Risultati da 1 a 5 di 5
  1. #1
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    Predefinito Le catene dell'uguaglianza imprigionano l'occidente

    Si può tentare di fare il punto sulla situazione, non soltanto dell’Italia, ma dell’Europa e di tutto l’Occidente, senza essere accusati di catastrofismo? Si tratta, infatti, di guardare alla realtà come unico modo per costruire, o almeno per invitare coloro che sono in grado di "pensare", a costruire un sistema di significati e di strutture sui quali fondare la vita dell’individuo e la convivenza dei gruppi. Un compito immane, dunque, e che tuttavia è indispensabile dato che ciò che tutti vedono pur rifiutandosi di vederlo, è che il mondo uscito dalla rivoluzione francese, cui si è sommato quello socialcomunista, non ha più nessuna strada davanti a sé.
    Diceva Cacciari, a proposito della crisi della sinistra in Italia e dei suoi "girotondi", che bisogna fare delle proposte, mettere a punto un programma, invece che limitarsi a controbattere quelle del governo Berlusconi. Giustissimo. Ma quali possono essere queste proposte se non si ha il coraggio, o meglio la capacità intellettuale e morale, di dichiarare esaurito il modello dell’uguaglianza socialista? Esaurito perché spinto a una realizzazione "talebana", ossia assoluta, concreta, laddove l’ideale, per l’Uomo, qualsiasi ideale, incluso quello dell’uguaglianza, diventa violenza e coercizione quando viene imposto nella concretezza del Potere. La situazione è intricatissima, ma dobbiamo fare lo sforzo di mettere in luce almeno alcuni degli aspetti più contraddittori e che stanno distruggendo il mondo occidentale, il senso della vita e della storia per i nostri giovani.
    Cominciamo dalla fine, quella che abbiamo sotto gli occhi in questi giorni con la catastrofe delle Borse, per tentare di risalire alle vere cause. Possibile che il metro per giudicare uno Stato, un Popolo, una Nazione, debba essere il Pil? Eppure è così, da quando a guidare i destini dell’Europa si sono installati economisti e banchieri. Non meravigliamocene: chiunque detenga il Potere, lo fa sempre assolutizzando se stesso, oggettivando in una divinità il proprio strumento. Ma, proprio perché valutare gli uomini in base all’incremento dell’economia è profondamente sbagliato, la picchiata delle Borse, il flop della nuova tecnologia trova qui la sua spiegazione. Spinta la "comunicazione" al di là dei bisogni degli uomini, questa è diventata, invece che strumento, oggetto "vuoto" della propria produzione. Ma non si tratta soltanto di questo. In realtà, non soltanto i mezzi di comunicazione sono troppi in confronto a ciò che gli uomini hanno da comunicare, ma è incominciato già da diversi anni il desiderio di ritrovarsi in se stessi, nel proprio gruppo, nel proprio territorio, nel tentativo di sottrarsi all’annegamento in un oceano non dominabile, il mondo intero senza confini. Insieme, dunque, alla crisi delle tecnologie è cominciata anche la crisi del turismo, i bilanci in rosso delle compagnie aeree, aggravata senza dubbio dall’attacco dell’11 settembre, ma in realtà rispondente già al bisogno degli uomini di conoscere in profondità il proprio paese, il paesaggio in cui si è nati, i cibi e i costumi del proprio passato.
    Ed è qui che si intravede più chiaramente la fine del modello dell’uguaglianza: cercare la propria storia significa cercare la propria differenza. È un bisogno costitutivo sia del singolo individuo, che non sopporta di non conoscere chi sia il proprio padre, la propria madre, sia di ogni popolo, tanto che laddove non esiste la storia scritta, esiste il "mito di fondazione": il fatto, il dio, l’eroe che ha dato inizio alla vita del gruppo.
    Le contraddizioni sono diventate, però, sempre meno dominabili a causa del sommarsi di due universalismi ugualitari: quello socialcomunista e quello cattolico, i quali si danno la mano nel cercare di mantenersi in vita con l’estensione del proprio modello a tutto il mondo e quindi nell’attività "immediata", in un presente che non riflette sul passato e non si preoccupa del futuro. Come mai la Chiesa cattolica si sia ridotta alla semplice funzione delle "opere di bene" è problema gravissimo del quale non è possibile discutere in questa breve nota. Quello che è certo, però, è che la Chiesa oggi partecipa alla disgregazione dell’Occidente proprio in quei valori dei quali è stata assertrice: la coscienza e la responsabilità personale, che non possono mai essere incluse o sopraffatte da quelle collettive. È proprio da questo che siamo oppressi: l’uguaglianza cancella la libertà perché cancella la differenza delle coscienze (...)

