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    Predefinito Rif: 6 ottobre: San Brunone, confessore

    7 OTTOBRE

    FESTA DEL SANTO ROSARIO



    Devozione della Chiesa per Maria.

    La Liturgia nel corso dell'anno ci ha mostrato più volte che Gesù e Maria sono così uniti nel piano divino della Redenzione che si incontrano sempre insieme ed è impossibile separarli sia nel culto pubblico che nella devozione privata. La Chiesa, che proclama Maria Mediatrice di tutte le grazie, la invoca continuamente per ottenere i frutti della Redenzione che con il Figlio ha acquistati. Comincia sempre l'anno liturgico col tempo di Avvento, che è un vero mese di Maria, invita i fedeli a consacrarle il mese di maggio, ha disposto che il mese di ottobre sia il mese del Rosario e le feste di Maria nel Calendario Liturgico sono così numerose che non passa un giorno solo dell'anno, senza che Maria in qualche luogo della terra sia festeggiata sotto un titolo o sotto un altro, dalla Chiesa universale, da una diocesi o da un Ordine religioso.



    La festa del Rosario.

    La Chiesa riassume nella festa di oggi tutte le solennità dell'anno e, con i misteri di Gesù e della Madre sua, compone come un'immensa ghirlanda per unirci a questi misteri e farceli vivere e una triplice corona, che posa sulla testa di Colei, che il Cristo Re ha incoronata Regina e Signora dell'Universo, nel giorno del suo ingresso in cielo.

    Misteri di gioia che ci riparlano dell'Annunciazione, della Visitazione, della Natività, della Purificazione di Maria, di Gesù ritrovato nel tempio; Misteri di dolore, dell'agonia, della flagellazione, della coronazione di spine, della croce sulle spalle piagate e della crocifissione; Misteri di gloria, cioè della Risurrezione, dell'Ascensione del Salvatore, della Pentecoste, dell'Assunzione e dell'incoronazione della Madre di Dio. Ecco il Rosario di Maria.



    Storia della festa.

    La festa del Rosario fu istituita da san Pio V, in ricordo della vittoria riportata a Lepanto sui Turchi. È, cosa nota come nel secolo XVI dopo avere occupato Costantinopoli, Belgrado e Rodi, i Maomettani minacciassero l'intera cristianità. Il Papa san Pio V, alleato con il re di Spagna Filippo II e la Repubblica di Venezia, dichiarò la guerra e Don Giovanni d'Austria, comandante della flotta, ebbe l'ordine di dar battaglia il più presto possibile. Saputo che la flotta turca era nel golfo di Lepanto, l'attaccò il 7 ottobre dei 1571 presso le isole Echinadi. Nel mondo intero le confraternite del Rosario pregavano intanto con fiducia. I soldati di Don Giovanni d'Austria implorarono il soccorso del cielo in ginocchio e poi, sebbene inferiori per numero, cominciarono la lotta. Dopo 4 ore di battaglia spaventosa, di 300 vascelli nemici solo 40 poterono fuggire e gli altri erano colati a picco mentre 40.000 turchi erano morti. L'Europa era salva.

    Nell'istante stesso in cui seguivano gli avvenimenti, san Pio V aveva la visione della vittoria, si inginocchiava per ringraziare il cielo e ordinava per il 7 ottobre di ogni anno una festa in onore della Vergine delle Vittorie, titolo cambiato poi da Gregorio XIII in quello di Madonna del Rosario.



    Il Rosario.

    L'uso di recitare Pater e Ave Maria risale a tempi remotissimi, ma la preghiera meditata del Rosario come noi l'abbiamo oggi è attribuita a san Domenico. È per lo meno certo che egli molto lavorò con i suoi religiosi per la propagazione del Rosario e che ne fece l'arma principale nella lotta contro gli eretici Albigesi, che nel secolo XIII infestavano il sud della Francia.

