Tony Blair alla sbarra?
In anteprima su Virgilio News il documento scovato dal settimanale britannico "The New Statesman" che potrebbe mettere nei guai il premier a causa della gestione imprudente della guerra in Iraq
LONDRA - Si sapeva che c’era estrema preoccupazione nel governo britannico circa la legalità dell’attacco all’Iraq. Lamentele, ribellioni e dimissioni sono state, mai come nei mesi della guerra, all’ordine del giorno nel governo Blair. Quello che non si sapeva è che Blair era stato avvertito circa la situazione di illegalità dal Procuratore generale Lord Goldsmith. La storia, che verrà rivelata al pubblico inglese da John Kampfner sul settimanale “The New Statesman” è la seguente: Blair, spinto da alcuni membri del suo governo, preoccupati per la situazione di possibile illegittimità delle forze di occupazione in Iraq, convoca Lord Goldsmith alla riunione consiglio di guerra, la mattina del 26 marzo. Quanto viene detto da Goldsmith in questo incontro conferma le preoccupazioni di molti ministri. Il parere espresso dal Procuratore generale viene poi riportato in un memorandum - che doveva rimanere segreto - redatto dallo stesso Goldsmith il giorno della riunione e alacremente consegnato al primo ministro e ai suoi più stretti collaboratori. Goldsmith inizia citando la Convenzione di Ginevra del 1949 (e anche le regole stabilite a l'Aja nel 1907). Questi documenti pongono stringenti “limitazioni sull’autorità dei poteri di una forza occupante.” Limitazioni che includono i tentativi di iniziare “riforme e alterare strutture amministrative e governative”, ma anche, “l’imposizione di sostanziali cambiamenti economici.” La ristrutturazione dell’Iraq – con le lucrative concessioni date a ditte di paesi della coalizione, la requisizione di strutture economiche e la loro ristrutturazione, e addirittura la privatizzazione di strutture pubbliche appaltate a ditte legate all’amministrazione Bush - sono tutti esempi, secondo Goldsmith, di gravi violazioni del diritto internazionale. La guerra che aveva come scopo iniziale l’affermarsi della volontà espressa dall'Onu nel 1990 (prima guerra del golfo), e cioè "precisamente di disarmare l’Iraq", è diventata quindi un'operazione manifestamente illegale. Si legge nel rapporto: “Il governo ha concluso che la rimozione del regime iracheno è necessaria per conseguirne il disarmo, ma più a lungo dura l’occupazione e il compito intrapreso dall’amministrazione temporanea [dalle forze anglo-americane ndr] si allontana dall’obiettivo iniziale, più difficile diventa la giustificazione legale dell’occupazione.” Uno dei problemi per Blair è che, al contrario degli Usa, la Gran Bretagna è firmataria del trattato istitutivo del Tribunale penale internazionale dell'Aja. Questa Corte potrebbe incriminare il primo ministro britannico per i reati commessi. Sembra anche che la moglie di Blair –avvocato di spicco in Inghilterra - lo avesse messo in guardia all’inizio della guerra dicendogli: “Stai attento puoi finire in un pasticcio legale.” Se finirà all’Aja per rispondere dei suoi misfatti, il primo ministro britannico si troverà con lo sconforto aggiuntivo del “Te l'avevo detto Tony.”
Giuseppe Mascoli