Parigi, novembre 02
(SAGGIO ATTUALISSIMO)

1. LA DIVARICAZIONE ITALIA-EUROPA

QUALE E PERCHE LA DIVARICAZIONE ITALIA-EUROPA ?
QUALI LE RAGIONI PER CUI, IN AMBITO U.E., SOLO IN ITALIA ESISTE UNA ENORME FORBICE FRA I DIRITTI DEI CITTADINI FORMULATI DALLE LEGGI E LA LORO APPLICAZIONE PRATICA ?
LA TESTIMONIANZA DI CHI VIVE IN UN PAESE AVANZATO !

La degradazione del sistema Italia, lamentata dagli industriali, é in aumento. Abbiamo le difficoltà della FIAT; ma rischiamo di averne altre.

Solo dal di fuori dell’Italia si puo capire per quali ragioni il Paese continua a degradarsi ed ha speranze limitate di avvicinarsi al resto della U.E. Le persone che, con falsa sicurezza, preferiscono non riflettere sulle cause del degrado italiano non hanno interesse per il futuro dei proprii figli.

Il saggio “Francia e Italia, due Paesi europei ? Forse, un giorno.....se...”, pubblicato (in parte) da tempo su Internet, presenta una testimonianza necessaria per stimolare una riflessione sulla divaricazione Italia-Europa. Sulla base di paragoni fatti da chi ha viaggiato l’Europa per 30 anni e vive in Francia da 20 anni. Si tratta di un’analisi della situazione e di una proposta per portare il Paese al livello europeo.

L’allegato indica i motivi di pubblicazione del saggio, riassumibili in: “perche solo l’Italia ha tanti problemi ?”

Il sito Internet che pubblica ora il saggio é:
www.crescitacivile.it scegliere: “Libri on line” e trovare il saggio verso il fondo.

Buona lettura.

Antonio Greco
tel. +331-42.04.20.81
ANGREMA@wanadoo.fr

P.S. Questo saggio cerca un editore cartaceo.
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2. SOMMARIO

FRANCIA E ITALIA? DUE PAESI EUROPEI ?
FORSE .........UN GIORNO, SE .......


L'autore, un italiano che vive a Parigi dal 1982, ha girato l'Europa in lungo e in largo per 30 anni, per motivi professionali. Da ingegnere e negoziatore, ha lavorato gomito a gomito con francesi, tedeschi, scandinavi, americani, etc.

Nel corso degli anni constatò che i diversi comportamenti si riflettevano negli incontri professionali. Gli era parso perciò interessante esaminarne l'impatto sull'efficacia nel lavoro. Col tempo due convinzioni gli sono apparse chiare :

- l'Italia rischia di trasformarsi in un Paese "in via di sottosviluppo", anziché imporsi nell'agone europeo per la sua creatività, se i suoi cittadini non abbandonano certi comportamenti levantini;
- l'economia francese potrebbe sensibilmente aumentare le esportazioni dei prodotti della sua industria, la quale si giova di un innegabile savoir faire scentifico e industriale, se sviluppasse la creatività e la flessiblità, qualità tanto comuni in Italia, e abbandonasse certe abitudini diffuse, ormai superate alla fine del millennio.

Nel cursus scolastico dei suoi figli egli ha potuto osservare con attenzione il sistema scolastico francese. Ciò gli ha permesso di individuare i legami fra la didattica francese, che é praticamente fuori dall'Europa, certi comportamenti desueti diffusi nel Paese e le limitate capacità transalpine in campo commerciale. Tali lacune si riflettono negativamente in un contesto di competizione economico europeo e mondiale.

L'Europa unita ha cominciato il suo percorso verso i mercati mondiali, portandosi dietro grossi punti interrogativi :
- come conciliare il cervello di un francese con il cuore di un italiano ?
- sarà sempre difficile inseguire l'economia tedesca o ci saranno altre
locomotive in Europa ? Se sì, quali ?
- chi riuscirà ad acquisire, come gli anglosassoni, una visione sempre
distaccata e pragmatica e le loro capacità di strategia ?

