User Tag List

Risultati da 1 a 5 di 5
  1. #1
    Iscritto
    Data Registrazione
    29 May 2002
    Località
    Monza
    Messaggi
    308
     Likes dati
    0
     Like avuti
    1
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito GIOVANNI VAILATI. Relazioni tra scienza e filosofia.

    Per trattare dei cardini della riflessione filosofica di Giovanni Vailati è bene introdurne la vita. Nasce a Crema nel 1863. Nobile di nascita, studia con i Padri Barnabiti inizialmente a Monza e successivamente a Lodi; sostiene l’esame di licenza liceale a Lodi e si iscrive alla facoltà di matematica dell’università di Torino. Durante l’università subisce una crisi che lo allontana dal cattolicesimo. Laureatosi in matematica a Torino, collabora nel 1891 alla “Rivista di matematica” diretta da Peano e l’anno successivo diviene assistente di Calcolo infinitesimale all’Università di Torino. Tra il 1896 ed il 1899 tiene tre corsi di storia della meccanica. Nel periodo torinese inizia a frequentare Congressi internazionali: a Monaco di Baviera conosce Calderoni.
    Nel 1899, volendo dedicarsi ai suoi vasti interessi culturali con massima libertà, abbandona la carriera universitaria e chiede di entrare nella scuola secondaria; è docente nel liceo di Pinerolo (1899), a Siracusa (1899) dove conosce Franz Brentano, a Bari (1900), a Como (1901- 1904) e a Firenze. In Toscana inizia a collaborare assiduamente al “Leonardo” e nel novembre del 1905 è nominato, su richiesta di Salvemini, membro della Commissione reale per la riforma degli studi secondari. Nel 1908, mentre è a Firenze, si ammala; trasferitosi a Roma, vi muore la sera del 14 Maggio 1909.
    Innanzitutto è necessario svelare, con l’aiuto della interessantissima analisi di Mario Dal Prà n24, i retroterra culturali comuni a Vailati e Calderoni. I riferimenti storico-filosofici di Vailati vanno da Platone ad Aristotele, da Leibniz a Locke, da Berkeley ad Hume, da Kant a Stuart Mill.
    La tendenza di Vailati in relazione allo studio storico-filosofico non è rivolta ad affrontare interamente e sistematicamente l’analisi di un autore, ma a concentrarsi in maniera esclusiva su determinate e concrete tematiche. Nell’antichità Vailati trova come riferimenti Platone ed Aristotele. Di Platone interessano il Menone, il Teeteto ed il Sofista. Con l’analisi del Menone si accosta alla teoria dell’idea, vedendo nell’ideazione da un lato la ricerca di ciò che è comune tra le cose del mondo, sulle orme della ricerca dei Presocratici di un “accomunante” materiale; e dall’altro, al di là della trascendenza, un mero metodo mentale deduttivo, o diairetico, volto a classificare e ordinare fenomeni differenti, di modo che filosofia e scienza si accomunino. Nel Teeteto vede la formulazione della tesi secondo cui criterio fondamentale di controllo o verificazione di un atto è il riferimento al futuro n25.
    Nel Sofista vede un’anticipazione dell’esse est percipi berkeleyano, laddove considera sinonimiche l’affermazione di Platone secondo cui caratteristica dell’esistenza delle cose è il loro essere dunameiV (possibilità) e l’affermazione di Berkeley secondo cui “le asserzioni sull’esistenza degli oggetti si riducono ad asserzioni sulla possibilità di certe esperienze”. Tre sono le novità introdotte da Platone nella storia della filosofia: l’intento “analitico” nell’esame delle formulazioni e delle considerazioni dei filosofi avversari; l’intento socratico, che con riferimento alla maieutica, consiste nel sollecitare ciascuno, una volta eliminate le credenze false, alla ricerca autonoma delle soluzioni vere; l’intento di non “chiudere” le verità concrete in verità definitive, di non escludere l’innovazione nei confronti di soluzioni accettate. Senza dimenticare come Platone consideri la funzione “coordinatrice” della filosofia: filosofia è considerazione critica delle conclusioni scientifiche e coordinamento di esse.Vailati considera Aristotele diretto continuatore di Platone. Nella teoria delle idee, dove la critica aristotelica è volta a storicizzare il concetto di idea comune a Platone nella funzione ordinatrice