AREZZO - Il Comune di Arezzo e l'Istituto geografico militare di Firenze sono molto orgogliosi di un ritorno che ha il sapore dei secoli e che interessa un aspetto poco conosciuto di un maestro conosciutissimo, Leonardo da Vinci. Ma hanno anche avuto la paura del proprio coraggio. Quello cioè di aver chiesto alla Royal collection, la favolosa collezione reale di disegni e grafica antica ospitata nel castello di Windsor (in pratica a Elisabetta d'Inghilterra), il prestito di cinque mappe del territorio toscano e delle Paludi Pontine redatte da Leonardo. Erano destinate ad essere il "cuore" della mostra Leonardo genio e cartografo, pensata nel quinto centenario della loro realizzazione. Senza carte niente mostra. Non sapevano, ad Arezzo, che i fogli leonardiani vengono dati in prestito solo a grandi musei che possono fornire tutte le garanzie di conservazione e sicurezza.
La risposta alla loro temerarietà venne da Theresa Mary Morton, una gentile, decisa signora inglese dal titolo impegnativo di “Exhibition coordinator” del Royal Collection Trust. Quando Mary Morton - come spiega lei stessa - si rese conto direttamente che "proprio questi erano i luoghi in cui Leonardo, cinque secoli fa, era ad osservare, misurare, prendere appunti, studiare”, decise che quelle mappe potevano tornare nei posti in cui erano state concepite e realizzate. La risposta ufficiale arrivò nel dicembre dell'anno scorso. Alcune mappe di Leonardo erano uscite da Windsor rare volte per mostre a Londra, a New York, ma mai tutte insieme. Per Arezzo si sarebbero mosse tutte insieme. La risposta affermativa mise nei guai i temerari che addirittura volevano allestire un nuovo spazio espositivo nel Palazzo Comunale, fino ad allora occupato da una banca. Come spesso accade in Italia quando l'obiettivo e le difficoltà stimolano un'unione di intenti, la corsa contro il tempo è stata vinta e, dal 22 giugno al 30 settembre, Leonardo cartografo esibisce le cinque mappe ad Arezzo. Ed è stata vinta anche la corsa per trovare i 780 mila euro, il costo di questa mostra piccola, ma doppiamente preziosa, assorbiti soprattutto da un premio di assicurazione che in vecchie lire corrisponde a 70 miliardi. Per cinque fogli le cui dimensioni vanno da un minimo di 25 centimetri ad un massimo di 48,8. Si trattava di una somma complessiva che superava le possibilità del Comune, ma il sindaco Luigi Lucherini, che trova "fuori luogo parlare di soldi in tema di cultura", è stato tanto bravo e fortunato da trovare sponsor che hanno coperto il 90 per cento della spesa.
La mostra è nata da una idea di Carlo Starnazzi (lo studioso di Leonardo che ha individuato parti del territorio aretino come sfondo di alcuni dipinti del maestro, Gioconda compresa) e dell'architetto Andrea Cantile, cartografo direttore dell'Igm, direttore della rivista L'universo dello stesso istituto, che è uno dei più importanti al mondo per la cartografia. Cantile ha anche curato l'esposizione.
Per far apprezzare il salto di qualità e l'importanza dell'opera di Leonardo, la mostra fa precedere le carte da quattro sezioni particolari...
* "Scienza", con esemplari originali dei saggi e trattati di matematica, geometria, rilevamento, geografia ed opere militari disponibili all'epoca, dal "Liber elementorum" di Euclide (1482) alla "Summa" di Luca Pacioli, il grande amico di Leonardo.
* "Tecnologia", con originali o modelli degli strumenti per il rilevamento topografico e per l'investigazione scientifica fra cui uno strumento per proiezioni ortografiche che già era stato ricostruito da Durer sulla base di uno schizzo di Leonardo nel "Codice Atlantico".
* Poduzione cartografica" con otto importanti opere dal 1455 che hanno per oggetto l'Italia e la Toscana, prestigiose e utilizzatissime ai loro tempi, ma che fanno una ben magra figura con le carte di Leonardo.
* Sezione degli apocrifi” del "Trattato della Pittura" di Leonardo, apocrifi nel senso che il maestro non ha mai scritto (incredibilmente) un tale trattato che è stato messo insieme dall'allievo ed erede Francesco Melzi con gli appunti e osservazioni del maestro.
* Infine, il centro della mostra intitolato "Tribuna leonardiana". Qui, tenute a luci molto basse ("luci fredde" cioè senza radiazioni all'infrarosso, per la delicatezza delle carte), a temperature e umidità controllate (meglio portarsi un golfino per la visita), sono le cinque mappe, esattamente quattro più uno schizzo di preparazione. Sono Vista della Valdichiana, il disegno; Carta della Valdichiana; Carta della Toscana occidentale; Carta dell'Italia centro-nord che visivamente più si avvicina ad una mappa moderna; Paludi Pontine.