L'economista tedesco Ralf Dahrendorf scrive in un recente articolo sull'Unione Europea : "E da Londra, quasi esclusivamente, che soffierà il vento innovatore che animerà l'Europa". Lo stesso Dahrendorf pone l'accento sul fatto che a Bruxelles "gli Eurocrati passano la maggior parte del tempo a discutere argomenti di interesse limitato. Essi si chiedono se sia meglio occuparsi della dimensione delle reti per la pesca, più che dibattere di questioni sociali e politiche (ad es. disoccupazione ed esclusione sociale, politica estera, immigrazione, competitività, etc?)"

I Paesi gestiti da governi forti e stabili, come la Francia caratterizzata da un potere centralizzato, vedono il ridimensionamento dei loro poteri sull'economia. Devono dunque sperare che quest'ultima sia solida e manifesti capacità d'iniziativa e flessiblità adeguate, in modo da reagire agli imperativi dei mercati.

L'autore esamina i motivi per cui :

- l'Italia é l'unico fra i Paesi industriali dell'Unione Europea ove esiste una spaventosa divaricazione fra i diritti dei cittadini esistenti sulla carta e la loro applicazione pratica ;
- in molti campi (specialmente il pubblico) l'Italia é indietro agli altri Paesi dell'Unione ; ad esempio in altri Paesi le autotità definiscono per tempo le strategie, pianificano e realizzano gli interventi strutturali in modo organico, mentre in Italia ci si limita a reagire alla giornata ai problemi del giorno, spesso troppo tardi per risolverli o condizionarne gli sviluppi ;
la diffusione dell'échec scolastico e la violenza manifestata dagli alunni (di livello anormalmente elevato in Francia) sono legati alla pedagogia francese, frustrante e poco efficace ;
l'attidudine francese a organizzare in modo efficace piccole e grosse strutture é, al contrario, una qualità rara in Italia, dove l'importanza dell'organizzazione é troppo spesso ignorata (gli industriali italiani sono noti all'estero per essere incapaci di rispettare i tempi liberamente concordati !).

Il saggio chiude l'analisi sugli aspetti di cultura e comportamento che hanno un impatto sull'economia, con delle valutazioni che mirano :

a suggerire agli Italiani di rendere più europei i loro comportamenti sociali, allo scopo di evitare all'Italia un futuro di sottosviluppo e per portare la vita amministrativa e politica nazionale agli stessi livelli già raggiunti negli altri Paesi dell'Unione Europea.
a sollecitare i Francesi ad adattare il loro sistema educativo ai bisogni di oggi, a ridurre i fallimenti scolastici e migliorare la competitività di coloro che saranno i quadri di domani ;

Una lettura attenta di quest'analisi comparativa mostrerà in filigrana tutto l'interesse e i vantaggi di una collaborazione tra Francesi e Italiani. E necessario, per ciò fare, una riflessione seria, senza scappatoie e con una reale volontà di progresso, sulle caratteristiche culturali e sociali di ciascuno dei due Paesi. Essa é impostata e discusa dall'autore. Una possibile collaborazione italo-francese sarà la strada migliore e più sicura che permetterà ai due Paesi di conquistarsi un posto di primo piano nel corso dell'avventura delle economie europee.

Questa prospettiva di sinergie franco-italiane non é utopica in quanto :

- permetterebbe agli italiani di usare come modello l'efficacia francese in materia di gestione pubblica e servizi statali ;
- permetterebbe ai francesi di arrivare, con la modifica dei metodi di insegnamento, ad essere, anche loro, flessibili e creativi.


Antonio Greco ANGREMA@wanadoo.fr

3. L’ITALIA, PAESE IN CERCA DI SVILUPPO
Di Antonio GRECO e Giovanni GIACCHI

PERCHE IL SISTEMA ITALIA HA TANTE STROZZATURE E NON PERMETTE IL DECOLLO ECONOMICO ?
QUALI LE RAGIONI PER CUI, IN AMBITO U.E., SOLO IN ITALIA ESISTE UNA ENORME FORBICE FRA I DIRITTI DEI CITTADINI FORMULATI DALLE LEGGI E LA LORO REALIZZAZIONE PRATICA ?
LA TESTIMONIANZA DI CHI VIVE IN UN PAESE AVANZATO !

