Pagina 4 di 4 PrimaPrima ... 34
Risultati da 31 a 34 di 34
  1. #31
    email non funzionante
    Data Registrazione
    06 Mar 2002
    Messaggi
    13,127
     Likes dati
    0
     Like avuti
    0
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito Adesso "tocca" a loro...

    ...a parlare...parlare...non possono far altro che parlare.

    Fino a due anni fa è toccato a noi, ed erano loro che "agivano", dicevano. Ma più che altro "volevano ma non potevano", parole sante di D'Alema.

    Lasciateli "cantare"...!

    saluti

  2. #32
    Registered User
    Data Registrazione
    25 Mar 2002
    Località
    TORINO
    Messaggi
    15
     Likes dati
    0
     Like avuti
    0
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito

    PIEFFEBI
    "Non credo che si possa dialogare con chi esordisce in
    modo così ridicolo e parlando di nulla, forse perchè
    non ha nulla da dire di intelligente,
    ma lo vuole dire ugualmente"
    Parafrasando non potevi darmi direttamente dell'idiota?
    Hai una bella faccia tosta ad accusarmi di esordire in modo
    così ridicolo parlando del nulla.

    Ma la sostanza dov'è? Nascosta nelle note a piè di pagina
    dell'ultimo manuale di scienza politica che hai letto??
    Preferisci etichettare piuttosto che dialogare, preferisci darmi
    del perfetto agit-prop ulivetano. (non so se offendermi o no
    perchè non capisco cosa significhi e quindi confermo la tua
    definizione iniziale di idiota). Come diceva Marx "la religione
    è l'oppio dei popoli", il cristianesimo ha portato le crociate
    e l'oscurantismo, l'islam la guerra di religione, il berlusconesimo la
    religione più monoteista che ci sia rischia di fare ancora più
    danni. Gesù lo crocifissero in mezzo a due ladroni......lo spirito
    emulativo di Silvio lo porta a circondarsi di certe persone. Ci abbiamo
    messo 50 anni ad uscire dalla battaglia tra la religione cattolica e la
    "religione" comunista, serviva proprio una nuova religione, un capo
    carismatico ed una stola di adepti. Gli italiani hanno sempre avuto
    bisogno di una guida, per secoli sotto le sottane papali, agli ordini del
    signorotto locale, o sotto l'egemonia straniera. Poi Mazzini, Cavour,
    Garibaldi per darci un unico "RE" ma troppo debole e quindi sfociato
    nel delirio di onnipotenza del Duce e finalmente giunto ad una
    democrazia. Ma quale democrazia? Sempre sotto l'alleato americano
    al fianco della DC schiacciati dal "Dio ti vede, Stalin no" con i preti
    che alle elezioni del '48 hanno fatto votare pure i morti. Oppure al
    fianco della potenza nemica Sovietica schiavi dei rubli del PCUS
    schiacciati dal sole dell'avvenire. Era troppo bello che finalmente
    si rompesse questo giogo idealista e propagandista. Un paese normale
    come titolava un pessimo libro di D'Alema. Un paese come le
    grandi democrazie europee. E le pecore italiane come fanno?
    Serve un nuovo pastore, un nuovo pastore che minacci ancora
    che i cosacchi abbevereranno i loro cavalli nelle fontane di S.Pietro,
    che siamo in pericolo, che dobbiamo risorgere. Ma come nelle
    notti scandinave solo anni di buio istituzionale. L'alba democratica
    è ancora lontana.
    Quanto sopra è lo sforzo per non mandarti a fare in culo direttamente

  3. #33
    SENATORE di POL
    Data Registrazione
    05 Mar 2002
    Località
    Alessandria
    Messaggi
    23,784
     Likes dati
    2
     Like avuti
    10
    Mentioned
    1 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito

    dal quotidiano di Confindustria

    " Il Sole 24 ore del 04/10/2005


    --------------------------------------------------------------------------------
    Sinistra e lavoro

    Fiera delle ipocrisie sulla legge Biagi


    Michele Tiraboschi
    --------------------------------------------------------------------------------