e classificatrice, liberandolo dalla caratterizzazione metafisica e dai residui di trascendenza. Nella teoria delle definizioni, richiamata nel 1939 da Hermann Kantorowicz n26, Aristotele mostra l’interessantissima distinzione tra definizioni nominali e reali, le une enunciazioni inverificabili e le altre enunciazioni scientificamente verificabili, non dimenticando, come sostiene Vailati, che ciò che si definisce non esiste per il solo fatto di essere definito. Nell’analisi del metodo deduttivo, ritenuto da Vailati metodo razionale fondamentale nel controllo delle affermazioni e delle costruzioni scientifiche.Dall’antichità alla modernità. Da Platone ed Aristotele a Leibniz e all’empirismo inglese di Locke, Berkeley ed Hume. Gli interessi vailatiani nei confronti della filosofia leibniziana sono interessi matematici. In Leibniz è centrale il tema del metodo deduttivo, considerato come lo strumento utile a trasformare una enunciazione in un’altra “sostituendo in essa, all’uno o all’altro dei suoi termini, la sua definizionen27;e il tema della critica all’astrazione nelle costruzioni scientifiche, secondo cui sarebbe necessario tradurre affermazioni enunciate con termini astratti in affermazioni enunciate con termini concreti correlativi.
    Le definizioni caratterizzanti il metodo deduttivo devono essere “non arbitrarie”. “Non arbitrarie”, secondo Leibniz, vuole dire non contraddittorie; “non arbitrarie” secondariamente vuole dire riducibili ad enunciazioni elementari, cioè ad enunciazioni non ulteriormente frazionabili. Il fine intellettuale di Leibniz consiste nel tentativo di costruire un sistema (linguaggio scientifico), fondato sulla deduzione, tale da fornire a tutte le cose una definizione “non arbitraria”. D’altro canto Leibniz sostiene che motivare un fatto non vuole dire rienunciare il fatto medesimo in termini astratti, ma riconnetterlo ad una norma scientifica; così Vailati, sulle orme di Leibniz, si accosta al nominalismo scientifico nella critica al realismo, asserendo che teorie e concezioni astratte siano meramente mezzi o simboli utili a chiarire fatti concreti e riconoscendo valore meramente sintetico e abbreviativo alle astrazioni concettuali.
    Poi è Locke a stimolare l’interesse di Vailati. Da un lato introduce una nuova scienza semiotica; dall’altro estende alle scienze morali metodi di ricerca e di controllo simili ai metodi matematici; ed infine si accosta all’attività filosofica in maniera analitica. Insieme a Berkeley e ad Hume n28 considera centrale l’analisi della conoscenza umana e intende la conoscenza medesima come un metodo senza connotazioni metafisiche di cui studiare l’effettiva evoluzione. Poi viene Berkeley. Di Berkeley Vailati riutilizza la teoria della “attesa di sensazioni”, tanto cara a Calderoni. Secondo Berkeley le caratteristiche delle cose come la distanza, la forma e le dimensioni non sarebbero ricavabili, come il colore, direttamente da sensazioni. Mentre la sensazione (visiva) attribuisce direttamente il colore, non riesce a caratterizzare distanza o forma o dimensione senza ricorrere ad inferenze. Non “vediamo” la forma o la distanza ma ci “attendiamo” forma, distanza e dimensione, inferendole da sintomi che le sensazioni (visive) ci forniscono. Vailati, ricavata da Berkeley la teoria della “attesa” di sensazioni, estende essa teoria dalle enunciazioni che asseriscono la forma o la dimensione o la distanza di una cosa alle enunciazioni che asseriscono l’esistenza di una cosa: dire che una cosa esiste vuole dire che, date certe condizioni, si verificheranno certe sensazioni che ci attendiamo. David Hume è riferimento costante nella riflessione vailatiana n29. Il filosofo scozzese sembra introdurre un metodo “analitico” di ricerca verso il dilemma della conoscenza umana, sviscerandone i termini correlativi (causa; necessità; effetto; azione) e indicando come l’uso distorto o metafisico di tali termini sia fonte di non-sensi filosofici; come Locke, Hume accomuna il metodo di controllo delle scienze naturali e delle scienze umane, estendendo dalle une alle altre la norma della concatenazione dalle cause e dalle altre alle une il riconoscimento dell’esistenza, all’interno di una flessibile concatenazione causale, di fattori di arbitrarietà e libertà.