Ecco gli INTERROGATIVI chiave sul sistema Italia di inizio secolo :

- Perché l’Italia é l’unico fra i Paesi della U.E. ove :

^ il cittadino ha una probabilità molto bassa che lo Stato risponda alle sue
esigenze, in modo tale da mettere in pratica i diritti di cui gode sulla carta?
^ l’orario dei treni é oggetto di scommessa ?

- Quali sono i motivi per cui l'Italia è l'unico tra i Paesi della U.E. ad avere un'altissima percentuale di evasori e di sperequazione fiscale?

- Perchè mentre in Germania, Olanda e Francia il cittadino puo’ facilmente avere risposta veloce alle sue necessità amministrative, anche per corrispondenza; in Italia invece le reazioni degli enti responsabili sono lente o nulle, spesso insoddisfacenti, per cui é consigliabile l’intervento di un una “conoscenza” o di un’agenzia perché il cittadino abbia cio’ che gli spetta ?

- Quali i motivi per cui, mentre negli altri Paesi dell'Unione un problema di interesse nazionale può essere affrontato, discusso e risolto in Parlamento nel giro di pochi mesi, in Italia troppo spesso si discute a lungo senza arrivare a soluzione, anzi spesso si accantona il problema ? Perchè in Italia molte proposte di legge al parlamento sono accantonate senza discussione e senza una chiara risposta positiva o negativa?

- Per quali motivi l'Italia esporta negli altri Paesi dell'Unione un gran numero di malati più o meno gravi e non è capace di inventare un'assistenza sanitaria nazionale al livello di quella tedesca o francese ?

- Perchè gli altri Paesi della U.E. che si trovano a Nord delle Alpi studiano, analizzano e definiscono per tempo le strategie nei campi ritenuti di interese primario, mentre in Italia spesso i governi si limitano a reagire alla giornata ai problemi che via via si presentano, in genere troppo tardi per condizionarne gli sviluppi?
- Perché gli Italiani hanno difficoltà a gestire le discussioni in larghi gruppi e ad organizzare grossi e medii sistemi, colla stessa efficacia degli altri cittadini della U.E. ?
- I servizi geologici nazionali non sono stati capaci di portare a termine in 110 (centodieci) anni la carta geologica del territorio nazionale. Eppure l'Italia é il terzo Paese nella classifica di quelli esposti a rischio di catastrofi naturali. Quali i motivi di tutto cio’ ?

- Per quali motivi :
● all’inizio del secolo esiste spesso nella vita sociale italiana tanta incertezza, che rende difficile e la vita del cittadino e la definizione di programmi ?
● perché gli Italiani, che hanno qualche difficoltà nella competizione globale, non hanno ancora adottato come critero generale ed esteso il culto del merito e della responsabilità personale ?
• gli Italiani qualificati che emigrano sono stimati nei Paesi ove lavorano, hanno successo, mentre gli Italiani che giocano in casa per avere un successo personale hanno spesso bisogno di un referente? perché essi lavorano a un livello troppo basso nei servizi e strutture pubbliche ?
• i rappresentanti governativi italiani sono raramente ascoltati o consultati in
questioni di interesse europeo o mondiale?
• in Germania, in Francia ed in altri Paesi europei le leggi e i regolamenti sono
chiari, ove invece in Italia troppo spesso occorre discuterne l’interpretazione o consultare un esperto ?
● nei programmi dei governi italiani ci sono spesso rilevanti scostamenti fra gli obiettivi strombazzati e i risultati ottenuti ?
- I Romani furono maestri del diritto; ma l'Italia é forse il solo Paese dell’Unione ove la % dei delitti puniti é spaventosamente bassa, nonostante che la nostra polizia sia notevolmente stimata a livello europeo. Per quali motivi la dicotomia ?

