Citare il risultato di un sondaggio è spesso solo un modo sottile di fare politica. In questa materia certamente Berlusconi detiene molti primati.
E’ però evidente che il sentire diffuso di un popolo deve pesare sulle scelte dei governi che si definiscono “democratici” e quando questo “comune sentire” è quasi plebiscitario diventa (o dovrebbe diventare) un segnale preciso a tutte le forze politiche perché si adoperino in uno stesso senso.
Ieri Berlusconi ha citato un sondaggio per il quale solo l’8% degli italiani avrebbe fiducia nella nostra magistratura. Questo gli è stato certamente utile per produrre il suo attacco diretto a quelle toghe che stanno oggi rappresentando l’ostacolo più grosso sul cammino del governo di centodestra, ma, probabilmente, quel dato non è lontano dalla realtà.
Se infatti esiste da tempo una spaccatura tra mondo della politica e popolo italiano, ancora più profonda appare la divaricazione tra popolo e giustizia.
Gli italiani non credono più nella giustizia, avendo da tempo compreso che questa ormai non applica più le leggi, ma le interpreta e nelle interpretazioni la “signora con la bilancia” sta sempre con gli occhi bene aperti, usando sempre pesi e misure diversi secondo gli imputati.
La democrazia rappresentativa è certamente più che imperfetta, ma un sistema che pretende di governare con le sentenze è solo una bieca dittatura senza mandato del popoio.
La sinistra, che da tempo cavalca le toghe per esercitare il potere e per esprimere una politica sempre più priva di ideali di riferimento deve darsi una regolata. Il governo Berlusconi è un pessimo governo per gli italiani, non si può però allontanare da Palazzo Chigi per ordine del magistrato, ma con proposte politiche realmente alternative e finalmente “di sinistra”. Questo sciocco gioco al massacro contribuirà invece a confondere ancor di più il grano con il loglio. L’immunità parlamentare è uno strumento di libertà, ma se l’opposizione continuerà in questa sciocca difesa di un giustizialismo forcaiolo e di risulta finirà per fornire al Cavaliere il pretesto per blindare i suoi interessi e lo potrebbe fare con il consenso del popolo infastidito da tanto stupido accanimento personale.
La riforma della giustizia è urgente ed indispensabile per ricostruire la fiducia nelle istituzioni, ma questo non è il clima per una riforma serena. E la colpa, questa volta, non è, almeno tutta, di Berlusconi.
Paolo Emiliani-Rinascita