Poverini...un colpo a uno e un colpo all'altro. Ma che giustizia è questa? Non certamente quella che lor signori si sognavano...


La Repubblica.

Processo Sme, la corte d'Appello di Milano respinge l'istanza giudicando tardiva la richiesta del deputato forzista Previti, nuovo no alla ricusazione.


MILANO - Cesare Previti colleziona l'ottavo no. La corte d'Appello milanese ha dichiarato inammissibile l'istanza di ricusazione presentata dal deputato di Forza Italia imputato di corruzione nel processo Sme. Previti chiedeva per l'ottava volta di essere giudicato da un altro collegio, ma anche oggi la sua richiesta è stata respinta. Nelle tre pagine dell'ordinanza i giudici della quinta corte d'Appello di Milano hanno anche disposto la condanna di Previti a pagare 1.000 euro a favore della cassa delle ammende.

La decisione della corte d'Appello è sulla falsariga del parere con il quale ieri la Procura generale di Milano chiedeva fosse respinta la richiesta di ricusazione. Anche se, rispetto al parere di ieri di ieri, la decisione non entra neppure nel merito delle questioni sollevate da Previti. Dicono infatti i giudici nell'ordinanza che "a prescindere da qualsiasi considerazione circa la fondatezza o meno delle argomentazioni poste", l'istanza è "senza ombra di dubbio tardiva".

Insomma, una richiesta fuori tempo massimo. Esattamente come aveva sottolineato il sostituto procuratore generale Laura Bertolè Viale, che aveva parlato di richiesta "chiaramente inammissibile" perché "tardiva". In più però aveva aggiunto che era basata su motivi "manifestamente infondati".

Secondo la Procura la ricusazione avrebbe dovuto essere presentata prima del termine dell'udienza del 23 maggio scorso o, al più tardi, il giorno immediatamente successivo. Scadenza che deve aver trovato d'accordo anche i giudici della corte d'Appello.

Manca però appunto il giudizio sul merito della richiesta dell'ex ministro di Silvio Berlusconi che basa la sua istanza sul fatto che i giudici sarebbero "ostili" e "fiancheggiatori" del pm che avrebbero violato il diritto di difesa.

(29 maggio 2003)