Sei sano?
Sì.
Sei galantuomo?
Sì
Hai il pane quotidiano?
Sì
Sei felice?
No
Ebbene fatti curare e poi va' a scuola; perché tu sei malato e ignorante.
Siete d'accordo col filosofo Paolo Mantegazza?
Si, sono d'accordo
No, non sono d'accordo
Sei sano?
Sì.
Sei galantuomo?
Sì
Hai il pane quotidiano?
Sì
Sei felice?
No
Ebbene fatti curare e poi va' a scuola; perché tu sei malato e ignorante.
Siete d'accordo col filosofo Paolo Mantegazza?
Sì e no... "Felicità" è un termine molto impegnativo: io preferirei parlare di serenità che, comunque, di questa difficilissima arte è il naturale, indispensabile presupposto…
Non sono d'accordo che l'esito debba essere quello di farsi curare perchè anche se le risposte alle domande sono positive, non è detto che il risultato finale debba essere la felicità. Infatti uno può anche dire di essere sano, o di avere il pane quotidiano e così via, ma può ritenere di non averne abbastanza, o di averne troppo...non basta la sola risposta positiva per essere felici, bisogna guardare, come dire, la percentuale di ciascuna risposta.
"La felicità è creduta una utopia per la semplice ragione che noi facciamo di essa sinonimo di soddisfazione di tutti i desideri mentre essa è tutt'altra cosa."
(P. Mantegazza, L'Arte di essere felici)
Si potrebbe dire che gran parte della saggezza di vita si basa sulla giusta proporzione in cui dedichiamo la nostra attenzione in parte al presente in parte al futuro, in modo che l’uno non ci rovini l’altro. Molti vivono troppo nel presente, altri troppo nel futuro, e raramente uno manterra’ la giusta misura. Coloro che, animati da una continua tensione, vivono solo nel futuro guardano sempre avanti e corrono incontro con impazienza alle cose che sopraggiungono come alle sole che porteranno la vera felicita’, lasciando intanto passare inosservato il presente senza goderne, assomigliando all’asino italiano di Tischbein, con il suo fascio di fieno appeso davanti al muso per accelerarne il passo. Costoro vivono solo ad interim, fino alla morte. La quiete del presente puo’ venire disturbata al massimo dai mali in sé certi e di cui e’ altrettanto certo il momento. Ma questo genere di mali e’ assai raro, poiche’ i mali o sono di per se meramente possibili, o semmai probabili, oppure sono certi ma il loro momento e’ completamente indeterminato, come nel caso della morte. Se vogliamo fissarci su questi due generi, non avremo piu’ un solo istante tranquillo. Per non perdere la quiete di tutta la nostra vita badando a mali incerti ed indeterminati, dobbiamo abituarci a considerare i primi come se non giungessero mai e i secondi come se non giungessero certo in questo momento.
(Artur Schopenhauer L'arte di essere felici)
La felicità consiste nel desiderare ciò che già si ha...
(Ennio Flaiano... forse...)
Ovviamente no, la visione del Mantegazza è quella di un uomo superficiale ed egocentrico, più vicino all'animale che all'essere razionale.Originally posted by pcosta
Siete d'accordo col filosofo Paolo Mantegazza?
E, per inciso, si può essere felici anche senza la panza piena e la salute.
Scusami se prima ho scritto cose tue, comunque sono stata corretta perchè ti ho citato.Originally posted by Schopenhauer
Ovviamente no, la visione del Mantegazza è quella di un uomo superficiale ed egocentrico, più vicino all'animale che all'essere razionale.
E, per inciso, si può essere felici anche senza la panza piena e la salute.
Originally posted by pcosta
Sei sano?
a volte Sì a volte No
Sei galantuomo?
a volte Sì a volte No
Hai il pane quotidiano?
a volte Sì a volte No
Sei felice?
a volte Si a volte No
Ebbene fatti curare e poi va' a scuola; perché tu sei malato e ignorante.
Ebbene fatti curare e poi va' a scuola: perche' tu sei sano e intelligente.
E, sempre per inciso, esistono farabutti felicissimi… Ed è logico, dal momento che la felicità è un concetto multiforme, variabile e soggettivo, ed è più legata ad uno stato mentale che non a qualcosa di concreto e tangibile... cosicché ci si può sentire appagati con nulla, o insoddisfatti con tutto.Originally posted by Schopenhauer
E, per inciso, si può essere felici anche senza la panza piena e la salute.
Personalmente non condivido la concezione materialistica che della felicità ha Paolo Mantegazza, e non credo che bastino la salute e l’assenza di problemi economici per raggiungere la felicità... Penso tuttavia che siano validissimi punti di partenza.