    La pia pratica tende a far rivivere nell'anima nostra i misteri della nostra salvezza, mentre con la loro meditazione si accompagna la recita di decine di Ave Maria, precedute dal Pater e seguite dal Gloria Patri. A prima vista la recita di molte Ave Maria può parere cosa monotona, ma con un poco di attenzione e di abitudine, la meditazione, sempre nuova e più approfondita, dei misteri della nostra salvezza, porta grandiosità e varietà. D'altra parte si può dire che nel Rosario si trova tutta la religione e come la somma di tutto il cristianesimo.

    Il Rosario è una somma di fede: riassunto cioè delle verità che noi dobbiamo credere, che ci presenta sotto forma sensibile e vivente. Le espone unendovi la preghiera, che ottiene la grazia per meglio comprenderle e gustarle.

    Il Rosario è una somma di morale: Tutta la morale si riassume nel seguire e imitare Colui, che è " la Via, la Verità, la Vita " e con la preghiera dei Rosario noi otteniamo da Maria la grazia e la forza di imitare il suo divino Figliolo.

    Il Rosario è una somma di culto: Unendoci a Cristo nei misteri meditati, diamo al Padre l'adorazione in spirito e verità, che Egli da noi attende e ci uniamo a Gesù e Maria per chiedere, con loro e per mezzo loro, le grazie delle quali abbiamo bisogno.

    Il Rosario sviluppa le virtù teologali e ci offre il mezzo di irrobustire la nostra carità, fortificando le virtù della speranza e della fede, perché "con la meditazione frequente di questi misteri l'anima si infiamma di amore e di riconoscenza di fronte alle prove di amore che Dio ci ha date e desidera con ardore le ricompense celesti, che Cristo ha conquistate per quelli che saranno uniti a Lui, imitando i suoi esempi e partecipando ai suoi dolori. In questa forma di orazione la preghiera si esprime con parole, che vengono da Dio stesso, dall'Arcangelo Gabriele e dalla Chiesa ed è piena di lodi e di domande salutari, mentre si rinnova e si prolunga in ordine, determinato e vario nello stesso tempo, e produce frutti di pietà sempre dolci e sempre nuovi" (Enciclica Octobri mense del 22 settembre 1891).

    Il Rosario unisce le nostre preghiere a quelle di Maria nostra Madre. "Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi poveri peccatori". Ripetiamo con rispetto il saluto dell'Angelo e umilmente aggiungiamo la supplica della confidenza filiale. Se la divinità, anche se incarnata e fatta uomo, resta capace di incutere timore, quale timore potremmo avere di questa donna della stessa nostra natura, che ha in eterno il compito di comunicare alle creature le ricchezze e le misericordie dell'Altissimo? Confidenza filiale. Sì, perché l'onnipotenza di Maria viene dal fatto di essere Madre di Gesù, l'Onnipotente, e ha diritto alla nostra confidenza, perché è nello stesso tempo nostra Madre, non solo in virtù del testamento dettato da Gesù sulla Croce, quando disse a Giovanni: "Ecco tua Madre", e a Maria: "Ecco tuo figlio", ma ancora perché nell'istante dell'Incarnazione, la Vergine concepì, insieme con Gesù, tutta l'umanità, che egli incorporava a sé.

    Membri del Corpo mistico di cui Cristo è il capo, siamo stati formati con Gesù nel seno materno della Vergine Maria e vi restiamo fino al giorno della nostra nascita alla vita eterna.

    Maternità spirituale, ma vera, che ci mette con la Madre in rapporti di dipendenza e di intimità profondi, rapporti di bambino nel seno della Madre.

    Qui è il segreto della nostra devozione per Maria: è nostra Madre e come tale sappiamo di poter tutto chiedere al suo amore, perché siamo suoi figli!

    Ma, se la madre, appunto perché madre, pensa necessariamente ai suoi figli, i figli, per l'età, sono facili a distrarsi e il Rosario è lo strumento benedetto che conserva la nostra intimità con Maria e ci fa penetrare sempre più profondamente nel suo cuore.