    Abrogare la legge Biagi? Rassegniamoci sin da ora. Quella che sembra essere poco più di una provocazione diventerà, ben presto, uno dei principali leitmotiv che caratterizzeranno, di qui ai prossimi mesi, la lunga volata che ci porterà alle elezioni politiche. E già successo in Germania e Norvegia, dove il confronto elettorale delle settimane passate è stato polarizzato dalle riforme di mercato del lavoro e dal problema della disoccupazione.
    E lo sarà a maggior ragione in Italia, dove non sono neppure bastati i dati, più che positivi, sull'occupazione per portare un po' di tregua sulla riforma Biagi.
    Siamo l'unico Paese che registra, da quasi quattro anni, un costante incremento dei tassi di occupazione regolare una significativa contrazione del lavoro precario. Lo stesso tasso di disoccupazione è drasticamente sceso al 7,5 per cento. Ben al di sotto della media europea, e di gran lunga meglio rispetto a quanto avviene in Paesi come Francia, Spagna e Germania. Eppure i significativi sforzi compiuti sulla strada della modernizzazione del mercato del lavoro, in una chiara linea di continuità tra pacchetto Treu e legge Biagi (come ben sanno gli addetti ai lavori), stentano ad essere riconosciuti. Quasi si rimpiangesse, per mere convenienze politiche o pregiudiziali ideologiche, quello che sino a pochi anni fa veniva considerato dalla Ue il peggiore mercato del lavoro in Europa.
    Nelle dinamiche, invero mai limpide, del confronto politico e sindacale il merito stenta in ogni caso ad emergere. E poco o nulla importa se, pur con alcune difficoltà e rilevanti contraddizioni, la legge Biagi ha consentito di rendere più effettive e fluide le regole che governano l'incontro tra domanda e offerta di lavoro. Al di là di quanto di positivo emerge dalle rilevazioni Statistiche ha, dunque, certamente senso porsi il problema, tutto politico, dell'abrogazione di una legge divenuta suo malgrado il simbolo della precarietà- e della mercificazione del lavoro.
    Ma è davvero possibile, anche ammesso che si presentino a breve le condizioni politiche, abrogare la legge Biagi e i relativi decreti di attuazione? Chi ne abbia seguito in questi anni il complesso e laboriose processo di implementazione può affermare chela legge Biagi si è a tal punto radicata nel nostro ordinamento che difficilmente potrà essere smantellata da una diversa coalizione di governo. Per cambiare registro non saranno certamente sufficienti le fatidiche tre parole del legislatore. La conferma di ciò viene dal fatto che, paradossalmente, nella completa inerzia delle Regioni della maggioranza, sono state proprio le Regioni del centro-sinistra a dare piena e tempestiva attuazione alla legge Biagi. Cancellarla significherebbe, in altre parole, abrogare svariate normative regionali, altrettanto corpose e incisive, che toccano tutti i profili centrali del nostro mercato del lavoro, a partire -dall'organizzazione e disciplina dei servizi per l'impiego sino ai contratti di apprendistato che rappresentano il principale canale di contrasto del precariato e di sostegno dell'occupazione giovanile.
    Si tratterebbe di un clamoroso passo indietro che, pur con tutte le cautele del caso, pare davvero difficile ipotizzare. E, a ben vedere, che il giudizio sostanziale sulla legge Biagi possa cambiare, non appena si passi da una posizione di contestazione a un ruolo istituzionale e di responsabilità di governo, lo dimostra ora quanto fatto a Bologna da uno degli oppositori della prima ora della legge. Nessuno lo ha ancora fatto notare. Ma, nell'imporre la modalità cosiddetta "a progetto" della Biagi alle collaborazioni coordinate continuative attivate dal comune di Bologna, Sergio Cofferati si è spinto ben oltre estendendone il campo di applicazione, per mero accordo sindacale, persino alle pubbliche amministrazioni che pure formalmente risulterebbero escluse. Una conferma della bontà di talune intuizioni contenute nella legge Biagi su cui vale la pena di insistere. Trattandosi di una legge sperimentale sarebbe del resto controproducente qualunque modifica, anche per quanti ne hanno ingiustamente fatto il simbolo della precarietà, prima di averne potuto verificare sul campo gli effetti sul nostro mercato del lavoro.
    "


    Saluti liberali

  4. #34
    SENATORE di POL
    Data Registrazione
    05 Mar 2002
    Località
    Alessandria
    Messaggi
    23,784
     Likes dati
    2
     Like avuti
    10
    Mentioned
    1 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito

