...il rapinatore.
Road map per il rapinatore:
scegli il tabaccaio giusto, ma solo
dopo un’inchiesta proletaria.
Noi diventati, dicono, di destra attraverso un percorso di sinistra, adesso i commercianti li conosciamo come le nostre tasche e li abbiamo ancora sulle balle come se fossimo ancora progressisti. Meno sulle balle di prima, ma qualcosa rimane sempre. Il tabaccaio, aprite bene le orecchie, è un tipo di commerciante particolare, diverso dal fruttarolo, assimilabile all’orefice. Il tabaccaio per lo più si sveglia, prende l’orzoro, si veste e, uscendo, si sprona da solo: molto bene, e adesso andiamo a farci secchi un paio di rapinatori. E fin qui non ci piove.
Nel frattempo noi, diventati, dicono, di destra attraverso un percorso di sinistra, conosciamo come le nostre tasche anche i rapinatori, i quali ci sono cari come se fossimo ancora progressisti. Meno cari di prima, ma qualcosa rimane sempre. Perché il rapinatore, che se rapina saranno in parte anche cazzi suoi (questo è di destra), resta infatti pur sempre un prodotto della colpa sociale (e questo di destra non è). Egli per lo più si sveglia, beve il caffè, raccatta una pistola dal trumeau e, uscendo, si propone: ora vado per le sigarette, la punto alla tempia della moglie del tabaccaio, chiedo la cassa, ma non vengano
poi a rompermi i coglioni che volevo far del male a qualcuno. Ci siamo anche su questo? Benissimo.
Era per dire che noi, diventati di destra attraverso un percorso di sinistra, abbiamo forse le carte in regola per regalare un consiglio gratis, diciamo un vademecum, tanto al tabaccaio che al rapinatore. Non vogliamo chiamarlo vademecum? Chiamiamola road map.
Occupiamoci oggi del più sfortunato, del rapinatore. Fondamentale è che prima di uscire, anzi, prima ancora di prendere la berta, si faccia una domanda: A, sono bene intenzionato, oggi? Oppure, B, sono male intenzionato? Se la risposta è A, si armi ed esca pure tranquillo, mi raccomando senza far male a nessuno. Se per caso fosse B, allora fermi tutti. Torni un momento in casa, si sieda, e faccia quella che un tempo si chiamava inchiesta proletaria: quante volte è già stato rapinato quest’anno il tabaccaio di sotto? Ecco, se sono più di cinque, capacissimo che quello s’incazza. E’ giusto? Non è giusto. Sarà il raptus? Sarà il raptus. Poteva chiamare aiuto? Senza dubbio. Ma nove su dieci, fatevelo dire da uno di sinistra che bazzica la destra, o da uno di destra che ha conosciuto la sinistra, quello alla sesta si incazza. Poi ha un bel dire Bocca che si sono persi i valori, che dopo Giuliani New York è tutta un poligono e che il caro, nobile conflitto di classe ha ceduto il passo alla lotta feroce di quelli che stanno sotto contro quelli che stanno sopra. Tutto intelligente, amico rapinatore, ma resta facile, alla sesta, che il tabaccaio si incazzi comunque. E siccome l’inferno metropolitano di gironi ne ha da vendere, che si metta perfino a sparare. Ciò che certamente è brutto e, più ancor che brutto, classificabile a destra.
Ma un’alternativa alla barbarie esiste. Essa c’è. Dovrebbe, il rapinatore, approfondire l’inchiesta proletaria e distinguere, oltreché da zero rapine a cinque, tra tabaccai reazionari e tabaccai avanzati. Dopo di che, se esce semplicemente armato, non sarà la morte di nessuno, mentre se vorrà uscire anche con cattive intenzioni, provarci allora soltanto con tabaccai rigorosamente progressisti. Portarsi in quel caso uno straccetto, o un segno arcobaleno, qualcosa insomma di riconoscibile tra persone diversamente fortunate ma ugualmente civili. Chiedere quindi correttamente le sigarette, puntare la pistola alla solita tempia della solita moglie, pretendere la cassa e attendere il giusto. Il tabaccaio progressista, se tale è davvero, non reagirà, non subirà raptus e se proprio il vigile di quartiere non starà girando in zona saprà farsene una ragione. Se per caso reagisse, di certo blandamente, portare la mano libera alla tasca, estrarre l’intervista dove Massimo Cacciari spiega: “G’avemo tuti più paura, lo Stato ne g’ha lasà da soli”. Par colpa de Berluscòn. Parché ghe x’è la competissiòn e l’afermassiòn individuàl. E ghe x’è ’l disastro moràl.
Partirà allora un dibattito, il rapinatore partirà con l’incasso. Quel tabaccaio è benestante e novanta su cento a rapinarlo non spara.
firmato da Andrea Marcenario sul Foglio di giovedì 22 maggio 2003.
saluti