    Strumento divino il Rosario che la Vergine porta in tutte le sue apparizioni da un secolo in qua e che non cessa di raccomandare. Strumento della devozione cattolica per eccellenza, in cui l'umile donna senza istruzione e il sapiente teologo sono a loro agio, perché vi trovano il cammino luminoso e splendido, la via mariana, che conduce a Cristo e, per Cristo, al Padre.

    Così considerato il Rosario realizza tutte le condizioni di una preghiera efficace, ci fa vivere nell'intimità di Maria e, essendo essa Mediatrice, suo compito è di condurci a Dio, di portare le nostre preghiere fino al cuore di Dio. Per Maria diciamo i Pater, che inquadrano le decine di Ave Maria, e, siccome quella è la preghiera di Cristo e contiene tutto ciò che Dio volle che noi gli chiedessimo, noi siamo sicuri di essere esauditi.



    MESSA



    EPISTOLA (Prov. 8, 22-25; 32-35). - Il Signore mi possedette all'inizio delle sue opere, fin dal principio, avanti la creazione. Ab aeterno fui stabilita, al principio, avanti che fosse fatta la terra. Non erano ancora gli abissi, ed io ero già concepita. Or dunque, o figli, ascoltatemi: Beati quelli che battono le mie vie. Ascoltate i miei avvisi per diventare saggi: non li ricusate. Beato l'uomo che mi ascolta e veglia ogni giorno alla mia porta, e aspetta all'ingresso della mia casa. Chi troverà me, avrà trovato la vita, e riceverà dal Signore la salute.



    Maria nel compito di educatrice.

    Non si può eludere il carattere mariano di questa pagina dei Proverbi, obiettando che si applica al Verbo Incarnato e solo per accomodamento la Chiesa la riferisce alla Santa Vergine. La Chiesa non fa giochi di parole e la Liturgia non si diverte a far bisticci. Trattandosi di vite, che nel pensiero di Dio e nella realtà sono unite insieme, come le vite del Signore e della Madre sua unite nello stesso decreto di predestinazione, il senso accomodatizio è in sé e deve esserlo per noi uno degli aspetti multipli del senso letterale.

    "Giova a noi, per onorare Maria, considerarla agente della nostra educazione soprannaturale. Noi non siamo mai grandi per Dio, né per la nostra madre, né per la Madre di Dio. Come non vi è cristianesimo senza la Santa Vergine così se l'amore di Dio non è accompagnato da un tenero amore per la Santa Vergine qualsiasi vita soprannaturale è in qualche modo mancante.

    Maria è tutto quello che Essa insegnerà a chi l'ascolta e l'ama: l'esempio, la carità, l'influenza persuasiva...

    Maria ha educato il Figlio ed educherà noi. Non si resiste ad una Madre" (Dom Delatte, Omelie sulla Santa Vergine, Plon, 1951).



    Parole benedette.

    Il Vangelo è quello del Santo nome di Maria del 12 settembre.

    Il Vangelo dell'Incarnazione dei quale rileggiamo volentieri le parole. Parole benedette perché vengono da Dio: L'Angelo infatti ne è soltanto il messaggero, parole e messaggio gli sono stati affidati da Dio. Parole benedette perché vengono da Maria, che, sola, poté riferire con ferma precisione di dettagli, che rivelano un testimonio e una esperienza immediata.



    Messaggio di gioia.

    Questo messaggio è un messaggio di gioia. La gioia mancava nel mondo da molto tempo: era sparita dopo il primo peccato. Tutta l'economia dell'Antico Testamento e tutta la storia dell'umanità portavano un velo di tristezza, perché era continuamente presente all'uomo la coscienza di una inimicizia nei suoi rapporti con Dio, che doveva ancora essere espiata. Il messaggio è preceduto da un saluto pieno di gioia e da una parola pacifica, carezzevole: Ave. Questo Ave, primo elemento del messaggio, detto una volta verrà poi ripetuto per l'eternità.



    La fede di Maria.

