User Tag List

Pagina 2 di 3 PrimaPrima 123 UltimaUltima
Risultati da 11 a 20 di 27

Discussione: Disperati di cuba

  1. #11
    Makeru ga, katta
    Data Registrazione
    07 Sep 2002
    Località
    Before you all die ghastly, horrible deaths, let me take the hour to describe my latest plan for world domination! Uhauhauha!
    Messaggi
    35,439
     Likes dati
    0
     Like avuti
    2
    Mentioned
    1 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito Re: mettiamo i puntini sulle i

    In Origine Postato da metapolis
    -------------------------------------------------------
    è comodo fare di tutta l'erba un fascio
    -----------------------------------------------------

    Non confondiamo il fascio con l'erba...
    mi tengo il primo e lascio la seconda a NapoleoN che e' sotto effetto continuato.


    A suo modo, una bella battuta.

    (superfluo dire che preferisco l'erba. Tantopiù che ho il buon gusto di non postare quando ne sto subendo gli effetti )

  2. #12
    Iscritto
    Data Registrazione
    28 Jun 2003
    Messaggi
    148
     Likes dati
    0
     Like avuti
    0
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito

    e' risaputo che i sinistroidi utilizzino quantità industriali di erba .... e se ne vedono gli effetti (leoncavallo di milano)
    napoleon

  3. #13
    anticomunista
    Data Registrazione
    13 Aug 2002
    Località
    West Side
    Messaggi
    2,540
     Likes dati
    0
     Like avuti
    0
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito

    La tortura en Cuba

    Miriam Leiva

    LA HABANA, abril (www.cubanet.org) - Hoy, martes 15 de abril, visité durante 20 minutos a mi esposo, Oscar Espinosa Chepe, en su confinamiento del cuartel general de la Seguridad del Estado, Villa Marista, en La Habana.

    Su estado físico es deplorable. Ha bajado unas 30 libras desde su reclusión allí el 19 de marzo. Su color es típico de las personas con problemas hepáticos crónicos sin tratamiento ni alimentación adecuados. Su padecimiento de pólipos rectosigmoide se resiente, pues las pastillas y supositorios entregados por mí el 1 y el 8 de abril, respectivamente, no le son suministrados.

    La doctora que atiende a los reclusos le dice que siente mucho no poder entregárselos, ya que ella responde a una cadena de mandos, y el instructor que "atiende" a Chepe no se lo autoriza.

    No pude conversar con dicho instructor, pues me dijeron que no se encontraba en el lugar. Pero hay más, desde el 8 de abril Oscar no ha podido plantearle sus problemas, debido que no responde a sus solicitudes de entrevista.

    El champú para su fuerte caspa, que yo llevara hace más de tres semanas, tampoco se le ha entregado. Además, la doctora le ha recomendado que lo utilice para la erupción que tiene en la cara, pero ella no puede dárselo.

    Le comenté a Chepe que el 14 de abril yo había presentado una solicitud al Fiscal General de la República a fin de que sea trasladado del "Centro de Instrucción" a un establecimiento penitenciario, ya que él ha sido juzgado y sentenciado. Lo mismo hicieron esposas de otros condenados.

    Se alegró mucho. Por fin pudo narrar, a pesar de la presencia de un oficial, que se encuentra en una minúscula celda tapiada, donde casi no se puede mover por estar superpoblada con tres criminales comunes. Sólo una pequeña abertura permite un mínimo de claridad y aire.

    La precaria salud de Oscar Espinosa Chepe es bien conocida por las autoridades cubanas. Yo entregué al instructor de Villa Marista copia de su tratamiento actual.

    Si bien la doctora le administra vitaminas y medicamentos para la hipertensión, sus jefes pasan por alto padecimientos fundamentales.

    Ciertamente, no se puede aspirar en las condiciones de Cuba a que se cumplan las prescripciones dietéticas. Pero al menos podrían suministrarle las requeridas para su constipación, que puede acarrearle serios problemas de complicación hepática, digestivos, gastrointestinales y de los pólipos rectosigmoides.

