzioni" di cui necessita un sistema comunicativo predisposto per sempre più estesi flussi sociali. Quei poteri che un tempo erano di una classe dominante che sentiva di condividere gli stessi valori politici, estetici ed etici, tra di loro fortemente connessi, in grado cioè di funzionare l'uno attraverso l'altro da modello di riferimento, da autorità interiorizzata, da regole di comportamento, sono ora in mano al sistema dei media.

    Così, quando in Tv uomini con la mascherina sul viso, dicono che un'epidemia mortale si sta diffondendo, generano dei modelli di riferimento e comportamento. Chi ha interesse ad agire su questi modelli sa come sfruttarli, dove far pesare l'ago della bilancia. Ma è il sistema che lo rifornisce. Quello che dà, poi toglie. E siamo così reattivi nel cambiare il nostro punto di attenzione, che presto possiamo essere catturati da un altro evento. Del primo, alla fine, non ci resta che uno sbiadito ricordo.

    (1 luglio 2003, ore 18,27)


    dal nuovo.it

  7. #17
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    Predefinito Re: La SARS castigo divino?

    Originally posted by Mangiapeccati
    Gli esperti si sono oggi ufficialmente arresi, la SARS è un virus "indebellabile" che muta continuamente, una malattia con la quale l'umanità dovrà d'ora in poi convivere.

    "Quando l'Agnello aprì il quarto sigillo, udii il quarto essere vivente esclamare "VIeni".
    Guardai e vidi un cavallo color cadavere. Il suo cavaliere si chiamava Morte ed era accompagnato da un esercito di morti. Dio gli concesse il potere su un quarto della terra e il diritto di far morire i suoi abitanti con le armi, con le carestie, con le EPIDEMIE e con le bestie feroci"
    Vai così, indietro verso il medioevo!
    CERTO, COME NO? aspettate che gesù scenda in terra e risolevere i problemi e a punire i cattivi, meglio di Mazinga!
    HASTA LA VICTORIA SIEMPRE!

  8. #18
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    Predefinito Re: Re: La SARS castigo divino?

    Originally posted by Vietcong
    Vai così, indietro verso il medioevo!
    CERTO, COME NO? aspettate che gesù scenda in terra e risolevere i problemi e a punire i cattivi, meglio di Mazinga!
    Indietro? Vorrai dire "avanti". Che Dio giudicherà tutti ALLA FINE DEI TEMPI è certo, ma già fin d'ora nessun "problema" può essere veramente "risolto" senza il Suo aiuto. Il paragone con Mazinga è blasfemo, e sei pregato di non ripeterlo.

  9. #19
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    Predefinito Re: Re: Re: La SARS castigo divino?

    Originally posted by franco damiani
    Indietro? Vorrai dire "avanti". Che Dio giudicherà tutti ALLA FINE DEI TEMPI è certo, ma già fin d'ora nessun "problema" può essere veramente "risolto" senza il Suo aiuto. Il paragone con Mazinga è blasfemo, e sei pregato di non ripeterlo.
    Be se veramente esiste un dio perchè ci sono tutti i problemi? non raccontatemi la storia di adamo ed eva che l'ho già sentita migliaia di volte.
    E poi ci sono migliaia di culti nel mondo, perchè dovrei scegliere la religione cristiana o quella islamica?
    Io ho grande rispetto per chi crede e infatti ho molti amici che credono e fino a poco tempo fa credevo anche io in Dio ma sono convinto che ognuno deve avere la possibilità di dire ciò che vuole senza aver paura di dire qualcosa di blasfemo.
    Io penso (e lo dicono molti esperti) che la Sars e tutte le altre malattie siano delle armi con cui la natura sta cercando di difendersi dai suoi parassiti e cioè dagli uomini.
    HASTA LA VICTORIA SIEMPRE!

  10. #20
    cattolico refrattario
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    Predefinito Re: Re: Re: Re: La SARS castigo divino?

    Originally posted by Vietcong
    Be se veramente esiste un dio perchè ci sono tutti i problemi? non raccontatemi la storia di adamo ed eva che l'ho già sentita migliaia di volte.
    E poi ci sono migliaia di culti nel mondo, perchè dovrei scegliere la religione cristiana o quella islamica?

    non hai letto per bene il pensiero di questo forum vero?

 

 
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