- Perché l’Italia é l’unico dei Paesi dell’Unione ove esiste una spaventosa divaricazione fra i diritti esistenti sulla carta e la loro realizzazione pratica ?

- Per allontare dal futuro italiano lo spettro di divenire un Paese del terzo mondo é meglio una buona riforma di ingegneria istituzionale o una seria e diffusa presa di coscienza nazionale e successivi, anche se difficili, cambiamenti ? Gli illusi credono che la prima soluzione sia sufficiente. Nell'ipotesi che la seconda opzione sia migliore, da chi essa andrebbe gestita per essere efficace?

- Perchè un giovane francese sarà probabilmente un potenziale ottimo direttore di una banca o di una catena di ipermercati, e non un italiano?
- Perchè un un giovane italiano sarà probabilmente un futuro ottimo direttore commerciale alle esportazioni o un imprenditore capace di inventare nuove attività industriali ? Perché non un francese?
- Perché i treni tedeschi, francesi, olandesi sono sempre in orario ed hanno un tasso di incidenti bassissimo ? e non quelli italiani ?
- Perché la omertà e la criminalità sono diffuse in tutte le strutture pubbliche italiane, e non in quelle tedesche o inglesi ?
- Perché le ottime potenzialità scientifiche e organizzative esistenti in Francia non possono essere usate appieno, nella competizione del villaggio globale ? Come gli Italiani potrebbero aiutare i Francesi ?

Cercate le risposte a tali domande “sociali” ? Teniamo conto che solo dal di fuori dell’Italia si puo capire per quali ragioni il Paese continua a degradarsi ed ha speranze limitate di avvicinarsi al resto della U.E. Le persone che, con falsa sicurezza, preferiscono non riflettere sulle cause del degrado italiano non hanno interesse per il futuro dei proprii figli.

Il saggio “Francia e Italia, due Paesi europei ? Forse, un giorno.....se...”, pubblicato su Internet, presenta una testimonianza necessaria per permettere una riflessione sulla divaricazione fra Italia e Europa, che appare in aumento. Sulla base di paragoni fatti da chi ha viaggiato l’Europa per 30 anni e vive in Francia da 20 anni. Si tratta di un’analisi cruda della situazione e di una proposta per portare il Paese al livello europeo.



Antonio Greco
ANGREMA@wanadoo.fr



3. SCHEDA DESCRITTIVA

TITOLO DEL SAGGIO

La Francia e l’Italia, due Paesi europei ? Forse, ..... un giorno, se......

OBIETTIVO DEL SAGGIO

Fornire agli imprenditori italiani e francesi nuovi elementi di giudizio per un esame del proprio Paese, in un quadro europeo.

DESTINATARI DEL SAGGIO

Gli imprenditori
Le Amministrazioni Pubbliche
I responsabili dell’Istruzione
I quadri commerciali
I cittadini che vorrebbero portare l’Italia a livello europeo avanzato

STATO DEL SAGGIO

Il saggio é in italiano. Il sito Internet che pubblica (ma non interamente) il saggio da due anni, é:
www.crescitacivile.it scegliere: “Libri on line” e trovare il saggio verso il fondo.
Esiste una traduzione in francese, ma non della ultima versione.
Una volta concordata la pubblicazione, sarà necessario qualche aggiornamento del saggio. Esso potrà prendere tre settimane (da distribuire su tre mesi, per via di altri impegni).
E annessa all’opera un’intervista a De Rita, direttore del CENSIS.

GLI AUTORI

Antonio GRECO, ingegnere e negoziatore internazionale dal 1970. Ha lavorato dapprima in Italia, viaggiando molto in Europa. Dal ’82 ha continuato la professione in un ente europeo di Parigi ed ha continauato a percorrere l’Europa in lungo e in largo. I suoi frequenti spostamenti gli hanno dato l’occasione di osservare i diversi comportamenti e le diverse efficienze nel lavoro nei varii Paesi, nel campo delle telecomunicazini avanzate.

