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  1. #21
    memoria storica di PoL
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    Predefinito ... la resa dei conti è vicina...

    cari amici
    ecco a voi una interessante rassegna-stampa comparsa oggi su Cnn-Italia...

    al solito... buona lettura!...





    L'ira di Fini: o noi o la Lega!...

    I giornali ricostruiscono un giovedì frenetico per la CdL
    Ultimo aggiornamento 11 luglio 2003, 102 ora italiana [082 GMT]

    Milano [CNN] - L'ira di Fini: così si può riassumere la lettura che i giornali danno dell'attuale crisi in seno alla maggioranza. Dal ‘Corriere’ a ‘L'Unità’, da ‘Repubblica’ al ‘Giornale’, le ricostruzioni sono le medesime. I colloqui di giovedì a palazzo Chigi tra il presidente del Consiglio e, nell'ordine, Gianfranco Fini e Marco Follini hanno certificato la rottura degli alleati con Bossi. Il successivo incontro telefonico tra Berlusconi e Bossi, tuttavia, dovrebbe aver riportato serenità.

    In serata, non a caso, il portavoce del Premier, Paolo Bonaiuti, ha pronunciato parole ottimistiche, sottolineando che ‘il presidente Berlusconi sta lavorando per riportare la serenità, sicuro che alla fine prevarranno responsabilità e sicurezza’. In pratica, il colloquio tra Bossi e il Cavaliere avrebbe avvicinato le distanze, anche se Bossi, alcune ore dopo, ha chiesto a gran voce ‘il rinnovamento del programma, ossia la ridiscussione dell'intesa da cima a fondo, perché se salta il patto [elettorale] e non se ne sigla uno nuovo non ci sentiamo più legati’.
    Ma facciamo un passo indietro, anche per meglio comprendere gli sviluppi futuri. Il 'senatur' ha di fatto aperto una crisi, affermando alcuni giorni fa che il patto elettorale della Casa delle Libertà era da considerarsi ormai superato per il mancato impegno dell'Esecutivo in tema di riforme, la 'devolution' in primo luogo. La polemica sulla riforma delle pensioni, a difesa delle quali il Carroccio si è asserragliato, ha aumentato le distanze.
    Le schermaglie della Camera, dove la Lega ha votato per quattro volte con l'opposizione - mercoledì - e ha scatenato - giovedì - la bagarre nell'approvazione del cosiddetto 'indultino', non sono che la spia della volontà del Carroccio di riacquistare visibilità.
    Fini, giovedì, ha fatto intendere a chiare note al premier che Bossi e il suo partito hanno superato il limite. ‘Su queste basi non si può andare avanti. La Lega non solo è sopravvalutata, è come se guidasse il Governo. Non vorrei che tu, caro Silvio, ti trovassi nella situazione di dover scegliere tra noi e loro’: così Claudio Tito de la Repubblica ricostruisce il colloquio di palazzo Chigi.
    Il Corriere della Sera, invece, è riuscito a ottenere un'intervista dal leader di An. Francesco Verderami spiega che Fini ha rivolto un pressante invito al presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, affinché ‘faccia valere la sua leadership’ e ‘metta in riga Bossi’. Il vicepremier non sottovaluta ‘la gravità della situazione’ all'interno della maggioranza, per la quale servono ‘chiarezza e decisione’. Fini, tuttavia, si dice convinto che Bossi ‘non abbia intenzione di uscire dal governo’, ma se ciò dovesse accadere, ‘nessuno dovrà rincorrerlo’.