    Ida Magli, Il Giornale
    2010:

  2. #2
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    l’uguaglianza cancella la libertà perché cancella la differenza delle coscienze (...) ===
    ========
    CIOè CI POTREBBE ESSERE QUALCUNO AL QUALE SARà PERMESSO LEGALMENTE , IN TUTTA BUONA COSCIENZA, DI RUBARE, UCCIDERE, DIRE FALSA TESTIMONIANZA, TRUFFARE, STUPRARE, SCHIAVIZZARE, E VIA DISCORRENDO??
    E CHI SARà A SCEGLIERE COLORO CHE POTRANNO FARLO IMPUNEMENTE ??
    QUESTE DIFFERENZE DI COMPORTAMENTI E RESPONSABILITà ESISTONO GIà, ALMENO IN PARTE..... DOVREMO INCREMENTARLI PER ACCENTUARE LE DIFFERENZE??
    DAVVERO MAI LETTO UN ARTICOLO PIù STRONZO.....
    su questo forum è meglio non rispondere ai fessi!
    voi nazifascisti di oggi e i vostri servi siete solo gli ayatollah E I TALEBANI dell'occidente..

  3. #3
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    Pensiamo a quei deficienti della Rivoluzione Francese che uralavano Libertè Fraternitè Egualitè. Robe da matti.

    E chi dovrebbe gerarchizzarci tutti? Questa personaggia farnetica e propone la disuguaglianza inneggiando una religione che sta perdendo rapidamente terreno e che oramai e' diventata un simulacro insensato, un guscio vuoto ed inutile perche' oggi ancor piu' di ieri non e' in grado di fornire risposte. Solo i fanatici sono rimasti. O gli eterodossi.

    Assurdo.

  4. #4
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    In Origine Postato da ScimmioneNudo
    Pensiamo a quei deficienti della Rivoluzione Francese che uralavano Libertè Fraternitè Egualitè. Robe da matti.

    E chi dovrebbe gerarchizzarci tutti? Questa personaggia farnetica e propone la disuguaglianza...
    Molti a sinistra sono piuttosto limitati nelle vedute e culturalmente scadenti che confondono la disuguaglianza con la differenza, o, quanto meno, non ne sanno distinguere i due aspetti: quello fisiologico e quello patologico.

    La differenza patologica e negativa è quella che si manifesta a livello clinico (predisposizione per certe malattie, etc.), economico (ricchezza/povertà), di istruzione (analfabetismo, etc.) ed è quella che andrebbe livellata per giungere, qui si, ad una sostanziale uguaglianza.

    La differeza fisiologica e positiva è quella che si manifesta a livello razziale ed etnico, culturale, linguistico, religioso ed è quella che andrebbe tutelata allo scopo di mantenere queste importanti diversità.

    Eppure la sinistra che parla tanto di tutela del diverso e di valorizzazione delle diversità, ignorando e confondendo tale dicotomia sopra descritta, non si fa tanti scrupoli a rimangiarsi tutto nei fatti quando teorizza la mescolanza sterile e istiga al meticciato selvaggio a tutti i livelli: da quello etnico a quello culturale. E poi come si fa a tutelare la diversità? Poi i confronti e i dialogi interreligiosi e interculturali con chi li facciamo? Volete lasciare disoccupati gli antropologi?
    2010:

  5. #5
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    In Origine Postato da Ichthys
    Molti a sinistra sono piuttosto limitati nelle vedute e culturalmente scadenti che confondono la disuguaglianza con la differenza, o, quanto meno, non ne sanno distinguere i due aspetti: quello fisiologico e quello patologico.

    La differenza patologica e negativa è quella che si manifesta a livello clinico (predisposizione per certe malattie, etc.), economico (ricchezza/povertà), di istruzione (analfabetismo, etc.) ed è quella che andrebbe livellata per giungere, qui si, ad una sostanziale uguaglianza.

    La differeza fisiologica e positiva è quella che si manifesta a livello razziale ed etnico, culturale, linguistico, religioso ed è quella che andrebbe tutelata allo scopo di mantenere queste importanti diversità.

    Eppure la sinistra che parla tanto di tutela del diverso e di valorizzazione delle diversità, ignorando e confondendo tale dicotomia sopra descritta, non si fa tanti scrupoli a rimangiarsi tutto nei fatti quando teorizza la mescolanza sterile e istiga al meticciato selvaggio a tutti i livelli: da quello etnico a quello culturale. E poi come si fa a tutelare la diversità? Poi i confronti e i dialogi interreligiosi e interculturali con chi li facciamo? Volete lasciare disoccupati gli antropologi?
    Tutto un bel discorso, peccato che fai un errore. Un conto e' istigare al meticciato (ma si e' mai visto)? Un conto e' inneggiare alla tolleranza. Nella tolleranza c'e' la pace, e la convivenza e quindi il benessere delle etnie che nelle tue farneticazioni sarebbero al centro del tuo interesse. E' quindi non promulgando leggi razziste e xenofobe che si vie meglio. O vorresti chiudere le frontiere? E chi ci lavora in fabbrica o nei campi? Tu? Mi sai poi dire la tua destra che cosa inneggia? Internet Inglese e Impresa. Altro che identità linguistica.

 

 

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