    L’ultimo autore di riferimento è Kant. Vailati si accosta criticamente alla filosofia dello studioso tedesco. Introduce il confronto tra il metodo trascendentale kantiano e il metodo “scientifico” di Locke, Berkeley ed Hume. Innanzitutto il metodo kantiano è metodo introspettivo, mentre quello scientifico è metodo storico- comparativistico. Secondo Vailati, senz’ombra di dubbio, il “vedere fuori”, cioè il vedere l’altro nel mondo attraverso le sue manifestazioni esteriori è meno difficile ed incerto che “vedere dentro” noi stessi. Secondariamente il metodo kantiano è una ricerca sui fondamenti dei metodi scientifici, mentre il metodo storico è una ricerca sui metodi scientifici. Nell’uno ci si domanda come sia possibile una determinato metodo scientifico; nell’altro ci si chiede dove e come siano le differenze, dove e come siano le comunanze, tra metodi scientifici diversi. Poi mentre il trascendentalismo kantiano tende a rilevare condizioni universali e costanti dell’attività mentale, il metodo scientifico intende tali condizioni come limitazioni e costruzioni mentali correlate ad un dato stadio della cultura. Mentre Kant formula un ritratto “statico” della conoscenza umana, Vailati considera le strutture conoscitive suscettibili di abbandono nel caso di inevitabile invecchiamento o di sopravvenuta inefficacia; mentre Kant tende a racchiudere il metodo della ricerca scientifica in forme, astratte e fisse, di una coscienza trascendentale, Vailati, reintroducendo la tendenza a tutto ciò che è concreto di Leibniz e il richiamo al concreto di Mill, cerca ricovero nella concretezza e nella flessibilità della ricerca scientifica non trascendentalistica. Tanto che Vailati sembra muoversi sulla strada del “funzionalismo” di Cassirer e del neokantismo successivo, senza dubbio meno vicini all’astrazione kantiana nel dibattito sulle forme conoscitive. Calderoni deriva da Vailati l’interesse verso Aristotele, Berkeley, Hume, Locke e Mill. Cosa desidero intendere con il termine “derivare”? Calderoni conosciuto Vailati nel 1896 si conformò costantemente alle indicazioni di lettura di colui che considerò di lì in avanti come unico maestro ed amico di vita.
    Il pragmatismo logico di Vailati, e di Calderoni, si riconduce alla tradizione filosofica dell’empirismo classico e dello storicismo aristotelico, ma se ne discosta, caratterizzandosi, nel momento in cui indirizza massima attenzione all’ambito della ricerca concreta ed efficace.
    All’analisi del retroterra culturale, in una certa misura comune a Vailati e Calderoni, deve succedere un’indicazione sintetica delle tematiche centrali nelle ricerche filosofiche e scientifiche di Vailati; senza dimenticare che, vista l’affinità culturale ed amicale tra lo scienziato cremasco ed il filosofo fiorentino, massima influenza hanno avuto le tematiche vailatiane sulla riflessione filosofica calderoniana.
    L’interesse vailatiano si concentra innanzitutto sull’analisi delle connessioni tra filosofia e scienze. Lo scienziato cremasco introduce un ulteriore confronto con la filosofia neo-idealistica, sostenendo la necessaria interconnessione tra filosofia e scienze e non tollerando i modelli neo-idealistici della subordinazione delle scienze alla filosofia (simile alla subordinazione della tecnica alle scienze) e del divieto di intromissione dello scienziato nella discussione filosofica. Filosofia e scienze devono essere in costante collaborazione. Vi è così un necessario intreccio tra attività del filosofo ed attività dello scienziato; devono essere accettati costanti sconfinamenti e continue incursioni da un ambito all’altro. Il rischioso limite dello scienziato è di racchiudere l’attività di ricerca scientifica in ambiti eccessivamente ristretti; senza ricordare il carattere diveniente e “fallibilistico” delle costruzioni scientifiche, lo scienziato rischia di accostarsi alle conclusioni scientifiche in modo dommatico e definitivo:

    Se vi è infatti un carattere che distingua la scienza in genere dalla filosofia, mi pare che esso appunto consista in ciò, che compito di quest’ultima non è tanto di fare delle scoperte quanto piuttosto di prepararle, di provocarle, di farle fare, contribuendo con l’analisi, colla critica, colla discussione a sgomberare la via che ad esse conduce, e fornendo i mezzi o gli strumenti (organon) richiesti per superare gli ostacoli che rendono difficile progredire in essa…n30

    Finalità della filosofia e della storia della scienza in relazione alle scienze sono secondo Vailati: l’analisi delle conclusioni scientifiche; la critica delle costruzioni scientifiche diventate inutili o suscettibili di emenda; la discussione su mezzi e strumenti delle scienze. La natura emendativa non è - secondo Vailati- attribuzione caratteristica delle scienze. E’ attribuzione caratteristica della filosofia e della storia della scienza in relazione alle scienze. Vailati introduce una concezione eccezionalmente moderna, in linea con le idee della moderna filosofia analitica, delle funzioni della filosofia. Filosofia è connessione di conclusioni scientifiche; filosofia è confronto tra metodi scientifici; filosofia è analisi di termini e nozioni introdotti dalle scienze. Filosofia è in un certo senso “meta-scienza”, discorso sul metodo scientifico ma essa stessa metodo scientifico.
    In un secondo momento, definito il valore della filosofia, Vailati, sebbene autore anti-metafisico, si indirizza alla costruzione di una metafisica; metafisica che non si riduce ad astratte idealizzazioni, ma che si richiama al concreto fondandosi sull’analisi e sul confronto dei diversi metodi scientifici e delle diverse attività della scienza. La concreta metafisica vailatiana è la metafisica del pragmatismo logico. E’ metafisica rivolta verso le attività umane del classificare, dell’ordinare, del riordinare, del verificare, del controllare, dell’attendere, del connettere, del raffrontare; è metafisica volta ad attività umane concrete, considerate come funzioni e non come idee, strutture o forme costanti e universali. L’intento dello scienziato cremasco, mettendo in discussione metodi scientifici o sconnettendoli in insiemi di attività o confrontando tra loro le attività ricavate, è di ridefinire senza contaminazioni metafisiche e astrazioni il linguaggio scientifico e, discostandolo dal linguaggio ordinario, subordinarlo ad immediata controllabilità n31.
    La ri-definizione della nozione di filosofia e la costruzione di una metafisica “del concreto” non concludono il cammino filosofico di Vailati.
    Ulteriore tematica è il discorso sui limiti della conoscenza e della scienza. Finalità della filosofia, oltre che analizzare concetti scientifici o emendare conclusioni scientifiche o mettere in discussione e confrontare metodi scientifici, è finalità di limitare l’ “universo”, inteso come ambito di ricerca, della scienza. Per Vailati, sulle orme della distinzione canonica di Franz Brentano tra stati mentali e credenze da un lato e valutazioni dall’altro, la scienza non riesce e non riuscirà mai ad incidere efficacemente sulla determinazione umana dei valori n32. Per Vailati una cosa è la determinazione delle finalità dell’azione umana; altra cosa rimane l’avere coscienza, il conoscere, dei mezzi utili ad ottenere una determinata finalità. Una cosa è l’insieme delle attività volte alla conoscenza; un’altra rimane l’insieme delle attività volte alla volizione. Il cammino che va dalla descrizione alla direttiva, o in termini humeiani il cammino che va dal sein al sollen non è colmabile con il solo ausilio della scienza, senza ricondursi alla valutazione ed alla volizione. Limite estremo della scienza e della conoscenza è il non riuscire a fondare razionalmente il dovere n33.