    La Stampa si sofferma, nel pezzo di retroscena realizzato da Amedeo La Mattina, sulle reazioni di Berlusconi, sulle quali esistono due versioni. Da un lato, c'è chi racconta un presidente del consiglio ‘ricettivo, calmo, comprensivo perfino delle ragioni che hanno fatto infuriare Fini e Follini, al punto di affermare la sua 'irritazione crescente' nei confronti della Lega. Dall'altro, vi è chi riferisce di un Berlusconi ‘risoluto, arrabbiato con tutti sino a sbottare con l'affermazione Ma lo capite che ci stiamo facendo male da soli, che abbiamo rianimato un'opposizione che non sa a quale Santo votarsi?…’.
    La questione, prosegue la ricostruzione de La Stampa, si sarebbe risolta con una richiesta, da parte del Cavaliere, di un supplemento di fiducia ‘nelle sue capacità di rimettere assieme le cose con Bossi’. Qui, tuttavia, Fini sarebbe letteralmente esploso, affermando che proprio l'atteggiamento del premier ‘ha consentito di arrivare a queste condizioni’. In conclusione, Fini avrebbe pronunciato parole di fuoco: ‘In queste condizioni la presenza della Lega è incompatibile con la nostra’.
    Il Giornale cerca di soffermarsi maggiormente sugli elementi scatenanti della crisi. E, all'indomani del tentativo di ricucitura del premier, si sottolinea come la 'spina' maggiore che tormenta l'esecutivo non è stata ancora rimossa. ‘Il problema per eccellenza - scrive Renato Pera - rimane, anche perché lo stesso Bossi ha parlato esplicitamente dell'esigenza di un 'rinnovamento del programma', ponendola quasi come condicio sine qua non, anche se i partner di An e Udc sembrano non condividere affatto questa esigenza.
    Il leader dei centristi, Marco Follini, in particolare, avrebbe chiesto a Berlusconi ‘di ricondurre il Carroccio sulla retta via', ribadendo che nessuno avrebbe intenzione di aprire crisi né chiedere rimpasti. Ma, spiega Renato Pera, Follini ha ribadito la necessità di mettere in preventivo un check-up della coalizione dopo il semestre europeo, ‘che non deve essere turbato dalle fibrillazioni della maggioranza’.
    Il Manifesto, infine. Fulminante, come di consueto, la prima pagina: una foto di Bossi ritratto durante un comizio e la scritta ‘L'ego della bilancia’. Il quotidiano comunista ricostruisce in due parole la crisi: ‘Il caos delle libertà continua nel segno della Lega. Il Carroccio inscena una gazzarra sull'indultino, insulta Casini, dà dell'ipocrita a Berlusconi, incassa un rinvio sulle pensioni ma chiede certezze sulla devolution. In serata la telefonata tra Bossi e il gran capo: ‘Se c'è il programma, si riparte’, dice il leader nordista. Berlusconi scende sulla terra e vede anche An e Udc. Si tenta il rilancio. Del Dpef per ora neanche l'ombra'.



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    Nobis ardua

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  2. #22
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    Predefinito

    Insomma alleanza meridiunalle alla riscossa
    Salucc

  3. #23
    memoria storica di PoL
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    Talking ... il futuro di Tremonti... un bel calcio in quel posto...

    cari amici
    leggete qui [su Repubblica] una delle 'miracolose ricette' di Giulio Tremonti per il rilancio dell'economia...

    Mi sa tanto che forse ha ragione Bersani, questo qui farebbe meglio a fare il promotore porta a porta... chissà quanti calci in quel posto sarebbe capace di rimediare!...



    Decisamente oscuro il futuro di Giulio Tremonti... decisamente...

    Nel Dpef il rifinanziamento dei mutui per consentire alle famiglie di liberare risorse da utilizzare nell'acquisto di beni voluttuari

    'Rilanciare i consumi ipotecando le case'

    Bersani: Tremonti può fare il promotore finanziario porta a porta


    Roma - L'ipoteca sulla casa per finanziare i consumi delle famiglie: questa la formula trovata dal ministro del Tesoro Giulio Tremonti per rinforzare la capacità di consumo degli italiani, elemento necessario per far ripartire l'economia. ‘Tremonti chiede agli italiani di ipotecare la casa per comprare la TV nuova’, ironizza il vice presidente dei senatori della Margherita Natale D'Amico.

    ’Gran parte della ricchezza delle famiglie è concentrata nel mercato immobiliare - è scritto bella bozza di Dpef - ed un sostegno ai consumi, fondamentale per la crescita del nostro paese, potrebbe derivare dalla possibilità di convertire in reddito parte di tale ricchezza’. In sostanza il governo punta sul mattone per ‘finanziare i consumi, convertendo in reddito una parte della ricchezza accumulata dalle famiglie attraverso la casa’. E lo mette nero su bianco nel Dpef parlando di ‘elevate potenzialità di finanziare i consumi’, attraverso ‘linee di credito al consumo direttamente garantite dal mutuo ipotecario: sono una valida alternativa - si legge nella bozza del documento - sebbene costituiscano un innovazione’. Un meccanismo che potrebbe anche trasformarsi in una sorta di pensione integrativa: una ‘rendita’ per i proprietari in età ‘più avanzata del ciclo vitale’, ovvero per i più anziani.

    La logica dell'operazione - si legge nella bozza del Dpef – ‘consiste nel generare flussi di cassa, rifinanziando mutui preesistenti’. Un'opportunità fornita, da un lato, dalla ‘crescita dei prezzi delle case che aumenta il valore ipotecabile’ e, dall'altro, dai ‘minori tassi di interesse che riducono la rata del mutuo’.

