RIFLESSIONE. AUGUSTO CAVADI: I DIRITTI DEGLI ANIMALI
[Ringraziamo Augusto Cavadi (per contatti: acavadi@lycos.com) per averci
messo a disposizione questo suo articolo gia' apparso sull'edizione
palermitana de "La repubblica" del 10 maggio 2003. Augusto Cavadi,
prestigioso intellettuale ed educatore, collaboratore del Centro siciliano
di documentazione "Giuseppe Impastato" di Palermo, e' impegnato nel
movimento antimafia e nelle esperienze di risanamento a Palermo, collabora a
varie qualificate riviste che si occupano di problematiche educative e che
partecipano dell'impegno contro la mafia. Opere di Augusto Cavadi: Per
meditare. Itinerari alla ricerca della consapevolezza, Gribaudi, Torino
1988; Con occhi nuovi. Risposte possibili a questioni inevitabili,
Augustinus, Palermo 1989; Fare teologia a Palermo, Augustinus, Palermo 1990;
Pregare senza confini, Paoline, Milano 1990; trad. portoghese 1999; Ciascuno
nella sua lingua. Tracce per un'altra preghiera, Augustinus, Palermo 1991;
Pregare con il cosmo, Paoline, Milano 1992, trad. portoghese 1999; Le nuove
frontiere dell'impegno sociale, politico, ecclesiale, Paoline, Milano 1992;
Liberarsi dal dominio mafioso. Che cosa puo' fare ciascuno di noi qui e
subito, Dehoniane, Bologna 1993, seconda ed.; Il vangelo e la lupara.
Materiali su chiese e mafia, 2 voll., Dehoniane, Bologna 1994; A scuola di
antimafia. Materiali di studio, criteri educativi, esperienze didattiche,
Centro siciliano di documentazione "Giuseppe Impastato", Palermo 1994;
Essere profeti oggi. La dimensione profetica dell'esperienza cristiana,
Dehoniane, Bologna 1997; trad. spagnola 1999; Jacques Maritain fra moderno e post-moderno, Edisco, Torino 1998; Volontari a Palermo. Indicazioni per chi fa o vuol fare l'operatore sociale, Centro siciliano di documentazione "Giuseppe Impastato", Palermo 1998, seconda ed.; voce "Pedagogia" nel cd- rom di AA. VV., La Mafia. 150 anni di storia e storie, Cliomedia Officina, Torino 1998, ed. inglese 1999; Ripartire dalle radici. Naufragio della politica e indicazioni dall'etica, Cittadella, Assisi, 2000; Le ideologie del Novecento, Rubbettino, Soveria Mannelli 2001. Vari suoi contributi sono apparsi sulle migliori riviste antimafia di Palermo. Indirizzi utili:
segnaliamo il sito: http://www.neomedia.it/personal/augustocavadi (con
bibliografia completa)]


Sperimentare l'affezione di un cavallo, di un cane o di un gattino puo'
avere effetti sorprendenti. E cio' accade sempre piu' di frequente. Solo una
moda o il sintomo di una mutazione piu' profonda?
Sino al XIX secolo la legislazione di popoli civilissimi come i sudditi di
Sua Maesta' britannica riteneva legittima la schiavitu': uomini e donne
venivano trattati come cose di proprieta' altrui (e, in quanto tali,
comprati venduti persino uccisi). Oggi quella mentalita' e quella pratica
sono considerate inaccettabili eticamente. Cio' non significa che siano di
fatto abolite: ma quando Hitler o Stalin, Milosevic o Saddam recintano di
filo spinato i campi di sterminio per gli avversari politici, o per semplici
cittadini di determinate etnie, si sentono obbligati a nasconderlo per
evitare la condanna dell'opinione pubblica mondiale.
Qualcosa di simile avverra', molto probabilmente, nei prossimi decenni a
proposito della logica con cui noi umani ci rapportiamo agli altri animali.
Nel Rinascimento lo aveva presagito gia' Leonardo da Vinci: "Verra' il
giorno nel quale gli uomini conosceranno l'anima degli animali e uccidere un
animale sara' considerato un delitto come oggi lo e' uccidere un uomo".
Poiche' siamo piu' astuti e piu' forti, continueremo a dominarli provocando
loro immense sofferenze o in vista delle nostre esigenze vitali o, piu'
semplicemente, per cecita' sadica: ma, almeno, ci vergogneremo - forse - di
farlo in maniera scoperta, ufficiale e sistematica.
