Conservatore
30 Gennaio 2009
Oggi, gli esempi dei grandi conservatori nell’Europa del dopoguerra, ai più non dicono nulla.
Peccato.
De Gasperi, Adenauer, De Gaulle, e in tutt’altro versante, Giovanni XXIII, furono formatori di coscienze nazionali, capaci di sollevare speranze. Uomini soli, a volte innovatori rigorosi spinti dalla necessità. Parchi esponenti di quella destra dignitosa e senza sbragamenti, svanita a partire dagli anni ‘70. Di questi uomini, troppo spesso senza eredi, di questa destra avversaria, ho nostalgia intellettuale e politica.
Ricordo il sindaco della mia città, abitavamo di fronte, rientrava a notte, senz’auto di servizio, in una casa dignitosa senza lussi. Di errori ne fece molti, interpretò malamente la modernità, ma nessuno dei suoi errori fu per vantaggio o malafede. Non è poco ora.
Quando da tutt’altra parte politica e per molto tempo all’opposizione, mi misurai con gli eredi di quella stagione, qualche barlume c’era ancora. Di certo nessuno di loro avrebbe mai detto di essere il nuovo De Gasperi, come disse poi il cavaliere presidente. Forse per rispetto alla realtà, oppure misura o decenza. Poi più nulla e il canestro si è definitivamente guastato.
Che dire se non che l’albero può fruttificare e che attendere la primavera è una speranza da giovani.
conservatore Willyco