    La fede di Maria fu perfetta e non dubitò della verità divina neppure nel momento in cui chiedeva all'Angelo come si poteva compiere il messaggio. Gabriele rivelò il modo verginale della concezione promessa, sollecitando il consenso della Vergine per l'unione ipostatica, perché, per l'onore della Vergine e per l'onore della natura umana, Dio voleva avere da Maria il posto che avrebbe occupato nella sua creazione. E allora fu pronunziata con libertà e con consapevolezza la parola, che farà eco fino all'eternità: "Io sono l'umile ancella dei Signore: sia fatto secondo la sua volontà" (Dom Delatte: Opere citate).



    Preghiera alla Vergine del Rosario.

    Ti saluto, o Maria, nella dolcezza del tuo gioioso mistero e all'inizio della beata Incarnazione, che fece di te la Madre dei Salvatore e la madre dell'anima mia. Ti benedico per la luce dolcissima che hai portato sulla terra.

    O Signora di ogni gioia, insegnaci le virtù che danno la pace ai cuori e, su questa terra, dove il dolore abbonda, fa che i figli camminino nella luce di Dio affinché, la loro mano nella tua mano materna, possano raggiungere e possedere pienamente la meta cui il tuo cuore li chiama, il Figlio del tuo amore, il Signore Gesù.

    Ti saluto, o Maria, Madre del dolore, nel mistero dell'amore più grande, nella Passione e nella morte del mio Signore Gesù Cristo e, unendo le mie lacrime alle tue, vorrei amarti in modo che il mio cuore, ferito come il tuo dai chiodi che hanno straziato il mio Salvatore, sanguinasse come sanguinano quelli del Figlio e della Madre. Ti benedico, o Madre del Redentore e Corredentrice, nel purpureo splendore dell'Amore crocifisso, ti benedico per il sacrificio, accettato al tempio ed ora consumato con l'offerta alla giustizia di Dio del Figlio della tua tenerezza e della tua verginità, in olocausto perfetto.

    Ti benedico, perché il sangue prezioso che ora cola per lavare i peccati degli uomini, ebbe la sua sorgente nel tuo Cuore purissimo. Ti supplico, o Madre mia, di condurmi alle vette dall'amore che solo l'unione più intima alla Passione e alla morte dell'amato Signore può far raggiungere.

    Ti saluto, Maria, nella gloria della tua Regalità. Il dolore della terra ha ceduto il posto a delizie infinite e la porpora sanguinante ti ha tessuto il manto meraviglioso, che si addice alla Madre dei Re dei re e alla Regina degli Angeli. Permetti che levi i miei occhi verso di te durante lo splendore dei tuoi trionfi, o mia amabile Sovrana, e diranno i miei occhi, meglio di qualsiasi parola, l'amore del figlio il desiderio di contemplarti con Gesù nell'eternità, perché tu se!, Bella, perché sei Buona, o Clemente, o Pia, o Dolce Vergine Maria!



    da: dom Prosper Guéranger, L'anno liturgico. - II. Tempo Pasquale e dopo la Pentecoste, Alba, 1959, p. 1150-1156

  2. #12
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    Predefinito Rif: 6 ottobre: San Brunone, confessore

    Marco, papa, santo, Romano (18 gennaio 336 - 7 ottobre 336). Nel 1048 le reliquie furono portate dal Cimitero di Balbina a Velletri e nel 1145, dopo varie traversie, traslate dal Castello di Giuliano a S. Marco Evangelista in Campidoglio. Il santo pontefice riposa nell’arca granitica posta sotto l’altare maggiore, che fu consacrato il 22 aprile 1737 dal cardinale Guadagni il quale per la cerimonia adoperò reliquie non insigni dei martiri Urbano e Valentino. Nel 1948 è stata ritrovata la pergamena della ricognizione delle reliquie effettuata dal cardinale Marco Bembo. La basilica conserva un vero tesoro di reliquiari, ne ricordiamo tre, anche se custodiscono resti non insigni. Il primo contiene una parte del braccio di S. Patrizio e fu offerto dal cardinale titolare Domenico Bartolini (1876-1887). Il secondo, con un dito del Beato Gregoriano Barbarigo, venne donato alla basilica da Clemente XIII nel giugno del 1767; del beato sono conservati altri resti non insigni nel Tesoro del Laterano. Il terzo, contenente una reliquia di S. Marco Evangelista, fu donato nel 1862 dal cardinale titolare Pietro De Silvestri.
    M.R.: 7 ottobre - A Roma, sulla via Ardeatina, la deposizione di san Marco, Papa e Confessore.

