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Discussione: Eccidio di Schio

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    Predefinito Eccidio Di Schio: Le Amenita' Dei Rossi

    IL PANE E LE ROSE - classe capitale e partito a padova e nel veneto

    L'articolo originale all'indirizzo: http://utenti.lycos.it/panerose/pagi...hp?id_art=1688

    Presidio antifascita a Schio domenica 6 luglio

    Guerra al fascismo e all’imperialismo

    (27 giugno 2003)

    I fascisti hanno organizzato un raduno nazionale a Schio per domenica 6 luglio. Sfileranno per le vie del paese, in tenuta fascista, in ricordo di quelli che considerano “vittime dell’eccidio di Schio”.

    Il 7 luglio del 1945 i partigiani assaltarono il carcere di Schio, giustiziando 54 fascisti responsabili di massacri ai danni delle popolazioni dell’Alto-vicentino, i quali stavano per essere scarcerati dalle forze anglo-americane. Al termine della guerra, moltissimi criminali fascisti vennero “arruolati” nelle fila dell’esercito statunitense ed addestrati ai nuovi compiti (alla guerra sporca contro la classe operaia ed il popolo, fatta d’ogni tipo d’atrocità) nelle basi USA-NATO dislocate sul nostro territorio.

    Divennero i coordinatori delle stragi nel nostro Paese (da Portella della Ginestra in poi), concretizzando la “strategia della tensione”, strategia terrorista studiata in ambiente NATO-P2 e coperta dagli apparati dello Stato italiano, per cercare di eliminare ogni possibilità di sviluppo del movimento operaio in Italia. La rilettura dell’episodio è parte integrante di una sistematica operazione di contraffazione della storia e della Resistenza. Con quest’opera di falsificazione si vuole occultare il fatto che la Resistenza fu la risposta del proletariato al regime fascista e il punto più alto raggiunto nella sua lotta per il potere; si vuole occultare la vera natura del fascismo, il contesto politico, sociale ed economico in cui esso si è sviluppato (dalla crisi economica degli anni ’20, alla guerra imperialista, alla poderosa avanzata del comunismo) e dunque celare le responsabilità dei capitalisti nel creare i regimi dittatoriali con l’obiettivo di difendere i loro profitti, intensificando lo sfruttamento dei lavoratori.

    Di quest’opera di falsificazione è stata decisiva artefice la “sinistra” pentita.

    Anche nel nostro territorio la “sinistra” di regime ha sostenuto questa rivisitazione storica, permettendo la posa di una lapide in ricordo delle “vittime dell’eccidio di Schio” ed addirittura autorizzando i fascisti a sfilare per il paese.

    Così facendo questa pseudo-sinistra ha aperto la strada alla rivincita della destra.

    Anche oggi con l’aggravarsi della crisi economica, la guerra imperialista ed il risorgere delle lotte del proletariato contro la politica economica vigente (chiusura d’imprese, licenziamento di operai, massima flessibilizzazione e precarizzazione della forza-lavoro, delocalizzazione di attività produttive nei Paesi neo-colonizzati ecc.), gli Stati imperialisti stanno scivolando verso una progressiva fascistizzazione.

    Lo fanno inasprendo enormemente l’apparato repressivo e poliziesco di cui da sempre dispongono, redigendo liste nere attraverso cui mettere al bando le più importanti organizzazioni rivoluzionarie del mondo, emanando leggi che cancellano da un giorno all’altro le più elementari garanzie democratiche. Come il fascismo non fu solo la dittatura reazionaria della borghesia, ma anche la mobilitazione reazionaria delle masse popolari, così oggi in tutta Europa crescono razzismo e xenofobia. A questa mobilitazione reazionaria dobbiamo rispondere cercando di convogliare il malcontento popolare nella giusta direzione, cioè contro il sistema capitalista e imperialista vero responsabile di tutti i mali che devastano la vita di gran parte dell’umanità costringendola alla morte per fame, guerre, malattie, inquinamento.

