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" LA NUOVA UNIONE
Dopo le critiche, la spiegazione della sortita: «Volevo dare la sveglia perché non possiamo permetterci di diventare vittime od ostaggi di scelte che minacciano di paralizzare il Continente»

Prodi boccia la Costituzione Ue

«Sono deluso, un passo indietro». La replica di Giscard: «È lui che frena»Scambio di accuse senza precedenti Interviene anche Fini: il leader di Bruxelles non sia ingeneroso

Da Bruxelles Franco Serra

Romano Prodi si sente deluso dalle proposte di Valéry Giscard d'Estaing sulla riforma della Ue, e questi replica che a suo parere è il presidente della Commissione a frenare la riforma. Tra i due è intervenuto il vicepresidente del Consiglio italiano Gianfranco Fini, rappresentante del governo: «Prodi non deve essere ingeneroso perché, come ha fatto notare anche Ciampi, la Convenzione è stata fin qui animata da forza propositiva».
Con questo scambio di accuse a distanza tra il leader della Commissione e il presidente della Convenzione sono salite bruscamente di tono le polemiche sulle proposte che Giscard d'Estaing e il Presidium della hanno fatto per una nuovo Trattato costituzionale dell'Unione. Ad Atene, dove si trovava per un vertice sulla cooperazione tra Ue e Canada, Prodi ha detto che per lui la bozza appena varata da Giscard d'Estaing è stata «una delusione» e «in alcuni aspetti un passo indietro».
Un attacco duro ed esplicito che non ha precedenti nelle vicende della Convenzione, tantopiù essendo stato lanciato dal tavolo a cui sedeva in una conferenza stampa anche il presidente di turno dell'Unione, il premier greco Costas Simitis. «Nonostante il duro lavoro che abbiamo fatto, il testo che ora abbiamo di fronte semplicemente manca di visione ed ambizione», ha scandito Prodi, spiegando poi che di avere fatto questa sortita nella speranza di «dare la sveglia perché non possiamo permetterci di diventare vittime o ostaggi» davanti a scelte - quelle sostenute da Giscard d'Estaing d'accordo con un gruppo di grandi Paesi della Ue - che nientemeno «minacciano di paralizzare l'Europa».
Non solo. Per il presidente della Commissione la bozza Giscard è «un passo indietro per quel che riguarda il voto a maggioranza»: questione cruciale dal momento che ne dipende in gran parte l'efficienza decisionale del Consiglio dei ministri dell'Unione.
Mentre Romano Prodi e la grande maggioranza dei suoi commissari raccomandano l'eliminazione quasi totale delle vota zioni in cui è richiesta l'unanimità (e quindi danno a ciascun governo il diritto di veto) la bozza del Presidium prevede sì un'estensione da 34 a 70 dei settori in cui le decisioni dovranno esser prese a maggioranza, lasciando tuttavia la possibilità di veto in materie cruciali come la Politica estera, la Difesa, il Fisco e parte della Cooperazione giudiziaria.
La risposta di Giscard d'Estaing, sferzante, non si è fatta attendere e nel tardo pomeriggio il presidente della Convenzione ha accusato Romano Prodi di «frenare qualsiasi cambiamento» nelle istituzioni dell'Unione: evidentemente per preservare poteri della Commissione che vede minacciati da alcune proposte contenute nella bozza. Come quella di istituire una nuova carica di presidente dell'Unione: a tempo pieno, con un mandato di due anni e mezzo, al posto della rotazione semestrale tra i primi ministri. Nell'opporsi al superpresidente, i timori della Commissione di trovare schiacciata da un nuovo e forte capo dell'esecutivo coincidono con quelli dei piccoli Paesi.
Ieri comunque Giscard ha ricordato che le sue proposte sulle istituzioni saranno affinate nelle prossime riunioni, fino a un nuovo testo che sarà pubblicato il 5 giugno
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