La retorica più consunta vuole che quando si parla di immigrati taluni immediatamente ci ricordino che anche noi siamo un popolo di migranti con eroi e vittime, a partire da Marcinelle.
Vero Probabilmente tutti noi abbiamo qualche parente che è emegrato, alcuni non sono più tornati, altri sono tornati. Si parla di vite dure, di fatiche e delusioni e di tanta nostalgia delle quali le generazioni successive non hanno alcuna memoria per una terra che non è più la loro. I nostri migranti e i loro figli sono ormai inseriti in quelle terre prima straniere e che ora hanno fatto proprie. Probabilmente si sentirebbero stranieri qui.
Stiamo comunque parlando, bene che vada, del secolo scorso e di tempi nei quali la mobilità era qualcosa di estremamente difficoltoso. Oggi, con un volo low cost i migranti tornano a casa per le vacanze, ho conosciuto quelli che vengono qui per una stagione che da loro consente la bella vita per le restanti 3 per tutta la famiglia.
Ma la maggior parte dei migranti non hanno alcuna intenzione non solo di stabilirsi in Italia, ma nemmeno di inserirsi. Hanno i loro usi e intendono mantenerli, i loro costumi, le abitudini ... molti di loro vedono questo come un periodo che terminerà fra qualche tempo quando tutti torneranna a casa, la casa che hanno comperato grazie al lavoro fatto qui. E taluni sono piuttosto urtati della ingerenza che pratichiamo sulla loro vita, su cose che sono personali e che attengono la sfera privata.
Ora, leggendo i media pare invece che tutti costoro vogliano inserirsi e soprattutto rimanere qui, ma direi che sarebbe il caso di cominciare a rivedere questo dogma perchè non solo non è realistico, è anche controproducente.