    La Nuova Resistenza è lotta contro il capitalismo e per il comunismo.

    CONTRO IL FASCISMO
    CONTRO LA REVISIONE DELLA RESISTENZA
    ORA E SEMPRE RESISTENZA- NO PASARAN!!


    PARTECIPIAMO AL PRESIDIO DI DOMENICA 06 LUGLIO ORE 10 A SCHIO (Vi)

    Comitato Antimperialista Antifascista Malgazonta

    fonte: folletto_rosso@libero.it

  2. #2
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    Predefinito Dal Giornale Di Vicenza

    Venerdì 27 Giugno 2003

    I combattenti della Repubblica Sociale commemoreranno le 53 vittime dei partigiani

    L’eccidio torna a dividere

    Alla cerimonia "blindata" sono attesi i reparti della Rsi si teme uno scontro con i contromanifestanti pacifisti

    di Mauro Sartori

    I repubblichini tornano a Schio per commemorare le vittime dell’eccidio. L’appuntamento è fissato per domenica 6 luglio, è organizzato dall’unione Nazionale Combattenti della Repubblica Sociale Italiana assieme ai giovani militanti di Continuità ideale. È annunciata la presenza di rappresentanze dei vari reparti combattenti per la Rsi: dalla Tagliamento ai battaglioni della Decima Mas, da i Volontari di Francia ai bersaglieri della Mussolini, per arrivare alla Guardia Nazionale Repubblicana. Nomi che rievocano il drammatico periodo fra l’armistizio del settembre ’43 e la liberazione dell’aprile ’45. Il 7 luglio del 2002 si tenne una cerimonia assai contestata, che divise letteralmente in due una città presidiata dalle forze dell’ordine: da una parte i manifestanti, dall’altra i contromanifestanti di sinistra, divisi da un cordone di agenti, anche se il contatto è stato rischiato all’altezza dello sbocco di via Cap. Sella in piazza Rossi. Ci fu il solito balletto delle cifre (500 fra reduci e giovani di destra secondo gli organizzatori, 400 per la stima ufficiosa delle forze dell’ordine, meno di 300 per gli avversari politici che sostennero di averli contati uno a uno), ribaltato nella conta delle bandiere rosse: poche decine secondo le stime ufficiose, quasi 200 partecipanti per i promotori.
    Al di là dei numeri, che pure rendono l’idea di un centro occupato come ai tempi delle proteste studentesche o operaie, resta la promessa mantenuta dai giovani di Continuità ideale, e cioè di commemorare ogni anno le 53 vittime della strage, compiuta da un commando partigiano nelle carceri mandamentali di via Baratto (attuale sede della biblioteca civica), la notte fra il 6 ed il 7 luglio 1945.
    «Desideriamo chiarire la vera essenza di questa iniziativa - spiega Alex Cioni, portavoce degli organizzatori - consci che la cerimonia potrebbe dare spunto a qualche facinoroso, per farne un facile uso strumentale a fini politici. Lo spirito che ci spinge a questa commemorazione è scevro da qualsiasi sentimento di ostilità o di rivalsa. Non ci faremo intimorire da chi pensa di protestare, e "tireremo diritto". Sarà invece la presenza comunista ad essere quanto meno inopportuna e pericolosa il giorno dell’anniversario, ma siamo in regime democratico, ed è giusto che oguno si esprima, basta non trascendere nella bolgia».
    C’è insomma la provocazione, ma anche l’invito a non sfoderare metaforicamente le armi. L’anno scorso repubblichini e simpatizzanti sfilarono dal cimitero ossario di Ss. Trinità sino al portone delle ex carceri, dove deposero una corona di fiori. Poi venne celebrata una funzione religiosa da don Giulio Maria Tam, sacerdote tradizionalista, legato al movimento di mons. Lefevre. Infine si ritrovarono per un momento conviviale in un ristorante cittadino. Gli scontri si limitarono a sfottò ed accuse verbali, seppur pesanti, grazie all’eccellente servizio di sicurezza predisposto da agenti catapultati a Schio da tutto il Nord Italia. Le scene si ripeteranno il 6 luglio? Dagli ambienti politici locali filtra che il centro - sinistra, da Margherita a Rifondazione, con l’appoggio di numerose associazioni, abbia già predisposto un manifesto inneggiante alla pace, segnale che la risposta politica ci sarà. Resta da vedere che domenica sarà per gli scledensi non ancora partiti per le ferie.
    Il comitato familiari delle vittime dell’eccidio farà la sua commemorazione il giorno successivo, in forma privata, con una messa a S.Giacomo, seguita dalla deposizione di una corona di fiori davanti alla lapide posta in cimitero.
    «Non siamo contrari al ricordo e ai fiori davanti alle ex carceri - spiega Matilde Sella - ma riteniamo la sfilata esagerata e fuori dal tempo. Come comitato non ci siamo posti l’obiettivo di dividere, semmai quella che chiediamo è una pacificazione».
    (nella foto d’epoca, le ex carceri)

