L’entità sionista ordina: “Spazzare via Hamas”
| Giovedì 12 Giugno 2003 - 18:16 | |
Tel Aviv - La road map? Una farsa internazionale durata troppo poco. Questo l'unico commento adatto a descrivere quella che i media internazionali e le diplomazie occidentali avevano considerato l'eccellente arma per risolvere una volta per tutte la questione vicinorientale. A farla dissolvere come neve al sole è stato l'attacco di mercoledì contro il numero due di Hamas, al Ratissi. La risposta della resistenza palestinese non si è fatta certo attendere. Così, nel tardo pomeriggio dello stesso giorno un giovane martire di appena 18 anni, Abdel Mohti Shebana, si è fatto saltare in aria a bordo di un autobus zeppo di civili israeliani a Gerusalemme Ovest, provocando la morte di altre sedici persone e il ferimento di quasi un centinaio. Sono stati gli stessi parenti stretti del giovane suicida a renderlo noto ai giornalisti stranieri, prima di abbandonare la propria abitazione nella facile previsione di un'imminente demolizione da parte delle truppe con la stella di David per ritorsione. La strage di Gerusalemme è stata subito definita come la vendetta palestinese per l'operazione contro Rantissi, dallo sceicco Ahmed Yassin, il capo spirituale di Hamas. Lo stesso Yassin aveva cosi commentato l'attentato a Rantissi: "Israele colpisce i civili palestinesi, e allora bisogna colpire i civili israeliani. D'ora in poi tutti gli israeliani sono obiettivi". Un'ora dopo il martirio del giovane palestinese, uno dei più alti esponenti di Hamas è stato assassinato, insieme ad altri cinque palestinesi, durante l'ennesimo raid sferrato dagli elicotteri militari israeliani nelle immediate vicinanze della città di Gaza. Si tratta di Tito Massaoud, capo dell'ala militare Izz-el-Din al-Qassam, del movimento Hamas: un missile ha centrato l'autovettura sulla quale Massaoud viaggiava insieme ad un altro esponente di Hamas, uccidendoli entrambi. Gli elicotteri israeliani hanno lanciato poi altri cinque missili, e anche cinque passanti ne sono rimasti uccisi: tutto questo è avvenuto nel cuore di un quartiere residenziale in un sobborgo della città di Gaza. Ed ora, anche se i benpensanti grideranno agli orrori perpetrati dai palestinesi, la situazione diventerà ancora più incandescente. Motivo?
L'entità sionista ho dato all'esercito l'ordine di "spazzar via il gruppo radicale palestinese con qualunque mezzo e colpendo qualunque obiettivo". Lo ha reso noto la radio delle forze armate, secondo cui la decisione è stata presa al termine di un incontro tra il ministro della Difesa, Shaul Mofaz, e i vertici militari israeliani. Si tratta di un'autorizzazione a colpire indiscriminatamente non solo le infrastrutture, ma anche tutti i membri di Hamas, da quello di grado più basso allo sceicco Ahmad Yassin, suo fondatore e leader spirituale. Naturalmente a morire saranno anche e soprattutto gli innocenti, come è già avvenuto in questi due ultimi giorni a Gaza. Ma tutto sembra rientrare nella norma. Uccidere un palestinese non è un reato per il diritto internazionale. Lo dimostra il silenzio assordante delle "democrazie" di tutto il mondo. "Israele ha il dovere di rispondere al terribile attentato a Geruslamme - ha affermato il ministro sionista della Giustizia, Tommy Lapid - ma dobbiamo evitare di inimicarci gli americani e dobbiamo reagire in modo intelligente". E Hamas ha subito risposto alla decisione dell'entità sionista. La minaccia di spazzare via il movimento è, secondo uno dei capi, Islamil Haniya, una prova della crisi politica che Ariel Sharon si trova ad affrontare per il fallimento della lotta contro l'Intifada e del tentativo di garantire la sicurezza dei suoi cittadini. Secondo Haniya, la guerra senza quartiere annunciata dall'esercito non è una novità. Non è la prima volta che i sionisti minacciano il nostro movimento e i nostri leader politici. Ogni palestinese è diventato un obiettivo per Israele e questo ordine non fa che portare avanti la spirale avviata dopo il vertice di Aqaba.
Nulla di nuovo dunque sul fronte palestinese: gli aggressori continuano ad uccidere senza freno con la silenziosa legittimazione internazionale.
Rinascita