    Para un hombre incomunicado, a merced de los caprichos del sistema represivo cubano, ¿acaso no constituye este tratamiento una forma de tortura?

    Quizás su muerte no sea súbita debido a la hipertensión, pero sí podría ser lenta y muy dolorosa.

    Esta información ha sido transmitida por teléfono, ya que el gobierno de Cuba no permite al ciudadano cubano acceso privado a Internet.
    CubaNet no reclama exclusividad de sus colaboradores, y autoriza la reproducción de este material, siempre que se le reconozca como fuente.

  4. #14
    anticomunista
    Data Registrazione
    13 Aug 2002
    Località
    West Side
    Messaggi
    2,540
     Likes dati
    0
     Like avuti
    0
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito

    A CUBA LA VOGLIA DI LIBERTÀ FINISCE ALL’ERGASTOLO

    di Carlos Alberto Montaner*

    La curiosa storia dei rapporti tra il regime castrista e gl’intellettuali. Quelli stranieri osannanti al comunismo, quelli cubani in carcere

    Èsuccesso di nuovo. Pochi giorni fa la polizia politica cubana ha aggredito i democratici dell’opposizione e ha arrestato quasi 80 persone «per ordine personale di Castro», come turpemente si è scusato il tenente colonnello Pichardo, un uffi-ciale che alterna la professione di psicologo con lo sporco lavoro di carceriere. Poco dopo sono stati fucilati tre giovani che, in modo incruento, tentavano senza successo di appropriarsi di una barca per andare negli Stati Uniti. Tra i condannati a lunghe detenzioni in carcere, gli agenti si sono accaniti contro i giornalisti, i bibliotecari indipendenti, gli attivisti per i diritti umani e i leader politici che cercano una pacifica transizione verso la democrazia, alcuni di essi vicini al “Progetto Varela”.

    Nella retata è caduto anche il più famoso poeta di Cuba, Raúl Rivero. Così come l’economista Marta Beatriz Roque Cabello e i dirigenti liberali Osvaldo Alfonso Valdés e Héctor Palacios. Faranno compagnia a varie centinaia di prigionieri politici già arrestati. Uno di loro è un giovane avvocato cieco, Juan Carlos González Leiva, che prima di essere definitivamente incarcerato fornì ai comunisti un motivo di divertimento tutto particolare. Fu sequestrato per strada, venne portato in un posto appartato, poi picchiato, privato del bastone di non vedente e lasciato su una montagna. Il “gioco” consisteva nell’accertare il numero di ore che il dissidente avrebbe impiegato per fare ritorno dalla moglie terrorizzata.

    Perché questo nuovo impulso repressivo? In realtà, si tratta di una routine è qualcosa di usuale. È il modo con cui Fidel Castro esercita e detiene il potere. A metà degli anni Novanta, decine di cubani furono improvvisamente incarcerati. In testa, vi erano Vladimiro Roca e altri suoi tre compagni auto- ri di un coraggioso documento intitolato La Patria è di tutti. Poco prima nel 1991, l’anno in cui si disgregò l’Unione Sovietica, successe qualcosa di simile e decine di famosi dissidenti, liberati dagli scrittori Maria Elena Cruz Valera e Fernano Velasquez, finirono incarcerati per molti anni in celle infette. Nel 1989, spaventato dalla perestroijka, Castro fucilò il generale Arnaldo Hochoa e il colonnello Tony De La Guardia, e fece incarcerare decine di ufficiali sospettati di “riformismo”.

    Nel 1980, preceduti dall’arresto di Gustavo Arcos, Ricardo Bofill e Elizardo Sán- chez – i pionieri della lotta per i diritti umani nell’Isola –, migliaia di cubani, accusati del “delitto” di voler abbandonare il Paese legalmente, sono stati inseguiti dalla folla, picchiati e umiliati per setti- mane. Nel 1975, quando le truppe cubane andarono in Angola per combattere una guerra di conquista a favore dei sovietici,

    Castro si accanì sulle università scatenando un’intensa persecuzione contro gli studenti “antisociali”, ovvero quelli che presentavano segni d’indipendenza ideologica.

