Delitto di Cogne. Stefano Lorenzi accusa la procura di Aosta che è convinta della colpevolezza di Anna Maria Franzoni. L'avvocato Taormina: "Dirò il colpevole a Caselli". Udienza decisiva dopo l'estate.
ROMA - "Ci troviamo di fronte ad una Giustizia che non vuole fare giustizia ma solo proteggere la pista intrapresa, senza tenere in conto in alcun modo le nostre considerazioni. Questo provoca rabbia e dispiacere nella nostra famiglia". Pronuncia parole dure Stefano Lorenzi, marito di Anna Maria Franzoni, unica indagata per l'omicidio del figlioletto Samuele, all'uscita dal Palazzo di Giustizia di Aosta dove ha accompagnato l'avvocato Carlo Taormina per il deposito di alcuni atti. "Compatibilmente con la situazione - aggiunge - Anna Maria sta bene. Certo vedersi scritto nelle ordinanze, più volte, che lei 'ha colpito suo figlio alla testa cagionandone la morte', pur essendo estranea ai fatti e vedendo che si procede solamente nei suoi confronti, è una cosa che reca molto dispiacere e anche rabbia. Sono convinto che troveremo la Giustizia e le Istituzioni che ci ascolteranno. Siamo una famiglia forte e grazie a Dio abbiamo Samuele che ci protegge dal cielo".
Il giorno dopo la richiesta di rinvio a giudizio è per la famiglia Franzoni, e per l'avvocato Taormina, quello in cui far scattare l'offensiva che dovrebbe concludersi - se tutto procede come sperato - nell'udienza di settembre, dopo la pausa estiva, di fronte al gup Eugenio Gramola. Malgrado la conferma della linea perseguita sinora dagli inquirenti, "Anna Maria ha ucciso Samuele", e ribadita oggi dal procuratore capo di Aosta Maria Del Savio Bonaudo, che rispetto a quanto deciso dalla Cugge dice: "E' un atto legittimo e dovuto, alla conclusione delle indagini". Ed è per questo che Taormina da una parte considera "nulla" la richiesta di rinvio a giudizio, e intima alla Bonaudo di astenersi "dall'ulteriore trattazione di questo processo", ma dall'altra cerca una sponda nella procura di Torino e in Giancarlo Caselli, al quale promette di consegnare in qualche modo il nome dell'assassino. E infatti, dopo averlo incontrato, confessa di aver chiesto in pratica aiuto al noto magistrato: "A Caselli - prosegue l'avvocato - ho consegnato anche una certificazione del mio investigatore da cui risultano le attività di indagine che sono state svolte, la cerchia di persone all'interno della quale abbiamo lavorato e l'attestazione che siamo nella condizione di poter dare un forte contributo nell'individuazione dell'assassino".
In ogni caso è facile che la difesa sfrutti l'udienza davanti al gup per rinnovare la richiesta di una superperizia, visti anche i risultati delle indagini di parte. "Abbiamo trovato l'impronta del tacco di una scarpa da ginnastica di una persona adulta sul letto dove è morto Samuele. A qualcuno interesserà?", spiega e domanda polemico Taormina. Rispetto alle strategie future dice: "Non chiederemo il rito abbreviato, io non abbrevio mai, al massimo allungo". Sul perché considera nullo il rinvio a giudizio Taormina è diretto: "E' stata consumata una nullità - ha proseguito - che faremo valere durante l'udienza preliminare. Il provvedimento è stato formulato senza aver interrogato Anna Maria, che ha dimostrato con certificati medici che qualsiasi situazione di stress potrebbe provocare l'interruzione del flusso del latte materno. L'Organizzazione mondiale della sanità fissa nei primi sei mesi di vita il periodo di allattamento, i sei mesi del terzogenito scadono il 26 luglio e la Procura di Aosta, compiendo un ultimo atto di serenità e rispetto nei confronti dell'imputato avrebbe potuto attendere almeno quella data".