  3. #3
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    Predefinito Re: Eccidio Di Schio: Le Amenita' Dei Rossi

    In origine postato da scledum


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    fonte: folletto_rosso@libero.it
    Nooooooo passaran....gridavano i rossi dalle barricate.ma NOI....siamo passati e vi dico.........che passeremo!

  4. #4
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    Predefinito Sella: «Un 6 luglio tinto di nero non sarà un esempio di libertà»

    Mercoledì 2 Luglio 2003

    Secca presa di distanza del sindaco dalla commemorazione dei repubblichini: «La città è estranea al corteo»

    Sella: «Un 6 luglio tinto di nero non sarà un esempio di libertà»




    di Mauro Sartori


    Giuseppe Berlato Sella e i suoi collaboratori si chiamano fuori dal "6 luglio tinto di nero", come lo stesso primo cittadino definisce la giornata di domenica, in cui repubblichini e giovani di destra commemoreranno, a modo loro, le 54 vittime dell’eccidio di Schio. Dopo aver contromanifestato in silenzio lo scorso anno, senza prendere posizioni ufficiali, il primo cittadino scledense si toglie ora qualche sassolino dalla scarpa, alla vigilia dell’ennesima mattinata di fuoco per la città, visti i presupposti che stanno maturando in questi giorni e il rischio che la commemorazione possa trasformarsi in uno scontro tra opposti schieramenti.
    Cosa ne pensa di questa iniziativa "nostalgica"? «Io e la mia giunta crediamo di poter fare una riflessione con estrema tranquillità, poichè ci sentiamo distanti ed estranei da questo modo di ricordare, così come estranea si sente la città che rappresento, insignita di medaglia d’argento alla Resistenza, che conserva ancora oggi memoria e cuore sui valori dell’antifascismo».
    Che senso ha sfilare oggi con insegne, labari, divise di un periodo storico che divide e a fa discutere?
    «Purtroppo la strumentalizzazione del 7 luglio (la manifestazione si terrà il 6, ma l’eccidio nelle carceri mandamentali avvenne nella notte fra il 6 ed il 7 luglio 1945 ndr) è un grave errore poichè si utilizza il ricordo per fare sfilare su di una "passerella" estranea simboli, immagini e persone che non rappresentano più nulla, se non il rigurgito di chi ha bisogno della camicia e del baschetto per essere qualcuno».
    Appurata la vostra estraneità e contrarietà a questo tipo di iniziative, i cittadini si chiedono perchè sia stata autorizzata. Ce ne vuole spiegare il motivo?
    «Per fortuna dei promotori, la democrazia conquistata da altri, permette di fare ciò, ma resta una provocazione che guasta il desiderio di pacificazione nella città, da più parti richiesta e auspicata, ed ancor più turba il clima di riflessione che si è creato in questi ultimi tempi sui temi della pace, della democrazia e della libertà».
    Qualcuno teme che le due parti, destra e sinistra, vengano a contatto in piazza Almerigo, creando problemi di ordine pubblico .
    «Escludo vi possano essere punti di contatto, e comunque la Questura può decidere qualsiasi variazione, anche all’ultimo momento, qualora il rischio si paventasse. Rifondazione Comunista ha chiesto di poter installare un banchetto nella piazza, e noi non avevamo motivo di negare l’autorizzazione. Ripeto: tocca alla Questura decidere in merito ad eventuali modifiche, come lo spostamento del banchetto o del percorso del corteo».
    Che segno lascerà su Schio questo "rigurgito" dei repubblichini, e dei gruppi che li appoggiano nell’organizzazione del corteo e della commemorazione?
    «Penso ai giovani, che ora più che mai sono alla ricerca di modelli, di esempi e di ideali cui ispirarsi. A loro stanno a cuore i temi della pace e della democrazia. Il 6 luglio tinto di nero non sarà certamente un esempio di libertà per loro».
    Una bocciatura in toto, insomma. Nulla da salvare di questa cerimonia nostalgica?
    «Forse qualcosa c’è. Proprio per i giovani potrebbe essere elemento di riflessione, come sottolineatura e rafforzamento dei veri valori in cui la città ha sempre creduto e che sono diametralmente opposti a quello che domenica a Schio i fascisti vorrebbero dimostrare».

