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    Giacobino 1799
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    Predefinito L'articolo integrale dell'Economist su Berlusconi (in italiano)

    Abbiamo deciso di pubblicare integralmente l’articolo dell’Economist su Silvio Belrusconi.

    Crediamo che sia importante per capire quali sono le motivazioni per cui molti in Europa giudicano “unfit” il nostro attuale premier,

    motivi che nel dibattito politico interno vengono liquidati come attacchi faziosi e demonizzatori.

    The Economist, 8 maggio 2003

    SILVIO BERLUSCONI INDEGNO DI GUIDARE L’EUROPA

    Il Primo Ministro Italiano non è uomo degno di rappresentare L’Unione Europea.



    Il primo luglio l’Italia assume la Presidenza di turno dell’Unione Europea. Si tratta di sei mesi per i quali, in normali circostanze, non ci sarebbe affatto da sprizzare eccitazione, ma le circostanze attuali non sono esattamente normali. Da un punto d vista politico, l’Europa é divisa. Sul piano economico arranca. La guerra in Irak ha lacerato le relazioni con il suo principale alleato, gli Stati Uniti. Dieci nuovi arrivati stanno per entrare nel club e, se l’Unione allargata non si vuole trovare paralizzata, bisognerà trovare un accordo su una nuova Costituzione. Questo é più di ogni altro, il tempo della chiarezza, dell’abilità diplomatica e dell’esercizio di quell’autorità morale che scaturisce da un rispetto incondizionato. Può l’Italia offrire questo tipo di leadership? Anzi, può offrirla il suo Primo Ministro, Silvio Berlusconi?



    La nostra risposta é no. Due anni fa, mentre Mr Berlusconi era in piena campagna elettorale abbiamo spiegato perchè pensavamo che egli non fosse degno di tale responsabilità. Sostenemmo che, oltre ai molti conflitti di interesse fra i suoi affari personali e gli affari di Stato che sarebbero sorti se egli fosse stato eletto, egli era anche sotto tremenda pressione dovendo rispondere di numerosi e gravi accuse penali. Nonostante non sia stato tuttora condannato in via definitiva per nessuna di tali accuse, egli é ancora ben lontano dall’aver allontanato ogni preoccupazione circa la sua rettitudine.

    Una delle ragioni che ci spingono ad affermare ciò, é rappresentata dal modo in cui i processi contro Mr Berlusconi si sono conclusi. La maggior parte dei proscioglimenti non sono dovuti ad ineccepibili assoluzioni basate sulle prove, ma all’intervento della prescrizione prevista dall’ordinamento italiano, o a recenti modifiche legislative chiaramente concepite per soccorrere il Primo Ministro nella sua posizione di imputato. Queste leggi, imposte a tappe forzate in un parlamento dominato da una maggioranza berlusconiana, comprendono una legge sulle rogatorie internazionali (con effetti su almeno uno dei processi di Berlusconi), un provvedimento per la depenalizzazione di alcuni tipi di falso in bilancio che li ha trasformati da illecito penale in illecito civile (il che gli ha risolto altri tre processi) e una legge fatta apposta per pemettere a un imputato di richiedere lo spostamento del processo a una diversa giurisdizione in costanza di “legittimo sospetto” sull’imparzialità del tribunale competente (cosa che potrebbe essere utilizzata per rinviare all’infinito i processi e così aiutare gli imputati a far scattare i termini della prescrizione). Quest’ultima legge é stata invocata da Berlusconi senza successo nell’unico processo sopravvissuto, e ciò spiega perchè egli abbia dovuto comparire davanti alla giustizia questa settimana per negare l’accusa di aver corrotto dei giudici nel 1985.



    Il fascino dell’immunità

    Quel processo durerà parecchi mesi, fino a tutto il periodo della Presidenza Italiana dell’UE e con grande probabilità, sulla base di quanto abbiamo visto questa settimana, esso diventerà terreno di contesa fra l’attuale Primo Ministro e uno dei suoi predecessori, Romano Prodi, che attualmente é il Presidente della Commissione Europea. Ma più che di ciò, gli alleati di Mr Berlusconi sembrano preoccupati per l’eventualità di una sentenza di condanna. La scorsa settimana, uno dei suoi più cari amici e alleati politici, Cesare Previti, è stato condannato a 11 di prigione per corruzione. Adesso si comincia a discutere della possibilità che il parlamento approvi una legge per garantire l’immunità da inchieste penali per le “alte cariche dello stato”. Questa legge potrà anche alleviare il disagio dei sostenitori italiani di Mr Berlusconi. Essa non avrà invece alcun effetto per migliorare in senso lato la sua reputazione all’estero.



    Il parlamento farebbe invece meglio a rivolgere la propria attenzione ai conflitti d’interesse di Mr Berlusconi. Essi sono stati fonte d’imbarazzo sia reale che potenziale fin dalla sua prima Presidenza del Consiglio nove anni fa, e appare incredibile che si sia riusciti ad arrivare alle elezioni del 2001 senza garantirne una soluzione, se non altro per pura decenza. Ma Mr Berlusconi trova difficile distinguere fra la proprietà e il proprietario. Oggi, a quasi due anni di distanza dal suo ritorno alla carica di Primo Ministro, la ripetutamente promessa legge per regolare il conflitto d’interessi attende ancora di entrare in vigore. Nel frattempo però mentre Mr Berlusconi esercita una enorme influenza sulla TV pubblica RAI, la sua famiglia non si é ancora disimpegnata dal controllo delle tre principali stazioni televisive private italiane.



