Sentite un po' questa: di fronte alla rivolta popolare che sta montando in Iraq, gli amerikani hanno pensato bene, da bravi benefattori, di accollarsi le spese pensionistiche di almeno 200.000 iracheni.
La decisione di congelare gli stipendi degli impiegati e dei militari del passato governo aveva scatenato, infatti, nelle settimane scorse, le proteste di decine di migliaia di persone in tutto il paese. Il governatore Paul Bremer, allora, ha tentato di placare gli animi, annunciando che a partire dal 4 luglio saranno pagate pensioni di 50-250 dollari al mese a tutti coloro che lavoravano nell' amministrazione pubblica, ma... Eh sì, c'è un "ma": chi vuole la mancia deve abiurare il partito Ba 'ath ed il socialismo panarabo.
Visto che sta per scoppiare un' insurrezione gigantesca, Washington ha deciso di percorrere la strada che gli è più nota e congeniale: quella del ricatto economico.
Gli amerikani prima hanno affamato un popolo con 13 anni di embargo, poi hanno affamato impiegati, insegnanti e militari iracheni e le loro famiglie, adesso cercano di comprare la loro fedeltà in cambio della rinuncia al socialismo panarabo del partito Ba 'ath.