    Il mondo della politica è il mondo della volizione. Politica ed etica in Vailati non sono “universo” di ricerca delle scienze e della conoscenza. Rimane nuovamente funzione della filosofia il riconoscere i limiti della conoscenza e della scienza nei confronti della determinazione dei valori e delle finalità sociali. Mentre la determinazione dei valori e delle finalità sociali è volizione, la discussione sui mezzi utili ad arrivare a determinare valori e finalità sociali è scienza. Per Vailati il conflitto sociale non nasce tanto dalla difformità dei valori sociali, dal momento che buon numero di cittadini sembra confluire sui medesimi valori e sulle medesime finalità; il contrasto nasce sulla determinazione dei mezzi utili ad ottenere valori e finalità comuni. Ma tale ambito è dominio esclusivo della scienza, massime della scienza economica. La determinazione dei fini e dei valori sociali è mansione della volizione; la discussione sui mezzi utili ad ottenere determinati valori e finalità sociali è dominio della scienza, con contributo non irrilevante della filosofia. Da un lato la filosofia determina i limiti della conoscenza; dall’altro rende massimamente efficaci le scienze “riesaminandone” i concetti ed i metodi. Aldilà della riflessione scientifica e filosofica Vailati in politica è un liberale moderato: né un socialista né un conservatore. Contro il socialismo, considerato senza dubbio come valore e fine sociale eccellentissimo, è il disaccordo nei confronti delle modalità di riforma; il conflitto sociale non verte tanto – come detto- su una diversa determinazione dei valori e delle finalità sociali ma su una differente concezione dei mezzi di riforma. L’idea centrale del socialismo di mettere in costante discussione l’ordine costituito è da Vailati accettata: l’idea di riformare l’ordine costituito attraverso l’abolizione di istituti a carattere individualistico come la proprietà, no. Vailati si accosta in via esclusiva alla dottrina socialista riformista, denunciando senz’ombra di esitazione le derive anarchiche ed astensionistiche del socialismo ottocentesco. Contro il conservatorismo è il disaccordo nei confronti del disconoscimento della flessibilità delle istituzioni e dell’immutabilità dell’ordine costituito. Garantismo, riformismo e flessibilità sono termini ricorrenti all’interno della riflessione vailatiana in politica.
    Riassumendo. Vailati tende a dividere l’ambito delle attività umane in mondo della conoscenza e mondo della volizione (tutto ciò che non è scienza: etica; politica; società; senso del divino). Il mondo della conoscenza è universo di ricerca della scienza; il mondo della volizione non è universo di ricerca della scienza. La filosofia interviene nell’uno e nell’altro mondo: sia determinando i limiti della conoscenza, cioè definendo i due mondi, sia rendendo massimamente efficace la scienza all’interno del mondo della conoscenza attraverso analisi o confronti o sconnessioni/ connessioni di conclusioni scientifiche.

