Risultati da 1 a 8 di 8
  1. #1
    Conservatorismo e Libertà
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    Predefinito Una riflessione sulle elites

    La polemica nata in questi giorni dopo le dichiarazioni di Renato Brunetta ha del paradossale: da un lato un esponente di spicco del governo di centro-destra che attacca le élites e si appella direttamente al popolo e dall’altro i leader della sinistra che respingono con durezza le accuse di Brunetta e si ergono a paladine delle aristocrazie del potere. In teoria sarebbe proprio della cultura della destra liberal-conservatrice un approccio realista alla politica ed alla democrazia; un approccio che normalmente la porta a riconoscere il ruolo delle élites nel concreto funzionamento dei sistemi politici e sociali. Nella cultura della destra la democrazia non è il potere del popolo in quanto tale, quanto piuttosto il potere esercitato dalle élites, ma sottoposto al controllo del popolo. Viceversa è proprio della cultura della sinistra (o almeno di quella non totalitaria) una visione utopista della democrazia che affida direttamente al popolo la titolarità e l’esercizio del potere

    Ma il paradosso è solo apparente e si spiega facilmente se si pone attenzione alle caratteristiche peculiari della storia delle élites (intellettuali, letterarie, artistiche, cinematografiche, giornalistiche, burocratiche, sindacali, giudiziarie …) del nostro Paese. Sarà per la storica debolezza della borghesia, sarà per il processo faticoso ed incompiuto di formazione dello Stato unitario, sarà per la presenza radicata della Chiesa, sarà per la vicenda del fascismo, sarà per la presenza del più forte partito comunista di Occidente. Sarà per l’insieme di questi fattori ma certo è che in Italia le élites sociali non sono mai riuscite a svolgere appieno quel ruolo di guida morale e di punto di riferimento culturale che avrebbero dovuto assumere.

    Di fronte ad un sistema politico debole e frammentato, di fronte ad un sistema economico chiuso, di fronte ad una cultura nazionale scissa, le élites italiane hanno storicamente preferito svolgere una funzione “antinazionale”, ritagliandosi degli spazi di potere attraverso cui estrarre delle comode rendite al riparo da ogni rischio. Anziché correre i rischi inevitabilmente con l’esercizio della funzione di guida dei processi politici, economici e sociali, le élites nazionali hanno preferito adagiarsi su posizioni parassitarie, quasi sempre assistite da soldi pubblici. Ma questa dinamica assistenziale ha inevitabilmente minato la capacità delle élites di interpretare il sentimento nazionale e di comunicare con il demos. Anzi, per rafforzare la propria posizione ed il proprio prestigio, le élites hanno spesso ceduto alla tentazione di porsi in posizione antagonista rispetto alla cultura ed alla identità del Paese.

    Il caso del cinema italiano, sollevato proprio da Brunetta nelle scorse settimane è illuminante. Nel corso degli ultimi decenni si è sviluppato un vero e proprio ceto di registi, sceneggiatori ed attori cinematografici i quali, sopravvissuti grazie alle sovvenzioni dello Stato, non sono riusciti a produrre nulla di veramente notevole dal punto di vista artistico ma al tempo stesso si sono erti a rigorosi fustigatori dei (cattivi) costumi nazionali. Un esempio. Quanti sono in grado di ricordare all’impronta un (dico uno solo) film di Cito Maselli, regista sempre in prima fila nella polemica contro le degenerazioni del sistema?

    Ma l’equilibrio che si era storicamente consolidato fra potere politico debole ed élites parassitarie si è rotto quando nel 1994, crollata la prima repubblica, la nostra democrazia si è faticosamente avviata verso un modello di democrazia decidente. In quel momento il compromesso di reciproca tolleranza nell’indifferenza è venuto meno. Le élites, sentitesi minacciate nelle proprie posizioni, hanno preteso di alzare la voce nella speranza di restaurare l’età dell’oro. La violenza delle polemiche che l’intellighenzia italica rivolge da ormai quindici anni all’indirizzo di Silvio Berlusconi non è nemmeno lontanamente paragonabile a quella che si registrava negli ultimi vent’anni della prima Repubblica. Eppure in quegli anni si sono consumati alcuni dei principali misfatti che hanno demolito lo Stato italiano, hanno squalificato la nostra democrazia ed hanno azzoppato il nostro sistema economico. I gravi problemi che oggi ci troviamo ad affrontare derivano essenzialmente da quel periodo, periodo nel quale le nostre élites, mollemente adagiate tra Capalbio, Cortina e Montecarlo, non trovavano il coraggio di far sentire con forza la propria voce.

    Dal nostro punto di vista, allora, il problema quindi non è tanto la polemica contro le élites in quanto tali. Non è la rivendicazione del popolo come unica fonte di legittimazione del potere. Il problema è che cambi in profondità la qualità delle nostre élites. Le élites dovrebbero essere in grado di anticipare e guidare i processi di innovazione, di aprire nuovi scenari. E’ di queste élites che sentiamo dannatamente la mancanza in questa fase di transizione. Viceversa di élites di mera conservazione dello status quo (e delle rendite parassitarie di cui godono) non abbiamo alcun bisogno. Queste élites, ha ragione allora Brunetta, che vadano a morire ammazzate!

    Ha ragione Brunetta: bisogna liberarsi di élites parassitarie e improduttive | l'Occidentale

  2. #2
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    Predefinito Rif: Una riflessione sulle elites

    Citto Maselli da cinquant'anni fa quasi un film all'anno, alcuni dei quali ben famosi, non mi pare proprio il migliore obiettivo polemico ....

