... Sui problemi dell'immigrazione ...

[nuvolarossa]

Immigrazione, Berlusconi apre gli occhi alla Ue

Il presidente del Consiglio chiede al Parlamento europeo di Strasburgo di non lasciare sola l’Italia ad affrontare l’emergenza dell’immigrazione clandestina riesplosa in queste settimane nelle acque del Mediterraneo. L’appello, condiviso anche dal presidente della Commissione Ue Romano Prodi, non punta a ridurre l’impegno e la responsabilità del nostro paese ma a coinvolgere l’intera comunità europea nella soluzione di un problema che riguarda in eguale misura tutti i paesi del Vecchio Continente.

[nuvolarossa]

la nota politica
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casi di Olanda e Gb

L'immigrazione come problema politico, non di solidarietà etica

Dopo l'Olanda, anche la Gran Bretagna. Sia pure in modo diverso, due tra i paesi più tolleranti d'Europa e tradizionalmente aperti all'immigrazione, hanno cominciato ad innestare la retromarcia.

L'Olanda ha deciso di respingere ventiseimila richieste di asilo politico e di rimandare a casa gli stranieri che le avevano presentate. La Gran Bretagna - è notizia recentissima - sospenderà l'applicazione del suo "welfare" nei confronti di quei cittadini dei dieci paesi che hanno appena aderito all'Unione Europea che dovessero varcare la Manica senza avere un lavoro. Nel primo caso, vale il principio - enunciato a suo tempo dal leader della destra Fortuyn, assassinato poco prima delle elezioni politiche - secondo cui il territorio non è sufficiente per ospitare tutti. Nel secondo, è il welfare a non poter essere applicato a tutti. La logica, nell'uno come nell'altro caso, è la stessa.

Le risorse, quelle del territorio come quelle economiche, non sono infinite. E il principio dell'accoglienza si scontra con quello della responsabilità, che proprio in paesi come la Gran Bretagna o l'Olanda ha forti radici. E riemerge, inevitabilmente, il criterio della cittadinanza (e quello del lavoro) come elemento discriminante tra chi ha diritto di accedere al benessere e chi invece viene respinto o tenuto ai margini.

Gli esempi dell'Olanda e della Gran Bretagna debbono rappresentare, anche per noi, un significativo campanello d'allarme. Sono due paesi che hanno sperimentato l'immigrazione - con i suoi benefici e i suoi costi - quando in Italia erano ancora i nostri cittadini ad andare altrove. E che ora ne constatano per primi limiti e problemi.

Quello dell'immigrazione, insomma, non può essere ricondotto solo ad un problema etico, confinato nella sfera di una doverosa solidarietà. E' un problema politico, che va affrontato quindi con una verifica delle compatibilità: economiche, sociali, giuridiche. Impostarlo al di fuori di tali compatibilità, o ignorare che esse esistono, significa spianare il terreno alle contraddizioni che inevitabilmente ne derivano. E che costringono, prima o poi, ad innalzare le barricate.

Roma, 24 febbraio 2004

tratto da http://www.pri.it/html/Home%20pri.html

[La 25ªora]

Mi sembrano parole molto sensate quelle espresse su immigrazione e voto agli immigrati!
Del resto anche se mi riconosco in Alternativa Sociale rispetto tutti i partiti come il Pri di La Malfa che fanno riferimento alle grandi tradizioni politiche e culturali e utilizzano i simboli storici.
Spero che gli elettori premino questi simboli!
Basta con i lifting politici!

[Paolo Arsena]

Ma Popper.... che fai, le veci di Nuvolarossa?
O sono l'unico a non aver capito che SEI Nuvolarossa????

[nuvolarossa]

a Nevsky sulle pagine del Forum dei Repubblicani Italiani

[nuvolarossa]

Originally posted by Paolo Arsena
Ma Popper.... che fai, le veci di Nuvolarossa?
O sono l'unico a non aver capito che SEI Nuvolarossa????

.. caro Paolo Arsena .. sono io che ho
pasticciato editando un vecchio post di Popper ...

[Paolo Arsena]

ah... peccato. La cosa mi intrigava.
Ma Popper è proprio un bel po' che non si sente....

[nuvolarossa]

.. sta scrivendo un libro ... storico .... sui repubblicani carraresi.

[La 25ªora]

Originally posted by nuvolarossa

a Nevsky sulle pagine del Forum dei Repubblicani Italiani

Caspita che accoglienza,sto diventando rosso (non politicamente ).
Ogni tanto vengo qui a dare un 'occhiatina e mi sembra il minimo visto che i vostri predecessori hanno creato l'Italia!

[nuvolarossa]

Immigrazione

La lettera della Carta Costituente e l'esigenza di risolvere i problemi

I nostri padri costituenti non potevano prevedere che l'Italia depressa del dopoguerra diventasse mai un Paese di immigrazione nelle quantità che si sono verificate negli ultimi quindici anni. Perché se anche in qualche modo le condizioni di desolazione dei Paesi dell'Africa lasciavano aperto un problema, difficilmente si sarebbe mai accettata l'idea di una deflagrazione del blocco orientale, quando ancora nel 1960 l'Urss si poneva l'obiettivo di superare economicamente il prodotto interno lordo e le capacità di sviluppo degli Stati Uniti d'America.

Invece l'Italia si è trovata oggetto di un doppio flusso immigratorio, dal terzo mondo come dall'Est, con la necessità oggettiva di rivedere le sue norme in materia. Per questo, di tutte le possibili riforme costituzionali discusse, proposte ed effettuate, forse una che si ponga il problema della tutela dei cittadini italiani da chi tale non è, andrebbe affrontata, vista anche l'urgenza di disciplinare una materia complessa e controversa che va dal diritto di asilo, alla possibilità di offrire, come è giusto che sia, prospettive di vita migliore a chi non ne ha una.

E' un tema impegnativo, che concerne anche questioni di ordine culturale e religioso, soprattutto dopo la sentenza della Corte costituzionale sulla legge Bossi - Fini.

Una legge che, al di là dei difetti di impianto costituzionale rilevati dalla Corte, aveva sicuramente il pregio di ricercare provvedimenti di una certa severità, proprio quando leggi precedenti dello Stato e le continue sanatorie, avevano creato l'effetto opposto.

Un'integrazione equilibrata resta un dovere di uno Stato democratico, ma all'interno dei limiti delle possibilità reali, non immaginarie. L'Italia ha ancora equilibri molto delicati sotto il profilo economico e sociale, ed è necessaria una certa cura per evitare di stravolgerli. Per questo la sentenza della Corte che si preoccupa, come suo dovere, di tutelare la lettera della Costituzione, o per lo meno una sua interpretazione che tendiamo a ritenere corretta, ha l'esito paradossale di compromettere delle esigenze che i governi devono saper misurare. Se ha fatto bene l'esecutivo a rispettare il parere della Corte, agli effetti pratici di queste modifiche bisognerà valutare se non servirà, piuttosto, operare all'inverso, modificando la Costituzione per rendere agibile una legge di garanzia dei cittadini italiani.

Roma, 16 luglio 2004