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Discussione: Dopo l'impero

  1. #11
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    Predefinito Re: Dopo l'impero

    Originally posted by mariarita
    Si tratta del libro di E. Todd.
    Trovo strano che stia passando sotto silenzio un'opera così argomentata nell'esposizione della situazione mondiale con riferimento al ruolo che gli USA hanno deciso di darsi in politica estera per risolvere quelli di politica interna e soprattutto economici.
    Todd espone molte scomode verità che sono da tutti percepite ma di cui non se ne vuole discutere.
    L'America con il suo vertiginoso disavanzo commerciale sta diventando un problema per il mondo. E' sbagliato dire che oggi si sta comportando come l'impero romano del passato. Gli Usa sono stati impero alla fine della seconda guerra quando la superiorità industriale ed economica era indiscussa. Oggi economicamente si sono ridimensionati molto e militarmente sono un bluff.
    Questo libro è estremamente interessante! Quale che sia la metodologia che Todd utilizza (che è strettamente legata alla demografia, quindi a elementi molto strutturali e, se vuoi, deterministici nella considerazione storica) ho l'impressione che non abbia tutti i torti nell'insistere sul fatto che gli USA con la nuova amministrazione Bush non hanno i mezzi per mantenere o più brutalmente, per pagare le proprie operazioni. Mettere la guerra al centro dell'universo e quindi subordinarle la moneta e fare la comunicazione in termini adeguati all'uso della bomba e all'esercizio della guerra come fonte di sovranità, è quello che è effettivamente accaduto: e tutto ciò è un azzardo pericolosissimo.

    P.G.
    "Vogliamo distruggere tutti quei ridicoli monumenti del tipo "a coloro che hanno dato la vita per la patria" che incombono in ogni paese e, al loro posto, costruiremo dei monumenti ai disertori. I monumenti ai disertori rappresentano anche i caduti in guerra perchè ognuno di loro è morto malidicendo la guerra e invidiando la fortuna del disertore. La resistenza nasce dalla diserzione"

    Partigiano antifascista, Venezia, 1943





  2. #12
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    Predefinito

    Tra le tesi che sostiene Todd, interessante è quella della mentalità separatista degli americani. Includono certe minoranze, culture o civiltà per escluderne altre.
    La minoranza ebraica è riuscita a diventare una lobby potente in quanto permette di escludere quella musulmana, che in questo contesto diventa l'agnello sacrificale perchè non esiste uno stato leader musulmano in grado di resistere minimamente alla superiorità aerea degli USA. Anche la lobby petrolifera non è in grado di bucare gli interessi economico-strutturali USA.

    Nel libro di Todd sorprendentemente il petrolio non esercita quel ruolo cruciale che noi tutti pensavamo avesse.

    Queste tesi sono note anche ai nostri leader della sinistra e ricordo che solo D'Alema una volta è sbottato in una delle sue battute sarcastiche a proposito della Corea del Nord.
    mr

  3. #13
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    Predefinito

    [QUOTE]Originally posted by Imperatore
    Originally posted by mariarita

    Dice Todd che l'America ha comunque , militarmente parlando, una innegabile superiorità nell'aviazione , ma dei limiti evidenti con le forze di terra. Era già così fin dalla 2° guerra mondiale che, in Europa, è stata vinta con grande sacrificio umano quasi esclusivamente dai fanti russi. A Berlino ci sono arrivati loro sconfiggendo l'armata tedesca.
    Di questo loro limite ne risentono anche attualmente, tant'è che nelle recenti guerre non sono riusciti, con le loro forze di terra, a catturare neppure uno dei grandi capi avversari. Nè Osama , nè il mullah Omar, nè Saddam o uno dei suoi figli.
    In pratica l'Europa e il resto dei paesi occidentali mantengono a gratis l'attuale tenore di consumi USA mentre questi, ogni tanto, esibiscono i muscoli, ma sempre con paesi molto deboli, come l'Afghanistan e l'Iraq che non possiedono una contraerei degna di questo nome e non potranno mai nuocere.


