Niente più articolo 18 per le testate di partito. Un comunicato del cdr Unità ... di red
Da poco è stato approvato dal consiglio dei ministri un nuovo disegno di legge sull'editoria. Fra le tante norme, ce n'è una che - di punto in bianco - equipara i giornalisti delle testate edite da partiti e movimenti ai dipendenti di quei partiti. Con la conseguenza, per dirne una, che i giornalisti di questi giornali d'ora in poi non avranno più la tutela prevista dall'articolo 18.
Il comitato di redazione de l'Unità ha emesso un comunicato sulla vicenda. Per sottolineare che si tratta di «una norma odiosa, non solo perché mette in discussione il diritto al lavoro, ma anche perché apre una forte discriminazione all'interno della categoria. I giornalisti dei quotidiani politici vengono così degredati a giornalisti di serie B, con meno diritti e con una professionalità mutilata».
«Eppure - continua la nota del comitato di redazione de l'Unità - anche i giornalisti che lavorano in questi quotidiani sono dei professionisti, hanno dovuto sostenere un esame per iscriversi all'Ordine, pagano i contributi Inpgi e Casagit. Ma non basta: la maggioranza di governo li vuole per legge diversi dagli altri».
E allora? «Per queste ragioni il cdr de l'Unità - conclude la nota - invita i Cdr degli altri quotidiani e la Federazione della Stampa ad opporsi con forza contro questa parte del ddl sull'editoria».
B.