    [ Tratto dall'opera «Reliquie Insigni e "Corpi Santi" a Roma» di Giovanni Sicari ]

  3. #13
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    Predefinito Rif: 7 ottobre: Madonna del Rosario


  4. #14
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    Predefinito Rif: 7 ottobre: Madonna del Rosario

    Centro studi Giuseppe Federici - Per una nuova insorgenza
    Comunicato n. 87/09 del 7 ottobre 2009, Regina del SS. Rosario

    Anniversario di Lepanto: istruzioni per l’uso

    Sei laicista? Sei contro lo stato confessionale? Secondo te la Chiesa non deve intervenire nella società?
    Difendi il Concilio Vaticano II che ha distrutto la fede? Difendi l’ecumenismo di Giovanni Paolo II coi musulmani? Difendi Ratzinger che ha pregato nella moschea blu di Istanbul?
    Allora l’anniversario della battaglia di Lepanto, cioè la crociata organizzata dal Papa San Pio V per difendere il Regno sociale di Cristo dal pericolo dei turchi musulmani, non ti appartiene…

    La festa celebra la vittoria riportata nel 1571 a Lepanto dalla Lega Santa contro i Turchi. Storia della festa.
    La festa del Rosario fu istituita da san Pio V, in ricordo della vittoria riportata a Lepanto sui Turchi. E', cosa nota come nel secolo XVI dopo avere occupato Costantinopoli, Belgrado e Rodi, i Maomettani minacciassero l'intera cristianità. Il 20 maggio 1571 venne firmata la Lega Santa contro i Turchi. Vi aderirono il regno di Spagna, la repubblica di Venezia, lo Stato Pontificio, le repubbliche di Genova e di Lucca, i Cavalieri di Malta, i Farnese di Parma, i Gonzaga di Mantova, gli Estensi di Ferrara, i Della Rovere di Urbino, il duca di Savoia, il granduca di Toscana.
    La flotta Cristiana era costituita da:
    - 104 galee sottili sotto il comando della Repubblica di Venezia; 54 erano con equipaggi provenienti da Venezia, 30 da Creta, 7 dalle Isole Ionie, 8 dalla Dalmazia, 5 da città di terraferma.
    - 6 galeazze sotto il comando della Repubblica di Venezia. Le galeazze erano munite di 40 o più cannoni, in grado di sparare palle da 13 chilogrammi in coperta e da 23 chilogrammi da sottocoperta. Si trattava di vere e proprie fortezze galleggianti.
    - 36 galee sotto il comando del re di Spagna con equipaggi di Napoli e Sicilia.
    - 22 galee sotto il comando del re di Spagna con equipaggi di Genova; si trattava di navi prese a nolo dal finanziere Gian Andrea Doria.
    - 12 galee mandate da Cosimo I dei Medici, armate ed equipaggiate dai Cavalieri dell'ordine pisano di Santo Stefano
    - 12 galee dello Stato Pontificio, concesse dai veneziani ed armate ed equipaggiate a spese del papa.
    - 3 galee del duca di Savoia (la Piemontese, la Margarita e la Duchessa),
    - 3 galee dei Cavalieri di Malta.
    In totale 195 tra galee e galeazze.
    Gli equipaggi erano scarsi e costituiti essenzialmente da cristiani volontari e forzati. La penuria costrinse a mettere solo 3 uomini per remo.
    La truppa era costituita da:
    20.000 soldati a spese della Spagna;
    5.000 militari al soldo di Venezia;
    2.000 soldati pagati dallo Stato Pontificio;
    3.000 volontari provenienti da tutta la Cristianità.
    Complessivamente circa 30.000 uomini.
    Sulle galee e sulle galeazze vennero imbarcati 1815 cannoni.
    Le galee veneziane erano in buono stato, ma con pochi soldati.
    Don Giovanni d'Austria vi fece imbarcare 4.000 soldati italiani e spagnoli.
