Nuova clamorosa decisione. Quercia nel caos
La Sinistra giovanile sceglie Confindustria
Angela Azzaro

Il giorno dopo la scelta della Cgil, il centrosinistra fa ancora finta di nulla. Finge di ignorare le sue contraddizioni. Spesso lacerazioni. Come se quel sì non lo riguardasse, non chiedesse conto della sua politica. Non chiedesse ai Democratici di sinistra di dire da che parte stanno. Bruno Trentin, che ha scritto il documento programmatico dei Ds presentato a Milano lo scorso aprile, si schiera con toni tutt'altro che apprezzabili contro il referendum. Stesso discorso da parte di Piero Fassino che in un'intervista a Radio anch'io ha ribadito la posizione della segreteria - non ancora messa al vaglio della direzione: «Il referendum sull'articolo 18 è sbagliato. La nostra strategia è ridurre il danno rendendolo inutile, non partecipando al voto».
C'è chi è più realista del re. Sono i ds della Sinistra giovanile che addirittura vogliono costituire un «comitato contro il referendum inutile e dannoso». Con motivazioni davvero incredibili soprattutto se misurate sulla loro, tanto sbandierata, adesione al movimento dei movimenti. Una contraddizione denunciata da Flavia D'Angeli, responsabile Precarietà e movimenti del Prc. «La Sinistra giovanile - spiega - da una parte accetta la logica di Confindustria e governo secondo cui per difendere i precari bisogna togliere i diritti a chi già ce li ha. Dall'altra dice di fa parte di un movimento che invece ha detto sì "senza se e senza ma" all'estensione dell'articolo 18». Dello stesso parere il Tavolo stop precarietà del Social forum che ha inviato una lettera di polemica con la Sg all'Unità. La polemica politica è aperta. E non finisce certo qui.

Dall'altra parte della Quercia, in attesa che Sergio Cofferati si decida a dire la sua, c'è lo sforzo di Socialismo 2000, l'associazione presieduta dal senatore della Quercia, Cesare Salvi, per aprire una forte contraddizione nel partito. «Più voti per il sì, più voti per i Ds» è lo slogan della campagna promossa a sostegno del referendum, che oggi verrà lanciata all'ex Hotel Bologna, a Roma (ore 15.00). All'incontro parteciperanno tra gli altri gli esponenti ds Paolo Brutti, Gloria Buffo, Alfiero Grandi, Giorgio Mele, Massimo Villone. «Il nostro obiettivo - spiega Salvi che concluderà l'incontro - è la più ampia mobilitazione per il sì dei militanti della sinistra e dei tanti iscritti ai Ds che in questi giorni fanno sapere di volersi impegnare a fondo per il successo del referendum». Per aderire alla campagna promossa da Socialismo 2000 si può scrivere all'indirizzo di posta elettronica dsperilsi@libero. it.

Fervono i lavori anche da parte del comitato promotore nazionale. Prossimo grande appuntamento è quello del 10 maggio, a Milano, per La giornata dei diritti. Festa del sì. L'incontro è organizzato a piazza Duomo dalle 17 alle 24 con Vittorio Agnoletto, Tom Benetollo, Fausto Bertinotti, Paolo Cagna Ninchi, Nicola Delussu, Paolo Leonardi, Luciano Muhlbauer, Ibrahim Niane, Giampaolo Patta, Alfonso Pecoraro Scanio, Luciano Pettinari, Gianni Rinaldini. Ma non solo. Ci sono anche diverse testimonianze di lavoratori e lavoratrici licenziati senza giusta causa, di precari e migranti. C'è anche Franca Rame che conduce e introduce interventi del mondo dello spettacolo quali quelli di Dario Fo, Cristiano De André, Moni Ovadia.

Che il referendum sia solo il primo passo verso una battaglia molto più ampia per l'estensione dei diritti, viene ribadito a Roma, il 17, quando il comitato promotore ha organizzato un incontro sul rapporto tra lavoro e Costituzione europea. Poi appuntamento il 20 maggio, giorno del trentatreesimo compleanno dello Statuto dei lavoratori, che verrà festeggiato in tutt'Italia, in tutte le fabbriche.

Un grande impegno che ha ancora molta difficoltà a trovare visibilità nei media. «Nonostante le promesse sia del presidente della Commissione di vigilanza Rai e dell'autorità per le Comunicazioni - precisa il presidente del comitato promotore, Cagna Ninchi - e pur avendo ottenuto alcune conquiste, il problema del diritto all'informazione resta». E' per questa ragione che nasce un comitato di garanzia per i referendum (art.18 e quello sull'elettrosmog) composto da giuristi e avvocati che svolgeranno un ruolo di controllo e di tutela del diritto dei cittadini ad essere informati. Un compito importante, ma che a tutt'oggi resta molto complicato.