"Romani porci e banditi": la Camera "assolve" Bossi


La Camera non concede l'autorizzazione a procedere contro il leader leghista che in comizio definì "banditi" e "porci" gli abitanti della Capitale ed era stato querelato dal sindaco Rutelli.


ROMA - La giunta per le autorizzazioni a procedere per la Camera dei deputati ha definito insindacabili alcune affermazioni fatte nel febbraio 98 da Umberto Bossi nel corso di un comizio a Bergamo. A querelare il leader della Lega era stato l'allora sindaco di Roma Francesco Rutelli e il direttore generale del comune di Roma, Pietro Barrera, per affermazioni come "mai più mezza lira agli stronzi romani"; e ancora "riusciremo a piegare quei banditi romani "; ed infine : "la Roma dei porci ha spogliato il nord".

Oggi la relatrice della richiesta, l'esponente dell'Udc Erminia Mazzoni, ha detto che queste frasi "rientrano nel contesto delle invettive squisitamente politiche rivolte dall'attuale ministro delle Riforme nei confronti del sistema fiscale e di spesa pubblica che alimentavano asseritamente meccanismi centralistici di clientela e di corruttela. Quanto queste valutazioni siano strettamente connesse all'attività parlamentare dell'on Bossi e del movimento politico da lui capeggiato - ha proseguito Mazzoni - é reso evidente dalle innumerevoli proposte di legge in materia di federalismo, anche fiscale, avanzata in parlamento".

Immediata la reazione, in giunta e fuori, delle opposizioni. Pier Luigi Mantini (Margherita) ha detto che Bossi è "uso al solo insulto verso Roma ladrona e - ha aggiunto - credo che sia molto difficile che si possano rintracciare negli atti parlamentari espressioni di contenuto analoghe a quelle contestate in questo provvedimento. Deliberare per l'insindacabilità significa riconoscere ai deputati un diritto di espressione illimitato legato al solo status di parlamentare".

Mantini ricorda che dopo che queste espressioni vennero riportate da alcuni quotidiani e dal Tg3, Rutelli, "anche su sollecitazione del consiglio comunale e dei consiglieri di An in particolare, presentò un esposto-querela a tutela dell'onorabilità di Roma e dei romani.

Il ministro lo scorso 7 aprile ha richiesto l'insindacabilità della giunta per questo provvedimento. Perché il ministro Bossi che è un guerriero 'celtico' si fa scudo del privilegio dell'insindacabiltà? Perché - domanda l'esponente dei Dsl - fugge davanti ad un confronto processuale con Roma e i romani? Comunque, per tutta la Casa delle libertà, ora è ufficiale: i romani sono "stronzi porci e banditi". E' un'opinione espressa nell'esercizio delle funzioni parlamentari. Filippo Mancuso, intervenendo nella giunta per le autorizzazioni a procedere, ha espresso il giudizio che l'iniziativa giudiziaria di Rutelli non è fondata perché solo le persone fisiche possono essere titolari dell'onore e non certamente gli enti, comune compreso.

(28 MAGGIO 2003; ORE 157)