  5. #5
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    Predefinito Commemorazione. Neo fascisti, partigiani e pacifisti si incroceranno domenica in piaz

    Giovedì 3 Luglio 2003

    Commemorazione. Neo fascisti, partigiani e pacifisti si incroceranno domenica in piazza Almerico

    Corteo della Rsi, sale la tensione
    Il centro sarà blindato dalle forze dell’ordine per prevenire tafferugli Antifascisti: «È un insulto alla città». Reduci: «Ostilità contro di noi»

    di Paolo Rolli

    Sale la tensione in paese all’avvicinarsi del giorno (domenica mattina) del raduno dei reduci della Repubblica sociale italiana, da un lato loro e dall’altro la contromanifestazione antifascista. Con il rischio, però, che le parti si incrocino nella stessa piazza. Ieri, giornata di mercato, non si parlava d’altro: cosa succederà? Ci saranno scontri, disordini, o prevarrà il buon senso da entrambe le parti? Una scena già vista a Schio, quella cui si assisterà domenica prossima, 6 luglio, in concomitanza con l’anniversario dell’eccidio del 1945, in cui persero la vita 54 persone uccise dai partigiani. La città, infatti, tornerà ad essere terreno di scontro ideologico, ma a differenza di quanto avvenne lo scorso anno, questa volta la contromanifestazione è stata autorizzata in piazza Almerico: proprio dove dovrebbe passare il corteo dei reduci. L’anno scorso, per la prima volta, i reduci di diversi reparti che combatterono nella Repubblica di Salò si diedero appuntamento a Schio per una cerimonia commemorativa in occasione dell’anniversario dell’eccidio. Pronta fu la risposta della sinistra, che organizzò una contromanifestazione. Un’accurata predisposizione del corteo dei reduci e la "blindatura" dei possibili punti di contatto tra le parti, grazie ad un massiccio servizio d’ordine pubblico, permisero che tutto si svolgesse senza particolari problemi. Domenica prossima si replica, e la città tornerà ad essere presidiata in ogni angolo da polizia e carabinieri. Già ieri la digos era in paese per alcuni sopralluoghi.
    Per la contromanifestazione si sono mosse associazioni di partigiani, partiti, gruppi e movimenti di sinistra, che con la loro presenza intendono protestare contro l’iniziativa dei reduci di Salò. «Anche quest'anno saremo costretti a subire un vero e proprio insulto alla città di Schio, medaglia d'argento alla Resistenza - affermano gli organizzatori -: anche quest'anno un gruppo di neo fascisti-nazisti in camicia nera marcerà con tanto di svastiche facendo il saluto romano per le strade della città. Anche quest'anno, quindi, tutte le forze antifasciste di Schio e della regione manifesteranno pacificamente in piazza Almerico».
    È proprio la concessione contemporanea della piazza ad entrambi a creare qualche problema. «Siamo sorpresi e preoccupati dell’irresponsabilità del sindaco - afferma Alex Cioni, uno degli organizzatori della manifestazione dei reduci -. Quando abbiamo saputo della concessione di piazza Almerico per la contromanifestazione, non credevamo alle nostre orecchie: un atto di ostilità nei nostri confronti. Ci aspettavamo maggiore equilibrio da parte del sindaco di Schio, ci attendevamo una posizione di imparzialità a garanzia di tutti. Tocca a noi, a questo punto, dimostrare senso di responsabilità, e così come abbiamo fatto l’anno scorso, stiamo valutando di cambiare il percorso stabilito inizialmente».
    Di parere opposto la sezione Anpi di malo che ha scritto al sindaco di Schio per lamentarsi della concessione dell’autorizzazione ad "una squallida manifestazione... auspicando che non vi sia in futuro alcun compromesso con i fascisti".
    La commemorazione dei reduci della Rsi inizierà al Sacrario militare della Ss. Trinità alle 10 con la messa, cui farà seguito il corteo; la contromanifestazione antifascista, invece, si svolgerà in piazza Almerico dalle 9,30.