    Mr Berlusconi pretende di essere vittima di un complotto comunista (del quale pare faccia parte anche The Economist, che egli ha citato in giudizio per diffamazione), e accusa il potere giudiziario di persecuzione nei suoi confronti. Certo, alcuni magistrati italiani saranno anche di sinistra; sarebbe strano se così non fosse in un Paese in cui la parzialità politica permea da lungo tempo quasi ogni istituzione pubblica. Ma in Italia ci sono anche magistrati di destra e in ogni caso é possibile avere opinioni politiche e al tempo stesso dispensare giustizia imparzialmente. Se Mr Berlusconi é davvero vittima di un complotto, allora deve mostrare al mondo le sue prove. Il modo più corretto di farlo, per un uomo nella sua posizione, é quello di rassegnare le dimissioni dalla carica che ricopre e difendersi nel processo. Se e quando avrà pienamente riabilitato il suo nome, gli Europei potrebbero sentirsi tranquillizzati dal fatto che sia lui a parlare in nome dell’Europa.



    Trad. Greta Wassenberg

    Per ECA consulting - Bruxelles



    da www.opposizionecivile.it

  2. #2
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    Predefinito

    Opposizione Civile ha presentato questo documento durante un incontro con la stampa estera. Cui erano presenti numerosi giornalisti.

    “L’eversione di Silvio Berlusconi. Cosa fa l’Europa ?”

    Gli attacchi del capo del governo alla magistratura, accusata di usare la giustizia per fini politici e di avere organizzato contro il governo un vero golpe giudiziario, costituiscono un atto di eversione senza precedenti e un vero e proprio attentato alla Costituzione repubblicana di fronte ai quali, a nostro parere, l’Europa non può rimanere indifferente.

    Tutta l’azione del governo italiano, infatti, mette in discussione, contraddice e viola regole e comportamenti dell’unione europea riguardanti la giustizia, la concorrenza, l’informazione.

    Giustizia: l’approvazione delle leggi sulle rogatorie e sul falso in bilancio, gli ostacoli alla cooperazione giudiziaria europea, gli attacchi alle norme sull’immigrazione e contro il razzismo, lo svuotamento dell’OLAF costituiscono una chiara presa di distanza del governo italiano dalla volontà dell’Unione di costruire uno spazio giuridico europeo e avviare una concreta cooperazione giudiziaria;

    monopoli e concorrenza: gli interessi personali del capo del governo costituiscono conflitti d’interesse e ostacolano la concorrenza in alcuni dei settori vitali dell’economia quali l’editoria, le assicurazioni, il cinema, la pubblicità, l’informazione;

    informazione televisiva e della carta stampata: con il controllo politico delle tre reti RAI il premier ha il monopolio completo dell’informazione. Fininvest e Mediaset raccolgono circa duemiliardi e mezzo di euro di pubblicità pertanto, una volta approvata la legge Gasparri all’esame del parlamento, il capo del governo potrà anche comprare alcuni dei giornali più letti nel nostro paese. I tentativi ripetuti di costituire un terzo polo televisivo sono falliti perché Berlusconi di volta in volta ha causato il fallimento di alcuni imprenditori e ha trattato con altri, favorendoli, come capo del governo, nei loro settori di attività ( vedi casi Cecchi Gori e Tronchetti Provera).

    Il capo del governo esercita i suoi poteri nell’informazione in violazione di tutte le norme europee sulla concorrenza e di due sentenze della Corte Costituzionale del nostro paese che ha sancito il passaggio di Rete 4 sul satellite. Il capo del governo è al centro di una tempesta giudiziaria per reati gravi e comuni ed è stato indagato anche per reati di mafia. Nei processi di Milano ha utilizzato la prescrizione per il lodo Mondadori e teme una condanna per corruzione dei giudici nel processo SME.

    In queste condizioni risulta confermata la previsione di “Opposizione Civile” sulla natura eversiva di Silvio Berlusconi e del partito-azienda che è incompatibile con la democrazia. Il partito-azienda, infatti, è regolato da relazioni amicali, familiari e familiste, negli affari e nella politica, che prevalgono per la loro stessa natura sulla Costituzione e sulle leggi della Repubblica. I legami e le relazioni del partito-azienda in nessun caso si possono allentare o rompere e la dimostrazione, se ce fosse stato ancora bisogno, è data dalla reazione del capo del governo che fa una chiamata di correo a tutta la maggioranza a seguito della sentenza Previti e chiede l’approvazione rapida di una legge ad personam sull’immunità parlamentare.

    In queste condizioni l’opposizione è fragile, ambigua, debole, spesso inefficace perché ha ritenuto di potere esercitare la sua iniziativa ignorando le caratteristiche e la natura del capo del governo e del partito-azienda.

    Nel mese di luglio Silvio Berlusconi diventa presidente di turno dell’Unione europea. L’Europa ha bisogno di rilanciare la propria iniziativa politica e di dialogare alla pari con gli Stati Uniti d’America e con gli altri paesi del mondo. Con la dichiarazione spontanea resa davanti ad giudici di Milano il presidente del consiglio ha coinvolto pesantemente Giuliano Amato, vice presidente della Convenzione Europea e, senza nominarlo, ha chiamato in causa Romano Prodi.

    La presidenza di turno dell’Italia inizia la sua attività in un momento delicatissimo per l’Europa, con un conflitto devastante tra il presidente del consiglio, il presidente della commissione e il vice presidente della convenzione europea.

    Può l’Europa permettersi un rischio così grande?








    da www.opposizionecivile.it

 

 

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