Giovanni GIACCHI ha osservato e commentato gli avvenimenti italiani ed europei in qualità di giornalista, nel corso di più di un decennio. E corrispondente da Londra.




4. E LA BARCA ITALIA VA, MA FA ACQUA, ACQUA DA TUTTE LE PARTI
(Giustificativo del saggio)

L`aria, in Italia, é pesante. Per rendersene conto, stare un anno fuori e poi tornare. Allora si respira pesante, si cammina su terreno fangoso.

E fangosa quella terra ove diventa complessa, difficile, un`azione che nel resto dell’Europa é ovvia, immediata, senza storia. In Italia invece essa puo avere una storia negativa, puo’ effettuarsi solo in tempi lunghi, o con estrema difficoltà, o con l`intervento di un padrino.

E pesante l`aria di quel Paese ove persino persone dotate di qualità eccelse stentano a emergere, a portare a termine le proprie iniziative. Ove invece le stesse persone, andando in un altro Paese europeo, di latitudine poco piu alta, emergono senza problemi, hanno successo.

In gennaio ‘98 il procuratore generale segnala che la giustizia italiana non é proprio a livelli europei. Il direttore delle F.S. ha detto poco prima qualcosa di simile delle ferrovie. In luglio ’99 il magistrato capo del pool Mani Pulite denunzia il rischio che una buona metà delle inchieste su tangentopoli cada in prescrizione, in quanto ….”la giustizia non funziona. E spiacevole, aggiunge, poiché sarebbe un segno di impunità”.. Altri responsabili di grosse strutture pubbliche italiane, nel fare paragoni cogli altri Paesi dell’Unione, potrebbero arrivare a conclusioni fallimentari di simile tipo. Non sarebbe sorprendente.

E la barca Italia va, continua a navigare, ma fa acqua da tutte le parti.

Le ultime eclatanti notizie confermano quello che sapevamo: il Paese non funziona. Se uno degli uomini chiave del vecchio centrosinistra si rifugio’ in Tunisia per sfuggire alla giustizia, se un ex-premier é stato indagato per complicità con la mafia, allora non si possono aver dubbi: il sistema Italia ha i piedi d’argilla e rischia il sottosviluppo.

Guardando fuori dalle frontiere, dove ti volti, vedi qualcosa che gli altri sanno fare, e noi no. O meglio, fingiamo di fare la stessa cosa, o proviamo a farla. O diciamo di volerla fare. Ma poi succede che ci fermiamo a metà strada. O che abbiamo un risultato che non é paragonabile a quello ottenuto negli altri Paesi dell’Unione, ma lo é a quello ottenibile in un Paese del Nord-Africa.

I media hanno parlato recentemente di due fra i tanti ospedali in sofferenza. Sigilli al Policlinico di Roma nel ’97, a seguito di un’infezione diffusa. Inoltre le notizie di luglio ’99 dallo stesso ospedale dicono: perquisite dai carabinieri le sale operatorie. Immodizia, ferri arrugginiti, provette sporche. Undici bimbi infettati da un piccolo germe, il quale si é preso il compito (due volte in 24 mesi, o forse erano due germi diversi ?) di mostrare a tutti che il grosso ospedale universitario é sporco e mal gestito. Cosa che chi lavora in esso sa da anni, ma finge di non sapere, per non essere danneggiato da un sistema mafioso che gestisce personale e risorse in base ai proprii interessi.

IL Caldarelli, cuore dolente della sanità partenopea, non va meglio. Per cui la marcia della salute, organizzata da un partito, si chiude davanti ai suoi cancelli. Bindi, ministro della Sanità, dichiara: “…Il problema é comune alle grandi strutture. Al Caldarelli mancano le camere sterili, a Firenze chiudono le sale operatorie del Careggi, a Pesaro muoiono dieci persone. Realtà diverse, accomunate da un’emergenza.” Solo dieci mesi prima lo stesso ministro, con faccia tosta (o per ignoranza ?), aveva sostenuto nel talk-show “Porta a porta” che la Sanità italiana é al livello di quella degli altri Paesi sviluppati d’Europa !…… Ma la serietà dei politici italiani é ormai conosciuta in Europa !