    Nel 1971, il “caso Heberto Padilla” – un poeta eccezionale, a tal punto plagiato da essere disposto a ritrattare pubblicamente i propri versi, gli amici e la fede – originò il Primo Congresso della Cultura, oscena consacrazione d’intolleranza che dichiarò guerra a ogni manifestazione di libertà intellettuale. Negli anni Sessanta, quando il regime decise di annientare i cubani “depravati” nello sforzo rivoluzionario teso a costruire “l’uomo nuovo”, incarcerò migliaia di omosessuali, di hippy, di Testimoni di Geova, di protestanti e di cattolici rei di professare la propria fede. Poco prima, era stata schiacciata la “microfrazione”, una presunta cospirazione di comunisti ostili al caotico governo di Castro.

    Gl’insegnamenti del vecchio Lenin

    Non siamo tuttavia di fronte a un fenomeno eccezionale, ma piuttosto a una strategia metodicamente impiegata che non lascia passare mai più di cinque anni tra questi episodi di furia e di persecuzione rabbiosa. Ma cosa serve tutto ciò a Castro? Semplice: si scatenano i saccheggi quando il líder maximo capisce di stare perdendo il controllo completo della società. Per lui è uguale che le vittime siano democratici, comunisti revisionisti o persone comuni. Quando li individua, quando intuisce la loro esistenza o quando percepisce che si allentano le briglie con le quali controlla il popolo, scioglie i cani da caccia perché seminino terrore e distribuiscano le giuste punizioni. Inoltre è possibile che ritenga, come credeva Lenin, uno dei suoi personaggi favoriti, che il terrore, specialmente quello esercitato contro gl’innocenti, sia la maniera più efficace per indurre all’obbedienza collettiva, affinché nessuno possa sentirsi al riparo di punizioni che hanno perso ogni relazione con atti precedentemente vietati. Quando una diffusa e imprecisa paura s’insinua nella coscienza della gente, chi la percepisce si trasforma in tremolante animaletto ossequioso: esattamente quello che Castro si aspetta.

    È bene essere chiari: a Cuba la forte repressione non è la conseguenza dello scontro con gli Stati Uniti, né della violazione della legge da parte dei cubani. Tutto questo è aneddotica. Non bisogna cercare razionalità né rapporti di causa ed effetto. La repressione castrista è il metodo di controllo fondamentale per mantenere la piena auto- rità nelle mani del tiranno. Così è stato per 44 anni e Castro non vi rinuncerà in virtù di alcuna sanzione economica o morale che gli s’imponga, perché è convinto che su ciò si fondi la propria capacità di mantenersi al potere. Da qui, una triste conclusione: è inutile sperare o chiedere a Castro un cambiamento dei suoi metodi di governo. Sarebbe assurdo come cercare di convincere una tigre a diventare vegetariana.

    Il ministro Abele, ma Caino

    Quest’atmosfera di sinistra repressione si manifesta anche in modo drammatico fra gl’intellettuali. Il ministro cubano della Cultura si chiama Abele, Abel Prieto. Gli scrittori, i musicisti e i pittori lo chiamano invece sottovoce “Caino”. Perché uno dei suoi compiti principali è mantenere la ferrea disciplina stalinista tra gli artisti di Cuba. È lui il poliziotto incaricato di pattugliare il mondo della cultura. Il suo ruolo è quello di perseguitare i colleghi, spaventarli e mantenerli perennemente in stato di timore. Per esempio, mentre scrivo questo articolo nel mio ufficio di Madrid, a L’Avana i funzionari dell’Unione degli Scrittori e degli Artisti di Cuba, organismo che dipende da Abele-Caino, stanno sollecitamente raccogliendo, attraverso ogni genere di pressione, le firme dei propri iscritti al fine di denigrare moralmente il maggior poeta di Cuba, Raúl Rivero, e altri 25 giornalisti condannati a numerosi anni di prigione – 28, 27, 20, ecc. –, accusati una settimana fa di aver scritto articoli diversi dalla versione ufficiale data dal regime.

