Il leader leghista non va a palazzo Chigi e si presenta a Varese
alla riunione dei ministri del Welfare dell'Unione europea


Buttiglione: "Per andare d'accordo basterebbe essere educati"


ROMA - Umberto Bossi dà un altro colpo alla maggioranza. Il leader della Lega diserta il Consiglio dei ministri per andare a Varese dove è in corso una riunione informale dei ministri del Welfare dell'Unione europea presieduta da Roberto Maroni. Un'assenza totalmente ingiustificata, quindi, visto che l'unico impegno riconosciuto del leader leghista è un comizio in serata. E che Bossi non pensa nemmeno di giustificare. "Sono qui perché è casa mia", ha risposto il Senatur a chi gli chiedeva perché non fosse a Roma. Risultato: a palazzo Chigi per la Lega era presente solo Roberto Castelli; la riunione è durata un'ora scarsa e non ha prodotto risultati se non la conferma di una mancanza di accordo sul Dpef e il rinvio dell'esame del documento di programmazione economica al prossimo consiglio dei ministri previsto per mercoledì. Il tutto proprio mentre Bossi e Maroni si incontravano in una saletta riservata a Villa Ponti quasi in contemporanea con la riunione fra Fini, Berlusconi e Tremonti subito dopo la fine della riunione di governo.

- Pubblicità -

Un'assenza fragorosa quella di Bossi dalle stanze di Palazzo Chigi. In qualche modo il leader leghista aveva fatto girare la voce che non si sarebbe presentato. Il leader della Lega, almeno per il momento, continua a tirare la corda e non sembra recedere dallo scontro con i centristi e i finiani. D'altra parte nemmeno Fini sembra pronto a trovare un accordo. "Se Bossi dovesse decidere di rompere, ha ragione Follini: nessuno dovrà rincorrerlo. Si può e si deve andare avanti senza la Lega. E' una prospettiva che non auspico ma che certo non temo", ha detto il vicepresidente del Consiglio al Corriere della Sera.

E il ministro Rocco Buttiglione ha rincarato la dose: "C'è bisogno di un patto politico, sulle cose e sulle regole di comportamento. Non si può continuamente schiaffeggiare le persone con le quali si vuole fare un governo". Per andare d'accordo, ha poi aggiunto Buttiglione commentando l'asse fra Udc e An, "non serve essere moderati, è sufficiente essere persone bene educate e con una forte preoccupazione per gli interessi del paese".

Ma la Lega sembra resistere. Bossi non parla se non per rispondere "oggi c'è il sole" a chi gli chiedeva commenti sulle parole di Fini e Follini ma lo fa il suo capo di gabinetto Francesco Speroni. "Una rottura sarebbe un suicidio - spiega Speroni - "Già i numeri dicono che molte volte il governo va sotto, soprattutto al Senato. Quindi l'apporto della Lega Nord è essenziale. E' essenziale comunque per vincere le elezioni, soprattutto perché dovessero andare alle elezioni senza Lega, per il motivo che loro hanno tradito gli elettori, penso che gli elettori lo ricorderanno".

"Dire, insomma - è l'ultimatum - cosa effettivamente si vuole fare: si vuole realizzare il programma, si vuole cambiare lo Stato, si vuole cambiare ad esempio la magistratura, oppure ogni volta che la Lega propone qualcosa di nuovo dicono che siamo dei matti, lo dicano chiaro. Lasciamo le cose come stanno, teniamo questo Stato democristiano e tanti saluti ma lo dicano chiaramente".

(11 luglio 2003)