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Discussione: La Spagiria

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    Predefinito La Spagiria

    Dal sito http://www.boscosacro.com/

    Autore: Elena
    Data: 10/12/2002 - 16:58
    Titolo: Cura Alternativa: La Spagiria

    Al giorno d'oggi siamo abituati ad assumere prevalentemente farmaci che più o meno conosciamo, appartenenti alla medicina che va per la maggiore, definita "allopatica".
    Se notiamo, però, il farmaco, prodotto di sintesi, proviene da un processo eseguito su alcune delle molecole della pianta, "estratte" chimicamente in laboratorio; in tal modo si uccide un essere vivente e lo si rende nocivo, perché se lo si rende incapace di una qualsiasi forza magnetica, non potrà difficilmente avere un vantaggio per la nostra salute.
    I nostri vecchi e i nostri avi, si sono sempre curati sin dalla notte dei tempi con le erbe, assunte sotto varie forme, tra le quali spicca quella più naturale: la tisana.
    Questa la si ottiene utilizzando di preferenza la pianta fresca, appena raccolta (ma anche quella secca va bene, per chi non ha tempo di cercarsela, a patto che provenga dalle nostre terre), immergendola in acqua bollente: si aspetta 15', si filtra e la si beve con un po' di miele monofiore, di preferenza acacia, rosmarino, tiglio e timo.
    Altri metodi di utilizzo più complessi sono costituiti dalla Spagiria e dall'Omeopatia.
    La Spagiria come l'Omeopatia, usa la pianta intera senza escludere nulla, lavorandola con debiti mezzi e soprattutto con l'apporto del magnetismo corporeo; infatti le due tecniche dinamizzano con la mano l'intero prodotto.
    In questo caso la si lavora con le mani, cercando di usare il meno possibile gli strumenti tecnologici o quanto meno, servendosi di utensili che provengono da metalli puri, come il rame, il bronzo e il vetro.
    La differenza tra Spagiria ed Omeopatia sta nel fatto che la seconda salta alcuni passaggi di elaborazione che risultano alla fine i più importanti, anche se richiedono tempi di preparazione molto più lunghi (più di 3/4 mesi).
    Per una questione economica, quindi, l'Omeopatia ha deciso di fare a meno di alcuni dei passaggi per ottenere maggiori quantitativi di prodotto da vendere sul mercato farmaceutico.

    Come diceva Goethe:
    "La conoscenza della Natura deve rappresentare un punto di incontro, un ritmo tra l'estremo empirico e quello astratto. Tale punto di incontro si realizza in un nuovo sistema di conoscenza, chiamato "intuizione" o percezione del "fenomeno originario". In essa il fatto percepito perde la sua particolarità empirica per rivelare l'idea, la legge profonda della natura, idea e legge che in un altro modo non potrebbe mai essere colta al di fuori dell'ambito sensibile. Questo è possibile perché l'Uomo fa parte della Natura ed è Natura lui stesso e quindi non si può avere una contrapposizione tra soggetto ed oggetto nel conoscere, poiché lo stesso spirito si esprime nell'Uomo e nella Natura. L'Uomo conoscendo il mondo conosce se stesso e nel soggetto vi è tutto ciò che è nell'oggetto."