    In realtà, le relazioni del dispotismo cubano con gli intellettuali sono sempre state difficili. Castro non si è mai sentito a proprio agio tra chi mostra una certa capacità intellettuale. Se ci ricordiamo la nomina dei fondatori del “Movimento 26 luglio”, ap- pare chiaro un divorzio totale tra Castro e la intellighenzia della metà del secolo XX, epoca nella quale il barbuto comandante (a quel tempo imberbe) preparava la rivolta contro Fulgencio Batista. Non c’è nel suo entourage né uno scrittore, né uno scultore capaci di fornire una coerente analisi di quanto succede nel Paese. Tutti sono “rivoluzionari”, parola che per Castro significa solo “uomo d’azione”, sempre disponibili a premere il grilletto di una mitragliatrice o a sequestrare un avversario.

    Nonostante l’origine violenta ed estranea alla cultura, Castro scoprì presto che per trasformare Cuba in uno dei centri di espansione comunista nel mondo doveva reclutare un gruppo d’intellettuali amici, i quali avrebbero avvallato quanto succedeva nell’Isola e dato rispettabilità a quanto non era altro che satrapia stalinista. Stan- do così le cose, negli anni Sessanta cominciò un incessante andirivieni di turisti rivoluzionari come Jean-Paul Sartre, l’editore Giangiacomo Feltrinelli e Gabriel García Márquez fino a José Saramago, il recente Premio Nobel portoghese, decisi a dare al regime la prestigiosa reputazione che avevano come intellettuali.

    Sembra però che il vecchio idillio tra la sinistra intellettuale e il dispotismo cuba- no sia alla fine. Il forte rifiuto internazionale, provocato dall’ultima ondata di arresti e di fucilazioni, minaccia di indebolire l’influenza castrista nel mondo della cultura, costruita dopo anni di tenace lavoro diplomatico, realizzato dai servizi segreti attraverso l’“Istituto di Amicizia con i Popoli”, un organismo poliziesco copiato dall’organigramma sovietico. L’ultimo a render- sene conto è stato Saramago. “Fino a lì non mi spingo”, ha dichiarato alla stampa il romanziere portoghese indignato per gli ultimi crimini di Castro. Il limite sono state le recenti fucilazioni. È un peccato che non si sia reso conto che prima di loro altri 18 mila cubani sono stati fucilati. •

    * Presidente del Partito liberale cubano in esilio

    Abril 19, 2003

  5. #15
    Vox
    Data Registrazione
    08 Mar 2003
    Località
    Terra del sole e del mare
    Messaggi
    7,406
     Likes dati
    0
     Like avuti
    0
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito

    In Origine Postato da yurj
    [/IMG]
    Bentornato Yurj ...

    B.

  6. #16
    anticomunista
    Data Registrazione
    13 Aug 2002
    Località
    West Side
    Messaggi
    2,540
     Likes dati
    0
     Like avuti
    0
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito


  7. #17
    Super Troll
    Data Registrazione
    13 Oct 2010
    Località
    cagliari
    Messaggi
    73,699
     Likes dati
    3,866
     Like avuti
    9,143
    Mentioned
    291 Post(s)
    Tagged
    6 Thread(s)
    Inserzioni Blog
    2

    Predefinito


    ECCO UN TERRORISTA DI HAMAS FERITO DAI TUOI AMICHETTI
    su questo forum è meglio non rispondere ai fessi!
    se l'europa non cambia sistema conviene andarsene...altrimenti ci ridurrà come e peggio della grecia.