    Sulla teoria per cui l'America non ha forze di terra pari all'aviazione (e alla Marina) stai nel giusto.
    In effetti, non hanno mai eccelso nella guerra terrestre.
    Ricordiamoci che per evitare l'invasione dell'Europa Occidentale da parte del possente esercito sovietico durante la guerra fredda, gli Americani hanno dovuto "inventare" la teoria della rappresaglia massiccia: cioè hanno basato unicamente i loro piani militari di fronte ad un'invasione russa dell'Europa sul ricorso ad un massiccio attacco nucleare strategico sulle città sovietiche: nessun popolo, nemmeno il più barbaro, aveva mai concepito simili piani catastrofici.
    Dal 1958, quando anche la Russia dispose di una forza nucleare adeguata, l'America cambiò strategia basando la sua risposta non già sulle truppe di terra e quindi su una guerra convenzionale, ma su un massiccio attacco nucleare di contronforza, cioè con le armi tese a distruggere le armi nucleari nemiche anzichè i civili.
    Reagan riuscì a sfiancare la Russia finanziando il progetto di scudo stellare, al fine di riuscire a garantirsi una superiorità strategica: se gli USA fossero riusciti a costruire uno scudo in grado di intercettare un numero sostanzioso di testate sovietiche, allora l'equazione nucleare sarebbe risultata favorevole agli americani.
    In effetti, gli americani avrebbero potuto lanciare un first strike nucleare a sorpresa per distruggere le armi nucleari nemiche e, quando i russi avessero risposto con le testate missilistiche mobili e con quelle mancate dal primo attacco americano, avrebbero potuto abbattere i residui missili sovietici con il loro scudo stellare, riuscendo così a vincere la guerra nucleare con pochi rischi.
    Come vedete, anche in questo caso gli americani giocarono la partita sulla questione nucleare, non terrestre.

    Anche adesso, la loro forza terrestre non è lontanamente paragonabile a quella aerea: il vero nemico del domani verrà dalla Cina, che entro pochi anni diverrà la più formidabile forza terrestre del pianeta.
    Ma avrebbero poi usato le armi nucleari?
    Indubbiamente gli americani sono grandi giocatori di poker.
    mr

  4. #14
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    Predefinito

    Molti si sono domandati se in caso di un'offensiva terrestre russa gli Americani avrebbero reagito con armi nucleari.
    Certo che, come detto prima, se avessero messo in campo le forze della NATO è probabile che in breve tempo il possente esercito sovietico avrebbe avuto la meglio, e sarebbe arrivato in poche settimane alla costa atlantica della Francia.

    Anche la risposta nucleare, però, aveva incognite non da poco.
    Come detto prima, Reagan aveva finanziato lo scudo stellare per ottenere un vantaggio decisivo nell'equazione nucleare.
    Ma questo scudo non fu mai operativo per motivi tecnici.

    Senza lo scudo, devo dire che i russi erano in vantaggio anche nell'eventuale nefasta possibilità di uno scontro atomico.
    I teorici militari russi non pensavano infatti che la guerra nucleare fosse una prospettiva impensabile. Al contrario degli Occidentali, che nella guerra nucleare non vedevano nessun vincitore, i sovietici avevano imparato ad essere pragmatici. Distruggere intere città occidentali e milioni di civili sarebbe stato un compito molto facile; quello che risultava difficile era eliminare i missili e le testate che il nemico puntava sulla Rodina sovietica (appunto la teoria dell'arsenale di controforza).
    Per questo motivo, al contrario degli Americani, i sovietici avevano provveduto alla realizzazione di un arsenale nucleare largamente in grado di disarmare l'avversario. Costi onerosi erano stati sopportati per la realizzazione di missili di alta precisione (e di alto costo) che altro non avevano come obbiettivo che di colpire le testate nemiche.
    Il teorico russo supponeva che si verificasse una crisi in qualche parte del mondo. La tensione sarebbe salita e l'Occidente avrebbe come al solito cercato di trarne vantaggio per i suoi scopi economici. La tensione con la Russia sarebbe divenuta palpabile, e uno scontro totale imminente, mentre la forza missilistica sarebbe stata segretamente posta allo stato di massimo allarme.
    Quando la minaccia occidentale avesse raggiunto il punto culminate, la forza misslistica strategica avrebbe ricevuto gli ordini di lancio.
    1300 SS-18 sarebbero partiti, 3 per ogni missili strategico americano. Contemporaneamente, altri missili avrebbero distrutto le basi dei bombardieri B-52 e dei sottomarini lanciamissili balistici.
    Tutte queste armi, tranne quelle montate sui bombardieri, si trovavano molto lontane dai centri abitati, pertanto il colpo destinato a disarmare l'Occidente poteva essere inferto senza causare necessariamente un Olocausto.
    Nel frattempo, i sovietici avrebbero provveduto a eliminare i satelliti per il posizionamento globale, senza i quali i sottomarini lanciamissili americani non avrebbero potuto lanciare con precisione verso la Russia.
    Gli Americani non sarebbero riusciti a rispondere al fuoco se non dopo che i missili sovietici avessero colpito le testate nucleari a terra.
    In quel momento, non più di trecento armi sarebbero rimaste utilizzabili da parte degli USA. Essi non potevano più disarmare la Russia, ma solo colpire le città russe. Ma se ciò fosse accaduto, anche le città americane sarebbero state attaccate.

