L'autoassoluzione dei partiti . Chi falsificherà le firme necessarie per presentare liste elettorali e candidati di partito non finirà più in carcere. L'accordo è stato raggiunto sempre nel comitato dei nove della commissione Affari costituzionali. A quello che il centrosinistra ha definito "l'indultino per i funzionari di partito" hanno detto sì anche Lega e An. E' invece saltato l'accordo sul primo articolo della legge, che giustificava la sanatoria, e cioé l'abolizione della raccolta delle firme necessarie per presentare le liste alle elezioni, raccolta che quindi rimarrà in vigore.
La legge era nata, alcuni mesi fa, proprio per eliminare per i partiti la costosa incombenza di raccogliere le firme necessarie per presentare i candidati e le liste alle elezioni politiche e amministrative. Oltre a questa abrogazione il testo contiene una sanatoria per le falsificazioni nella raccolta delle firme che attualmente sono considerate reati penali, puniti con due anni di carcere che aumentano a quattro se a commetterle è un funzionario dell'ufficio elettorale. Ma sulla platea dei partiti da esentare dalla raccolta non si é trovato un accordo.
Il testo iniziale parlava di tutte le formazioni politiche che avessero un gruppo parlamentare, e cioé 20 deputati o 10 senatori. Il limite è stato quindi dimezzato una prima volta, per giungere poi alla proposta di esentare anche i partiti che hanno una semplice componente, e cioé tre deputati o un senatore: il tutto per venire incontro al Nuovo Psi di Gianni de Michelis, che ha tre deputati. A questo punto il "no" di Lega e An è stato irremovibile.
"Volevano salvare i partiti monocellulari", ha detto il leghista Pietro Fontanini, vicepresidente della commissione Affari costituzionali. "Per noi - spiega il capogruppo del Carroccio nella stessa commissione, Luciano Dussin - ha senso esentare i partiti che hanno una diffusione e un radicamento sul territorio, garantito appunto da almeno 10 deputati; ma così diventa tutto ridicolo". Di fronte al "no" di Lega e An e di alcuni gruppi dell'opposizione, il relatore Michele Saponara (FI), stamani ha proposto lo stralcio del primo contestato articolo, lasciando solo il secondo sulle firme falsificate. Il verde Marco Boato, il Ds Carlo Leoni e Graziella Mascia del Prc hanno votato contro, ma la maggioranza si è ricompattata sul "si".
Saponara respinge le critiche di tipo giustizialista: "Innanzi tutto non sono reati pericolosi socialmente; per lo più si tratta di persone che nemmeno hanno contraffatto le firme ma che semplicemente non hanno adempiuto a qualche passaggio formale. Inoltre molti Tribunali avevano i processi sospesi per conoscere l'esito di questa legge e non potevamo indugiare oltre". Analoghe le repliche della Lega: "Si tratta di reati puramente formali", osserva ancora Dussin. Il testo che da oggi sarà esaminato dall'aula prevede che d'ora in poi la contraffazione delle firme per le liste e i candidati non sarà più un reato penale ma una contravvenzione, sanzionata con una multa pecuniaria.
L’impressione generale è che il ddl cammina ormai su un terreno minato. Il suo esito sarà infatti positivo solo se l’impianto della norma resisterà alle forti insidie che gli emendamenti da votare oggi rappresentano; e solo se la teorica maggioranza trasversale che dice di volere questo atto di clemenza reggerà fino in fondo.
(8 LUGLIO 2003; ORE 13:20)
La preparazione al ritorno del proporzionale,la certezza per il psi,pri,pli,che fanno a capo al nuovo partito di Segni.