Nel tratto Parigi-Roma dormire in cuccetta puo’ portare a strani confronti. Se il vagone cuccette é francese, il condizionamento é in funzione. Se la carrozza é italiana, una volta su cinque il viaggio (in inverno) sembra fatto in Siberia. In estate sembra fatto in Africa. La differenza: in Francia una carrozza che ne ha bisogno, va in manutenzione. In Italia viaggia. C’é da soprendersi del numero di incindenti ferroviari in Italia ?

Le condizioni di costruzione dell’Eurotunnel (Parigi-Londra) e del passante ferroviario Milano-aeroporto sono state elencate da Radice sul Corriere della Sera. Eurotunnel, 50 km, il passante milanese 10.5 km. Eurotunnel, 380 miliardi/km, il passante 571 miliardi/km. Eurotunnel finito in 7 anni, il passante milanese non finito in 17 anni.

Da La Repubblica (27-1-99), contenente un articolo intitolato Bassa Velocità : « Sui lavori lungo la direttrice Milano-Napoli emerge una realtà sconcertante : uno spaccato di una commedia dell’assurdo, un’inestricabile matassa di contraddizioni ed errori della quale sarà impossibile venire a capo. Cominciando dall’elemento macroscpico dei ritardi e dei rinvii …..tra un progetto bocciato e un cantiere contestato, la data di apertura dell’intera tratta é fissata al 2006. E un gap incolmabile rispetto agli standards degli altri Paesi Europei. »
« L’altro intoppo riguarda invece Napoli. La stazione terminale dei convogli ad alta velocità non sarà quella di Napoli, ma un apposito scalo ad Afragola. Un interscambio, ove i passeggeri dovranno cambiare treno per arrivare a destinazione. » Un modo come un’altro per vanificar’e il riparmio di tempo conseguito ! L’articolo conclude : « Poca Europa in tutto questo».

Panorama,nel novembre 99, tenta di ripôndere alla domanda: “Di chi la colpa del caos dei trasporti ?”con qualche rilevamento. “I tempi medi di realizzazione delle grandi infrastutture restano dalle tre alle cinque volte superiori a quelli europei. Per la direttissima ferroviaria Roma-Firenze ci sono voluti più di 30 anni. Qualsiasi persona di buon senso sa che , per liberare le strade, le merci dovrebbero viaggiarre in mare e su treno. Ma la % di merci trasportatat sui vagoni F.S. rimane inferiore al 15%.”
Le Ferrovie dello Stato hanno ammesso (lettera al Corriere del 1-11-99): “Il quadruplicamento degli assi Nord-Sud e Est-Ovest e il potenziamento dei nodi fondamentali, partiti 20 anni fa, subiscono ritardi a causa delle interrminabili procedure amministrative.”

L’indagine ISTAT sulle università (Il Corriere, 5-11-99) mette in rilievio l’alto tasso di insuccesso che non ha eguali negli altri Paesi evoluti: solo il 40 % degli iscritti raggiunge il traguardo della laurea. Inoltre, nel ’98, l’esercito dei fuori corso nelle università supera l’88 % del totale iscritti.

C’é da chiedersi come mai l’Italia sia in Europa e non in Africa !

Le Poste Italiane hanno da decenni il primato europeo per la lentezza della consegna, per la lunghezza delle code agli sportelli e per l’inaffidabilità dei servizi. Nel luglio ’99 la proposta del ministro Piazza per l’abolizione della coda agli sportelli: un coacervo di buone intenzioni, indice del livello della maturità civile italiana. In un’altro Paese il problema dalla coda si sarebbe risolto senza impegnare il parlamento, in modo più semplice: rilevamento delle cause del problema e realizzazione pratica dei correttivi necessarii ad eliminarlo. In Italia si propone una legge. La commedia dell’arte é italiana !