  8. #18
    anticomunista
    Data Registrazione
    13 Aug 2002
    Località
    West Side
    Messaggi
    2,540
     Likes dati
    0
     Like avuti
    0
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    non andate a Cuba

    DA LEGGERE PRIMA DI ANDARE IN VACANZA A CUBA

    In internet si trovano centinaia di siti che parlano di Cuba: viaggi, spiagge, bellezze naturali e umane, cosa visitare, storia del paese, ecc., ma per trovarne uno che parli di Diritti Umani o Democrazia o Libertà a Cuba e del fallimento del comunismo (pudicamente ora chiamato socialismo) se ne devono visitare molti. Questo dittatore assassino è chiamato Capo di Stato, partecipa a riunioni internazionali, viene ricevuto con onori da molti governi e viene accolto in Vaticano; forse molti non sanno che Cuba ha aderito alle Nazioni Unite e, quindi, dovrebbe applicarne lo Statuto che contiene la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, invece li calpesta ogni giorno; ma l'ipocrisia di queste Nazioni Unite fa sì che Cuba sia anche uno dei 53 membri della commissione per i Diritti Umani delle Nazioni Unite (pensate che attualmente la Presidenza della Commissione è della Libia !!! Altro paese che dittatoriale). Che offesa per i Diritti Umani e che vergogna per le Nazioni Unite e per il mondo civile).

    Il 17 maggio 2003 gli appartenenti alla dissidenza cubana hanno organizzato in tutto il mondo diversi sit-in per manifestare in favore della libertà e della democrazia a Cuba, chiedendo ai parlamentari di quei paesi di prendere misure concrete contro il regime dell'Avana. Chiedono la liberazione incondizionata delle migliaia di prigionieri politici di Cuba e il riconoscimento dei partiti di opposizione, attualmente soffocati da una grande ondata repressiva. Si chiede anche che l'Unione Europea eserciti una pressione forte sul regime castrista fino a che non attuerà riforme di democrazia e libertà.

    Ma serve di più, per esempio un'azione diretta e concreta come quella adottata dal governo uruguaiano di rompere le relazioni diplomatiche con Cuba in difesa dei diritti umani, o di chiudere le rappresentanze diplomatiche e consolari, o di isolare il Dittatore cubano e i suoi rappresentanti non invitandoli a riunioni internazionali e vietandogli l'ingresso in Italia, Europa, o consegnare ai turisti che partono per Cuba un dossier sullo stato dei Diritti Umani.

    Visto che i nostri rappresentanti politici sono poco sensibili sul tema, ASSUMIAMOCI la responsabilità di chiedergli di esercitare una pressione continua sul Governo cubano volta al rispetto dei Diritti Umani. Scrivi anche tu a Prodi (Presidente della Commissione Europea), a Berlusconi (capo del Governo italiano) o ad altri, per chiedere che adottino questa iniziative.



