se vede che Trecolli nn ha un emerito a cui pensare se nn inviare ispettori alla procura. nulla di strano in fondo, nessuno glielo vieta, solo che forse farebbe bene ad impiegare il tempo a cercar consigli da chi se ne intende(e lui e la sua cricca nn sono tra quelli) per raddrizzare lo stato comatoso delleconomia italiana.
tutte le previsioni fatte dai sinistri forumisti di questo forum si stanno avverando.
gli ordinativi crollano e il commercialista si preoccupa di processi...
nn vedo emperor e scagnozzi.. credo che anche per loro questo sia il massimo..
In Origine Postato da Ago
Ormai per salvare Previti (B. e' gia' salvo) non sanno piu' che fare...
Indagine del ministero dell'Economia sulle spese dei pm
per verificare le spese per le traduzioni e le intercettazioni
Tremonti manda gli ispettori alla Procura di Milano
Volontè (Udc): "Inopportuno partire proprio da quella sede"
Folena: "Governo senza pudore". Il procuratore: "Una cosa mai vista"
MILANO - Di nuovo gli ispettori al palazzo di giustizia di Milano, però questa volta non sono magistrati mandati dal ministro Castelli ma funzionari del ministero dell'Economia inviati da Giulio Tremonti con il mandato di verificare le spese della Procura milanese.
Al quarto piano del palazzo di giustizia nell'ufficio del procuratore della Repubblica reggente Ferdinando Vitiello si è presentata una funzionaria del ministero dell'Economia che presto verrà affiancata da un altro collega e che dovrà spulciare i conti della procura, e ispezionare i costi di giustizia e i conti di gestione. Il tutto fra lo stupore dei megistrati milanesi che non hanno memoria di un'ispezione di questo tipo. Nei corridoi della Procura si sostiene che "è la prima volta che in trent'anni è stata ordinata un'ispezione di questo tipo".
"Gli ispettori - dice il procuratore reggente - dovranno verificare tutto ciò che abbiamo speso per compiti di istituto. Si va dalle liquidazioni per le parcelle per i consulenti ai compensi per la custodia dei beni mobili sequestrati fino a tutti gli acquisti che riguardano l'approvvigionamento di testi, codici, cancelleria, timbri e targhe".
L'ispezione riguarderà anche fra l'altro il pagamento degli interpreti utilizzati per la traduzione in lingua araba dei provvedimenti oppure i costi delle intercettazioni. Secondo quanto ha spiegato Vitiello l'ispezione disposta dal ministero dell'Economia si ricollega a quella decisa dal ministero della Giustizia nel '96-'97. "Nella mia esperienza di magistrato - ha aggiunto Vitiello - non ho mai visto ispezioni da parte di quello che era il ministero del Tesoro. Per la Procura di Milano non ne ho memoria storica".
E la decisione di Tremonti ha scatenato le reazioni politiche. "Un'operazione persecutoria che prefigura un intento di vero e proprio regime", accusa il comunista Armando Cossutta. "Ci riprovano - gli fa eco il diessino Pietro Folena - dopo gli ispettori al TG3, ora gli ispettori del ministero dell'Economia alla procura di Milano. Questo governo non ha pudore". "Il ministro Castelli invece di pensare all'efficienza e alla rapidità della giustizia per i cittadini - polemizza Folena - pensa alla impunità per gli imputati eccellenti. Il ministro dell'Economia Tremonti, invece di pensare ai disastri combinati in 2 anni dal governo Berlusconi, alla recessione e al caro vita, pensa bene di ordinare controlli negli uffici giudiziari del capoluogo lombardo. Paradossale che il ministro del 'Buco nel bilancio dello Stato', dei condoni e della legalizzazione dell'illecito oggi voglia fare le pulci a chi combatte quotidianamente la criminalità e il malaffare, il terrorismo internazionale".
"Temo - dice invece il leader dell'Udeur Clemente Mastella - che assisteremo a guerre stellari, con grave danno per il paese. Ma proseguendo lungo questa strada non se ne esce più". E anche dalla maggioranza la prima voce che si alza, quella di Luca Volonté capogruppo dell'Udc alla Camera, non è proprio entusiasta. "Spero che questa ispezione al tribunale di Milano da parte del ministero dell'Economia non sia la prima di una nuova serie di controlli - dice Volontè - perché, se così fosse, forse al ministero dell'Economia avrebbero dovuto riflettere sull'inopportunità di avviare questa indagine proprio in una sede che sta esaminando processi delicatissimi".
(20 maggio 2003)