    L’episodio. In vari punti del tracciato
    Le scritte anonime imbrattano il paese

    "Nervi tesi fasci appesi", "L’unico fascista buono è quello morto", "Ora e sempre resistenza". Ed a Schio il clima a pochi giorni dalle due manifestazioni di domenica si scalda sempre più. Un vero e proprio raid, quello avvenuto in città la scorsa notte, con scritte tracciate a vernice rossa, nera ed arancione apparse su molti muri della città.
    Il tenore delle scritte è inequivocabile, così come appare subito lampante chi siano i destinatari del "messaggio", anche se gli autori degli slogan sono rimasti anonimi e duqnue non riconducibili ad una delle due parti in campo. Anzi, potrebbe trattarsi di un atto isolato di qualche idiota, compiuto soltanto con l’intenzione di provocare una reazione violenta che accenda la miccia degli scontri durante il corteo. Un intento questo che non sortirà effetto in quanto gli slogan per domenica verranno sicuramente cancellati.
    Le scritte sono state tracciate tra la stazione delle autocorriere e piazza Almerico da Schio, cioè la zona dove domenica passerà il corteo dei reduci della Repubblica sociale italiana.
    Nemmeno la Biblioteca, l’ex carcere dove avvenne l’eccidio del 7 luglio, è rimasta indenne dall’assalto con lo spray, così come gli ignoti imbrattatori se la sono presa anche con la sede dell’Unicredit di via Baratto.
    Della vicenda si stanno occupando ora sia i carabinieri di Schio sia la questura di Vicenza.

  6. #6
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    Predefinito occupazione dei disobbidienti

    Vicenza
    NOSTRO SERVIZIO
    La ...


    Vicenza
    NOSTRO SERVIZIO

    La Biblioteca civica di Schio: luogo di mattanza il 7 luglio 1945, di "occupazione disobbediente" il 5 luglio 2003. Due episodi lontanissimi nel tempo, uniti da un filo conduttore: l'eccidio partigiano, a guerra conclusa, del 7 luglio '45, costato la vita a 53 persone. Un evento di sangue che da allora suscita polemiche in città, che non sono venute meno dopo la posa in biblioteca nel 1986 di una lapide ricordo, ritenuta anonima e non rispondente alla verità.

