I Quaccheri e la libertà dello Spirito
Intervista a Davide Melodia, che era coordinatore nazionale degli « amici dei Quaccheri » nel nostro paese fino al 1994. Una intensa esperienza spirituale segnata da grande attenzione ecumenica, da grande libertà nelle espressioni liturgiche, dal massimo rigore nel praticare il sacerdozio universale.
La prima domanda è proprio la più ovvia e personale. Melodia, perché l'ha fatto? Perché quacchero? Perché questa scelta sicuramente inattesa specialmente nel contesto religioso italiano?
Ad un certo momento della mia avventura spirituale, diretta nel cristianesimo - come pastore e predicatore nelle chiese protestanti - e indiretta mediante lo studio di varie religioni, ho incontrato il quaccherismo che già mi affascinava per la sua coerenza secolare nel pacifismo. In esso ho trovato risposta ad una esigenza molteplice di evoluzione, di essenzialità, di ecumenicità, di esperienza profonda e diretta di Dio, di etica, di equilibrio tra essere e fare, di espressione. Nell'entrare nella famiglia dei quaccheri dal culto non programmato, cioè senza liturgia né pastori, ho promesso che non getterò il dono della predicazione, se mi verrà chiesto di usarlo. Mi è stato risposto di fare come mi sento, purché sotto la guida di Dio.
Veniamo al quaccherismo. Anche la denominazione è piuttosto enigmatica e, specialmente nella facile storpiatura in « quacquero », con strane e ridicole assonanze. Cosa significa « quacchero »?
Il nome, che italianizzato in « quacchero » suona curioso e misterioso, è quaker in inglese, e vuol dire « tremante », dal verbo to quake. Origina, secondo il fondatore del movimento, George Fox, da una risposta ironica di un giudice inglese, certo Bennett, che il Fox aveva ammonito con la frase: « Trema di fronte alla Parola di Dio! » È un fatto, comunque, che nei primi decenni, durante le riunioni in silenzio del proprio culto, i quaccheri più compresi dalla tensione spirituale provassero delle vibrazioni e facessero dei brevi interventi tremando.. Ma questo aspetto è andato via via scomparendo col tempo.
Il nome, che da tempo è definitivamente affermato, dopo essere stato Amici nella Verità, Figli di Luce, è per il movimento: « Società religiosa degli Amici ». I simpatizzanti sono Amici degli Amici, o Amici dei Quaccheri, e possono serbare tutto il proprio bagaglio religioso.
Al di là del nome: il quaccherismo nei suoi princìpi fondamentali, nei tratti essenziali delle sue convinzioni e dei suoi comportamenti.
I quaccheri hanno dei principi fondamentali, ma non una dottrina, un credo, o dogma di alcun genere. È buona cosa conoscere il pensiero di George Fox, di William Penn o di R. Barclay, ed è utile fare tesoro di Quesiti e Consigli, una raccolta di massime, e della più vasta raccolta di pensiero quacchero Fede e Pratica Cristiana, ma pur essendo dei testi, non sono sacri e non sono una autorità sul piano teologico. Ciò che conta, è cercare di conoscere la volontà di Dio, e metterla in pratica.
Il silenzio, per i quaccheri, è una via maestra per conoscere tale volontà divina, in un raccoglimento senza liturgia, senza sacramenti (la vita intera è un sacramento), senza pastori, in cui nulla possa distrarre il credente dalla ricerca della luce interiore.
Naturalmente, il silenzio del culto - che non è assenza di parole, ma ascolto della Parola di Dio che è incisa nel cuore dell'uomo, e può comunque farsi sentire senza mezzi e persone intermediarie - non è un valore in sé, ma uno strumento di valore. La luce interiore (di Cristo) non è un fenomeno luminoso che si cerca di provocare, ma una condizione che si può trovare e ritrovare, nel raccoglimento dei presenti disposti in cerchio. E il silenzio può essere reso più ricco da qualche breve intervento spontaneo di chi, fra i presenti, sente l'urgenza di esprimersi brevemente su una cosa che prova in quel momento, con una breve preghiera, una citazione biblica. Può accadere che un intervento, considerato comunque un servizio (ministero), possa ispirarne altri.
Bernard Picard, Riunione di Quaccheri a Londra: parla una donna (circa 1723) - Immagine tratta dal sito http://www.virtualmuseum.ca/ (©The Provincial Museum of Alberta)
Dopo un'ora circa la riunione si chiude con una stretta di mano circolare, ed anche se non ha dato frutti straordinari è considerata una cosa altamente preziosa, perché ha messo in comunione dei fratelli. Il principio base però, il punto fermo da cui è partito il pensiero quacchero, e che ne costituisce a tutt'oggi l'essenza, è la certezza che esiste « una parte di Dio in ogni creatura ». Fox diceva: « That of God in every one ». Alcuni potranno speculare teologicamente o filosoficamente, sul perché e il come quel tanto di Dio sia nell'uomo, se è l'anima, lo spirito o cos'altro; il quacchero non lo discute, vi aderisce con semplicità, non lo impone a nessuno, lo vive e lo dimostra. Come? Rispettando nel prossimo, amico, protestante, cattolico, ebreo, musulmano, indù, buddista o ateo, la creatura di Dio, portatrice di una somma di eterno.