    La raccolta, la preparazione e la manipolazione delle piante dovrà avvenire in tempi precisi e con modalità rigidamente in sintonia con le influenze astrali proprie delle peculiarità presenti in esse, ed in vista della cura delle funzioni corrispondenti nel corpo umano.
    Tali peculiarità riconducono inevitabilmente alle divinità, a quegli spiriti che si incarnano nella pianta e ne donando caratteristiche uniche e inequivocabili.
    Ogni pianta, così come per i minerali e gli animali, è composta di tre parti fondamentali, ottenibili per separazione naturale:
    L' Acido, positivo.
    La Base, negativa.
    Il Sale, neutro, risultante dall'unione dei primi due.
    In via generale, per macerazione, distillazione ed infine calcinazione, si ottengono i tre elementi separati che, alla fine, riuniti assieme, danno luogo alla cosiddetta Quinta Essenza, che risulta essere un elemento infinitamente potenziato rispetto alla pianta di partenza, in quanto contiene in sé l'elemento astrale che ha preceduto la corporizzazione della funzione. Per astrale, noi intendiamo energetico, che alimenta, sostiene e dirige la parte fisica.
    Quanto detto dimostra che la maggioranza delle tinture in commercio, poiché ottenute per via semi - industriale, poco hanno delle reali virtù del prodotto spagirico vero e proprio, anche se, per la verità, sono senza dubbio più efficaci dei prodotti chimico - farmaceutici o, comunque, non provocano assolutamente nuove malattie come, è statisticamente provato, queste ultime sono causa di circa il 30% di quelle esistenti. La pianta è esattamente complementare all'uomo:
    RADICI à CERVELLO
    TRONCO E FOGLIE à ZONA TORACICA
    FIORE à ORGANI RIPRODUTTIVI.
    FRUTTI E SEMI à ORGANI DEL RICAMBIO.
    Un esempio più recente di questa metodologia spagirica, la ritroviamo nel nostro medioevo, con i monaci benedettini che, all'interno del monastero, costruito secondo i canoni geometrici sacri, vagliavano gli individui da sanare, sia fisicamente che spiritualmente, praticando una vera e propria terapia Psicosomatica.
    Essi producevano medicamenti spagirici ed alchemici nei propri laboratori, potenziandoli con la sacralità sia del luogo che delle loro tecniche, vere e proprie rituarie sacre.
    Siamo di fronte ad una filosofia olistica, cioè unitaria, che vede l'Universo come un unico corpo vivente, composto da infiniti elementi interdipendenti, dei quali l'uomo è il riassunto, potremmo dire il luogo geometrico del sistema e che costituisce l'elemento ultimo catalizzatore di tutte le forze divine.
    Da questo si può ritenere chiaramente che non è il Male, la Malattia ad Esistere, ma il Malato, in questo caso considerato come un piccolo Universo sconnesso, mal combinato, con il quale veniamo in contatto, innanzitutto per via sottile, e che possiamo veramente portare a guarigione.
    La luna è la lente di convergenza di tutte le forze cosmiche in generale e delle stelle in particolare. Questo in Spagiria è fondamentale e la maggior parte degli operatori del settore lo ignora completamente.
    La Natura, Grande Madre, Brighidh, mentre toglie con una mano, si premura di dare con l'altra; cioè, viste le forze sfavorevoli, possiamo evitarle e mutarle a nostro vantaggio.
    In primis, dobbiamo considerare la nostra Luna di nascita com'era, per il lavoro che conduciamo in parallelo su di noi.
    Il bosco è uno fra i tanti luoghi dove possiamo trovare le nostre erbe: vale qualsiasi altra località di pianura e di collina, ma che assolutamente siano distanti, il più possibile, da ogni tipo di inquinamento magnetico (es. tralicci dell'alta tensione, antenne trasmittenti radio, radar, TV, ecc.); inquinamento chimico ed acustico.
    Preferisco il bosco perché è il luogo atemporale per eccellenza, che ci permette di tornare nella dimensione che preferiamo, quella, cioè, più consona alla nostra costituzione psico-fisica.
    Ad esempio, per chi ha la possibilità di frequentare i luoghi delle nostre magnifiche Alpi e Prealpi, potrà constatare come ci si possa immergere abbastanza facilmente, in un ambiente Celtico ancora genuino, quasi del tutto privo di ogni inquinamento acustico e ambientale ed ancora integro.
    Seguendo un qualsiasi sentiero prima di entrare in un bosco, quasi sempre si incontra una cappelletta contenente una Madonna, dove sull'altarino sono posti sempre fiori freschi di stagione.
    La Madonna non è altri che Brighidh - Bride, la dea celtica della fertilità per eccellenza; sappiamo, a tal proposito, che tutte le divinità e le forze esistenti in Natura ai tempi dei Celti, hanno subito delle modifiche peculiari, durante la cristianizzazione operata molti secoli or sono.
    Hanno cambiato il nome ma non la sostanza, e se anche li chiamiamo con nomi di Santi rimarranno sempre le stesse entità primordiali che i nostri Avi invocavano.
    È con la collaborazione di queste forze che bisogna iniziare raccogliere le erbe: con lo spirito dovuto, cominciamo col farcele amiche e chiedere il loro aiuto e consenso prima di entrare nel bosco sacro (Nemeton).
    Tornando alle fasi lunari, al di là dell'indicazione generica di cogliere la pianta al massimo della sua potenzialità, che si ha nei primi giorni di luna crescente, dobbiamo valutare la corrispondenza di queste, alle particolari funzioni psicosomatiche dell'uomo, ed alla fase della nostra luna di nascita (dato che si può ricavare tranquillamente con libri in commercio come le "Effemeridi rosicruciane" come anche l'"Almanacco Astronomico 2001").
    Facendo un esempio, se siamo nati il 18 marzo, basta prendere il dato del giorno dopo e sommarlo al nostro giorno: il risultato è il grado esatto della nostra luna di nascita.
    Ben equipaggiati, con cestino e falcetto, entriamo nel bosco liberandoci prima da ogni pensiero negativo e preoccupazione: la tranquillità è fondamentale.
    Lentamente entriamo in contatto con i profumi che emanano gli ambienti del bosco: essi sentono che le nostre intenzioni sono positive, ed allora anziché opporsi, ci fanno strada e ci facilitano il cammino.
    Quando arriviamo in una radura, ci fermiamo al centro e poco alla volta, abituiamo la vista alla penombra e scorgiamo le nostre erbe.
    Ci chiniamo, e prima di maneggiare il falcetto, pronunciamo questa invocazione possibilmente nel proprio dialetto, quello del luogo:

    "Salute a VOI, o luminosa, ..... (nome della pianta), sono venuto a cogliervi affinché mi rendiate la salute, poiché sono affetto da un male che voglio curare".