    La tensione politica che in settimana ha scosso la città per la sfilata in programma stamani degli ex Repubblichini (organizzata all'Unione nazionale combattenti Rsi e da Continuità Ideale) ha portato ieri all'occupazione del cortile della biblioteca civica da parte dei Disobbedienti vicentini, legati ai gruppi Ya Basta e Libera Zona. Un fatto che segue ripetuti voltantinaggi di protesta alla sfilata da parte delle sezioni locali di Ulivo e Rifondazione Comunista, e frasi scritte a spray sui muri del centro, nella notte tra martedì e mercoledì. Ieri alle 11.30 una quarantina di Disobbedienti (tra i 20 e i 30 anni) sono entrati in fila indiana nella sala "lettura quotidiani" della biblioteca per passare come normali utenti nel cortile interno. Ma erano lì per un'occupazione di protesta, srotolando sopra e sotto la lapide delle vittime dell'eccidio, due striscioni con scritto in rosso "Mai più fascisti. Disobbedienti. Schio non dimentica" e "No alle parate naziste".

    «Non faremo alcun danno, siamo qui - ha dichiarato il portavoce Francesco Pavin - solo per chiedere l'annullamento della sfilata fascista. Ce ne andremo quando avremo l'assicurazione che verrà annullata».

    La direzione della biblioteca li ha invitati ad uscire, ma gli occupanti hanno detto no. A quel punto l'intervento di vigili urbani e carabinieri. La situazione è rimasta in stallo sino alle 13 quando i ragazzi si sono incontrati col vice questore, il responsabile dell'Ucigos, il vice sindaco Luigi Dalla Via e altri funzionari del Comune. Un'ora di riunione servita a calmare gli animi.

    «Ci siamo parlati, per l'anno prossimo studieremo assieme - spiega Pavin - il modo di impedire una nuova sfilata fascista. Ma domani (oggi, ndr) saremo in piazza Almerico a manifestare assieme a tanti altri contro l'arrivo a Schio dei fascisti».

    L'occupazione si è conclusa alle 16,15, dietro un deciso invito dei dirigenti provinciali e delle forze dell'ordine. All'azione di occupazione, che ha creato disagi agli utenti della biblioteca, non seguiranno azioni penali. Pronta la risposta di Alex Cioni , portavoce di Continuità Ideale: «Da parte nostra non c'è intenzione di raccogliere la provocazione dei Disobbedienti. Siamo convinti che non ci sarà alcun problema per lo svolgimento della nostra cerimonia. Dopo le dichiarazioni irresponsabili del sindaco rilasciate in settimana, l'azione dei Disobbedienti non è una sopresa. La responsabilità morale è del sindaco, colpevole di avere alzato i toni con l'obiettivo di assecondare la sinistra più radicale, dando così un pretesto se non una giustificazione, all'occupazione».

    Oggi Schio sarà blindata dalle forze dell'ordine, l'obiettivo è tenere separate le due fazioni. Gli ex Repubblichini e simpatizzati di destra si ritroveranno alle 10 al Sacrario militare per sfilare alle 11 sino al portone della biblioteca (nel '45 il carcere dell'eccidio), per la deposizione di corone di fiori, con ritorno al Sacrario per una messa prevista alle 11,30. Nella vicina piazza Almerico dalle 9,30 alle 12,30 è in programma la contro manifestazione promossa da Rifondazione Comunista, alla quale hanno aderito l'Anpi, ambientalisti e vari gruppi associazionistici.

    In serata il Veneto Fronte Skinheads ha detto di «prendere atto della puntuale condotta delle autorità, improntata a lassismo e magnanimità a senso unico, nei confronti di una tristemente nota sinistra già ampiamente tutelata da una buona fetta di magistratura sempre pronta ad elargire impunità mai riservate a nessun altro».

    Vittorino Bernardi

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    Predefinito dal G.di Vic.