Quindi: il nemico non esiste. L'altro è come me, anche se non lo sa. Di qui il pacifismo, la nonviolenza, l'obiezione di coscienza, la parità assoluta tra uomo e donna, la fratellanza universale e cosi via.
Di qui la ricerca di « quel tanto di Dio » che è in noi, per cominciare, altrimenti non si riesce ad amare il prossimo.
Di qui il culto del silenzio, per trovare un rapporto diretto con lo Spirito dal quale si può essere guidati nelle scelte della vita.
Di qui una vita di servizio continuo, di impegno socio-religioso che ha pochi eguali, perché il quacchero non si blocca sul divario tra fede e azione: credere e operare è un tutto unico. Se credi, operi, se ascolti Dio, operi nella giusta direzione. Invece di dedicare parte del suo tempo o degli Amici alla costruzione di templi, di parati, di apparati, alla gestione di cerimonie complesse, di culti elaborati, alla ritualità di sacramenti, la Società degli Amici dedica tutto il tempo e il denaro e le persone ad attività quali: la pace, la riconciliazione degli uomini, la presenza nei luoghi di conflitto per soccorrere i più deboli, la soluzione di problemi carcerari, sanitari, la scuola, l'alfabetizzazione, l'informazione. Le attività, le sigle che ne derivano, sono moltissime, in ogni parte del mondo, e si svolgono con discrezione e umiltà.
Quaccheri in Gran Bretagna, negli Stati Uniti... Quaccheri anche in Italia? Se sì, con quale consistenza, spazi, visibilità?
In Italia, il Quaccherismo non ha mai avuto una forte risposta positiva. Forse la totale assenza di riti, la mancanza di propaganda con fini di conversione, e perfino il silenzio - che ha certamente un suo fascino religioso e poetico in generale, posto al centro della cultualità, senza una guida sicura e riconosciuta cui appoggiarsi - non contribuiscono alla sua conoscenza e diffusione. Ma la gente matura, oggi, vuole sapere e affrontare i problemi, anche religiosi, anche se tabù, personalmente, senza deleghe. Non è escluso che il Quaccherismo venga conosciuto ora in Italia, perché ha qualcosa da dire, e molto da fare, in un mondo di parole vane.
Ultima domanda: qual è la collocazione del quaccherismo nel contesto dell'ecumenismo cristiano e dei rapporti tra le religioni?
Nei rapporti con le altre chiese, protestanti, cattolica e ortodossa, il discorso si fa complesso ma non problematico. Complesso, perché, non essendovi una gerarchia ecclesiastica e un'unica autorità centrale con poteri decisionali, ogni Meeting locale o nazionale ha libertà di scelta, oltre che situazioni diverse. Non problematico perché i quaccheri rifuggono da diatribe teologiche e organizzative, e i contrasti, se ci sono, riguardano aspetti pratici di problemi comuni.
Dopo il primo periodo burrascoso e drammatico, in cui cattolici e protestanti non accettavano minimamente l'esistenza di un movimento totalmente a-liturgico e a-gerarchico, che suonava di per sé come una provocazione, e in cui le autorità civili e militari contribuirono per la loro parte a ostruzionismi e persecuzioni, i quaccheri hanno trovato un modus vivendi di luogo in luogo e di caso in caso, basato sulla tolleranza e il rispetto reciproco, sia con i protestanti nel cui seno sono nati durante la Rivoluzione puritana di Oliver Cromwell, sia con i cattolici, di cui condividono, con tutti i cristiani, la fede in Cristo Gesù. C'è qualche gruppo religioso che non perdona loro di non schierarsi decisamente da una parte o dall'altra, ma al quacchero gli schieramenti non interessano.
Altri non perdonano loro di sostenere che la Parola di Dio non è tutta contenuta nelle Sacre Scritture, perché può essere udita e percepita dentro di sé nella meditazione, nella preghiera, e fuori dell'uomo, nella creazione, nella storia, e perfino in altre religioni: pur se il quacchero assicura che Cristo resta al centro della propria fede, ed è la prima fonte di rivelazione, a molti cristiani formati diversamente sembra limitativo.
Il quacchero crede fino in fondo che « lo Spirito soffia dove vuole ... » e quindi anche al di là, prima, diversamente dal luogo di culto ufficiale, tramite un predicatore riconosciuto e debitamente preparato e consacrato.
Ma qui sorge un altro problema. Fermo restando il principio della scintilla divina in ogni uomo, che porta il quacchero a derivarne un reale sacerdozio universale, oltre al rispetto, al pacifismo, ecc.... in America, fin dal '700, si è sentito un crescente bisogno di un minimo di guida spirituale, che il culto non programmato sin qui descritto non offre. Ne sono nati nel tempo movimenti scissionisti che hanno reintrodotto il culto programmato, con un ministro (pastore), letture, inni, sermone, e un certo spazio di silenzio. Oggi, negli Stati Uniti e nei gruppi del Terzo mondo fondati da quaccheri americani, il culto programmato è maggioritario; e risponde di fatto alla esigenza di sostegno biblico.
I rapporti con le altre Chiese, specie sui problemi della pace e del servizio sociale, sono di norma eccellenti.
Di Martino Morganti, CONFRONTI, Anno XVIII 3 marzo 1991
Dal sito http://www.quaker.org/italia/