Hey, animo, non ditemi che ci accontentiamo per il terzo anno consecutivo di fare peggio dei disastrosi komunisti.
Per le tasse, vedremo cosa sì puo' fare. Purtroppo da quando siamo arrivati noi Uomini del Fare l'economia casualmente ristagna. Una sfiga che non vi dico. Ci vanno tutte storte. Comunque le tasse rimangono sempre una nostra priorità, ma di fronte all'emergenza toghe rosse non abbiamo ancora avuto il tempo di pensarci.
Ma adesso la guerra è finita, forse nel 2004 vedremo il sole.
La stessa cosa che avevo detto dopo la guerra all'Afghanistan, quando i catastrofisti delle sinistre facevano timidamente notare che non si vedeva all'orizzonte nessun miracolo italiano, solo tempi grigi.
[b]con tutti i pensieri che ho, mica posso pensare anche agli italiani. [/img]
Sabato 10 Maggio 2003, 15:40
Berlusconi: taglio tasse priorità ma economia ristagna
Di Francesca Piscioneri
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ROMA (Reuters) - La riduzione delle tasse è una priorità per il governo ma i margini di manovra appaiono limitati data l'attuale situazione economica italiana, che mostra uno sviluppo al di sotto dell'1%.
Lo ha detto il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, che ieri sera aveva sottolineato la necessità di ridurre le tasse alle imprese per rilanciare l'economia, sul modello degli Stati Uniti.
Rispondendo alle richieste della Confcommercio che stamane ha chiesto al governo uno sforzo magggiore nell'attuazione delle riforme, tra cui quella fiscale, Berlusconi ha detto: "Per quanto riguarda il secondo modulo della riforma fiscale, bisogna considerare che c'e' questo ristagno economico, uno sviluppo assolutamente contenuto sotto l'1% e quindi stiamo facendo i conti".
"Io insisto con il ministro [dell'Economia, Giulio] Tremonti perché camminiamo, anche di poco - ha detto - ma di qualche passo. Vedremo cosa possiamo fare e in che direzione", ha detto Berlusconi.
La Finanziaria 2003 ha attuato il primo modulo della riforma fiscale che prevede una riduzione dell'aliquota Irpeg dal 36 al 34% con l'obiettivo finale della riforma fiscale di arrivare ad una imposizione globale al sistema delle imprese del 33%.
Per le persone fisiche l'obiettivo è di arrivare a due aliquote, una al 33% e una al 23% per i redditi inferiori a 100 mila euro.
La trimestrale di cassa recentemente presentata dal governo prevede per il 2003 una crescita pari all'1,1%.
Berlusconi non ha voluto comunque lanciare un messagggio negativo ai commercianti presenti in platea e li ha invitati ad essere ottimisti sulla ripresa economica che, dopo la rapida conclusione del conflitto in Iraq, non tarderà ad arrivare.
"Dobbiamo essere un poco ottimisti sulla situazione economica dopo la paura della guerra dei mesi scorsi. La guerra si è chiusa rapidamente, l'incertezza è scomparsa e si può guardare con più certezza al futuro anche se non è tanto prossimo. Cominceremo a vedere una ripresa robusta dal prossimo anno", ha detto Berlusconi.
BERLUSCONI INVOCA UNA "MAASTRICHT DELLA PREVIDENZA"
Il presidente del Consiglio, in un intervento a tutto campo sulle riforme che il governo ha intenzione di portare a termine, è tornato nuovamente a parlare di pensioni auspicando che entro il semestre italiano di presidenza Ue, che inizia a luglio, si attui una Maastricht della previdenza.
Per Berlusconi è inoltre necessario introdurre un sistema di disincentivi affiché la riforma delle pensioni sia efficace.
"Una Maastricht previdenziale sarà uno dei punti della presidenza italiana dell'Unione. Alla fine del semestre dovremo venire fuori con una regolamentazione europea", ha detto aggiungendo: "Porteremo avanti la riforma delle pensioni con incentivi e disincentivi".
"C'è la questione dell'invecchiamento. E' una sfida europea. L'Unione non può non confrontarsi con questo problema. L'Ue non può pensare che a 58 anni, con i progressi medici che ci sono, si possa andare in pensione e farsi mantenere dagli altri cittadini che lavorano fino a 58 anni. Questo peso economico è insostenibile".
La riforma della previdenza, attualmente in discussione in Parlamento, prevede un sistema di incentivi per far proseguire l'attività ai lavoratori che abbiano ragggiunto i requisiti per la pensione di anzianità. Sono esclusi per il momento i disincentivi che vedono l'opposizione del sindacato. Anche il ministro del Welfare, Roberto Maroni, non è convinto della loro efficacia.