    I Turchi avevano schierate 274 navi da guerra, di cui 215 galee, e disponevano di 750 cannoni. Il centro turco, al comando diretto di Mehmet Alì Pascià, era costituito da 96 galee. Di fronte ai veneziani era Muhammad Saulak, detto anche Maometto Scirocco, governatore dell'Egitto, con 56 galee. Uluj Alì, il rinnegato Occhiali, con 63 galee e galeotte, era di fronte a Gian Andrea Doria, che a Tripoli era dovuto fuggire di fronte al corsaro. Una forte riserva, comandata da Amurat Dragut, era dietro la linea delle galee turche.
    Mehmet Alì Pascià era a bordo della Sultana, su cui sventolava il vessillo verde su cui era stato scritto 28.900 volte a caratteri d'oro il nome di Allah. Don Giovanni d'Austria, comandante della flotta, ebbe l'ordine di dar battaglia il più presto possibile. Saputo che la flotta turca era nel golfo di Lepanto, l'attaccò il 7 ottobre dei 1571 presso le isole Echinadi.
    Nel mondo intero le confraternite del Rosario pregavano intanto con fiducia.
    I soldati di Don Giovanni d'Austria implorarono il soccorso del cielo in ginocchio e poi, sebbene inferiori per numero, cominciarono la lotta. Dopo 4 ore di battaglia spaventosa, di 300 vascelli nemici solo 40 poterono fuggire e gli altri erano colati a picco mentre 40.000 turchi erano morti. L'Europa era salva.
    Nell'istante stesso in cui seguivano gli avvenimenti, San Pio V aveva la visione della vittoria, si inginocchiava per ringraziare il cielo e ordinava per il 7 ottobre di ogni anno una festa in onore della Vergine delle Vittorie, (inizialmente detta di S. Maria della Vittoria), titolo cambiato poi da Gregorio XIII in quello di Madonna del Rosario. La celebrazione venne estesa nel 1716 alla Chiesa universale, e fissata definitivamente al 7 ottobre da S. Pio X nel 1913.
    La festa del santissimo Rosario … compendia in certo senso tutte le feste della Madonna e insieme i misteri di Gesù, ai quali Maria fu associata, con la meditazione di quindici momenti della vita di Maria e di Gesù. Il Rosario è nato dall'amore dei cristiani per Maria in epoca medioevale, forse al tempo delle crociate in Terrasanta. L'oggetto che serve alla recita di questa preghiera, cioè la corona, è di origine molto antica. Gli anacoreti orientali usavano pietruzze per contare il numero delle preghiere vocali. Nei conventi medioevali i fratelli laici, dispensati dalla recita del salterio per la scarsa familiarità col latino, integravano le loro pratiche di pietà con la recita dei Paternostri, per il cui conteggio S.Beda il Venerabile aveva suggerito l'adozione di una collana di grani infilati a uno spago. Poi, narra la tradizione, la Madonna stessa, apparendo a S. Domenico, gli indicò nella recita del Rosario un'arma efficace per debellare l'eresia albigese.
    Nacque così la devozione alla corona del rosario, che ha il significato di una ghirlanda di rose offerta alla Madonna. Promotori di questa devozione sono stati infatti i domenicani, ai quali va anche la paternità delle confraternita del Rosario. Fu un papa domenicano, appunto S. Pio V, il primo a incoraggiare e a raccomandare ufficialmente la recita del Rosario, che in breve tempo divenne la preghiera popolare per eccellenza, una specie di breviario del popolo, da recitarsi la sera, in famiglia, poiché si presta benissimo a dare un orientamento spirituale alla liturgia familiare.