    dal quotidiano LIBERO di oggi

    Effetto Biagi: occupazione record

    di FRANCESCO FORTE


    ppp Il governo Berlusconi non c'è più, ma ha lasciato agli italiani un grande regalo. Grazie alla legge Biagi, che ha sviluppato e ampliato la precedente legge Treu e alle connesse riduzioni di carichi fiscali e contributivi, quest'anno, nel terzo trimestre, ci sono 460 mila posti di lavoro in più rispetto al terzo del 2005. Il due per cento di occupati in più rispetto allo scorso anno. Nel 2001 gli occupati furono 21,5 milioni ora sono 23 milioni. La promessa di un milione e mezzo in più di occupati del contratto con gli italiani del 2001 è stata mantenuta. Ancor più brillante è il dato sulla disoccupazione nel Mezzogiorno, scesa dal 19% al 10,7%: il livello di disoccupazione medio attuale della ricca Germania. In generale la nuova occupazione beneficia soprattutto le fasce cosiddette "marginali" della popolazione, per le quali è più difficile trovare lavoro: le donne, gli anziani, i più giovani, i meridionali, gli immigrati. E si è attuata in gran parte mediante lavoro atipico, cioè flessibile, ossia con le riforme di liberalizzazione del mercato del lavoro . Infatti 215 mila dei nuovi contratti sono a termine, 224 mila riguardano lavoratori anziani (sopra i 50 anni), 140 mila riguardano lavoratori a tempo parziale, 168 mila lavoratori sotto i quarant'anni, 172 mila lavoratori stranieri. L'immediato stop alle opere pubbliche
    Ciò è avvenuto nonostante che il governo Prodi nei pochi mesi da quando è al potere abbia picconato un settore che, di solito, crea lavoro, come quello dell'edilizia. Lo ha picconato con la tassazione delle vendite immobiliari, più volte cambiata e comunque inasprita, e con il fermo alle varie opere pubbliche tramite l'accantonamento della Legge Obbiettivo che ne snelliva le procedure, la guerra all'Alta velocità (i "no Tav" che stanno nel governo, quella contro il ponte sullo stretto di Messina (opera autofinanziata in parte dall'iniziativa privata con i proventi dei futuri pedaggi e in parte con fondi europei, che così si perdono) etcetera. Risultato, nell'edilizia l'occupazione è scesa di 38 mila unità. Aumenta però di 25 mila in agricoltura e di 32 mila nell'industria e di 450 mila nei servizi: da quelli alle imprese, a quelli del turismo, a quelli alle famiglie e di natura sociale, a quelli della nuova economia informatica e tecnologica, a tutto ciò che prima, con le regole rigide e gli alti oneri fiscali e contributivi sul lavoro, le imprese piccole e medie non si riuscivano a fare. Le politiche di liberalizzazione e defiscalizzazione del lavoro, con questa grande crescita dell'occupazione nei servizi, stanno dando un contribuito all'economia produttiva e all'esportazione, sia direttamente, sia in quanto le industrie e l'agricoltura si avvalgono sempre più dei servizi esterni. La nuova politica del lavoro riguarda soprattutto persone e famiglie che faticavano a trovare lavoro e a mettere insieme un reddito decente. Sicché questa politica di libertà e bassi oneri fiscali e contributivi vale molto di più delle politiche "sociali" di sovvenzioni ai cosiddetti "incapienti" e di favori a pioggia di cui questo governo si compiace, che vengono tratti dagli inasprimenti fiscali. Prodi, di fronte a questi dati, dovrebbe fare il mea culpa, rispetto agli inasprimenti di contributi sociali a carico degli atipici e alle norme di complicazione dei contratti di legge Biagi, disposti dalla legge finanziaria. L'incremento delle pensioni non si realizza tramite le maggiori aliquote di contributi, ma tramite la flessibilità del lavoro e la moderazione delle aliquote che genera maggiore occupazione e quindi più versamenti contributivi. La strana esultanza dei sindacati

    In questi giorni il sindacato esulta perché sono stati assunti 6.500 "precari" dal gruppo di call center Almaviva Atesia. Si omette di specificare che sono "part time", con 4 ore al giorno, cioè con un contratto derivante dalla riforma Biagi, sino ad ora aspramente combattuto dai sindacati medesimi. Soprattutto, si omette di notare che se il gruppo Almaviva può assumere 6500 lavoratori, che erano prima con posto non stabile, è perché è potuto crescere, grazie al lavoro flessibile. Quando l'impresa ha successo e si afferma, i lavoratori si stabilizzano. E se nel Mezzogiorno la disoccupazione è calata dal 19 al 10,7 per cento, sarà bene che si rifletta su ciò. Quel che non sono riuscite a fare la "Cassa del Mezzogiorno" e le "cabine di regia"" per il Sud colle loro sovvenzioni, lo ha fatto la maggior libertà del lavoro, Non si sprechi questo lascito del contratto con gli italiani di Berlusconi .

    Saluti liberali

 

 
Pagina 4 di 4 PrimaPrima ... 34

Discussioni Simili

  1. 3d Riforma del Mercato del Lavoro
    Di SteCompagno nel forum Sinistra Italiana
    Risposte: 238
    Ultimo Messaggio: 20-04-12, 18:42
  2. Riforma del mercato del lavoro? Ma de che'?
    Di Fuori_schema nel forum Politica Nazionale
    Risposte: 166
    Ultimo Messaggio: 16-03-12, 15:39
  3. Il Pd e la riforma del mercato del lavoro
    Di Gdem88 nel forum Centrosinistra Italiano
    Risposte: 3
    Ultimo Messaggio: 31-12-11, 14:15
  4. Riforma mercato del lavoro art. 18
    Di marboa nel forum Politica Nazionale
    Risposte: 2
    Ultimo Messaggio: 31-05-07, 13:05
  5. La riforma del mercato del lavoro
    Di krentak the Arising! nel forum Centrodestra Italiano
    Risposte: 0
    Ultimo Messaggio: 20-06-03, 19:59

Permessi di Scrittura

  • Tu non puoi inviare nuove discussioni
  • Tu non puoi inviare risposte
  • Tu non puoi inviare allegati
  • Tu non puoi modificare i tuoi messaggi
  •  
[Rilevato AdBlock]

Per accedere ai contenuti di questo Forum con AdBlock attivato
devi registrarti gratuitamente ed eseguire il login al Forum.

Per registrarti, disattiva temporaneamente l'AdBlock e dopo aver
fatto il login potrai riattivarlo senza problemi.

Se non ti interessa registrarti, puoi sempre accedere ai contenuti disattivando AdBlock per questo sito