Chissà se quell'ipocrita di Bossi invocherà i cannoni per difendere la sua patria da Murdoch....
http://www.repubblica.it/online/econ...ntanarosa.html


Parte a fine luglio "Sky", la nuova pay tv nata dalle macerie
di Tele+ e Stream: 80 giornalisti diretti da Emilio Carelli
Talk show, film e tg neutrali
ecco il piano Murdoch per l'Italia
Amico storico di Berlusconi, il "tycoon" australiano
punta però su un'emittente su posizioni equilibrate
di ALDO FONTANAROSA

ROMA - Trentuno luglio, cambia la televisione italiana. Due frizzanti ma malconce pay-tv (Stream e Tele+) si uniranno dentro Sky, sotto la possente guida dell'editore globale Rupert Murdoch. Sky avrà 50 canali di base, il meglio del cinema e anche del calcio (almeno fino al 2005). Prezzo degli abbonamenti da 20 a 50 euro. Il progetto è solido.

E di fronte alla sua forza c'è già chi gioisce e chi trema. Si contano i capelli bianchi alla Rai, che teme un'ultima spallata dopo due anni di crisi. L'Ulivo, poi, bersagliato già dalla maggioranza delle tv gratuite, si chiede se anche la pay-tv di Murdoch - che annuncia un canale di sole notizie - comincerà a "sparargli" contro. Il cielo di Sky sarà forse azzurro? Azzurro Forza Italia?

Murdoch e i suoi manager europei - che pure sono amici storici di Berlusconi - si sono fatti due conti. Tele+ e Stream erano aziende agonizzanti. In più di 11 anni di vita, Tele+ non è mai riuscita a coprire neanche i suoi costi operativi; e nel 2002 Stream perdeva 119 milioni. Morale: la nuova pay-tv Sky (che si fa carico di questi chiari di luna) ha bisogno di soldi, di nuovi abbonati. E non può permettersi che gli elettori di Fassino, di Rutelli, di Di Pietro (la metà del paese) considerino i suoi notiziari, peraltro a pagamento, una replica del Tg4 di Fede. Serve piuttosto un'informazione presentabile.

Questo ragionamento è stato subito fatto a Natasha McQueen, una vita alla Cnn International e adesso a capo degli "approfondimenti informativi" di Sky. Dopo aver rapidamente studiato chi fossero il leghista Calderoli, Buttiglione e Fabio Mussi, questa ragazzona dal sangue maltese ha suggerito la prima idea: "Triangolo". Prendi un grosso personaggio e lo fai intervistare da un giornalista di destra e da uno di sinistra. Lo ha già tentato la Rai (il programma era "Ad armi pari", con Diaconale e Foa, 1995); lo ha fatto anche La 7 (con Ferrara e Lerner). Ma Sky chiederà ai suoi due giornalisti il massimo di incisività, sul modello di "Hannity & Colmes", programma di grido della Fox americana.

Più tardi è arrivato il momento di scegliere il direttore dell'intero canale che Sky dedicherà all'informazione e che conterrà programmi (come appunto "Triangolo") e veri e propri telegiornali. Si chiamerà Sky News. Esordio sempre il 31 luglio, con 199 tra giornalisti e tecnici. La scelta è caduta su Emilio Carelli, uomo Mediaset, tra i fondatori del Tg5 e poi del TgCom (il sito che dà notizie via Internet).

L'eleganza del personaggio non inganni. Al TgCom, Carelli ha usato anche il pugno di ferro, come dimostra la lite con un redattore finita perfino sotto la lente dell'Ordine professionale lombardo.

Anche a Sky, Carelli si è fatto sentire quando si è accorto che Alan Friedman (il conduttore splendidamente imitato da Crozza) occupava già alcuni orari chiave nel palinsesto provvisorio del canale. Friedman, con la sua redazione autonoma di 40 cronisti, era previsto dalle 21 alle 22 con i programmi "Controcorrente" e Alan Friedman Show" (il venerdì), cui bisogna aggiungere "Mia economia" (trasmissione pomeridiana sulle Borse). Per evitare tensioni tra Carelli e la prima firma economica Friedman, Sky pensa di rinviare a settembre i programmi d'approfondimento, così da coordinarli al meglio con i Tg (in onda ogni 30 minuti).

A settembre toccherà anche a "DagoShow", versione tv del sito del gossip ideato da D'Agostino. Al di là degli umori di pancia, Carelli ha una sua apertura mentale. Ai tempi del Tg5 pretese una copertura adeguata del "Gay Pride". Poi, di questi tempi, lo senti confessare sentimenti, diciamo così, pacifisti a proposito dell'Iraq. Purché Murdoch (e Bush) non abbiano da ridire.

Ma come assumerà i suoi cronisti la nuova pay-tv? Sul Corriere della sera, a giugno, è apparsa un'inserzione: "Importante Tv cerca caporedattore e reporter". Un colpo ad effetto. Come a dire: niente raccomandati in casa nostra. Peccato che il sito della società che selezionerà i cronisti nonsi apra.

Anche ai vecchi giornalisti, quelli da anni al lavoro a Stream, Sky ha provato a dire che la musica è cambiata. Per una settimana, a turno, l'emittente li ha portati a Villa Ada (un parco su via Salaria a Roma) per un provino all'aperto. Bisognava simulare un finto collegamento da un ipotetico concerto dei Rolling Stones. Qualche vecchia volpe di Stream ha quasi sorriso alla prova ignorando forse che - sul prato di Villa Ada, per giudicarli - c'era anche John Moody, vicepresidente della tv americana di Murdoch (la Fox News).

Al ritorno in redazione, poi, hanno tutti trovato computer nuovi: montavano un software ("I- News") che permetterà ai cronisti di montare i servizi senza tecnico. Infine si è aperta la caccia ai giornalisti di grido. Piacciono la Gruber, la Busi e - nuova entrata - anche Marrazzo: bravi e dolcemente progressisti. Il direttore generale della Rai Cattaneo, però, è deciso a trattenerli. Da un suo studio, risulta che Sky può raggiungere una raccolta pubblicitaria dai 150 ai 250 milioni di euro (contro i 32 del 2000). Perdere oggi un giornalista, o un artista importante, può significare perdere anche una vagonata di spot, aprendo il fianco al nuovo nemico, la pay-tv.

(15 giugno 2003)