    7 ottobre 1571 - Beata Vergine Maria del Rosario

    ___________________________

    Il materiale da noi pubblicato è liberamente diffondibile, è gradita la citazione della fonte: Centro Studi Giuseppe Federici

    Archivio dei comunicati: http://www.centrostudifederici.org/stampa

    Per cancellarsi dalla lista: info@centrostudifederici.org

  5. #15
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    Predefinito Rif: 7 ottobre: Madonna del Rosario

    7 Ottobre 2009
    None.

    Bianco. Mercoledì. Sacratissimo Rosario della Beata Vergine Maria, doppio di 2ª classe.

    MESSA propria, Gloria, (nelle Messe private) 2ª orazione di san Marco Papa e Martire, 3ª dei santi Sergio, Bacco, Marcello e Apuleio Martiri, Credo, Prefazio della Beata Vergine Maria (In festivitate), Ite, Missa est, ultimo Vangelo di san Giovanni.

    Una Voce Venetia

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    Predefinito Rif: 7 ottobre: Madonna del Rosario

    Brigida di Svezia, santa, fondatrice dell’Ordine del S. Salvatore. Il monastero delle Clarisse di S. Lorenzo in Panisperna fu santificato dalla sua presenza e da quella di sua figlia, Caterina. La salma deposta il 27 luglio 1371 in un sarcofago d’epoca romana, che ancora oggi si conserva nella cappella a lei dedicata, venne traslata in Svezia il 2 dicembre dello stesso anno. Nella chiesa romana sono conservati l’osso del femore e parte di un suo braccio. Quest’ultimo è stato da pochi anni portato nella chiesa di S. Brigida in Piazza Farnese e nell’attiguo convento, nel quale la santa morì, vi sono altre sue reliquie. Sotto l’altare della cappella di S. Brigida a S. Lorenzo in Panisperna sono conservate, in una cassetta di metallo, i resti di una martire di nome Vittoria, che viene festeggiata nella chiesa il 23 dicembre. Fino a pochi anni fa il suo corpo era visibile attraverso un cristallo.
    M.R.: 23 luglio - A Roma il natale di santa Brigida Vedova, la quale, dopo molti pellegrinaggi ai Luoghi Santi, ripiena dello Spirito divino si riposò. La sua festa si celebra l’otto Ottobre.
    8 ottobre - Santa Brigida Vedova, il cui giorno natalizio si commemora il 23 Luglio, e la sua Traslazione il sette di questo mese.

  7. #17
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    Predefinito Rif: 9 ottobre: San Giovanni Leonardi confessore

    Nasce a Diecimo (Lucca) nel 1541. Nel 1567 è farmacista in Lucca. Opera nel sodalizio dei Colombini soccorrendo i poveri. Nel 1572 diventa prete, con una particolare passione per l'insegnamento religioso così come è stato prescritto dal Concilio di Trneto (1563). Inizia conl'insegnamento ai bambini, ma successivamente il vescovo gli affida la catechesi per gli adulti. Fonda la "Compagnia della dottrina cristiana" e nel 1574 la famiglia religiosa detta successivamente dei "Chierici Regolari della Madre di Dio". Partecipa attivamente alla riforma cattolica, infastidendo gli ambienti lucchesi vicini al protestantesimo, ma anche quella parte del clero che vede di cattivo d'occhio la riforma cattolica. Per questo motivo viene bandito dalla Repubblica di Lucca per disturbo all'ordine pubblico e mancanza di rispetto alle autorità costituite. La prova provoca inquietudine e divisioni anche tra la sua famiglia religiosa, che però supera il momento critico. S. Giovanni è nel frattempo chiamato da Papa Clemente VIII a riordinare congregazioni religiose, riformare monasteri e a dirimere controversie. Nel 1601 i "Chierici" aprono una loro casa a Roma, dove vengono chiamati "Leonardini". Nel 1603 insieme a Giovanni Vivés, Giovanni Leonardi promuove il Collegio Urbano di Propaganda Fide. Muore a Roma, l'8 ottobre 1609, sepolto prima a Santa Maria di Portico e poi a Santa Maria in Campitelli, dove è tuttoggi la casa generalizia dei "Chierici Regolari della Madre di Dio". Canonizzato il 10 novembre 1861, il 17 ottobre 1938 è proclamato santo da Papa Pio XI.