    Conclusa senza scontri la commemorazione dei repubblichini all’eccidio del 6 luglio del 1945

    Città blindata, niente incidenti

    Almeno 600 partecipanti al corteo e oltre 200 “resistenti”


    di Mauro Sartori



    Una città divisa. Non solo in senso mataforico. Un cordone impenetrabile di poliziotti e carabinieri ha impedito che la giornata di ieri, a Schio, si trasformasse in qualcosa di più di una commemorazione. Repubblichini e skinheads da una parte, sinistra, disobbedienti, partigiani e pacifisti dall’altra, ma a più di un centinaio di metri di distanza.
    La temuta mattinata si è risolta in alcune, peraltro prevedibili, scaramucce, causate da piccoli gruppi di provocatori che, elusa la sorveglianza delle forze dell’ordine, hanno tentato di avvicinarsi al corteo. Subito isolati dagli agenti, prima che la risposta “di destra” arrivasse a segno.
    Di fatto, l’elenco degli scontri si riduce ad alcuni momenti di tensione in via Carducci e davanti all’stituto per anziani di via Baratto. Pare infine, ma la voce non ha ricevuto conferma, che sia stata sottratta una bandiera rossa ad un contro-manifestante che si era avventurato dalle parti del sacrario. Tutto lì.
    Ma non va dimenticato che ieri Schio era una città blindata, con quasi 200 agenti, in divisa o in borghese, a sorvegliare. Blindati pure i cantieri in centro, da dove sono stati tolti sassi e pietre, elementi pericolosi in caso di contatto.
    La guerra annunciata sarà quella dei numeri. Secondo le stime ufficiose della Questura, c’erano almeno 600 partecipanti al corteo silenzioso dei repubblichini, sicuramente parecchi in più dell’anno scorso, sia fra i reduci che fra i giovani, fra i quali spiccava una ventina di esponenti del circolo storico - culturale di Malo intitolato a Mussolini, che conta su di un’ottantina di iscritti. In piazza Almerigo Da Schio, sotto un nugolo di bandiere rosse, c’erano poco più di 200 manifestanti, che hanno cantato e applaudito i Bassapadana, gruppo musicale che si è esibito sino ad ora di pranzo. La commemorazione fascista ha avuto identico svolgimento rispetto al 2002, salvo che nel tracciato del corteo, modificato a causa dei lavori in corso nel centro cittadino. Il momento clou si è registrato davanti al portone delle ex carceri mandamentali, dove nella notte fra il 6 ed il 7 luglio 1945 un commando partigiano fece fuoco sui prigionieri, uccidendone 54. Emilio Maluto, reduce della Decima Mas, è stato incaricato di una breve orazione, seguito dall’appello delle vittime, pronunciato da padre Giulio. I mazzi di fiori deposti davanti all’attuale ingresso secondario della biblioteca civica, sono stati protetti da un cordone di poliziotti quando, un’ora dopo, nel cortile accanto si sono recati i manifestanti di sinistra, in omaggio alla lapide che ricorda il martirio dei fratelli Bogotto.
    «Mai più fascisti a Schio - ha gridato in piazza Gianmarco Anzolin dei Giovani Comunisti. - Faremo di tutto perchè questo corteo non si ripeta in futuro».

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    Predefinito La Digos invia alla magistratura un rapporto sulla manifestazione di ex Repubblichini

    La Digos invia alla magistratura un rapporto sulla manifestazione di ex Repubblichini e skinheads

    Inchiesta sul corteo dell’Eccidio

    Il procuratore: «Indagini ma senza esasperare gli animi»