Sergio Bocca afferma : « Ferrovie e crimininalità. Non passa giorno o settimana senza morti o ammazzati dalla malavita organizzata o senza treni che deragliano e locomotive che s’incendiano….. Al ministro dell’interno va bene che esista una non piccola provincia italiana, la Aspromontana, in cui lo stato in cento anni non ha mai trovato uno dei sequestrati della ‘ndrangheta. ».

Nelle riunioni internazionali ove vengono discussi e definiti gli standards di trasmissione per le telecomunicazioni, o dei collegamenti internazionali, o per la costruzione di apparecchi industriali, i rappresentanti degli altri Paesi dell’Unione Europea proteggono gli interessi delle proporie economie. I rappresentanti italiani raramente ci provano, se lo fanno rischiano brutte figure.

Nel 2002 la sorpresa di Marino, re dei trapianti. Lui , che nel ’92 era il 1° direttore straniero del centro trapianti governativo USA, nel ‘99 diviene direttore dell’ISMETT di Palermo. Nel 03, stanco di combattere per lavorare, sbatte la porta e se ne va a dirigere la divisione trapianti a Philadelphia, dicendo: “qui in Italia non posso lavorare, son costretto ad andarmene”.

Vale la pena di ricordare che non c’é nessun Paese dell’Unione Europea che sia al livello italiano, cosi basso, in tutti i settori menzionati ? E quali ne sono i motivi ? E come mai nessuno li ricerca e li scopre ? L’intellighentia italiana dorme, o non esiste ?
Se vogliamo andare a fondo e scoprire le cause del mancato sviluppo italiano, non c’é alternativa ad un riesame dei nostri comportamenti. E questo uno degli obiettivi del saggio.

Antonio Greco

ANGREMA@wanadoo.fr





5. FRANCIA E ITALIA, DUE PAESI EUROPEI ? FORSE, UN GIORNO,
SE ……
I N D I C E

0 LA UNIONE EUROPEA, LA NUOVA SFIDA DEL VECCHIO CONTINENTE
0.I Tutti in Europa ?
0.II Italia, il Rinascimento negato
0.III Francia, i quadri invecchiati
0.III Mettere insieme tante nazioni
0.IV Introduzione

1. I fattori umani nell’integrazione europea delle economie nazionali
2. Comportamenti europei
2.1 Il tedesco e l’Europa
2.2 Il britannico e l’Europa
2.3 La Francia e l’Europa
2.4 L’Italia e l’Europa
3. I comportamenti francesi adatti all’Europa ?
3.1 L’istruzione disponibile
3.2 La pedagogia dell’Education Nationale
3.3 Un liceo francese e un qualunque liceo europeo
3.4 Se Montaigne vedesse queste “têtes bien plaines”
3.5 La visita del ministro. Apparenza e realtà
3.6 La violenza nelle scuole
3.7 L’Education Nationale inadatta all’Europa di fine secolo
4. Europei i comportamenti italiani ?
4.1 I valori nazionali
4.2 La Piovra
4.3 Una nazione, tanti Principati
4.4 La qualità della politica italiana
4.5 La mentalità diffusa
4.6 L’inefficienza italiana
4.7 La cucina è verace, le opinioni no…....E le decisioni attendono
4.8 Come ristrutturare l’Italia
4.9 Trasformazioni in corso in Italia dopo il 1994
4.10 L’America in Italia ?
5 Come mettersi al passo con l’Europa
5.1 Perché la Gran Bretagna divenga europea
5.2 Perché la Francia divenga europea
5.3 Come qualificare l’Italia per l’Europa
5.4 Collaborazione Francia- Italia per emergere in Europa
6.1 Una nuova sfida per l’Europa : l’Africa
6.2 Islam, Europa e American way of life
6.3 Quale duemila : reale progresso o nuovo medioevo ?

APPENDICI

1. Elites e realtà
2. La visita medica
3. Una lingua per l’Europa
4. Intervista a De Rita, direttore del CENSIS