    Giovanni Leonardi, santo, dal 1662 riposa sotto la mensa dell’altare della cappella, a lui dedicata, di S. Maria in Portico. Nato nel 1541 a Diecimo (Lucca) morì a Roma l’8 ottobre 1609. Nel 1756 fu riconosciuta l’eroicità della sua virtù, beatificato il 10 novembre 1861 e canonizzato il 17 aprile 1938.
    M.R.: 9 ottobre - A Roma san Giovanni Leonardi Confessore, Fondatore della Congregazione dei Chierici Regolari della Madre di Dio, illustre per le fatiche e per miracoli. Per opera sua furono istituite le Missioni della Propagazione della Fede.

    [ Tratto dall'opera «Reliquie Insigni e "Corpi Santi" a Roma» di Giovanni Sicari ]

    9 ottobre 2009
    Settimo delle Idi.

    Bianco. Venerdì. San Giovanni Leonardi Confessore, doppio.

    MESSA propria, Gloria, 2ª orazione dei santi Dionigi Vescovo e Compagni Martiri, Prefazio comune, Ite, Missa est, ultimo Vangelo di san Giovanni.

    Fonte: www.unavoce-ve.it
    Ultima modifica di Luca; 10-10-09 alle 01:48

  8. #18
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    Predefinito Rif: 9 ottobre: San Giovanni Leonardi confessore

    San Francesco Borgia Sacerdote

    30 settembre

    Gandia, Spagna, 28 ottobre 1510 - Roma, 30 settembre 1572

    Nato nel 1510 a Gandia, in Spagna, fu paggio presso la Corte di Carlo V. Si sposò con Eleonora de Castro da cui ebbe otto figli. Nonostante gli impegni che la carica di Viceré della Catalogna comportava, non tralasciò di condurre una vita spirituale intensa. Morta la moglie, entrò nella Compagnia di Gesù e, divenuto sacerdote, alternò la predicazione alla scrittura di trattati spirituali. Rinunciò alla carica di cardinale ma accettò gli incarichi importanti per la Compagnia, come quello di Commissario Generale. Sue caratteristiche furono l'umiltà, la mortificazione e una grande devozione all'Eucarestia e alla Vergine. Fondatore delle prime missioni dell'America Latina spagnola, vigilò sullo spirito originale dei gesuiti. Morì nel 1572. (Avvenire)

    Etimologia: Francesco = libero, dall'antico tedesco

    Martirologio Romano: A Roma, san Francesco Borgia, sacerdote, che, morta la moglie, dalla quale aveva avuto otto figli, entrò nella Compagnia di Gesù e, lasciati gli onori terreni e rifiutati quelli ecclesiastici, eletto preposito generale, restò celebre per austerità di vita e spirito di preghiera.

  9. #19
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    Predefinito Rif: 9 ottobre: San Giovanni Leonardi confessore

    10 ottobre 2009
    Sesto delle Idi.

    Bianco. Sabato. San Francesco Borgia Confessore, semidoppio.

    MESSA Os justi (per gli Abati), Gloria, orazione propria, 2ª orazione A cunctis, 3ª a scelta, Prefazio comune, Ite, Missa est, ultimo Vangelo di san Giovanni.

    Fonte: Una Voce Venetia

  10. #20
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    Predefinito "Nunca más serviré a un señor que se me pueda morir"

    José Moreno Carbonero, Conversione del Duca di Gandia (S. Francesco Borgia), 1884, Museo del Prado, Madrid
    Ultima modifica di Augustinus; 10-10-09 alle 13:50

 

 
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