PORTO FRANCO è la Toscana dei diritti di cittadinanza per tutte e tutti, indipendentemente dal sesso, dall'età e dalla provenienza.
E'la Toscana che all'inizio del nuovo millennio si confronta consapevolmente con la complessità del multiculturalismo e della globalizzazione e sceglie di costruire una propria forte identità di territorio libero da pregiudizi, stereotipi, xenofobia e razzismo, da discriminazioni e condizioni di diseguaglianza.
Per conseguire questi obiettivi di civiltà e di nuova cultura collettiva, la società toscana orienta a nuove funzioni "interculturali" la sua organizzazione sociale complessiva: la pubblica amministrazione, dalla Regione ai Comuni, le istituzioni e le associazioni culturali.
Il confronto interculturale straordinario e occasionale diventa pratica ordinaria di convivenza civile.
E' un grande processo di trasformazione; non è una sfida, è una necessità.
Nel 1999 il governo regionale ha proposto l'idea progettuale di PORTO FRANCO, con le sue tematiche del confronto di genere, tra donne e uomini, del confronto tra generazioni (giovani e anziani), del confronto tra "popoli" diversi (sul territorio toscano e nel mondo).
Nel 2000 l'idea progettuale ha cominciato a prendere forma nei territori: è stata costruita una prima rete di 60 "centri interculturali" diffusa sull'intero territorio regionale; sono stati realizzati i primi 5 "campus" internazionali per la produzione di conoscenze e saperi in una prospettiva interculturale, per orientare la società toscana a una nuova cultura fondata sui valori della conoscenza e dell'incontro tra diversi, del rispetto dei diritti di cittadinanza per chiunque si trovi a vivere sul territorio toscano.
Nel 2001 il progetto regionale persegue obiettivi di ordinarietà, perché il confronto interculturale diventi pratica ordinaria della pubblica amministrazione e della società civile in ogni settore d'intervento, attraverso una forte integrazione delle politiche culturali, educative e sociali, secondo gli indirizzi della legge regionale "Interventi finalizzati allo sviluppo di strategie interculturali" che la Toscana si è data nel marzo 2000.
PORTO FRANCO è un progetto che si propone di "governare" la complessità del multiculturalismo e del ruolo che la Toscana ha e vuole svolgere nel mondo.
Nel 2001 sarà consolidata e ampliata la rete dei "centri interculturali", con l'ingresso nel sistema di rete di Comuni che intendono integrare le loro politiche ordinarie su obiettivi interculturali, per esempio orientando i propri mediatori sociali (dagli operatori degli uffici ai vigili urbani) a una nuova cultura di accoglienza e rispetto dei diritti di cittadinanza di ogni persona, nel rispetto, cioè, di ogni possibile "diversità".
I "centri" svolgeranno la funzione di nodo territoriale e saranno il naturale punto di riferimento per reti locali di associazioni culturali e di volontariato nei diversi settori della società, sviluppando attività in stretto rapporto con le istituzioni sociali e culturali, dalle scuole alle biblioteche ai musei e a quant'altro possa essere interessato alle diverse tematiche affrontate dal progetto.
I "centri", coordinati a livello territoriale dalle Province, saranno in collegamento tra loro attraverso strumenti di informazione e organizzativi coordinati dalla segreteria regionale del progetto.
Tra gli strumenti informativi, svolgerà un ruolo particolarmente importante il giornale telematico PORTO FRANCO, strumento al servizio della rete dei "centri" e "luogo comune" di incontro e confronto anche a livello internazionale.
Stiamo restituendo, attraverso pubblicazioni a stampa e video, i risultati dei "campus" realizzati nell'estate 2000; nei giorni 19-20 gennaio, a Firenze, presso l'Auditorium del Consiglio regionale, il comitato scientifico internazionale di PORTO FRANCO si esprimerà su questi primi risultati.
I nuovi "campus" dell'anno 2001 si svolgeranno tra la primavera e l'autunno, coinvolgendo più direttamente territori della Toscana: a differenza dei primi "campus" del 2000, itineranti, i nostri ospiti stranieri risiederanno per un periodo in precise aree territoriali e lavoreranno insieme con "esperte" ed "esperti" attivi in Toscana, interagendo con le situazioni ordinarie del territorio (Comuni, biblioteche, associazioni ecc.).
La fase del progetto è infatti oggi quella del radicamento "in verticale" nei territori delle tematiche interculturali, con particolare attenzione al confronto tra generazioni (attraverso incontri tra giovani e anziani), ai linguaggi con particolare riferimento a quelli dello spettacolo (valorizzando le espressioni e le tradizioni delle culture popolari e promuovendo i nuovi linguaggi multiculturali), alle "diversità" anche tra gli apparentemente simili ("normalità", "devianza" ecc.), alle tematiche dell'abitare la città e il territorio, alla rivisitazione della tradizione culturale toscana nei suoi rapporti con le altre culture.
Contemporaneamente lavoreremo "in orizzontale" sulle reti delle relazioni internazionali, perché il processo che si sta sviluppando in Toscana sia inserito in rapporti di incontro e confronto con altre esperienze e competenze, con una particolare attenzione ai paesi dell'Unione Europea (con i quali sviluppare confronti e progetti comuni) e ai paesi di provenienza dei nuovi cittadini "immigrati".
Sul tessuto ordinario della rete dei "centri interculturali", con i loro collegamenti locali e di area, e dei "campus" territoriali, si inseriranno alcuni "eventi" di maggior rilievo.
Stiamo, per esempio, valutando la possibilità di tenere in Toscana, nella primavera del 2001, una "conferenza" di intellettuali ed artisti dell'area balcanica, con l'intento di farli incontrare in una zona "franca" nella quale possano confrontarsi liberamente.
Come pure pensiamo di intervenire sul terreno della rilettura della tradizione storica e culturale della Toscana; in tale ottica vorremmo rileggere le grandi migrazioni medioevali come occasione di confronto scientifico internazionale sulle interconnessioni con le culture del Sud e del Nord del mondo e sulla loro sedimentazione e radicamento all'interno dei territori.
Sono alcune idee che proporremo nell'incontro del 19-20 gennaio, nel quale avremo occasione di confrontare e dibattere idee, progetti ed esperienze, all'interno dell'idea-guida di PORTO FRANCO che è un progetto trasversale e propone un approccio "interculturale" alle diverse tematiche della società toscana in questa sua fase di trasformazione in società consapevolmente multiculturale e in continuo confronto con la "globalizzazione" e con le nuove tecnologie dell'informazione e della comunicazione.
La Toscana non intende subire percorsi di arresto né impantanarsi nelle incertezze o nelle ambiguità, ma al contrario vuole continuare con fermezza nel percorso intrapreso di sviluppo e di civiltà, fondato sulla centralità di tutte le persone, donne e uomini, giovani e anziani, "nativi" e "migranti".
Forte della sua storia e della sua tradizione culturale, la Toscana è oggi in grado di svolgere questo ruolo. La rapidità con cui la proposta di PORTO FRANCO sta prendendo forma sul territorio toscano, con un ruolo attivo delle istituzioni e dell'intera società, è una conferma entusiasmante della nostra concreta utopia.


MARIELLA ZOPPI
ASSESSORE ALLA CULTURA DELLA REGIONE TOSCANA
VII LEGISLATURA