    Le ombre rosse (2009)
    Civico zero (2007)
    Frammenti di Novecento (2005)
    Firenze, il nostro domani (2003)
    Lettere dalla Palestina (2002)
    Un altro mondo è possibile (2001)
    Il compagno (1999) (TV)
    Cronache del terzo millennio (1996)
    Intolerance (1996) (episodio "Pietas")
    Il segreto (1990)
    L'alba (1990)
    Codice privato (1988)
    Storia d'amore (1986)
    L'addio a Enrico Berlinguer (1984)
    Tre operai (1980) miniserie TV
    Il sospetto (1975)
    Lettera aperta a un giornale della sera (1970)
    Ruba al prossimo tuo (1969)
    Fai in fretta ad uccidermi... ho freddo! (1967)
    Gli indifferenti (1964)
    Le italiane e l'amore (1961) (episodio "Le adolescenti e l'amore")
    I delfini (1960)
    La suola romana (1960)
    Adolescenza (1959)
    Bambini al cinema (1956)
    La donna del giorno (1956)
    Gli sbandati (1955)
    Cantamaggio a Cervarezza (1954)
    L'amore in città (1953) (episodio "Storia di Caterina")
    Città che dorme (1953)
    Festa dei morti in Sicilia (1953)
    I fiori (1953)
    Uno spettacolo di pupi (1953)
    Ombrelli (1952)
    Bambini (1951)
    Sport minore (1951)
    Stracciaroli (1951)
    Zona pericolosa (1951)
    Finestre (1950)
    Bagnaia, villaggio italiano (1949)
    Tibet proibito (1949)

    Sentire poi una critica alle elitès improduttive dal governo della Confindustria ...
    Ultima modifica di Manfr; 24-09-09 alle 09:33

  3. #3
    Stalinismo Berlusconiano
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    Predefinito Rif: Una riflessione sulle elites

    Citazione Originariamente Scritto da Manfr Visualizza Messaggio

    Sentire poi una critica alle elitès improduttive dal governo della Confindustria ...


    Frasi fatte, campate di quello.
    Dimitri Oblomov per un PDL colbertista, socialista e fascista

  4. #4
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    Predefinito Rif: Una riflessione sulle elites

    Citazione Originariamente Scritto da Dimitri Oblomov Visualizza Messaggio
    Frasi fatte, campate di quello.
    Non è il vostro, il governo della deregolazione in tema di diritto del lavoro ? A casa mia questo si chiama essere il "governo dei padroni"

  5. #5
    Stalinismo Berlusconiano
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    Predefinito Rif: Una riflessione sulle elites

    Citazione Originariamente Scritto da Manfr Visualizza Messaggio
    Non è il vostro, il governo della deregolazione in tema di diritto del lavoro ? A casa mia questo si chiama essere il "governo dei padroni"


    A casa mia la tua è riesumazione di idee che hanno fallito in tutto e per tutto.
    Dimitri Oblomov per un PDL colbertista, socialista e fascista

  6. #6
    Stalinismo Berlusconiano
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    Predefinito Rif: Una riflessione sulle elites

    La deregolamentazione poi è iniziata coi governi di centrosinistra ed è un fatto ineluttabile nel mercato globale.
    O pensi di reintrodurre la scala mobile magari?
    Dimitri Oblomov per un PDL colbertista, socialista e fascista

  7. #7
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    Predefinito Rif: Una riflessione sulle elites

    Citazione Originariamente Scritto da Dimitri Oblomov Visualizza Messaggio
    La deregolamentazione poi è iniziata coi governi di centrosinistra ed è un fatto ineluttabile nel mercato globale.
    O pensi di reintrodurre la scala mobile magari?
    Io sono socialista, la scala mobile ho contribuito indirettamente ad abolirla

    Il nostro è l'unico paese d'Europa che non preveda un sistema organico di ammortizzatori sociali contro la disoccupazione: si può iniziare da lì.

    Ti faccio inoltre notare che parlavo d'altro: un conto è il welfare state, un altro è la tutela giuridica del lavoro, che questo governo ha SGRETOLATO permettendo nuovamente, ad esempio, il foglio di dimissioni in bianco.
    Ultima modifica di Manfr; 01-10-09 alle 19:47

  8. #8
    Stalinismo Berlusconiano
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    Predefinito Rif: Una riflessione sulle elites

    Citazione Originariamente Scritto da Manfr Visualizza Messaggio
    Io sono socialista, la scala mobile ho contribuito indirettamente ad abolirla

    Il nostro è l'unico paese d'Europa che non preveda un sistema organico di ammortizzatori sociali contro la disoccupazione: si può iniziare da lì.

    Ti faccio inoltre notare che parlavo d'altro: un conto è il welfare state, un altro è la tutela giuridica del lavoro, che questo governo ha SGRETOLATO permettendo nuovamente, ad esempio, il foglio di dimissioni in bianco.

    Dai dati sulla disoccupazione emerge che l'Italia è messa meglio degli altri Paesi UE, non voglio certo minimizzare l'entità della crisi che c'è e si fa sentire ma sicuramente il dato è positivo.
    Per quanto riguarda l'inadeguatezza degli ammortizzatori sociali vorrei ricordare che l'Italia soffre di un debito pubblico notevole. La cosa più esilarante è che da una parte l'opposizione accusa il Governo di aumentare il debito pubblico e dall'altra di non immettere ulteriore denaro nell'economia. E va detto che, comunque, gli ammortizzatori sociali ci sono. Non è che non esistono in Italia.
    Poi quando il Governo cerca di recuperare fondi tramite lo scudo fiscale ecco la levata di scudi contro il provvedimento criminale e mafioso.
    Un pò di coerenza. Nient'altro vi si chiede.
    Dimitri Oblomov per un PDL colbertista, socialista e fascista

 

 

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