    ------------------------------------------------------------
    n24 Cfr. M. Dal Prà, Momenti della tradizione storico- filosofica di Giovanni Vailati, in idem, Studi sul Pragmatismo italiano, cit., 47: “Dal modo stesso infatti in cui viene compiendo la scelta degli autori classici della storia del pensiero ai quali rifarsi, dal modo in cui affronta l’interpretazione delle loro dottrine, dalla forma in cui ritiene di poterle, almeno in parte, ritradurre nella formulazione della sua prospettiva generale di pragmatismo, si apprendono molti chiarimenti di rilievo della sua stessa dottrina…”.
    n25 Cfr. Giovanni Vailati, Scritti (1863-1909), a cura di M. Calderoni- U. Ricci- G. Vacca, Seeber- Barth, Firenze- Lipsia, 1911, 922: “La questione della verità o falsità può nascere soltanto quando la sensazione o esperienza di cui si tratta, ci suggerisca o ci faccia prevedere altre sensazioni, non presenti ma future, non attuali ma possibili…”.
    n26 Cfr. H. Kantorowicz, La definizione del diritto, Giappichelli, Torino, 1995.
    n27 Cfr. M. Dal Prà, Momenti della tradizione storico- filosofica di Giovanni Vailati, in idem, Studi sul Pragmatismo italiano, cit., 59.
    n28 Cfr. Giovanni Vailati, Scritti (1863-1909), cit., 680: “Confesso che a sentir parlare di Bacone e di Leibniz, di Locke e di Hume, come dei semplici precursori di Kant, sia pure solo nel campo della teoria della conoscenza, mi fa un po’ lo stesso effetto di quello che mi farebbe il sentir parlare di Galileo o di Newton come dei precursori di Poincaré o di Picard, ovvero di Bach e di Beethoven come precursori di Chopin o di Meyerbeer…”.
    n29 Come vedremo successivamente… il richiamo costante a David Hume è utilizzato da Vailati come strumento di confronto con il neo- idealismo italiano di Croce. Si desidera, anziché un ritorno a Kant o un ritorno ad Hegel, un ritorno ad Hume; si brama una nuova forma di neo-humismo (cfr. M. Dal Prà, Studi sul Pragmatismo italiano, cit., 66).
    n30 Cfr. Giovanni Vailati, Scritti (1863-1909), cit., 352.
    n31 Santucci mette in rilievo la tendenza “analitica” di Vailati. Oltre che l’emenda e la chiarificazione del discorso scientifico, funzione della filosofia è, attraverso l’intuizione del Peirce, trovare ed eliminare non-sensi linguistici all’interno dei discorsi scientifico e filosofico. Cfr. A. Santucci, Il Pragmatismo in Italia, Bologna, Il Mulino, 1963, 182-183 e 185: “Il problema si riproponeva nei diversi contesti culturali. Era il caso degli storici della filosofia, esposti… al rischio di scambiare per nuove opinioni o scoperte le diverse espressioni dei medesimi concetti. Nessun canone metodico appariva più convincente di quello del Peirce, quando osservava che il significato di una frase dipendeva dall’esame delle conseguenze che ne derivano e dalle applicazioni che ne sono fatte da chi le enuncia… Donde il sorgere di una questione che implicava una scelta da parte del filosofo, tra la messa al bando dei termini aventi un significato vago ed indeciso e la depurazione dei medesimi da ogni indeterminatezza…”; e “Vailati… reputava che il linguaggio fosse sovente un impedimento all’eliminazione di contrasti o affinità illusorie, che taluni suoi usi derivanti dalla tradizione ci impigliassero in una rete di classificazioni e distinzioni pregiudizievoli…”.
    n32 Cfr. Giovanni Vailati, Scritti (1863-1909), cit., 425: “L’attribuire maggior pregio ad un fine piuttosto che ad un altro, il preferire una data tavola dei valori ad un’altra, l’aderire ad una concezione della vita e dei suoi scopi piuttosto che ad un’altra, non è affare di scienza e di ragionamento, o, in tutti i casi, non di sola scienza o di solo ragionamento, ma è qualche cosa che riguarda il carattere, il temperamento, i sentimenti, i gusti, il particolare modo di essere di ciascun uomo e di ciascun popolo…”.
    n33 Cfr. Giovanni Vailati, Scritti (1863-1909), cit., 340: Vailati non criminalizza lo scienziato in merito all’incapacità di fondare scientificamente le valutazioni umane: “Ma rimproverare alla scienza ed agli scienziati la loro impotenza a questo riguardo, è poco meno assurdo di ciò che sarebbe l’attribuire all’imperizia di un pittore il fatto che la luce d’una lampada da lui dipinta in un suo quadro non vale a rischiarare una stanza oscura dove il quadro si trova appeso…”.