    di Ivano Tolettini



    Inchiesta sul corteo che ricordava l’Eccidio. Il procuratore Antonio Fojadelli avvia accertamenti conoscitivi e incarica la questura di valutare se domenica ci siano state violazioni di legge. La Digos, presente l’altro giorno al completo con il vicequestore Gerardo Buonomo, ha inviato un primo rapporto al magistrato. Top secret il contenuto, anche se qualche indiscrezione è filtrata. È stata ravvisata una sorta di apologia del fascismo? Il saluto romano esibito da centinaia di persone sia alla chiamata delle vittime dei partigiani comunisti che a quella del capo del fascismo Benito Mussolini potrebbe diventare l’anticamera della violazione della legge Scelba, in particolare l’articolo cinque della legge 143 del 1952?
    L’altra mattina le videocamere della polizia hanno registrato i volti di quanti hanno ripetutamente alzato il braccio destro secondo inquietanti ritualità del Ventennio. Questo basta per far ritenere che sono state compiute «manifestazioni usuali del disciolto partito fascista ovvero di organizzazioni naziste», così come vietato dalla dodicesima disposizione transitoria e finale della Costituzione repubblicana?
    «Analizzeremo quanto è avvenuto - spiega il procuratore l’indomani della commemorazione che ha visto la città del Pasubio blindata da poliziotti e carabinieri in tenuta antisommossa - ma agiremo con prudenza. I reati hanno come sempre una connotazione esteriore, ma la filosofia dell’Ufficio che dirigo non è quella di enfatizzare ed esasperare gli animi. Per adesso è prematuro valutare quello che accadrà. Dovrò analizzare il materiale che mi trasmetterà la polizia dopo di che farò le valutazioni del caso».
    La procura parte dal presupposto costituzionale che tutto ciò che è configurabile come libera manifestazione del pensiero non può essere oggetto di censura penale. Che ex repubblichini e skinhead - ai quali sull’altro fronte si sono opposti disobbedienti e militanti di Rifondazione comunista - si diano appuntamento per commemorare dei caduti (cerimonia religiosa lecita) e nel farlo ricorrano ai segni esteriori di un passato di cui gli italiani non debbano andare fieri può essere un argomento d’inchiesta?
    «Senz’altro in linea di principio - continua il procuratore -, ma per passare da un’attività conoscitiva a una inquisitoria vera e propria ce ne corre. Ci devono essere i presupposti». L’altro giorno ci sono stati?
    Se è vero che l’Eccidio, poichè avvenuto a due mesi dalla conclusione del conflitto, rappresenta la pagina italiana più nera della fase immediatamente successiva alla fine della seconda guerra mondiale, è altrettanto vero che un corteo di ex appartenenti alla Repubblica di Salò e di skinheads può al massimo far sussultare le coscienze di chi crede nei principi democratici e vede con perplessità certe manifestazioni.
    Tuttavia, uno dei principi sacrosanti ai quali si ispira la nostra Costituzione, sorta dalle ceneri della barbarie della violenza totalitaria, è quello volteriano della tolleranza: «Disapprovo ciò che dici, ma difenderò sino alla morte il tuo diritto a dirlo».

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    Predefinito Continuità Ideale occupa il Consiglio

    Protesta dei giovani di destra legata all’"Eccidio"

    Continuità Ideale occupa il Consiglio

    Interviene la polizia e fa sgomberare l’aula



    ( m. sar. ) A Schio esordiscono i disobbedienti di destra. I giovani di Continuità Ideale, promotori del discusso corteo commemorativo dell’Eccidio di domenica scorsa, ieri sera intorno alle 20 sono stati autori di un blitz in consiglio comunale, per rispondere coi fatti all’occupazione della biblioteca civica da parte dei Disobbedienti di sinistra. La protesta era attesa e l’aula presidiata dalle forze dell’ordine, il Consiglio è stato sospeso e ripreso dopo che i giovani sono stati allontanati. Muniti di bandiere tricolori e di cartelloni, hanno creato un po’ di scompiglio a seduta inoltrata, distribuendo un volantino in cui si contestava il sindaco per le dichiarazioni rilasciate nei giorni scorsi, polemizzando con i giovani di sinistra che hanno imbrattato i muri della città alla vigilia della manifestazione.
    «Occupiamo pacificamente il consiglio comunale perchè abbiamo parecchie persone da ringraziare - rincara la dose Alex Cioni, portavoce del movimento. - Non di certo quelli che hanno tolto, poche ore dopo, i fiori da noi depositati alla base del portone delle carceri. Siccome abbiamo capito che a Schio si possono occupare edifici pubblici senza rischiare problemi di sorta, anche noi vogliamo disobbedire. E sperando che il tricolore non offenda i nostri politici, visto che le bandiere arcobaleno sono adesso introvabili in città».


 

 

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