Spesso in questo forum viene citata la via culturale come strumento per la diffusione e l'affermazione del padanismo. L'idea è affascinante e gli strumenti esistono grazie anche e soprattutto al mitico Oneto, capace di unire e mettere ordine nell'universo culturale padanista.
Sto facendo delle verifiche ai banchetti dei gadget delle feste della Lega Nord, dove credo sia più facile trovare padanisti che altrove; solitamente non si trovano libri, ma quando ci sono il risultato di vendite è il cappotto pieno: non uno straccio di libro o di quaderno padano venduto. Vanno invece alla grande biro, portachiavi e accendini (quello con annesso preservativo è al top delle preferenze).
Ignorando le osservazioni idiote che facilmente arriveranno da parte dei vari Valentino, Cemento Lozione, ecc., chiedo ai forumisti un parere sulla questione. Io credo che una via culturale priva di un sano populismo serva solo a creare un gruppo ristrettissimo di teorici padanisti ma nulla potrà per la nostra causa, sempre che si voglia seguire la via politica. La cultura padanista è fondamentale per qualsiasi movimento che ponga la Padania al centro della propria azione politica, ma non vedo sbocchi nel seguire esclusivamente la via culturale. Mi sono esaltato vedendo il salone di Belgirate stracolmo di persone all'ultimo incontro della Libera Compagnia, ma qualche migliaio di persone diluite tra milioni di Padani servono a ben poco se alle spalle non hanno i "muratori bergamaschi" a cui probabilmente non importa un fico secco delle diverse origini storiche dei popoli della penisola e delle differenze culturali che ne hanno impedito la trasfomazione in nazione, anche perché avvertono immediatamente a pelle che un "terù" è persona diversa da loro, non necessariamente cattiva (di solito sì, però), ma diversa. E a quel punto ogni spiegazione sarebbe inutile. E' questo ciò che aveva la Lega quando divenne il maggior partito indipendentista europeo, le sparate di Bossi che attiravano gli strali dei mezzi di comunicazioni ma che la gente condivideva. Semmai l'intellettuale interviene quando occorre spiegare le stesse tesi ai palati più fini. Da solo però non andrà da nessuna parte.