....Berlusconi-Kapò.
Poteva dirgli “Vopos”, un modo più furbo di dare del tedesco al tedesco
C’è un film dal titolo “Appartamento spagnolo”. Si vede uno studente inglese che entra nella camera dove dormono altri due ragazzi. La stanza è divisa perfettamente a metà, quasi la scriminatura di una stessa testa coi capelli che cadono ricci da un lato e lisci dall’altro. Da un lato, infatti, vi si specchia l’ordine, il lindore e la perfezione, nell’altra metà, invece, c’è un pandemonio totale, un ammasso unto di libri e lenzuola, tutto un disastro che rivela la razza dell’inquilino: un italiano.
L’inquilino del restante pulitissimo subaffitto è invece un rigoroso ragazzo tedesco. Sta studiando infatti, è seduto composto sulla sedia, sottolinea con un righello volumi alti quanto una forma di pane, compila su quaderni rilegati in tela rigida minuziose note e varie glosse.
L’inglese osserva la scena e commenta: “Da qui Italia, di là Grande Germania”.
Ancora un poco, e commenta ulteriormente: “Tutto ordinato, tutto pulito, tutto preciso”. Il ragazzo tedesco già comincia a sentirsi in colpa, già si sente addosso l’alito di chissà quale documentario, non sa come uscirne. Timidamente chiede di non essere disturbato. Il ragazzo inglese invece sorride di fronte alla sua stessa constatazione: “Disciplina ja?, Studiare ja? Pulizia ja?”. Non c’è più scampo. Il ragazzo inglese coglie il nesso di cotanta scoperta socio-antropologica e si irrigidisce nel saluto col braccio levato. L’inglesino sillaba ispirato “Heil Hitler!”. La scena del film si conclude con il londinese costretto da tutti gli inquilini dell’appartamento – tutti studenti provenienti da diverse nazioni in trasferta a Barcellona per l’Erasmus – a formulare le più laboriose tra le scuse, a strisciare e chiedere perdono, a levarsi di torno infine.
E’ il solito copione. Costretto a chiedere scusa, sostanzialmente, solo per aver dato del tedesco al tedesco.
Certo, glielo ha dato attraverso la più logora delle caratterizzazioni – come dare del mafioso a un siciliano quando solo un siciliano sciolse ragazzini nell’acido, come dare del mafioso al capo del governo italiano quando poi, questi, non è neppure siciliano – ma il nazionalsocialismo infine, non è una parentesi nella storia della Germania, è la sua più profonda versione “al naturale”.
Per fare scivolare le bretelle sui capezzoli di Charlotte Rampling, per come gliele ha fatte scivolare Liliana Cavani, ci sono voluti tutti gli dei del Wahalalla, Federico II, Friedrich Hölderlin, Richard
Wagner, Friedrich Nietzsche, Martin Heidegger, Leni Riefensthal, Arnold Gehelen, Salvador Dalí, Herbert von Karajan, Paolo Isotta e il Gran Muftì di Gerusalemme.
“Bella ciao” nella Foresta Nera
Hanno voglia i tedeschi di oggi a non sapere cantare “Die Fahne hoch”, nelle mattinate della prima colazione, nel salone della casa dello studente di Freiburg sintonizzavano la radiolina sulle musiche di Johannes Brahms, manco ci fosse da fare un’infrociata tipo “Le piace Brahms?”. Si andava in gita nei benedetti Holzwege della Foresta Nera e, in anticipo su Michele Santoro, cantavano “Bella ciao”. Un pugno di cornuti indottrinati, questo erano, e la difficoltà maggiore non fu tanto quella di tradurre “cornuti”, ma di spiegarne la valenza, la pregnanza della condizione bovina, insomma, fu tutto un muggito quella gita, peggio per loro, e fu solo il turco della compagnia che si fece trascrivere, verso dopo verso, il testo con dentro Dem Sturmabteilungsmann.
Peggio per loro dunque, ma il peggio è rimasto appiccicato in tutto il resto del pacco turistico: una sfacciata mistificazione. Un obbligo di lavacro in eccesso, tanto in eccesso da risultare inesorabilmente falso.
E allora bravo Gerhard Schroeder che s’è messo sulla scrivania la foto del suo papà in divisa della Wehrmacht. Loffio, invece, il presidente della Repubblica che s’è fatto togliere la gloriosa dicitura Luftwaffe dall’aereo di Stato. Come se i russi grattassero via la falce e martello dallo stemma dell’Aeroflot (o l’hanno già fatto?).
Qualcosa di simile è accaduto con le lagne degli italoamericani sulla serie televisive dei Soprano. Tutti, senza nulla togliere alla lotta alla mafia, vogliono essere presi nel casting de “Il Padrino” e
Silvio Berlusconi allora, è stato bravo nel dare del Kapò al tedesco. Perfetto però, se solo gli avesse dato un altro grado:
“Vopos”. Un modo più furbo di dare “del tedesco al tedesco”.
Pietrangelo Buttafuoco
Il Foglio di venerdì 4 luglio 2003
saluti