    LA STORIA RECENTE DI CUBA E DI FIDEL CASTRO
    Fidel Castro arriva al potere il 1 gennaio 1959, con l'appoggio della grande maggioranza della popolo. I cubani cedettero alle sue promesse di ripristinare la democrazia dopo il crollo della dittatura di Batista, instauratasi nel marzo 1952, alla vigilia delle elezioni, con un golpe che aveva interrotto il regime costituzionale in vigore dal 1940. Negli anni '50 il problema più grave a Cuba era di carattere politico a causa del malgoverno e della corruzione che si era ulteriormente acuita durante la dittatura batistiana. Malgrado questo, l'isola aveva raggiunto un notevole progresso economico e sociale. Il giudizio sull'odierno disastro dell'economia cubana, che il regimi imputa all'embargo nordamericano, è spesso fuorviato da una conoscenza inesatta delle condizioni dell'isola prima dell'avvento del regime castrista. Tutti gli indicatori (istruzione, sanità, alimentazione, trasporti, dipendenza dall'estero, agricoltura, industria) concorrono a dimostrare che Cuba negli anni '50 si trovava con il Costarica, il Cile e l'Argentina, in testa alle graduatorie di sviluppo dell'America latina. Oggi è evidente che fin da allora il disegno di Castro era di garantirsi un potere assoluto e illimitato. A tale scopo utilizzò abilmente la bandiera della democrazia per impadronirsene e, una volta raggiuntolo, quella marxista-leninista per perpetuarlo con una giustificazione ideologica e ottenere l'appoggio politico ed economico, per lui indispensabile, dall'ex blocco sovietico. Per riuscire in questa impresa, Castro dovette scontrarsi con la forte opposizione, anche all'interno delle sue fila, di un vasto settore che aveva partecipato alla lotta contro la dittatura. Fra il 1960 e il 1966, furono stroncati vari tentativi di resistenza nelle città e una guerriglia nelle montagne dell'Escambray, poco noto all'estero, durante la quale le truppe speciali dell'esercito castrista fucilarono e deportarono migliaia di contadini. Le carceri si riempirono di centinaia di migliaia di uomini e donne di ogni ceto sociale, arrestati e condannati con processi sommari a pene detentive tra le più lunghe d'America: 20, 30 anni, come è stato per Huber matos e Mario Chanes de Armas, che fin dal 1953 avevano lottato al fianco di Castro. In appena tre anni, Castro riuscì a imporre il sistema totalitario che stabiliva un ferreo controllo sui sindacati, le organizzazioni professionali, la stampa, il sistema educativo, il sistema sanitario e una statalizzazione totale dell'economia con nefaste conseguenze per il paese. L'esercizio dell'iniziativa privata diventò da allora a Cuba un reato. Tutti i culti religiosi vennero perseguitati e i beni e le scuole delle chiese protestanti e cattoliche vennero confiscati. Nelle carceri castriste le violenze inflitte ai prigionieri politici sono sempre state all'ordine del giorno; dalle fucilazioni simulate, all'isolamento nella famose "gavetas" (letteralmente "cassetti", celle di 1.21 x 1.81 metri) o "tapiadas" (celle murate), dai campi di lavoro forzato alle forzate "cure psichiatriche" con psicofarmaci ed elettroshock, secondo metodi importati dall'ex blocco sovietico. Un'analisi delle odierne condizioni di vita a Cuba conduce alla conclusione che quasi tutti i Diritti Umani contemplati nella dichiarazione universale vengono violati, e di queste violazioni fa le spese l'intera popolazione, non solo i perseguitati politici o i detenuti. Le violazioni più appariscenti sono: Le fucilazioni, mai cessati dal 1959; il poliziesco controllo dei CDR (comitati di difesa della rivoluzione) installati in ogni isolato per spiare i cittadini; Gli arresti arbitrari, gli "atti di ripudio", veri pogrom affettati da folle manovrate dal regime e, più recentemente le Brigate di Risposta Rapida ossia squadre di picchiatori che si scatenano contro gli attivisti dei Diritti Umani, i dissidenti, e la popolazione in generale che prova a resistere. Le più gravi e costanti violazioni dei Diritti Umani avvengono però tramite la repressione indiretta,meno visibile ma più efficiente per ottenere il completo controllo della popolazione. un controllo reso possibile dal carattere totalitario dell'attuale società a Cuba, dove si studia, si lavora, si mangia e si riceve assistenza medica unicamente attraverso lo Stato. In una simile società, il criterio utilizzato per determinare la promozione sociale è "l'integrazione politico-ideologica": il totalitarismo cerca di controllare il cittadino in ogni manifestazione, operando mediante una coercizione raffinata, quasi invisibile agli occhi del visitatore straniero. Eccone gli aspetti più salienti:

    * stampa, radio e televisione sono completamente imbavagliate. Nell'articolo 53 dell'attuale Costituzione cubana si afferma infatti che la libertà di parola e di stampa può essere esercitata solo se corrispondono agli obiettivi della società socialista ed esclusivamente da organi ed enti di proprietà statale;
    * nelle scuole e nell'università,è in vigore l'uso dell'"Expediente Acumulativo", una scheda che è una vera e propria spada di Damocle dove vengono valutati, anno per anno, l'integrazione ideologica e il comportamento politico dello studente e dei suoi famigliari. Il corpo insegnante è pertanto costretto a svolgere una funzione poliziesca;
    * nel posto di lavoro, esiste l'"Expediente Laboral" che, con le stesse caratteristiche di quello scolastico, accompagna la persona fino alla tomba. anche in questo caso, il criterio principale di valutazione del lavorante è la sua integrazione ideologica. Vengono utilizzate tecniche di condizionamento che ne stabiliscono i cosiddetti "meriti" e "demeriti" onde addomesticarlo ulteriormente, premiandolo con buoni acquisto per beni di consumo introvabili, soprattutto elettrodomestici, affinché si comporti come desidera il governo;
    * l'acquisto di prodotti alimentarie di abbigliamento è regolamentato dalla tessera annonaria ("Libreta de Abastecimiento") in vigore dal 1962. Il razionamento riguarda tutti i prodotti e si è ristretta sempre più la gamma e la quantità dei generi alimentari disponibili. E' una forma capillare di controllo del cittadino, costretto a comperare i prodotti di prima necessità nei negozi governativi assegnatigli nel quartiere o nel centro di lavoro, poiché a Cuba è un reato rivolgersi direttamente al contadino per acquistare un prodotto non contemplato nella tessera. Una misura che non ha precedenti ne nell'ex URSS, ne in Cina dove non è mai stato abolito il libero mercato contadino. Il regime impedisce inoltre qualsiasi esercizio della libera professione: l'individuo p costretto a lavorare esclusivamente per lo Stato, com'è il caso clamoroso dei medici e degli avvocati;
    * la mobilità geografica dell'individuo è fortemente controllata, sia dentro il paese che per viaggi all'estero; per spostarsi è necessario esibire la carta d'identità sulla quale sono indicati oltre ai dati anagrafici anche il nome e l'indirizzo del posto di lavoro, i dati del coniuge e dei figli e, sotto l'annotazione "anotaciones especiales", viene segnalata l'eventuale "pericolosità sociale" dell'individuo. E' anche necessario un permesso per cambiare domicilio e un permesso a pagamento per uscire dal paese per poi potervi rientrare;
    * è praticamente obbligatorio appartenere alle numerosissime organizzazioni di di massa esistenti nel paese. Per loro tramite si rafforza la sorveglianza, e si inquadra anche il tempo libero dei cittadini nel cosiddetto "lavoro volontario", previsto sia per i bambini e gli adolescenti, che per gli adulti;
    * un apartheid politico-ideologico colpisce anche la religione in modo significativo. Una repressione che viene in forma sottile, secondo le direttive di Castro di fare dei credenti degli "apostati, non dei martiri". Nelle molteplici schede di verifica, che costantemente investigano l'individuo, essere credenti è una "macchia" che comportava la discriminazione sul piano degli studi e del lavoro. I credenti praticanti trovavano molti ostacoli, sia quando desideravano intraprendere studi universitari di rilievo sociale, sia nella promozione professionale. Tutti i credenti sono stati vittime della repressione indiretta e spesso di quella diretta, come è avvenuto dal 1965 al 1967 nei campi di lavoro forzato delle Unità Militari di Aiuto alla Produzione (UMAP) dove furono internati sacerdoti (compreso l'attuale vescovo dell'Avana, Cardinal Jaime Lucas Ortega), ministri, pastori, seminaristi, laici e un gran numero di Testimoni di Geova che subirono vere e proprie sevizie e furono, in seguito, espulsi dal paese;
    * un'altra categoria fortemente discriminata e perseguitata è quella degli omosessuali, anch'essi rinchiusi nei campi di lavoro UMAP, sottoposti a elettroshock per "curarli dalla malattia sessuale", tra le persone che sono passate da questi gulag si trovano figure note come lo scrittore cubano Reinaldo Arenas. Questa situazione repressiva-discriminatoria ha ridotto all'avvilimento la grande maggioranza dei cittadini cubani, costretti a mentire continuamente per sopravvivere e a fingere una lealtà al regime che non condividono.