    È importante la differenza che passa tra l'usare l'italiano (lingua ormai alla portata di tutti) e parlare in dialetto; il secondo è più potente perché ha un vissuto storico genuino e quella carica magnetica pregna di tutte le Voci generazionali che provengono dalle nostre terre, dai nostri nonni.
    Come si sa i Druidi usavano, non solo per il vischio, ma anche per tutte le altre erbe del bosco, il Falcetto d'oro.
    Il falcetto può essere di ferro, ma è fondamentale che lo stesso sia stato acquistato nuovo e debitamente Consacrato.
    Esso dovrà essere maneggiato esclusivamente da noi, e custodito gelosamente nel nostro cassetto o altare, anch'esso consacrato.
    Un consiglio che ci proviene da lontano: per consacrare qualsiasi cosa, ci si deve recare ad una fonte pura, alla riva della quale si trovino Noccioli e/o Salici.
    È fondamentale che vi siano queste e non altre piante, perché la tradizione celtica nostrana vuole che si portino e si leghino ai rami di tali piante fazzoletti di lino bianco con scritti i nostri desideri, i nostri pensieri e i nostri dubbi (in nero o rosso).
    In Nocciolo e il Salice sono piante che ci aiutano nella contemplazione, nel percorso dei nostri pensieri profondi.
    Quando avremo terminata la raccolta, ringrazieremo le forze amiche del bosco, sostando brevemente in contemplazione e in comunione con tutto l'ambiente che ci circonda, tornando poi a casa nostra.
    Lì giunti, stenderemo opportunamente le erbe ad asciugare per poterle mantenere più a lungo: è consigliabile, successivamente, conservarle in barattoli scuri, non esposti direttamente alla luce del sole. Meglio se questi barattoli sono di terracotta o vetro per evitare che vengano in contatto con materiali estranei alla costituente naturale.

  2. #2
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    Predefinito

    La Spagiria è l’applicazione dei principi alchemici alla produzione di medicine. E’ una branca antica ed eterodossa della medicina, che si serve della natura per raggiungere la guarigione del corpo e che presta la massima attenzione alle corrispondenze analogiche tra l’uomo e l’universo.
    La Spagiria nasce (almeno ufficialmente…) con Paracelso nel XVI secolo. Molto noto è il suo concetto di Arcanum: Paracelso sosteneva la presenza, nella creazione dei fenomeni naturali e nella Natura stessa, di un principio vitale (lo stesso concetto fu ripreso da Hahnemann, il fondatore dell’Omeopatia, circa 250 anni dopo), non individuabile o percebile in se stesso, ma solo indagabile attaverso la fenomenologia naturale, di cui è animatore. Per tale motivo, per questo suo nascondersi, Paracelso lo chiamò Arcanum.
    In ogni essere umano o animale, ma anche in ogni pianta e minerale, è contenuta una porzione di Arcanum, capace, se assunto nelle giuste proporzioni, di vitalizzare nell’organismo umano le funzioni indebolite. Una medicina è costituita da una giusta proporzione di diversi componenti, ciascuno dei quali contiene una precisa porzione di principio vitale.
    Paracelso fondò la Spagiria come arte della combinazione, ai fini della cura delle malattie, di piante o minerali soprattutto, secondo precise proporzioni, studiate per valorizzare al massimo e lasciare interagire la quota di Arcanum, contenuta in ciascun componente.

    Primum non nocere” è il principio ispiratore dell’azione medica spagirica, come spiega Patrick Rivière (*) nel volume Dalla Grande Opera alla medicina di Paracelso (Edizioni Mediterranee), che prosegue puntualizzando: "Un preparato spagirico è un complemento alimentare, i cui componenti vegetali e minerali sono stati separati nei loro principi elementari (chiamati secondo la Tradizione: Sale, Zolfo e Mercurio), purificati e, in seguito, ricombinati ad un livello più fine, stando alle leggi provenienti dalla concezione spagirica". Insomma, questi medicamenti sono "un miscuglio di prodotti che completano e rinforzano reciprocamente le loro azioni e che ha raggiunto la sua più alta qualità di perfezione. Se dovessimo definire succintamente la “Medicina di Paracelso”, diremmo che si tratta sia di una medicina olistica, tradizionale, sia di una filosofia, che considera l’uomo come un microcosmo indissociabile dal suo ambiente naturale macrocosmico e in totale intererenza con quest’ultimo".

    Cos’è allora la malattia secondo questa tradizione medica? Niente altro che una “disarmonia vibratoria, una dissonanza”, sulla quale la Spagiria interviene ricorrendo ai suoi preparati “quintessenziati”, capaci di restaurare l’armonia. Dunque, “estrarre” (dal greco spào) e “riunire” (agèiro): l’etimologia della parola spiega il senso della Spagiria: separare e riunire, secondo i metodi indicati dal Paracelso quattro secoli fa, sulla linea del solve et coagula alchemico.



    (*) Filosofo e storico francese, specializzato in medicina ermetica, responsabile del gruppo di ricerche alchemico-spagiriche Spagy-Nature e docente di discipline ermetiche presso la Libera Università di Cahors.



 

 

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