la tecnica bassoliniana:
30/09/2009
Sanità in rosso, aumento per i manager
ADOLFO PAPPALARDO.
Le nomine dei nuovi direttori generali delle Asl, come ventilava nei giorni scorsi il Pdl, non ci sono state. Ma, in compenso, sono state ritoccati verso l’alto i loro stipendi: viene ora previsto un adeguamento annuale del 20 per cento in più. Previo, però, «la positiva verifica dei risultati di gestione ottenuti e del conseguimento degli obiettivi fissati dalla regione». In soldoni a tutti i manager sanitari (direttori generali di Asl, aziende ospedaliere e Ircss) viene riconosciuto un aumento massimo di quasi 31mila euro (30.987 e 4 centesimi, per la precisione) per tutti i 12 mesi su uno stipendio annuale che arriva già a 155 mila euro (154mila e 937 euro). È stato deciso (all’unanimità) nella giunta regionale del 18 settembre (delibera n. 1472) nonostante la sanità campana sia stata commissariata con decreto del Consiglio dei ministri il 24 luglio e proprio nei prossimi giorni dovrebbe scattare la nomina dei due o tre tecnici che coadiuveranno il lavoro del governatore Bassolino per il rientro del deficit sanitario. Stimato, secondo i calcoli i tecnici dei ministeri del Welfare e dell’Economia, in poco più di un miliardo di euro. Epperò il ritocco verso l’alto è stato deciso appena 4 giorni prima che i dipendenti dei centri di riabilitazione scendessero in piazza per reclamare dalla Asl Napoli 1 qualcosa come trentacinque mensilità arretrate (costringendo la sanità privata a interrompere la riabilitazione per i pazienti e mettere alla porta i dipendenti) e due giorni dopo la decisione (sempre dei vertici dell’Asl Napoli1) di far pagare tac ed ecografie perché erano stati già superati i tetti di spesa. Tanto che nella stessa maggioranza qualcuno ironizza: «Ma era proprio necessario in questo clima già teso fare questo adeguamento agli stipendi dei manager?», si domanda il consigliere regionale del Pd Ugo Carpinelli. Il ritocco verso l’alto viene giustificato, secondo l’orientamento della giunta su proposta dell’assessore alla Sanità Mario Santangelo, da una precisa ratio: in seguito al taglio di 6 Asl su 13 (deciso la primavera scorsa proprio, dall’ex assessore Angelo Montemarano, per l’incalzare del deficit), sono aumentate responsabilità e complessità per i vertici delle aziende sanitarie campane. Già. Eppure alla base della riduzione dei vertici (passati a 7) c’era proprio l’accelerazione del rientro dal disavanzo e la necessità di dimostrare al governo che palazzo Santa Lucia faceva sul serio. Poi il decreto di commissariamento è arrivato comunque. E ora anche l’aumento che, di fatto, ridimensiona anche i risparmi pubblicizzati a gran voce in primavera. Se tutti e 7 i manager risulteranno positivi alla verifica dei risultati di gestione ottenuti, ci sarà un aggravio di spesa per le casse regionali di quasi 217mila euro. Poca cosa se si paragona ai debiti che costringeranno, nei prossimi mesi, a tagliare e razionalizzare servizi sanitari e ospedalieri ma un brutto segnale anche secondo la maggioranza di palazzo Santa Lucia. «Siamo stati commissariati per il deficit sanitario, si è addirittura chiesto ai disabili di compartecipare alle spese per l’assistenza e ora scatta l’aumento per i manager della sanità?», tuona il democrat Ugo Carpinelli. Poi aggiunge: «Bassolino e Santangelo ritirino immediatamente la delibera, occorre più rispetto in questo momento per i cittadini e per la stessa sanità campana».
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