    kiricrate

  2. #2
    Iscritto
    Data Registrazione
    29 May 2002
    Località
    Monza
    Messaggi
    308
     Likes dati
    0
     Like avuti
    1
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito Re: GIOVANNI VAILATI. Relazioni tra scienza e filosofia.

    Brividi!
    E' MEGLIO UNA SUPPOSIZIONE DI UNA SUPPOSTA... Visitate il BLOG FILOSOFICO DI KIRICRATE!!!

  3. #3
    utente
    Data Registrazione
    29 Dec 2011
    Messaggi
    10,312
     Likes dati
    5
     Like avuti
    7,093
    Mentioned
    1188 Post(s)
    Tagged
    11 Thread(s)

    Predefinito Re: GIOVANNI VAILATI. Relazioni tra scienza e filosofia.

    E se tutto è già esistito: che pensi di questo attimo? Non deve anche questo post esserci già stato? E tutte le cose non sono forse annodate saldamente l'una all'altra, in modo tale che questo attìmo trae dietro di sé tutte le cose avvenire? Dunque anche se stesso?

  4. #4
    Iscritto
    Data Registrazione
    29 May 2002
    Località
    Monza
    Messaggi
    308
     Likes dati
    0
     Like avuti
    1
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito Re: GIOVANNI VAILATI. Relazioni tra scienza e filosofia.

    Citazione Originariamente Scritto da trash Visualizza Messaggio
    E se tutto è già esistito: che pensi di questo attimo? Non deve anche questo post esserci già stato? E tutte le cose non sono forse annodate saldamente l'una all'altra, in modo tale che questo attìmo trae dietro di sé tutte le cose avvenire? Dunque anche se stesso?
    Più che altro mi causa brividi il fatto che appunti scritti da un giovanissimo nel 2002 adesso siano un volume recepito dalle maggiori biblioteche universitarie mondiali (tra cui Harvard, Yale e Princeton) e che si stia trasformando, nel 2015, in un secondo volume definitivo sulla figura di Giovanni Vailati, dopo un cammino di quasi 200 pubblicazioni filosofiche e 200 pubblicazioni artistiche :-)
    E' MEGLIO UNA SUPPOSIZIONE DI UNA SUPPOSTA... Visitate il BLOG FILOSOFICO DI KIRICRATE!!!

  5. #5
    utente
    Data Registrazione
    29 Dec 2011
    Messaggi
    10,312
     Likes dati
    5
     Like avuti
    7,093
    Mentioned
    1188 Post(s)
    Tagged
    11 Thread(s)

    Predefinito Re: GIOVANNI VAILATI. Relazioni tra scienza e filosofia.

    sic pandit gloria mundi

 

 

Discussioni Simili

  1. Filosofia, scienza e terremoti
    Di Supermario nel forum Liberalismo e Libertarismo
    Risposte: 4
    Ultimo Messaggio: 01-11-12, 17:16
  2. Risposte: 0
    Ultimo Messaggio: 15-09-07, 16:32
  3. Filosofia della scienza
    Di Alberich nel forum Hdemia
    Risposte: 8
    Ultimo Messaggio: 07-07-06, 08:13
  4. Scienza, Arte, Filosofia e Mistica nello Gnosticismo
    Di Ichthys nel forum La Filosofia e il Pensiero Occidentale
    Risposte: 0
    Ultimo Messaggio: 28-06-05, 13:59
  5. Risposte: 5
    Ultimo Messaggio: 09-05-03, 22:05

Permessi di Scrittura

  • Tu non puoi inviare nuove discussioni
  • Tu non puoi inviare risposte
  • Tu non puoi inviare allegati
  • Tu non puoi modificare i tuoi messaggi
  •  
[Rilevato AdBlock]

Per accedere ai contenuti di questo Forum con AdBlock attivato
devi registrarti gratuitamente ed eseguire il login al Forum.

Per registrarti, disattiva temporaneamente l'AdBlock e dopo aver
fatto il login potrai riattivarlo senza problemi.

Se non ti interessa registrarti, puoi sempre accedere ai contenuti disattivando AdBlock per questo sito