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  1. #1
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    Arrow Bertinotti, Stalin e Rifondazione Comunista

    [mid]http://xoomer.virgilio.it/francesco.rinaldi29/KAR_ITALIANE/Camaleonti/Camaleonti_-_Applausi.mid[/mid]

    Ho letto che Fausto Bertinotti si è alquanto scocciato di vedere ritratto il compagno Stalin sulle pareti delle sezioni di Rifondazione.
    Fra l'altro ha risposto secco a chi ne difendeva la scelta, dicendo chiedete a Bucharin cosa ne pensa di Stalin.
    Ora Bertinotti da una prova estrema di coerenza e bisogna dargliene atto, volentieri, come sempre abbiamo fatto.
    Il problema, che credo a questo punto si comincerà pure lui a porre, è piuttosto, come mai appaia così difficile rinunziare persino all'iconografia staliniana da parte degli iscritti di rifondazione.

  2. #2
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  3. #3
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  4. #4
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    Predefinito tratto da LA VOCE REPUBBLICANA

    Mazzini e il Comunismo

    (Il Comunismo) ha convinto della sua validita’ un considerevole numero di persone, appartenenti alla classe lavoratrice, le quali (…) hanno accolto questo sistema come il meno complesso, il piu’ semplice e il piu’ efficace per alleviare i mali immediati dei quali si lamentano.

    (G.Mazzini, 1846, Pensieri sulla Democrazia in Europa, pag.129, Feltrinelli 1997)
    [mid]http://utenti.lycos.it/NUVOLA_ROSSA/VITASPERICOLATA.mid[/mid]

  5. #5
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    Predefinito tratto da L'OPINIONE 4 marzo 2005

    I riformisti non battono alcun colpo

    di Arturo Diaconale

    Ciò che stupisce non è la sfida aperta lanciata ai riformisti da Fausto Bertinotti nella partita per la conquista della leadership dell’Unione. Il leader di Rifondazione Comunista fa il suo mestiere. Che è quello di dare un obbiettivo alto all’azione politica del proprio partito. E ha tutto il diritto di farlo visto che alle spalle può contare su un largo consenso tra il popolo della sinistra. Ciò che stupisce, semmai, è il silenzio e la passività degli sfidati. Di fronte al guanto di sfida lanciato da Bertinotti i riformisti rimangono inerti. Non un gesto, non una parola, non un segno visibile di vitalità o, peggio, di esistenza.
    Passi per Romano Prodi, che pur di poter tornare a sperare di vincere le elezioni attraverso l’alleanza con Rifondazione è disposto anche a lucidare le scarpe al “subcomandante Fausto”! Ma tutti gli altri, quelli che si dicono riformisti e riformatori, i vari Fassino e D’Alema, i Rutelli ed i Boselli, perché mai si accucciano muti all’angolo senza avere il coraggio di reagire in alcun modo alla sfida del capo dei massimalisti?
    La risposta è che alla vigilia di una campagna elettorale particolarmente impegnativa ed importante bisogna privilegiare le ragioni dell’unità rispetto a quelle della competizione. Ma chi si nasconde dietro a questa argomentazione sa bene di dire una sciocchezza. E’ proprio perché le prossime elezioni regionali rivestono una importanza particolare che i riformisti dovrebbero avere il coraggio di uscire allo scoperto ad accettare la sfida con i massimalisti per la leadership del centro sinistra. Quando, altrimenti, se non nel momento in cui si decide nel concreto quali dovranno essere le caratteristiche politiche principali dello schieramento destinato a sfidare la Casa delle Libertà nel 2006?
    Tanta passività e tanti silenzio da parte dei riformisti, quindi, non nasce dal timore di incrinare l’immagine unitaria dell’Unione. Dipende, più semplicemente, dallo stato di atarassia politica in cui costoro sembrano essere caduti. Bertinotti ha una linea chiara, netta, riconoscibile. Chiede la patrimoniale, la nazionalizzazione delle grandi aziende in crisi, la cancellazione di tutte le riforme varate dal centro destra nel corso dell’attuale legislatura, la difesa ad oltranza dello stato assistenziale, l’antiamericanismo nudo e crudo ed, in generale, il ritorno agli anni ’70, con il salario variabile indipendente e la scala mobile finanziata dal deficit crescente dello stato. Qual è la linea antagonista dei riformisti? La risposta è che questa linea non c’è. O meglio, la linea riformista esiste. Ma non è quella dei presunti riformisti del centro sinistra ma quella dei riformisti veri del centro destra.
    Se questo è il punto si capisce perché Bertinotti rivendichi la leadership dell’Unione. E, soprattutto, perché abbia invitato al congresso Silvio Berlusconi. La partita è tra loro due. Tanto vale metterlo in chiaro fin da adesso!

