Il Centcom: "Distrutto un campo di addestramento"
Altri 27 morti in un attacco alle truppe americane
Iraq, gli Usa colpiscono
uccisi 70 presunti terroristi
I miliziani incendiano un oleodotto nel nord del Paese
BAGDAD - Un'altra giornata di tensione in Iraq. L'operazione di rastrellamento incominciata ieri dalle truppe americane è culminata oggi con una attacco nel corso del quale sono stati uccisi settanta uomini in quello che secondo il Comando centrale era un "campo di addestramento per terroristi". A questi si aggiungono altre 27 vittime: miliziani che hanno attaccato la colonna Usa impegnata nell'operazione e sono rimasti uccisi. Inoltre, sono stati appiccati due incendi a un oleodotto, probabile rappresaglia contro le multinazionali americane che proprio ieri avevano ottenuto i primi contratti per la ricostruzione del dopoguerra.
L'operazione "Peninsula strike" è la più imponente dalla caduta di Baghdad e ha già portato all'arresto di circa 400 persone sospette. Organizzata in due fasi, coinvolge 4000 soldati ed è volta a sradicare con una serie di raid ciò che resta del partito Baath, messo fuori legge alcune settimane fa. Si tratta, secondo l'intelligence americana, di gruppi paramilitari e altri "elementi sovversivi" che avrebbero trovato rifugio in alcune comunità insediate su una penisola lungo il fiume Tigri, a nordest di Balad. Gli americani avevano detto in precedenza che l'attacco di oggi al campo, che si trova 150 chilometri a nordovest di Bagdad, era iniziato ieri mattina con un bombardamento.
L'attacco alle truppe americane costato la vita a 27 miliziani è avvenuto a Balad, a nordest della capitale irachena. Il Comando centrale americano ha riferito che un commando ha sparato alcuni razzi Rpg contro i carri armati della quarta divisione di fanteria americana a Balad. "I carri - dice un comunicato - hanno risposto al fuoco, uccidendo quattro persone e costringendo gli altri alla fuga". I carri armati e i mezzi Bradley, sostenuti dagli elicotteri Apache AH-64, hanno inseguito i nemici, uccidendo altre 23 persone.
Ma i miliziani hanno aperto anche un altro fronte, quello petrolifero. L'oleodotto che collega gli impianti estrattivi del nord con la Turchia è stato messo fuori uso con due attenatti dinamitardi. Vicino Baiji, lungo la strada che collega Bagdad a Mosul e che corre parallela all'oleodotto, si sono sviluppati due violenti incendi. Secondo alcuni testimoni, l'attentato, che viene a 24 ore dalla sigla dei primi contratti del dopoguerra per l'estrazione del petrolio, è stato compiuto da iracheni.
A 225 chilometri a Nord di Baghdad, Baiji è sede dei principali impianti di estrazione, di raffinerie e di centrali elettriche, tutti riforniti dai pozzi intorno a Kirkuk. A meno di un'ora di auto si trova Tikrit, città natale di Saddam Hussein.
Ieri l'amministrazione provvisoria americana in Iraq ha dato ad alcune multinazionali petrolifere le concessioni per l'esportazione del greggio dei pozzi intorno a Bassora e di quello già immagazinato nel porto turco di Ceyhan, all'altro capo dell'oleodotto che parte da Kirkuk.
A Bagdad invece è finito male il tentativo di evasione di un iracheno da un centro di detenzione allestito dalle forze di coalizione nella zona dell'aeroporto. In due hanno tentato la fuga, ma i militari hanno aperto il fuoco: uno è deceduto in ospedale per la gravità delle ferite, l'altro è stato preso.
(13 giugno 2003)