    Più recentemente è stato loro imposto, in modo sempre più odioso, un nuovo apartheid che li discrimina nella loro stessa terra nei confronti del turista o dello straniero, il quale ha accesso a ristoranti, spiagge, negozi e alberghi da cui essi sono esclusi, non potendo pagare in dollari. Dopo il crollo del blocco sovietico e della stessa URSS, il "cordone ombellicale" che alimentava il regime castrista si è spezzato. L'eliminazione di quell'enorme aiuto finanziario (150 miliardi di dollari) che ha sussidiato per anni un sistema economico inefficiente, ha ridotto il popolo cubano - molto più dell'aggirabile embargo economico americano - in uno stato di totale indigenza, senza precedenti nella sua storia. Nell'attuale "periodo speciale in tempo de pace" proclamato dal Lider Màximo, consumi, trasporti e scambi sono retrocessi ai livelli dei tempi Conquista, per l'ostinazione di un uomo e di una élite che hanno inalberato il motto "socialismo o morte", senza però subire le conseguenze delle drastiche restrizioni imposte alla popolazione. Questa "nomenklatura" cubana ("pinchos" o "mayimbes", come li chiama il popolo) gode infatti di enormi privilegi, particolarmente odiosi nella situazione di miseria generalizzata che li circonda. Di loro la gente dice che sono "padroni di nulla e proprietari di tutto". E' facile predire che l'implacabile repressione esercitata in modo diretto e indiretto dal regime di Fidel Castro, moltiplicherà i tentativi di fuga dall'isola.

    http://www.giustiziaeliberta.com/cuba.htm

  9. #19
    cricetoso
    Data Registrazione
    05 Feb 2004
    Località
    Cricetopoli
    Messaggi
    4,709
     Likes dati
    0
     Like avuti
    1
    Mentioned
    1 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito

    Comunisti vergogna!


    Castro ha ucciso 180 milioni di persone!

  10. #20
    Tremendo
    Ospite

    Predefinito

    In Origine Postato da cciappas

    ECCO UN TERRORISTA DI HAMAS FERITO DAI TUOI AMICHETTI
    Se i loro "genitori" evitassero di mandarli a tirare sassi e a stare in mezzo alla guerra, forse nn succederebbe.
    http://www.amicidisraele.org/images/bam02.jpg

 

 
Pagina 2 di 3 PrimaPrima 123 UltimaUltima

Discussioni Simili

  1. Il PD dei Disperati
    Di occidentale nel forum Politica Nazionale
    Risposte: 13
    Ultimo Messaggio: 24-09-13, 20:54
  2. Al Sud evadono come disperati
    Di Dragonball nel forum Padania!
    Risposte: 23
    Ultimo Messaggio: 03-06-11, 08:53
  3. Disperati dietrofront
    Di canefantasma nel forum Politica Nazionale
    Risposte: 10
    Ultimo Messaggio: 06-09-07, 11:40
  4. Ds,un Partito Di Disperati
    Di STRESSSSSSS_W nel forum Politica Nazionale
    Risposte: 0
    Ultimo Messaggio: 25-03-03, 03:57

Tag per Questa Discussione

Permessi di Scrittura

  • Tu non puoi inviare nuove discussioni
  • Tu non puoi inviare risposte
  • Tu non puoi inviare allegati
  • Tu non puoi modificare i tuoi messaggi
  •  
[Rilevato AdBlock]

Per accedere ai contenuti di questo Forum con AdBlock attivato
devi registrarti gratuitamente ed eseguire il login al Forum.

Per registrarti, disattiva temporaneamente l'AdBlock e dopo aver
fatto il login potrai riattivarlo senza problemi.

Se non ti interessa registrarti, puoi sempre accedere ai contenuti disattivando AdBlock per questo sito