da la Repubblica
Bari, intervista al professor Sabbà: "Una pratica disdicevole
poi si è superato il livello di guardia e ho detto basta"
"Raccomandazioni esagerate
così ho dato 30 a tutti"
di ANTONELLO CAPORALE
ROMA Poi è arrivata la raccomandazione plurima.
"Incredibile, una sequela di telefonate per lo stesso studente: amici, colleghi, parenti".
Forse il ragazzo era particolarmente asino.
"Macchè! Il mio corso è agevole: lei dice Medicina d'urgenza e cosa pensa?".
Pronto soccorso.
"Pensa a un complementare. Medicina d'urgenza non è Anatomia, ci sono colloqui ogni mese, ci sono molti voti alti. Cerco di essere alla mano, di trovare spunti per rendere la prova molto abbordabile, non l'Everest da scalare".
Anche gli asini hanno speranza con lei.
"C'è il diciotto. Oddio, si boccia pure ma bisogna veramente essere ciuchissimi".
Capito professor Sabbà.
"Ecco, mi è sempre sembrata disdicevole questa pratica della raccomandazione. Poi però si è superato il livello di guardia... Allora ho deciso per la provocazione".
Carlo Sabbà ha cinquantuno anni ed è di Bari. E' tra i quindici baresi che vanno in giro in bicicletta. Dunque è fatto strano. Sempre cortese, disponibile, riservato, l'uomo insegna Medicina d'urgenza all'Università, un esame piccolo che si affronta con gli appunti delle lezioni. Nonostante l'esamino e nonostante il buon cuore di Sabbà, ogni barese specie se di buona famiglia e magari con uno zio in cattedra chiedeva la spintarella. "Carlo, ti chiedo di chiudere un occhio per mio nipote", e Carlo chiudeva l'occhio. "Carlo, mio figlio ha bisogno di un trenta, sai alza la media" e Carlo sempre accettava e deglutiva. Poi anche al buon cuore di Carlo Sabbà è venuto il nervoso e all'ultima tornata di esami il professore ha detto agli studenti: "Sapete che c'è di nuovo? Io metto trenta a tutti".
Il trenta politico è un atto mirabile, professore.
"E' una provocazione che vuole testimoniare la fiducia che si deve avere negli studenti. I ragazzi sono più diligenti e attrezzati di quanto ritengano i genitori".
Quando ha detto trenta a tutti...
"Hanno apprezzato molto. So a cosa sta pensando, ma hanno compreso l'atto polemico contro una cultura nefasta. La spintarella è odiosa".
I suoi colleghi sono infuriati.
"Lo so, e temo che questa cosa mi provochi dei danni personali. Sa, sono un associato, il mio direttore è appena andato in pensione".
Lasci che malignino. Il meno che le può capitare è che finalmente può andare in giro in bici senza che nessuno la fermi.
"Ah, sì".
Niente telefonate.
"Sono preoccupato".
Lei al suo posto, i colleghi al loro.
"Stanotte non ho dormito".
Professor Sabbà, dicono che il preside non l'ha presa bene.
"Sui giornali mi ha dato una rispostaccia. Però al telefono mi ha chiarito il senso".
Mica succede solo a Bari?
"Ma si erano raggiunti livelli esagerati. La raccomandazione plurima e poi la richiesta nemmeno tanto velata del voto buono, anzi ottimo".
Il tema sollevato è di grande attualità, impone riflessioni a tutti.
"Si potrebbe fare a meno di questa intervista?":
Perché, adesso che è quasi finita.
"Un po' teso lo sono".
E' arrivato dov'è arrivato con le sue forze?
"Sì, con le mie".
Nessuna spintarella?
"Ci mancherebbe altro".
E allora?
"Ho detto la verità".
In bici e a testa alta.
"A testa alta".
Ma se vede qualche collega d'università al semaforo freni. Non si sa mai.
"Con tutte e due le mani".
(14 giugno 2003)
Beh è veramente tranquillizante sapere che poi il 50% o più dei laureati in medicina in Terronia verrà a lavorare nei nostri ospedali...