Tutto dipendera' dall'esito di una rivoluzione culturale in atto che sta
mettendo in discussione i fondamenti di una prospettiva antropologica e
cosmologica comune a tutte le grandi concezioni occidentali. Ebrei,
cristiani, islamici - per quanto differenti in tanti punti - convergono
nella convinzione che Dio abbia plasmato il mondo (compresi animali e
vegetali) per metterlo a disposizione dell'uomo, re e fine ultimo
dell'universo. Quando la modernita' individualistica, borghese, capitalista
ha criticato l'eredita' teologica medievale, su questo punto non ha cambiato
idea (anzi, l'ha enfatizzata): l'uomo e' padrone e signore di tutto cio' che
vive sulla superficie terrestre. Lo stesso marxismo, che pure e' stato un
feroce contestatore dell'antropocentrismo borghese, ha - in teoria e in
pratica - perpetuato il primato del genere umano su tutte le diverse specie
viventi. Dal creazionismo biblico alla filosofia borghese, prima, e al
marxismo, dopo, si e' snodato insomma quello che Mario Capanna
(riecheggiando pensatori illustri, ma poco conosciuti dal lettore medio)
qualche anno fa ribattezzava, in un volume abbastanza riuscito, "il fiume
della prepotenza": del pre-potere del soggetto umano che s'impone sul resto
dell'universo non riconoscendo nessuno, oltre se stesso, come titolare di
diritti.
Ma negli ultimi tempi varie versioni del pensiero ecologista stanno
fortemente ripensando il senso e la direzione di questo processo di
autoesaltazione a scapito della dignita', e spesso della sopravvivenza,
degli altri abitanti del pianeta. In particolare, diventa sempre piu'
esplicita e insistente la domanda se gli altri animali, diversi e
complementari rispetto a noi, possano essere soltanto oggetti di tenerezza
emotiva facoltativa o non vadano considerati, anche, soggetti di diritti.
Grazie all'intelligente proposta della sezione palermitana dell'"Una"
(Uomo/natura/animali), dalle 9.30 del mattino alle 19 di sera di oggi [10
maggio 2003] alcuni tra i maggiori esperti europei s'interrogheranno, nel
corso di un seminario aperto al pubblico presso l'aula magna della Facolta'
di lettere e filosofia della nostra Universita' (che ha sponsorizzato e reso
effettivamente possibile l'iniziativa), su "Gli animali e la giustizia loro
dovuta".
E' previsto l'intervento di teologi e filosofi, di giuristi e di letterati:
ma anche di persone, come la direttrice del carcere "Pagliarelli", che
possono raccontare esperienze precise su nuovi modi d'intendere e di vivere
il rapporto con i nostri vicini di casa. Ne' sarebbe fuori luogo la voce di
qualcuno che, con argomenti meditati, esponesse le ragioni degli
anti-animalisti o, piu' ampiamente, di coloro che per coerenza con
determinate visioni del mondo non sono animalisti (penso fra gli altri ad
alcuni miei amici fisiologi che ritengono irrinunziabile per il progresso
della medicina la sperimentazione farmaceutica sugli animali e, in casi
estremi, la vivisezione).
Come e' facile intuire si tratta di questioni che hanno certamente un peso
teorico ma di cui non vanno sottovalutate le conseguenze operative,
politiche: una nuova riflessione sul tema potrebbe comportare anche per la
Sicilia l'attivazione di strutture e strategie seriamente in grado di
diminuire, se non proprio di eliminare, l'eccessiva sofferenza animale che,
tanto per non smentirci, dalle nostre parti viene acuita da sporche
speculazioni mafiose (vedi le corse clandestine di cavalli e i combattimenti
mortali fra cani). E chi sa che, per contraccolpo, non si abbiano delle
retro-azioni sulla qualita' della vita anche di noi "animali razionali"? Lo
stesso san Tommaso d'Aquino, nel lontano XIII secolo, aveva accennato a
questa possibilita' sostenendo che "se uno prova rispetto verso gli animali,
cio' lo puo' indurre a essere piu' rispettoso anche nei confronti dei propri
simili". Oggi, poi, studiosi di varie discipline ritengono che la diffusione
del vegetarianesimo - o, per lo meno, il ritorno a forme misurate di
allevamento e di caccia - avrebbe certamente effetti positivi sul consumo
dei cereali, sull'ecosistema e su una piu' equa distribuzione di cibo fra i
popoli.
Tutto si tiene. Dovunque la violenza arretri, si aprono spazi inediti per la
fruizione della bellezza e per il rispetto di cio' che e'.