La base Usa vuole altro spazio
Nel progetto dei militari 50 mila metri cubi di strutture. Sì del comune. No dei civili. Deciderà Berlusconi
Berlusconi potrà fare all'amministrazione Bush un altro regalo, autorizzando la marina Usa a trasformare il sito di Santo Stefano in un munitissimo presidio militare. I sardi hanno detto no, nelle loro componenti civili, avant'ieri sera nel Comitato regionale paritetico per le servitù militari. Quattro voti contrari, d'accordo solo i militari, e un componente di An. Quanto basta a fare considerare negativo il parere (consultivo) di questo organismo. Ora scatta laprocedura che mette la decisione nelle mani del governo, come previsto dagli accordi rimasti sempre segreti fra l'amministrazone americana e il governo Andreotti, nel 1972. Dice il sindaco di Teulada, Salvatore Mocci: «Ma Berlusconisi assumerà così le sue responsabilità, senza alibi, e contro ilparere dei sardi».
Il progetto presentato l'inverno scorso dalla Us Navy prevede la costruzione di oltre 50mila metri cubi fra edifici e strutture di cemento armato a nord dell'isoletta, proprio di fronte alla Maddalena. Edifici alti anche 14 metri, un lungo molo, al posto delle casematte sbrecciate di un vecchio insediamento militare, e del pontile di legno. Anche così dimesso, è l'approdo della nave appoggio per i sommergibili nucleari d'attacco della classe Los Angeles, appartenenti al X Squadrone della 69a task force della sesta flotta americana. Ma gli americani lo hanno chiamato sempre «sito», o «area portuale», o «supporto navale», nei documenti ufficiali indirizzati alle autoritàitaliane.
Non basta più alle loro esigenze. Nella documentazione presentata al Comitato regionale paritetico per le servitù militari, scrivono di volere migliorare le condizioni della truppa, di vita e di lavoro dei militari in servizio. Fanno tintinnare i soldi davanti ai maddalenini, parlano di 37 milioni di dollari di investimento, una cinquantina alla fine dei conti. Ma intanto an-che nei bollettini il sito diventa base di supporto navale, letteralmente. Ed è la prima volta che viene usata questa espressione: è la rottura di un atteggiamento di prudenza, la fine di un certo understatement dei comandi militari della sesta flotta.
Il progetto, preparato dalla Rogers, Lovelock & Fritz Inc, prevede, tra l'altro, la costruzione di palazzine per servizi portuali, manutenzione di unità navali operative e unità navali leggere, amministrazione, sala conferenze, uno spazio dedicato alle operazioni di sicurezza, laboratori di informatica, uno di analisi chimiche e una sala addestrativa. E poi un centro benessere, un campo di pallacanestro, un magazzino di stoccaggio per materiali/rifiuti speciali, barili e serbatoi di gas. Un'altra palazzina ospiterà 24 unità abitative; una terza la sala mensa, cucina e magazzino, teatro, sala da ballo, sala biliardo, area snack e agenzia di viaggi. Infine la banchina di ormeggio: 185 metri per 24 unità di naviglio leggero.
Nella città, che si prepara all'assalto dei turisti, l'amministrazione comunale è assai disponibile, sul progetto. Il sindaco è di An, il presidente del parco nazionale dell'arcipelago di An. L'opposizione di sinistra è debole, i Ds sconfitti alle elezioni comunali dell'altr'anno. Impotenti, queste forze assistono all'acquisizione graduale, a piccolipassi, di pezzi del patrimonio immenso della marina italiana, che lascia l'isola, smantella pian piano l'arsenale, e c'è sempre un'opzione dell'Us Na-vy.
Gli americani sono ormai quasi 4000, un terzo della popolazione dell'isola. Stanno nei loro villaggi, hanno i loro negozi, non si mischiano. Portano soldi, è l'opinione diffusa. Così, l'arcipelago è insieme il luogo più pericoloso del Mediterraneo e uno dei poli più importanti di attrazione turistica e ambientale.
Umberto Cocco