    Una strada già percorsa da altri paesi che - sottolinea la bozza - potrebbe essere seguita anche dall'Italia dove ‘i prezzi delle abitazioni risultano costantemente in crescita dal 1998’ e dove il ‘rapporto tra ricchezza immobiliare e reddito disponibile risulta particolarmente elevato’. Le linee di credito direttamente garantite dal mutuo ipotecario potrebbero così passare - secondo le prime indicazioni contenute nel Dpef - per ‘due forme’, la prima destinata a giovani famiglie, con reddito e numerosità in prevedibile aumento. La seconda, invece, alle famiglie di anziani.

    I giovani - Per quanto riguarda la prima strada si ipotizza così una linea di credito al consumo direttamente garantita dal mutuo ipotecario con ‘tasso e durata variabile, con un tetto alla rata nominale applicabile al mutuatario’ ed una serie di meccanismi che prevedono ‘attraverso l'allungamento della durata del mutuo’ di abbattere i rischi di ‘eccessivi leverage’, se cioè i tassi aumentano ‘per contratto e automaticamente, si allunga la durata del mutuo’. Questa ipotesi dovrebbe prevedere cioè la possibilità, con il passare del tempo ed a fronte della rivalutazione dell'immobile, di aumentare la durata del finanziamento [e le garanzie ipotecarie] che verrebbe così a contenere le rate periodiche, liberando risorse per i consumi.

    Gli anziani - Un'altra forma di finanziamento dei consumi attraverso il mattone riguarda, invece, le famiglie più in là con gli anni. Per questa categoria si potrebbe così inaugurare il concetto di ‘ipoteca negativa’, il proprietario cioè vende la nuda proprietà dell'abitazione ad un istituto finanziario [fondo immobiliare, fondo pensione etc.] continuando ad abitare la casa per tutta la durata del contratto o fino alla propria morte. In cambio riceverebbe il ‘corrispettivo della vendita anche sotto forma di rendita’. Mentre l'Istituto ‘otterrà a scadenza anche l'usufrutto dell'immobili o potrà, nel frattempo, cederlo’, per i proprietari si apre la ‘possibilità di utilizzare la ricchezza accumulata nel 'bene-casa' per far fronte alle necessità dell'età avanzata’. Strumento ‘particolarmente idoneo - tiene a precisare la bozza del documento di programmazione economica - considerando le tendenze in atto nella società italiana: il rapido invecchiamento della popolazione, l'aumento dei costi di assistenza e l'età avanzata, l'esigenza di un integrazione pensionistica’.

    Più debiti - La specificità dell'Italia ha spinto il governo su questa strada. Nel mattone l'Italia si differenzia inoltre dagli altri paesi anche per il ‘basso rapporto tra indebitamento per l'acquisto della casa e Pil’, pari al 10% contro una media di eurolandia del 35%. Anche in questo caso le indagini dell'Istat - si legge ancora nel Dpef - risultano ‘estremamente indicative’. Solo l'1,4% delle famiglie dichiarava nel 2001 difficoltà nel pagare il mutuo mentre il 2,7% aveva problemi nel comprare il cibo ed il 4,4% li aveva nel saldare debiti diversi dal mutuo. ‘Per le famiglie risulterebbe così più vantaggioso indebitarsi al tasso ipotecario che non a quello, quasi doppio, vigente per il credito al consumo’.

    Il no dell'opposizione - Una spinta all'indebitamento che non convince l'opposizione. la Cdl vuole - dice D'Amico - convertire in reddito una parte della ricchezza accumulata dalle famiglie attraverso la casa. Un tentativo piuttosto goffo di trapiantare in Italia una pratica diffusa, in ben altro contesto e con un diverso livello dei redditi familiari, negli Usa. A questo si riduce l'annunciato programma per il rilancio dei consumi: nel solito invito a consumare di più. Al quale ora si aggiunge: se non avete abbastanza soldi, ipotecate la casa.

    ’La finanza creativa sta per essere estesa col Dpef alle famiglie?…’, gli fa eco il responsabile economico dei Ds, Pierluigi Bersani. ‘Con tutte le cartolarizzazioni di questi anni, Tremonti ha già dimostrato di essere capace di vendere casa per pagarsi la benzina. Adesso vuole convincere le famiglie italiane a fare lo stesso’. ‘Qualora le anticipazioni che circolano fossero davvero contenute nel Dpef - aggiunge Bersani - almeno una cosa sarebbe chiara: finite le fatiche del governo, al ministro Tremonti non mancherebbero certo le caratteristiche per fare il promotore finanziario porta a porta’.



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