  6. #6
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  7. #7
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    Predefinito tratto da L'OPINIONE 9 marzo 2005

    [color=dark blue]Bertinotti, uno tsunami a sinistra
    [/color]
    di Tullio Toscano

    Il recente congresso di Rifondazione comunista tenutosi a Venezia, non è un evento di poco conto o di ordinaria amministrazione nel panorama politico italiano. Per la sinistra, poi, è un autentico tsunami che agirà da detonatore nel suo ambito, esaltandone divisioni e contrasti. Almeno così crediamo.
    Come è noto, Fausto Bertinotti con la sua consueta franchezza ha delineato i confini entro i quali intende muoversi in futuro e di cui i suoi alleati dovranno tenere conto. E’ vero che in Italia i programmi elettorali o di governo sono per consuetudine carta straccia, ossia “chiffon de papier” come dicono i francesi. Ma nel caso di Rifondazione non sarà probabilmente così, perché già nella precedente maggioranza di centrosinistra (1996-2001) il partito di Bertinotti fu capace di esercitare una pesante azione di condizionamento fino ad imporre le famigerate “35 ore” settimanali, che sono un relitto storico ereditato dal governo francese di Léon Blum di metà degli anni Trenta.
    Era una misura cervellotica che Romano Prodi, allora presidente del Consiglio, accettò supinamente pur sapendosi che la formula era stata abbandonata da decenni e si marciava già verso le 40 ore settimanali. Non solo, nel 1996-2001 Rifondazione comunista appoggiava il governo dall’esterno, mentre in quello eventuale futuro del 2006 ne farebbe interamente parte, acquisendo più forti poteri di interdizione. Se l’ipotesi è esatta, il centrosinistra che si candida a governare uno dei maggiori paesi industrializzati dell’occidente, dovrebbe subito riflettere su quanto si è detto a Venezia e far sapere agli elettori quali punti del programma di Rifondazione intende accettare e quali no, traendone le dovute conseguenze in ordine alla futura composizione della maggioranza. E’ vero che il centrosinistra non ha ancora un suo programma ufficiale e definitivo cui riferirsi, ma anche in assenza di tale documento è suo dovere pronunciarsi su quei punti che sembrano contraddire sia l’attuale collocazione internazionale dell’Italia, sia la sua stessa struttura economica e sociale. A Venezia, infatti, sono stati messi in discussione assetti fondamentali del nostro paese, quali il suo ruolo in ambito europeo, i legami con gli Usa, la partecipazione alle missioni di pace, il diritto di proprietà da abolire (sia pure a scadenza), la libera iniziativa, etc. Perciò, una domanda è doverosa: gli alleati Romano Prodi e compagni come intendono esorcizzare questi pericoli, che farebbero dell’eventuale futuro governo di sinistra uno strumento d’involuzione del paese, che verrebbe respinto negli anni Venti e Trenta? La vittoria della sinistra nelle elezioni del 1996 condannò l’Italia a cinque anni di instabilità e a quattro governi diversi. Se la crisi non fu allora più grave, fu perché l’opposizione di centrodestra non imboccò (come quello attuale) la strada dell’ostruzionismo sistematico e preconcetto in Parlamento e sulle piazze. Ma non potrebbe essere più così, se al governo del Paese dovesse partecipare una forza politica antioccidentale e oscurantista, aperta come vorrebbe Bertinotti, anche ai cosiddetti “movimenti” (no-global, disobbedienti, tute bianche e nere), che dovrebbero essere ascoltati al pari dei sindacati. Se ciò si avverasse, chi potrebbe negare un sottosegretariato a noti “movimentisti” come Luca Casarini o Francesco Caruso?

  8. #8
    brescianofobo
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    Hey, Calvin, quand'è che ci fai un bel thread titolato HITLER, BOSSI E LA LEGA NORD?

    Guarda che nella sede della Padagnia un paio d'anni fa c'erano le immagini del Fuhrer e delle SS, e la Padania è l'Organo Ufficiale della Lega Nord, direttore politico Umberto Bossi.

  9. #9
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    Originally posted by brunik
    Hey, Calvin, quand'è che ci fai un bel thread titolato HITLER, BOSSI E LA LEGA NORD?

    Guarda che nella sede della Padagnia un paio d'anni fa c'erano le immagini del Fuhrer e delle SS, e la Padania è l'Organo Ufficiale della Lega Nord, direttore politico Umberto Bossi.
    Si dovrebbero fare un giro sul forum della cosiddetta Destra Sociale.....Storace e Alemanno....cmq entrambe simpatici e Alemanno pure belloccio....come Bertinotti.

  10. #10
    brescianofobo
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    Originally posted by Claude
    Si dovrebbero fare un giro sul forum della cosiddetta Destra Sociale.....Storace e Alemanno....cmq entrambe simpatici e Alemanno pure belloccio....come Bertinotti.
    Ma allora facciamo un thread dal titolo STORACE, STARACE E AN. Bisogna osservare la realtà multiforme nella sua intierezza, se vogliamo davvero essere laici, non fossilizzarci sull'anticomumismo, si puo' essere anche anti-un sacco di altre cose.

    Su questa terra benedetta dal sole e dalle arance non esiste mica solo il comunismo, grazie al cielo. C'i sono anche il nazismo, il fascismo, il leghismo e il pollismo, che non sono certo meno attuali e pericolosi.

 

 
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