Bresciaoggi - Domenica 11 Maggio 2003
Il Broletto minaccia denunce penali dopo le accuse del leader della Lega Padana Lombardia
Prefettura-Arrighini, è bagarre
«Illazioni indegne e inaccettabili». «No, è una battaglia di libertà»
La campagna elettorale per la Loggia riserva una situazione inedita: una lista che attacca la Prefettura e la Prefettura che minaccia di querelare i leader di una formazione politica. Il fatto è che negli uffici governativi di palazzo Broletto non sono passate inosservate le dichiarazioni con cui il segretario politico della Lega Padana Lombardia Bernardelli, e il candidato sindaco Giulio Arrighini, hanno contestato la distribuzione dei ventiquattro simboli in lizza sulla scheda elettorale del 25 maggio. Se la Prefettura avesse optato per tre colonne di otto simboli l’una, la Lega di Arrighini sarebbe stata in cima alla terza colonna. Invece adesso si ritrova come nono e ultimo simbolo della colonna centrale.
L’altro giorno, nell’annunciare il ricorso al Tar contro questa decisione della Prefettura, Bernardelli ha attaccato: «C’è una precisa volontà di danneggiarci e il mancato rispetto delle regole della par condicio». E a rincarare la dose Arrighini ha sostenuto: «Crediamo che la Prefettura sia stata oggetto di qualche pressione e a pagarne il prezzo più alto siamo solo noi».
Ieri, con un’iniziativa inusuale, la Prefettura ha risposto alle accuse a mezzo di un comunicato che afferma: «Tali dichiarazioni contengono indegne e inaccettabili illazioni sulla correttezza dell’operato della Prefettura, che si respingono recisamente». La Prefettura ribadisce di aver agito «nella piena osservanza della legge» e in assoluto rispetto «del principio della ’par condicio’ tra i candidati e le liste». Sulla scheda è stato «rispettato rigorosamente l’ordine di sorteggio». «Per quanto riguarda il numero dei contrassegni collocati in ciascuna delle colonne in cui è suddivisa la scheda, ci si è attenuti al criterio puramente oggettivo imposto dalla legge, che non lascia spazio a nessuna valutazione discrezionale della Prefettura». In chiusura l’annuncio: «La Prefettura sta valutando se nelle dichiarazioni degli esponenti della Lega Padana Lombardia non siano ravvisabili violazioni di carattere penale».
L’ex deputato Giulio Arrighini, informato dell’iniziativa della Prefettura, replica: «Dal punto di vista tecnico noi contestiamo l’interpretazione che è stata data della legge. La Prefettura, o chi in essa ha operato, ha dato un’interpretazione rigida e chiusa della legge che non dice che i simboli "devono" essere nove per colonna, ma possono essere "fino a nove". Per noi è più logico prevedere tre colonne di otto simboli l’una: oltre ad assicurare una soluzione più simmetrica, aiuterebbe a ridurre i fattori di confondibilità. Noi oggi ci troviamo in una colonna in cui 5 simboli su 9 contengono la parola Lega».
Quanto alla minaccia di querele, Arrighini replica: «Noi siamo tranquilli, abbiamo espresso la nostra opinione e continueremo a farlo. La reazione che abbiamo incontrato è in linea con quello che sta accadendo in questo Paese dove gli spazi di democrazia sono sempre più stretti, il parlamento si prepara a votare l’immunità-impunità, e assistitamo a una deriva illiberale degna di un Paese sudamericano degli anni Sessanta. A questo punto è molto meglio la secessione che farsi inghiottire da questa situazione. La nostra, lo sottolineo, si conferma una lotta di libertà».
Massimo Tedeschi