    Riassumendo quindi, anche l'eventuale guerra nucleare poteva terminare con la vittoria russa (se di vittoria si poteva parlare).

    Il concetto fondamentale, quindi, è che l'America la Guerra Fredda l'ha vinta non con le armi ma con il logorio economico della Russia.

    Opss, mi sono allontanato un po' dal tema, la debolezza terrestre della forze armate americane.
    Be', non era l'unico punto debole!

    SALUTI IMPERIALI

  5. #15
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    IL GUAIO è CHE QUANDO UNA GUERRA INIZIA NON SI PUò MAI SAPERE COME FINISCE SPECIALMENTE SE GLI ATTORI SONO DUE GRANDI POTENZE. tROPPE SONO LE VARIABILI INDIPENDENTI.
    (scusa le maiuiscole, adesso ho rimediato)
    Ma se torniamo a noi e al micromilitarismo teatrale degli USA in Iraq e Afghanistan, una cosa possiamo sostenerla: Bush ha sputtanato definitivamente gli USA e non si è creata nessuna ripresa economica, vale a dire l'operazione si sta concludendo in perdita con il saldo commerciale negativo più alto che mai e la recessione alle porte per tutto l'occidente industrializzato; ho letto che ormai i conservatori americani si stanno attivando per liberarsi di un presidente ormai divenuto troppo ingombrante.

    Dunque possiamo fare un gioco tra noi. Ci sono le forti polemiche sulle prove fumanti mai ritrovate. Bush avrebbe, secondo autorevoli commentatori, trascinato l'America in guerra sulla scorta di menzogne diffuse con la complicità di media compiacenti. Americani sono morti per questo in Iraq e è stata spesa una somma considerevole per l'operazione che non ha garantito neppure la felicità dell'Iraq che, giorno dopo giorno, arriva persino a rimpiangere saddam.

    Che prevedi? Io dico che farà la fine di Nixon.
    Credi si arriverà all'impeachment del presidente?

    Poi parleremo anche di Russia , da impero del male a potenza rassicurante e di riferimento per l'Europa.
    Magari finalmente anche i comunisti italiani riusciranno a fare i conti con la propria storia, magari attraverso percorsi del tutto imprevisti e imprevedibili.
    mr

  6. #16
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    Predefinito

    Ritengo improbabile l'impeachement del presidente, anche perchè mancano solo 17 mesi alle prossime elezioni. Inoltre, la maggioranza qualificata del 67% risulterebbe molto difficile.

    Penso quindi che nel novembre 2004 Bush Junior si appronterà a sostenere il voto degli elettori americani; vedremo chi gli si opporrà, certo che i democratici se candidassero una donna (Ilary Clinton) avrebbero la vittoria in pugno. Ma non mi sembra che vogliano rischiare questa carta adesso, aspetteranno il 2008.

 

 
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